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Autore: lagertha95    04/04/2020    4 recensioni
Kaori è una giovane del villaggio della foglia. Kiba esce dalla Quarta Guerra Mondiale Ninja con ferite che non sa come curare. Dopo i festeggiamenti per la vittoria iniziano a vedersi sempre più spesso, a studiare insieme, a passare pomeriggi tra allenamenti e lunghe passeggiate con Akamaru. Accorgersi di piacersi è un attimo, così come mettersi insieme.
Questa OS non è nulla di pretenzioso, solo qualcosa scritto sull'onda della nostalgia in questi tempi di quarantena.
Dal testo: "«Allora?» Ino è la prima a parlare e va subito dritta al sodo. «Che cosa ci faceva Kiba nel tuo letto, stanotte?»
La guardi senza capire.
«Kiba non era nel mio letto, era sul mio letto, al massimo.» borbotti, sentendo le guance prendere fuoco."
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akamaru, Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka, Nuovo Personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salve a tutti/e!
Mi presento: sono Lagertha95, attiva come scrittrice da due anni e mezzo su questo sito e questa è la prima volta che pubblico qualcosa su Naruto.
Se c'è qualcosa di buono che questa quarantena mi ha portato, è sicuramente il tempo che ho per rispolverare vecchie passioni, come per esempio quella per Naruto, riportandomi alla mente le cotte allucinanti che avevo per alcuni dei personaggi, come per esempio Kiba.
Essendo una neofita dell'argomento, vi prego di essere clementi e se vi andasse di farmi sapere che ne pensate di questa storia.
Adesso smetto di sproloquiare e vi lascio alla lettura che spero con tutta me stessa vi risulti piacevole.
A presto e baci, Lagertha

P.S: le parti in corsivo nel testo sono dei ricordi, quelle non in corsivo sono ambientate nel presente di Kaori e Kiba.


Cucciolo
 
 
Kiba ti dorme a fianco, russa leggero come sempre e si agita nel sonno, esattamente come fa Akamaru.
 
Sospiri e rinunci a dormire. Ti giri verso Kiba, tirandoti le coperte fino alle spalle e lo scuoti.
«Kiba… Kiba svegliati, è solo un sogno… Kiba, amore…»
Apre gli occhi di scatto e senza nemmeno accorgertene hai le spalle sul materasso e Kiba ti sovrasta, fiero e selvaggio, spaventato ma pronto a reagire. Non sei spaventata, non più ormai. Sono anni che condividete il letto e gli incubi di Kiba non sono una novità, così come non lo sono le sue reazioni. Allunghi il collo fino ad incontrare le sue labbra, calde e saporose di foresta, circondandolo contemporaneamente con le braccia e tirandolo giù, fino a che i suoi occhi non appaiono un po' più umani, fino a farlo distendere su di te che, nuda e calda, lo avvolgi col tuo corpo.
«Mi dispiace…» sussurra, con le labbra ancora premute sulle tue, cercando per quanto può di non pesarti.
Lo baci ancora, zittendolo, come hai sempre fatto, fin dalla prima volta che avete dormito insieme.


 
La quarta guerra mondiale ninja è terminata e tutta Konoha sta festeggiando. Hai diciotto anni e dopo tutto quello che avete passato ti godi la dovuta tranquillità ad una festa a casa di Ten Ten con Ino e Sakura, tue amiche di sempre.
 
