Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Lety26    27/03/2020    0 recensioni
Raccolta di One Shots o Short Stories principalmente LevixReader
❧Worlds Collide
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eren, Jaeger, Erwin, Smith, Levi, Ackerman
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Worlds Collide

1°Parte

Quello che sto per raccontare, è qualcosa serviente a rinfrescarti la memoria.
Ti sei mai chiesta perché ogni volta che sullo schermo appare quello scontroso caporale dagli occhi grigi e i capelli corvini, senti come un legame affettivo, una sorta di infatuazione verso un personaggio meramente inventato e disegnato con carta e penna da una persona esattamente come te?
Potrebbe anche darsi che qualche volta ti sia sentita triste, quasi nostalgica, poiché lui rinchiuso in una scatola luminosa e tu fuori a guardarlo, come in una specie di zoo.
Se sai di costa sto parlando, allora è bene che tu rimembri ciò che gli altri ti hanno impedito di fare.
Parlerò in prima persona e al presente giusto per tua comodità.

20:55, tra poco esce il nuovo episodio.
Corro come un'assatanata per tutta la casa, facendo domandare ai miei genitori perché abbiano generato una creatura così problematica, per trovare tutto il necessario per godermi il nuovo episodio dell'attacco dei giganti.
Alle 20:59 sono seduta davanti alla scrivania insieme ad un gelato comprato al supermercato più vicino e alle 21:00 precise sono sul sito.
Clicco più volte, ma nulla accade. Problemi di internet o il sito è esploso? Controllo internet, tutto a posto. Controllo altre pagine del sito, tutto funzionante.
Incomincio ad innervosirmi.
Dopo 10 minuti mi ritrovo a sbattere da una parte all'altra il mouse, successivamente passo al computer.
Dopo altri 5 minuti sembra funzionare. La rotella comincia a girare ma non sembra caricare veramente qualcosa.
Mi scoccio e sospiro, aprendo la scatola del gelato in via di scioglimento e comincio a mangiarlo in uno stato emozionale tra il depresso e il deluso.
Dopo altri minuti, che sinceramente non calcolo, il mio computer fa un rumore strano che mi fa alzare gli occhi dal cellulare, e vengo invasa da una luce fortissima.
Chiudo gli occhi per evitare di perdere i miei già fragili gradi e, quando li riapro, il mio gelato è sparito e mi ritrovo in piedi, in mezzo ad un paese direi quasi famigliare.
La gente scappa, ma non è gente normale. Hanno delle divise, a me conosciute, e ai fianchi hanno delle sottospecie di scatole di ferro armate con arpioni e spade.
Realizzo tutto in un momento e penso di essere diventata pazza. Non posso essermi addormentata.
Comincio a darmi pizzicotti ovunque, ma solo quando un soldato mi viene addosso e mi fa cadere e sento il dolore pervadermi il corpo capisco che non sono né pazza né dentro un sogno.
Mi guardo attorno, cercando la fonte del dolore e trovo la mia gamba sinistra sanguinante e in una posizione non promettendo belle notizie. Provo a muoverla e ci riesco, togliendo la possibilità della rottura, ma dei vetri conficcati provocano un dolore lancinante ad ogni mia mossa e i legamenti non penso siano messi altrettanto messi bene. 
Il terreno trema e un gigante mi avvista da qualche metro più in là.
Che bel comitato di benvenuto, veramente.
Cerco di mettermi in piedi in ogni modo possibile, non tenendoci a morire così, ma riesco solamente a tenermi in piedi grazie al muro di una casa diroccata.
Il ginocchio non tiene il mio peso.
Beh, meglio di così.
Ho sempre desiderato entrare in questo mondo, anche se non sono ancora sicura di come io ci sia arrivata, ma avrei voluto iniziare l'esperienza in un modo pochino più tranquillo.
Tutti i soldati sono spariti, non c'è più nessuno per le strade e son più che sicura di essere la persona più sfigata di questo pianeta.
Guardo il gigante avvicinarsi a me passo per passo e penso ad una possibile soluzione. 
Non mi sono guardate intere stagioni di questa serie per niente.
Noto solo ora di essere vestita come un soldato, cosa non particolarmente a colpo d'occhio vista la situazione, e mi viene un'idea. Ho l'imbragatura, potrei utilizzare la manovra 3D.
Cerco con lo sguardo qualche corpo morto e lo trovo lontano da me, praticamente irraggiungibile nelle mie condizioni.
Storco il naso alla sua vista, essendo un'immagine particolarmente turbante, ma non ci penso più di tanto essendo molto vicina dal fare la sua stessa fine.
Mentre cerco di trovare un'ulteriore soluzione, il gigante stramazza a terra facendo tremare tutto intorno a sé e sento un braccio circondarmi la vita e i piedi staccarsi da terra.
Vedo improvvisamente le case farsi più piccole e sento un calore propagarsi sulla mia schiena a contatto col petto di qualcuno.
