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Autore: funny1723    31/03/2020    1 recensioni
Dal testo:
"Denver aveva sempre saputo di non essere una persona brillante. La logica semplicemente non era mai stata il suo forte."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Denver, Monica Gaztambide
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE WAY YOU LOOK AT ME










Denver aveva sempre saputo di non essere una persona brillante. La logica semplicemente non era mai stata il suo forte. Per questo, nel corso della sua vita, aveva preso la decisione di allenare più i muscoli del cervello, così, si diceva, compensava con la forza le sue carenze intellettive. Carenze, che immancabilmente qualcuno si era preso la briga di fargli notare.
Spesso capitava infatti che la gente lo credesse stupido e anche chi non cercava di approfittare della cosa comunque iniziava a comportarsi in modo diverso nei suoi confronti. Denver aveva passato la sua vita a vedere sempre e solo lo stesso sguardo negli occhi degli altri, quel cipiglio di supponenza che implicava superiorità che in più di un’occasione lo aveva fatto vergognare e provare rabbia.
All’inizio, le prime volte in cui qualcuno lo aveva guardato in quel modo, Denver aveva reagito con violenza, tirando pugni e calci, urlando il suo dolore con la sua unica arma: il suo corpo. Ma ben presto, come spesso accade, aveva semplicemente imparato a conviverci. La gente lo credeva stupido e allora? C’erano cose più importanti nella vita del risultare brillanti; ad esempio, duemilaquattrocento milioni di euro. E se possibile restare vivi per goderseli.
Quindi anche se pure fra i suoi compagni di rapina, anche se pure fra i suoi amici con i nomi di città, c’era chi lo credeva stupido, Denver non se ne preoccupava. Perché non gli interessava cosa pensavano i suoi nuovi amici o un gruppo di ostaggi piagnucolosi, gli importava solo di ciò che pensava Monica.
E Monica non lo aveva mai guardato una sola volta con quello sguardo di superiorità che la gente tendeva a riservargli. Non lo aveva guardato in quel modo neanche dopo che le aveva sparato.
Monica l’aveva sempre trattato bene, come se Denver fosse una persona importante che aveva cose importanti da dire. Monica lo aveva sempre e solo fatto sentire amato.
Denver non era mai stato trattato alla pari da nessuno, soprattutto non da una persona onesta, con un buon lavoro e un pezzo di carta nel cassetto di un qualche mobile di casa che attestasse che aveva studiato. O almeno non prima di lei.
Monica lo faceva sentire speciale, interessante, gli faceva venire voglia di essere migliore. Quando sbagliava o diceva qualcosa di sciocco, lei non gli rideva in faccia né lo rimproverava, semplicemente gli rivolgeva quel sorriso un po’ incerto – che Denver aveva imparato ad amare con tutto se stesso – che gli faceva aumentare il battito cardiaco e mancare il fiato.
Dopo una vita passata a dimostrare al mondo che non era inutile, che non era un fallito o uno scarto della società, con Monica finalmente Denver si sentiva in pace, in grado di fare qualsiasi cosa.
Girandosi verso Stoccolma, non potè trattenersi dall’attirarla a sé e darle un bacio. Non gli importava se la situazione non era delle migliori o se presto il loro piano sarebbe potuto andare a puttane, l’amava e questo per ora gli bastava per essere felice.
“E questo bacio per che cos’è?”
Monica posò il caricatore vuoto sul tavolo, sorridendo. Presto le armi sarebbero state pronte.
Denver si limitò ad alzare le spalle.
“È perché sei maledettamente sexy con un fucile in mano.”
Monica sorrise, con quel sorriso un po’ incerto e Denver fu certo che, se mai fossero riusciti ad uscire vivi da lì, avrebbe sposato quella donna.    
 
 
   
 
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