Sakura è a disagio, Ino sembra non abbia fatto altro nella sua vita che partecipare a feste, tu ti limiti a bere.
Si battono per Sasuke da troppo tempo perché tu te lo ricordi e anche stasera ogni loro singolo passo è rivolto a conquistare il bel tenebroso.
Sbuffi e ti dirigi alla ricerca di un bagno: hai bevuto troppo, sei alticcia e incomincia a scapparti la pipì.
Aprendo la porta del bagno quasi cadi addosso a qualcuno che, almeno, ha la decenza di accoglierti tra le braccia, evitandoti una rovinosa caduta.
«Dovresti fare più attenzione, non tutti ti prenderebbero al volo come ho fatto io».
Sorride tronfio, Kiba Inuzuka, quasi che evitando di farti sfracellare le rotule sul pavimento in pietra ti avesse salvato da chissà che mostro.
Sei abbastanza ubriaca e i tuoi freni inibitori hanno dato forfait un bel po' di tempo fa, quindi la risposta che dai al bel ragazzo che ti ha appena rimessa in piedi è una linguaccia seguita da un molto maturo "gne gne gne".
Ti chiudi in bagno e ridacchi scioccamente mentre ti siedi sulla tazza. Quando esci, Kiba è ancora lì. Con lo sguardo pericoloso di quando si sente preso in giro. In un attimo, sotto a quegli occhi, la sbronza sembra sparire.
Imitare un opossum e fingerti morta, sperando che Kiba – come la bestia selvatica che è – ti lasci in pace, è la prima cosa che ti viene in mente di fare, ma anche sbronza ti sentiresti troppo ridicola per una cosa simile.
Lo guardi, spaventata ed eccitata insieme, perché ti ricordi perfettamente cosa è successo a chiunque lo abbia preso in giro e a te il pensiero di essere presa e caricata sulle spalle per essere portata chissà dove, beh fa un certo effetto.
Non fai in tempo a dire no che Kiba ti prende e comincia a correre giù per le scale con te sulle spalle che non sei esattamente un peso piuma.
Gli batti i pugni sulla schiena, gridi di metterti giù, lanci occhiate imploranti a chiunque, Ino e Sakura comprese, incontriate durante il tuo rapimento, ma nessuno fa nulla a parte ridere.
Quando ti mette giù siete nel frutteto dietro casa di Ten Ten, circondati dall’oscurità.
Hai la schiena appoggiata a un melo e le braccia di Kiba all'altezza dei fianchi, che ti intrappolano.
«Allora, signorina Gnegnegne? Che mi dici adesso?»
Siete entrambi sbronzi, adesso è chiaro, così come è chiara la malizia nella voce calda e profonda di Kiba. Sgrani gli occhi restando in silenzio, eccitata tuo malgrado da quella situazione anomala, e tremi schiacciandoti di più al tronco bitorzoluto del melo.
«Non fai più la furba adesso?» continua Kiba, avvicinandosi senza che le braccia smettano di intrappolarti.
Kiba è sensuale in quel suo modo tremendamente grezzo che a Sakura e Ino quasi disgusta ma che a te non ha mai dato sui nervi. Scuoti la testa in risposta, guardandolo mentre continua ad avvicinarsi, finché la nausea non è troppa e non devi piegarti sulle ginocchia, cercando di evitare le sue scarpe e vomitando tutto ciò che il tuo stomaco ha accolto fino a quel momento.
Kiba ride, dopo un primo momento di schifato silenzio, mentre tu vorresti solo avere una vanga a portata di mano per sotterrarti ai piedi del melo.
«Andiamo, ti accompagno a casa…»
«Devo…» provi a dire, asciugandoti la bocca e raddrizzandoti. «Devo avvertire Sakura e Ino.»
«Allora ti accompagno da loro, vieni.»
Non fai in tempo a rispondere o a protestare, che Kiba ti ha già presa in braccio e a passo deciso ti sta portando di nuovo verso la casa. Fortunatamente incontrate le tue coinquiline ben prima di rientrare, evitandoti l’imbarazzo di essere vista da tutti mentre, pallida e sudaticcia, vieni portata in braccio da quel rozzo – e sexy – di Kiba.
«Che è successo? Kiba, lascia subito Kaori!» Ino e Sakura si preoccupano, lo fanno sempre.
Il problema è che sei sicura che le gambe non ti reggeranno, se Kiba ti lascerà, quindi ti rannicchi di più contro il suo corpo e lo senti stringerti di rimando.
Inspirando profondamente, alzi la testa e ti rivolgi alle tue amiche: «Ho chiesto a Kiba di riaccompagnarmi a casa…ho bevuto decisamente troppo e non ce la faccio a tornare o a reggermi in piedi.»
Ino e Sakura ti guardano sospettose, poi Ino si rivolge seria a Kiba: «Se le succederà qualcosa, qualunque cosa, verrò a cercarti, parola di Ino Yamanaka!»
Tutti sanno che Ino non è da sottovalutare e che se dà la sua parola, la rispetterà, quindi Kiba annuisce, serio e in silenzio, in direzione della tua amica che risponde con un cenno di assenso, come a dire “Adesso portala a casa”.
Non vi ci vuole molto ad arrivare a casa tua.
Tiri le chiavi fuori dalla tasca e aspetti che Kiba ti metta giù, cosa che fa lentamente e con attenzione, tenendoti comunque una mano vicina alla schiena – ne senti il calore – pronto a evitarti la caduta, se dovesse succedere. Non appena apri la porta, Kiba ti prende di nuovo in braccio e ti porta su per le scale, seguendo le deboli indicazioni che gli dai per arrivare in camera tua, nella casa che condividi con Ino e Sakura.
Ti stende sul letto e sparisce, lasciandoti distesa e con la testa pulsante. Apri gli occhi soltanto quando senti una sensazione di fresco sulla fronte.
«Mia sorella faceva così, con me, quando ero più piccolo…» spiega semplicemente, passandoti una pezza bagnata sul viso, ripulendoti e rinfrescandoti al tempo stesso.
«Non preoccuparti, vai pure a casa…» bisbigli a occhi chiusi godendoti il benessere che il gesto di Kiba ti dà. «Ino e Sakura-»
«Shh…riposa adesso, me ne andrò quando torneranno le tue amiche.»