-Tutto bene? –quella voce calda. Così tanto da me amata e conosciuta. Aspetta. Come cazzo faccio a capirlo senza sottotitoli?
-Considerando la gamba sanguinante per via di un vetro sicuramente non sterile, probabilmente con una distorsione non poco grave, essendo anche a rischio di infezione...direi che potrei stare meglio. -
Non so da do ve mi sia uscito tutto questo discorso, soprattutto col caporale, ma ne sono fiera. Non riesco a vedere la sua espressione, ma posso immaginarmela.
Non ho mai preferito nessuno in quella serie, ognuno era sviluppato perfettamente e adoravo tutti, ma il caporale incuteva sempre una certa inquietudine.
Non risponde e mi porta in alto, sul muro Maria.
Avrà capito quello che ho detto? Dio, spero di sì.
In pochi minuti, durante i quali mi godo finalmente il suo tocco, arriviamo in cima al muro.
-Levi! –lo chiama una voce non appena tocca terra. Questa è Hanji.
Mi appoggia delicatamente a terra, chinandosi e finendo alla mia stessa altezza da seduta. Sembra voglia farmi il meno male possibile, capendo la mia situazione.
Non avrei mai pensato che potesse essere anche dolce.
-Hanji. –la chiama quando finalmente io sono a terra, al sicuro.
Alzo lo sguardo, cercando di guardarlo in volto, ma la luce del tramonto, nonostante la non particolare intensità, fa da contrasto e non riesco a vederlo chiaramente.
Per una volta che ce l'ho qua davanti, fatemelo vedere cazzo.
-Che è successo? –chiede la bruna, chinandosi pure lei e guardandomi dritta negli occhi.
Ovviamente lei la vedo fin troppo bene.
Mi sembra anche ovvio.
-Se dovessi raccontarti la verità, sarebbe abbastanza divertente e insensata, quindi ti dirò semplicemente che mi sono ferita alla gamba. –accenno un sorriso, non sapendo esattamente cosa dire in quella situazione.
Il fatto che io non sia ancora impazzita rendendomi conto di quello che sta succedendo vuol dire che quel gigante mi ha proprio traumatizzato.
-Vado a vedere se ci sono altri laggiù, prenditi cura di lei. Ha un bel caratterino, ti avviso. –dice, poco prima di rialzarsi e buttarsi giù per il muro.
-Aspetta Lev- ah è già andato. –sospira la ragazza. 
-Fa sempre così? –chiedo. Magari nel manga escludono parti noiose come queste.
-Purtroppo sì, non vuole che nessuno muoia e se succede si dà continuamente la colpa. Non mi sorprende che dorma 3 ore per notte... In ogni caso, io sono il maggiore Hanji Zoe, posso controllare la tua gamba? -
-Eh? Sì, certo. -ero troppo occupata a guardare il punto da dove si è buttato. Ha fatto particolar senso.
A parte gli scherzi, come faccio a capirli veramente senza sottotitoli? Stanno parlando palesemente in giapponese ma io comprendo e io...come cazzo fanno a capirmi? Che cosa sta succedendo qui? 
Alla fine, dopo avermi controllato, Hanji chiama dei medici e mi fa portare, assieme a lei, nella baracca dei feriti, dentro il Wall Sina.
Nel frattempo la mia mente si fece lucida e cominciai a pensare a quello che era successo e mi prese il panico.
Mi venne da pensare per prima cosa ai miei genitori e di quanto preoccupati fossero, ma poi cominciai anche a pensare ai rischi che questo mondo comportava e per qualche oretta mi pentii veramente di aver desiderato di entrare in questo fumetto.
Ero sola, totalmente, tutti quelli che per me erano stati amici fino a qualche giorno prima erano completamente estranei alla mia persona e mi trattavano come se non mi avessero mai visto, cosa appunto vera e che avrei ovviamente fatto anche io se fossi stata nei loro panni.
Il problema era che per loro ero una soldatessa dell'armata ricognitiva, alias dovevo già sapere il movimento tridimensionale alla perfezione e avevo passato più di tre anni ad allenarmi, cosa mai successa.
Però per me rimanevano delle persone che mi avevano tenuto compagnia i giorni in cui non avevo niente da fare e io li conoscevo alla perfezione, eppure... loro no.
Ero nella merda.
In quel momento di riflessione e pare mentali, mi ritrovai completamente terrorizzata e sull'orlo di un attacco di panico, ma i medici arrivarono e il dolore non mi fece di sicuro pensare ad altro.
Ci vollero un paio di ore, nelle quali vari "specialisti " mi dovettero togliere uno ad uno i cocci di vetro infilzatisi nel mio polpaccio, disinfettare interamente l'area e aggiustarmi anche la distorsione, risultata meno grave del previsto ma comunque non trascurabile. Non riuscii comunque ad appoggiare interamente il piede a terra e caricarci il peso, quindi mi diedero delle stampelle e per il resto...diedero tutto per scontato.
Come ho detto prima, per loro sono un soldato come un altro, quindi dovetti andare a memoria e me la cavai da sola. Sia per i dormitori sia per la mensa ecc...

