“La giovinezza è sprecata per i giovani: è la persona matura che meglio sa come utilizzare una ricca vitalità.”

George Bernard Shaw

Se ne rende conto che è troppo tardi, Rock Lee.

Se ne rende conto quando vede negli occhi di suo figlio il riflesso dei suoi, mentre questo conta i suoi anni con le dita tozze delle mani infantili.

Il suo sorriso è brillante e Lee ne è davvero fiero, del suo ometto.

Rivedersi in quel piccolo uomo fa male.

È strano a dirsi. Di quel dolore misto a gioia, di quelle lacrime dal sorriso amaro.

Ha il sapore di successi incompleti e di anni sprecati.

Credeva di averli colti, gli insegnamenti di Gai-sensei sulla gioventù, eppure solo ora, con la maturità e la consapevolezza di un adulto, si rende conto che avrebbe potuto fare di più, dare di più.

Chi sa poi, se sarebbe mai riuscito a batterlo, Neji.

Non è che lui abbia accumulato rimpianti, infondo, ne crede di aver preso scelte sbagliate.

Si è impegnato, si è sudato ogni traguardo che è riuscito ad ottenere, nonostante questi a lui preclusi, eppure…

Riguardare al passato negli occhi di quel suo piccolo figlio gli fa realizzare quante cose non torneranno, quante non potranno tornare, quante cose avrebbe voluto andassero diversamente.

La sua gioventù, i suoi ricordi… L’intero mondo intorno a lui è cambiato, eppure, certe persone, lui compreso, sembrano non voler cambiare affatto.

I suoi anni migliori avranno sempre il sapore del ferro e sale.

Quante volte aveva pensato di essere condannato, come ninja? Quante volte si era sentito in trappola…

Eppure condannato era stato chi il dono ce lo aveva davvero, chi di essere ninja non aveva che il dovere.

Neji era stato il suo rivale, il suo migliore amico, il suo traguardo da raggiungere e il suo più grande rimpianto.

Il ricordo della sua giovinezza.

Il figlio corre per la casa, con i piccoli piedini paffuti che scivolano sul pavimento.

Lee chiude gli occhi e sospira, con la testa tra le mani e le dita tra i capelli.

È solo per un attimo, ma gli sembra che la gioventù sia andata.