Il sole entra nella stanza e tu apri lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre ripetutamente.
Un peso di fianco che fa affossare leggermente il materasso ti fa voltare veloce: accanto a te sul letto, russante, con la bocca semi aperta e un filo di bava che cola, Kiba Inuzuka sta dormendo in pace totale. È buffo, così tranquillo, e ti scappa una risatina. Kiba sbatte le palpebre ancora insonnolito e non appena ti mette a fuoco, arrossisce e si tira su. Balbetta scuse che non capisci, non ti guarda in faccia e scappa dalla tua camera, dalla tua casa, lasciandoti come una stupida seduta nel tuo letto.
Quando scendi a colazione, Ino e Sakura ti guardano di sottecchi con un piccolo ghigno malizioso sulle labbra. Dai un buongiorno sussurrato e ti fiondi alla macchina del caffè, versandoti un’enorme tazza di quella manna dal cielo.
Sedendoti al tavolo ti senti decisamente osservata, per cui alzi lo sguardo dal mare nero che hai di fronte e punti gli occhi sulle tue coinquiline/amiche.
«Che c’è?»
«Allora?» Ino è la prima a parlare e va subito dritta al sodo. «Che cosa ci faceva Kiba nel tuo letto, stanotte?»
La guardi senza capire.
«Kiba non era nel mio letto, era sul mio letto, al massimo.» borbotti, sentendo le guance prendere fuoco. «Deve essersi addormentato aspettando voi per tornare a casa.» Hai imparato presto che se non vuoi essere sopraffatta da Ino devi attaccare per prima. «A che ora siete rientrate?»
Arrossiscono entrambe e Sakura cambia rapidamente discorso.
«Come stai oggi?»
«A parte lo stomaco distrutto e la testa che mi scoppia? Direi bene.» rispondi, riportando l’attenzione sul caffè.
«Kiba è stato molto gentile a prendersi cura di te…»
Ma cos’hanno tutti stamattina? Finisci il caffè in un lampo e corri di nuovo in camera tua, ti vesti ed esci di casa. Cammini fino a casa di Kiba, un piccolo trilocale che i suoi hanno creato per lui di fianco a casa loro. Una volta arrivata bussi alla porta rossa e fai un passo indietro, in attesa. Un cane abbaia e non appena la porta viene aperta ti ringhia, facendoti indietreggiare.
«Oh, ciao…Akamaru, lasciala stare.» Kiba ammonisce il cagnolino, che indietreggia insieme al padrone. «Entra, ti va un tè?»
Annuisci, in silenzio e imbarazzata. Segui Kiba lungo il corridoio fino alla cucina, posando il pacchetto che hai in mano sul tavolo.
«Grazie, non-»
«Sì invece, e sono io a ringraziare te.» poi lanci un’occhiata ad Akamaru, che ha smesso di abbaiare e che si è accucciato ai piedi del padrone.
Kiba mette in tavola due tazze di tè e tu apri i pasticcini, sui quali lui si getta affamato mentre tu li guardi con un leggero senso di nausea.
«Come stai?» ti chiede, guardandoti con il viso sporco di zucchero a velo.
«Meglio, grazie a te.»
È imbarazzante, troppo, affrontare questa conversazione dopo che non troppe ore fa gli hai quasi vomitato sulle scarpe.
«I tuoi?» chiedi, provando a cambiare discorso.
«Sono da Hana…»
Non sembra avere molta voglia di parlare, per cui abbassi gli occhi sulla tazza e resti zitta e pensierosa. Finite il tè in silenzio e tu stai per alzarti e andartene quando Kiba ti ferma.
«Io e Akamaru stiamo uscendo per una passeggiata, ti va di farci compagnia?»

