Non erano mai piaciute nemmeno a lei, se era per quello, ma pare che una donna che coltiva orchidee faccia bella figura, per cui si era adattata.
Shiori Takamiya era seduta sul divanetto del suo salottino e, per la prima volta in vita sua, in preda ad una rabbia incontrollabile.
Non piangeva, Shiori, e non era svenuta nemmeno per un attimo semplicemente perché non c’era nessuno che si potesse muovere a compassione alla vista delle sue lacrime e dei suoi mancamenti, suo cavallo di battaglia per ottenere quello che voleva sin da quando era piccola, quindi rimase composta ed elegantemente seduta, con un fazzolettino tra le mani, nel caso in cui fosse entrato qualcuno. Però nemmeno se ci fosse stato qualcuno le cose sarebbero cambiate: Masumi Hayami amava, ricambiato, Maya Kitajima e il triangolo no, lei non l’aveva mai considerato anche perché ho ragione di credere che oltre a indicare la forma geometrica, quella parola non avesse nessun altro significato per la bella ereditiera.
L’orgoglio di Shiori era uscito da quella storia pesantemente malconcio. Essere lasciata non era mai bello, soprattutto per una donna come lei, allevata fin dalla più tenera età allo scopo di contrarre matrimonio con un importante magnate che potesse preservare e/o aumentare il già esagerato gruzzoletto dei Takamiya. Era anche questione di territorio, capite? Masumi era suo e guai a chi glielo toccava.
Era la seconda volta che le andava storta: la prima volta suo nonno le aveva presentato un magnate italiano bassetto e un po’ pelato che andava matto, oltre che per i doppiopetto, per le ragazzine. La cosa non le dava fastidio, tanto per la sua parte di moglie di facciata non le era richiesto di amare suo marito, ma di fungere da graziosa cornice per le sue numerose attività… ufficiali. Purtroppo, la cosa era andata in fumo in quanto si era scoperto che il suo pretendente soffriva di una strana e quanto rara allergia alle orchidee che lei gli aveva offerto, allergia che gli aveva provocato delle macchie rosse in tutto il corpo accompagnato da un irrefrenabile prurito alle parti basse. Questo non era un buon punto di partenza per un’unione proficua, quindi nonno Takamiya aveva ordinato alla nipote di far ritorno in Giappone, segretamente sollevato all’idea di non dover concedere la sua preziosa nipotina a quel parvenu (non so come si dica in giapponese, abbiate pazienza) mediterraneo mangiapizza.
E a voler essere totalmente sinceri, Shiori non aveva mai sentito l’impulso di un contatto ravvicinato con Masumi Hayami, né con gli altri uomini che le erano stati presentati. Aveva letto su un giornale che le donne come lei si chiamavano “frigide”, lo aveva accettato ed era pronta, se avesse sposato il direttore della Daito, a stringere i denti e a far finta che tutto l’ambaradan non solo non le ispirasse un senso di orrore, ma che anzi le piacesse molto. Le avevano parlato anche di certi prodotti che avrebbero potuto rendere la faccenda più… scorrevole.
Il problema era che Shiori aveva una natura profondamente romantica. Le sarebbe piaciuto essere amata e vedere la luce che si accendeva negli occhi di Maya Kitajima quando guardava il suo (suo di lei, Shiori) fidanzato, anche perché non aveva proprio capito cosa ci trovasse in lui. Naturalmente, avrebbe dovuto fare finta di essere in preda al dolore più struggente, quello era in grado di farlo, ovviamente, però dentro di sé si sentiva un vuoto al quale non sapeva dare nome. Anzi sì, invidia pura.
Giusto per fare qualcosa, prese una rivista dalla cesta accanto al divano e corrugò le sopracciglia nel vedere chi c’era in copertina. L’altra candidata al ruolo della Dea Scarlatta, Ayumi Himekawa abbracciata a quel fotografo francese col quale si era recentemente fidanzata. Sorrise appena, ma il sorriso le morì sulle labbra quando notò che Ayumi aveva lo stesso, identico sguardo di Maya Kitajima quando guardava l’uomo che amava. Consultò l’indice, articolo era a pagina quindici e si precipitò a leggerlo.
…”Ayumi, come ha fatto ad accorgersi dell’amore che provava per il suo fidanzato?”
“Credo che sia stata la Dea Scarlatta a metterci assieme” sorride mentre prende la mano al suo fidanzato (il fotografo francese Peter Hamil NDR) e la stringe con affetto.
Shiori chiuse la rivista e mormorò: “La Dea Scarlatta… sempre lei”. D’improvviso, la consapevolezza che doveva capire, che doveva vederci chiaro perché non era possibile che tutta quella gente partisse per la tangente per un personaggio immaginario. E fu così che Shiori Takamiya, per la prima volta nella sua vita, partì pure lei, ma per un viaggio… e per il suo destino.
In realtà, era da un po’ che la Dea Scarlatta la stava tenendo d’occhio e pensava fosse giunto il tempo di dare una scossettina alla vita dorata di questa ereditiera viziata.
* * *
Ciao a tutti! Dopo taaaanti anni sono ancora qui.
Era una vita che avevo questa storia nel PC e ora mi sono decisa a pubblicarla. Saranno un otto/dieci capitoli, devo solo scrivere un epilogo perché vorrei costruire un bel finale col botto. Mi sono divertita un sacco a scriverla, spero che almeno in minima parte diverta anche voi.
Questa fanfic è l'ultima della trilogia 'I tre volti della Dea'. E' quella dal piglio più comico e sarcastico. Le altre due sono, rispettivamente, 'Benvenuta a Izu' che ha Maya come protagonista e 'Princesse de Glace', la cui narrazione è incentrata su Ayumi.
E' bello essere di nuovo qui.
Un abbraccio dalla Nisi