Il tuo respiro si fa concitato, l’aria è umida e calda come la tua pelle.

Il tuo bastone è ancora sporco di sabbia ed ancora lo porti appresso in quella giungla: meni fendenti, sibila l’aria ad ogni tuo colpo accompagnato dai tuoi ansimi.

Non ti trattieni, dai tutta te stessa.

Vedo il tuo sguardo: non è solo determinazione quella che traspare, lasci emergere il rancore che è in te. Chi stai immaginando di affrontare? Sono io? Mi disprezzi così tanto, eppure sai che sono l’unico che ti conosce davvero.

Per quanto ancora vorrai ignorare ciò che ci lega?

Sento come i tuoi pensieri indugino su di me. So che anche tu percepisci i miei.

Sei confusa, non vuoi lasciare spazio al dubbio, al conflitto che ti divora: non puoi negare a te stessa cosa hai provato quando siamo stati così vicini.

Sento ancora il tocco della tua mano sulla mia, il calore di una persona amica, l’unica che mi sia stata davvero accanto.

Perché non hai preso la mia mano?

Mi manca il respiro, non sono nemmeno a metà di ciò che mi attende oggi.

Non posso deluderla, lei è tornata sui propri passi a causa mia, lo sta facendo per me, non avrebbe mai voluto percorrere la strada di suo fratello.

Non ce la faccio. Sarebbe così facile se tu fossi solo un mostro.

Perché stai facendo questo? So che c’è del buono in te, io l’ho visto. La tua mente è colma d’odio, di desiderio di vendetta, non posso stare al tuo fianco.

Non così.

Sei il mio salvatore e la mia condanna. Sento che se ti abbattessi, con te se ne andrebbe una parte di me, sprofonderei in un baratro senza uscita.

Sarei davvero sola.

Sola con il rimpianto di aver ucciso l’unica persona che mi abbia visto per ciò che sono realmente, l’unica che non mi abbandonerebbe mai.