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Autore: Isobel Connis    30/03/2020    1 recensioni
Un ragazzo, un frappuccino e mille domande
Steve lavora da Starbucks ma negli ultimi giorni un curioso ragazzo non fa che presentarsi tutti i giorni alla stessa ora. Perché?
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Incontri'
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“Ehi Steve, un Frappuccino alla zucca con panna e cannella” annunciò Natasha al collega facendo il conto al ragazzo. “Matt?” provò la barista prendendo un pennarello.
Il ragazzo moro davanti a lei sorrise scuotendo la testa “No, oggi Ethan” sorrise sedendosi.
La rossa scosse la testa divertita raggiungendo Steve alla macchinetta del caffè.
“Che nome scrivo?” chiese il ragazzo prendendo il pennarello.
“Oggi Ethan” rise la ragazza indicandolo con il mento.
Steve seguì la traiettoria dell’amica con gli occhi fino ad incrociare lo sguardo del ragazzo moro che da oltre venti giorni, puntuale alle sei, entrava nel loro Starbucks, ordinava il suo frappuccino alla zucca con panna e cannella, dava un nome fittizio e se lo faceva portare al tavolo.
“Ethan lo ha usato già due volte come nome, potrebbe essere il suo nome stavolta?” chiese Steve mettendo la panna sulla bevanda.
“Ti ricordo che ha usato ben cinque volte Ivar” rispose la ragazza poggiando i gomiti sul bancone e osservando il ragazzo intento a scrivere qualcosa al cellulare. “E poi non ha la faccia da Ethan, insomma, guardalo”
Il biondo lo fece con un sorriso sornione. Era bello, lo aveva notato subito, fin dal primo giorno che aveva varcato la soia del locale. Non era di New York, il suo accento suggeriva che fosse del Midwest, forse dell’Indiana.
Con il suo sorriso e il suo passo sicuro aveva subito attirato l’attenzione su di lui, ed il fatto che continuasse a tornare in quel locale tutti i giorni suggeriva che fosse interessato a qualcuno di luoro. L’unico problema era capire perché si ostinasse a dare ogni giorno un nome diverso, fatta eccezione per qualche spasmodica ripetizione.
Steve annuì sospirando. “E ieri Matt per la seconda volta… non capisco dove vuole arrivare…”
Natasha sbuffò una risata passandogli la cannella “Non lo capisci? Sei serio Rogers?” scosse la testa “Si vede che sei un uomo. E’ evidente che gli piaci tu. Sei l’unico ragazzo del locale. A noi donne nemmeno ci guarda…”
“Si, quello l’ho capito vorrei sapere che vuole da me però”
“Cosa vuole da te… Ma dico guardati! Hai un fisico statuario, sei alto, hai questi occhioni azzurri che supplicano affetto…”
“I miei occhi non supplicano affetto, Nat” la interruppe abbondando con la cannella e chiudendo il coperchio della bevanda.
“Sì, lo fanno. Ma il punto è questo. Gli piaci, giovane malinconico. È palese!”
“E allora perché non si fa avanti?” sbuffò uscendo dal bancone.
“Magari è solo timido, e ti sta mandando dei segnali che non cogli!” rise Natasha pulendo il bancone.
Steve scosse la testa avanzando verso il misterioso ragazzo.”Altro che timido…” borbottò arrivandogli ad un passo “Ethan?”
Il moro alzò la mano sorridendo trionfale “Presente”
“Ecco a te”
“Ti ringrazio” rispose sfiorandogli le mani nel prendere il bicchiere. Steve ebbe un sussulto ma non si spostò, deciso a parlare con il giovane. Lo osservò sorseggiare il suo frappuccino con un verso di apprezzamento, prima di riportare l’attenzione su di lui. “Hai qualcosa da dirmi?” chiese dunque voltandosi.
“No, no nulla, figurati” disse facendo dietro front e tornando al bancone dove Natasha lo attendeva scuotendo la testa rassegnata.
“Dio, Steve, la relazione con Tony ti ha rammollito! Che fine ha fatto il mio Sexgod dal sorriso strafottente che faceva cadere tutti quanti ai suoi piedi?”
“Probabilmente si è suicidato” roteò gli occhi.

“Question Mark… stiamo cadendo nel ridicolo” sbuffò Steve guarnendo il solito frappuccino alla zucca “Question Mark, altro che cercare di sedurmi. Quello lo ha mandato Tony per spingermi verso la pazzia, te lo dico io” sbuffò consegnando il bicchiere a Natasha “Consegnalo tu”
“E’ il tuo spasimante, non il mio” ridacchiò facendo scivolare di nuovo il bicchiere verso di lui.
“Non mi interessa”
“Non ti interessa eh,” lo guardò ammiccando “E dimmi… E’ per questo che nel tuo blocchetto hai segnato tutti i nomi che ti ha lasciato, vero?” ridacchiò. 
Steve sgranò gli occhi arrossendo colpevole “Perché hai letto il mio blocchetto?”
“Mi serviva un foglio” scrollò le spalle “Ma non è questo il punto. Ti piace, ammettilo dai!” 
“Nat, davvero, lasciami in pace” sospirò prendendo il blocchetto e scorrendo i nomi lasciati dal ragazzo.”Mi piace, ma non ho intenzione di stare al suo gioco”
“Il locale è vuoto, cosa ti costa andare li e parlarci!”
“Ho detto di no… dai, è palese che si è preso gioco di me! Guarda! Matt, Ivar, Peter Ivar, Anthony, Cedric, Ivar…M.I.P…A…” inclinò appena il viso e prendendo una penna.
Natasha inarcò il sopracciglio seguendo con gli occhi i movimenti della mano dell’amico.
“Che stai facendo?” domandò quindi notando il ragazzo ridacchiare e togliersi il grembiule “Dove stai andando?”
Steve non l’ascoltò dirigendosi a passo di carica verso il ragazzo seduto al tavolo.
“Ok, sei stato astuto, te lo concedo, Question Mark” iniziò Steve andandogli davanti.
“Ce ne hai messo di tempo, per accorgertene eh?” sorrise il ragazzo moro.
Steven rise divertito sedendosi sulla sedia di fronte alla sua. “La mia risposta è sì”  disse rilassandosi e porgendogli la mano “Ma vorrei sapere almeno il tuo nome”
Il ragazzo fece finta di pensarci guardandolo con occhi vispi “Beh, mi sembra giusto” gli porse la mano “Sono Bucky”
Il biondo inarcò un sopracciglio sospetto, ma l’altro si affrettò a giustificarsi “Ok James. Ma anche mio padre si chiama così, quindi Bucky”
“Ok, ti credo, ma dovrai farti perdonare per avermi mandato in tilt per quasi un mese, sappilo!” lo minacciò Steve.
“Il tuo nome invece?” chiese Bucky sporgendosi verso di lui.
Steve sorrise divertito, prendendo il suo bicchiere e scrivendo subito davanti il ‘?’ Sebastian.
Bucky si aprì in una risata cristallina sollevando le mani “Ok, me la sono cercata, S. E dimmi, di quanti appuntamenti avrò bisogno per conoscere il tuo nome?”
“Mah, questo dipenderà solo da te” sorrise sornione bevendo un sorso di frappuccino dal suo bicchiere.
“Beh, sai cosa ti dico, S, accetto la tua sfida”

  
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