Mi trovo seduta in un angolo della mensa, non troppo lontano a quello dei superiori, da sola, con il mio pezzo di pane e la mia acqua, come tutti gli altri. Appoggio la testa al palmo della mano e con quella libera comincio a giocare col cibo, immersa tra i mille pensieri che mi hanno affollato la mente fino ad ora.
Ok, c'è Levi, che ancora non ho visto in faccia decentemente, ma il mio sogno di diventare la sua "best" si è vanificato nel momento in cui mi sono resa conto di essere un qualsiasi soldato per lui. 
Mio Dio, sto impazzendo.
Tutti mi guardano storto, un po' perché mi sono seduta da sola in un angolo, un po' perché sembro non voler toccare minimamente il cibo.
Sinceramente vorrei solo andare a casa. Nonostante tutte le splendide persone presenti in questa mensa.
Mentre mi guardo in giro, annoiata, individuo la posizione di Levi. Seduto in mezzo ad Erwin e un altro soldato maggiore. Nonostante sia lontano, riesco a vederlo perfettamente nei suoi particolari.
Dal vivo è più bello.
Lo rimango a fissare fino a quando lui non ricambia il mio sguardo.Non riesco a capire se ho appena fatto una figura di merda o per lui sia normale avere una ragazza che lo fissa insistentemente per almeno una decina di minuti filati.
Nel frattempo, sembra farmi la radiografia, mi scruta in ogni mio peculiare, poi decide di alzarsi e raggiungermi. 
Si siede esattamente davanti a me e mi scruta. 
Sembra quasi pensare intensamente a chi io possa essere, scavare a fondo nella sua memoria cercando di ricordarsi di qualcosa che non riesce proprio a farsi venire alla mente.
-Buonasera, caporale. –dico tranquillamente, come se fosse un amico di vecchia data, e sorseggiando un goccio d'acqua. Non so perché io mi comporti così, sembra quasi una specie di difesa contro il mio completo terrore verso l'intera situazione.
-Non sei di qua, vero? –alla sua domanda, rimango impassibile anche se il mio cuore fa un tonfo. Ora che cazzo gli rispondo? So perfettamente che non posso mentirgli, essendo che mi scoprirebbe in nemmeno 3 battute.
-No, ha un ottimo fiuto. –commento. Mi azzardo a guardarlo dritto negli occhi e mi sembra quasi impossibile ad essere esattamente davanti a lui.
Mi sento improvvisamente osservata e, quando mi guardo intorno, noto tutti gli occhi della mensa puntati su di noi. Ma non hanno proprio un cazzo da fare questi qua, Isayama cazzo fagli fare qualcosa a questi poveri Cristi.
-Non ti ho mai visto, ad occhio avrai qualche anno in meno di me, non è arrivata nessuna lettera di qualche soldato cambiante squadrone, quindi la domanda è lecita: da dove vieni? -
Per qualche secondo mi trovo in difficoltà. I suoi occhi grigi puntati su di me come due pistole mi fanno tremare. Decido di usare la stessa risposta che ho dato ad Hanji, solo che lei non ci ha fatto molto caso. Lui invece so che lo farà, so che ci starà a pensare per giorni, ma decido di rischiare lo stesso.
-Potrei raccontarle la verità, ma non mi crederebbe, cosa che tutt'ora non riesco a fare neanche io, quindi mi limito a dirle che non penso che in questo mondo possa veramente indicare il posto da cui provengo. -
I suoi occhi si illuminano come due lance riflesse alla luce del sole.
Alza le sopracciglia e sembra improvvisamente maledettamente interessato.
-Non male. –risponde.

BUONGIORNO A TUTTI.
Non ho ricontrollato il capitolo quindi se ci sono errori o collegamenti schifosi e frettolosi mi spiace, ricontrollo stasera giuro. 
Questo è il primo capitolo, spero vi piaccia.
Non so quanti ce ne saranno, ma non sarà lunghissima.
In tutto ciò, so che non è un'idea originale, ma spero che il modo in cui io ve la propongo e aggiungendo un particolare interessante (che si può notare a inizio capitolo) vi piaccia lo stesso.
Per il momento mi dileguo.
Adieu.
Ci sentiamo nei commenti o nel mio profilo Instagram (Min_lety)

 

   
 
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