Conosci Kiba fin da quando siete bambini e tra le ragazze tu e Hinata siete le uniche che non bastonate Kiba per il suo modo di essere: Hinata perché lo conosce da sempre e ormai è abituata, tu perché di base ti piace il suo modo di fare un po’ rozzo.
Chiacchierate di tutto –addestramento, amici – mentre Akamaru vi trotterella a fianco, correndo ogni tanto un po’ avanti sul lungo fiume, tornando poi da voi.
Stare con Kiba ti rende tranquilla, anche se l’imbarazzo dovuto a ieri sera si sente tutto.
Kiba è divertente e sincero, non dice mai bugie e ti fa ridere un sacco con le sue espressioni.
«Oh, andiamo! Le scarpe non te le ho sporcate!» ridi di cuore mentre il ragazzone che ti cammina accanto ti fa il verso.
«Solo perché mi sono spostato in tempo!» ribatte, guardandoti fintamente offeso.
Continuate a chiacchierare e ridere fino a tornare a casa di Kiba, dove vi salutate.
Mentre, voltata, cammini verso casa tua, senti la voce di Kiba: «Ehi! Ti andrebbe di rifarlo, domani?»

Passeggiare con Akamaru è diventata una vostra abitudine che, dopo poco, si trasforma in allenarti con Akamaru.
«Devi tenerti in forma!» ti dice un giorno, dandoti un pizzicotto sui fianchi decisamente morbidi.
Tu fai la finta offesa, ribattendo che non hai nessun bisogno di fare esercizio, ma il giorno dopo ti fai trovare in tenuta da allenamento sotto casa sua.
Kiba è decisamente più atletico di te, ma tiene il tuo passo, senza costringerti a morire correndo ad un ritmo che non riusciresti a tenere.
Quando sei troppo stanca per tornare subito a casa ti fermi a mangiare da lui.
A casa sei sempre più bombardata di domande da Ino e di frecciatine da Sakura, ma eviti entrambe rifugiandoti sempre in bagno e poi in camera.
Gli racconteresti tutto, se solo ci fosse qualcosa da raccontare.
Un giorno, durante una delle vostre corse, ti fai male ad una caviglia.
Kiba ti prende di nuovo in braccio e tu ti rendi conto che il suo odore sudato non ti dà fastidio. La caviglia ti pulsa e ti fa male e quando arrivate a casa e Kiba prova a tastarla, poco ci manca che tu gli tiri un calcio.
«Scusa, ma come faccio a capire se devo portarti in ospedale se non la tocco!?» ringhia a denti stretti, guardandoti severo. Tu ricambi lo sguardo e il ringhio, ma poi lo lasci fare e stringi i denti quando torna a verificare le condizioni della tua caviglia, caviglia che poi ti fascia. «Non è slogata, basterà un po’ di riposo perché torni a posto.»

Prendi l’abitudine di farti la doccia da lui, lasciando sempre un cambio lì, per poi fermarti a pranzo dopo la corsa.
Akamaru si mette sempre accanto a te, sapendo che gli passerai dei bocconcini.
Kiba lo sgrida fintamente severo: «Sei un traditore, Akamaru! Che cos’avrà mai lei più di me?!»
Alla fine, anche fermarsi a cena diventa naturale, visto che avete preso l’abitudine di studiare insieme.
Kiba è un ottimo compagno di studio, o almeno tu lo reputi tale.
Ino e Sakura dicono che è un casinista nato e che non è possibile studiare con lui.
«Comunque, Kaori, se vuoi trasferirti da lui fai pure eh!»
Lanci un’occhiataccia a Ino che ricambia con sguardo offeso, mentre Sakura tenta di fare da paciere.
«Ino vuole solo dire che è tanto tempo che non ceniamo tutte insieme e che ultimamente passi davvero molto tempo con Kiba...»
«Solo perché te lo ha detto lui, hai addirittura cominciato ad allenarti seriamente!» Ino è offesa, perché con Kiba corri mentre a lei hai sempre dato buca.
«Perché lui si allena con me, tiene il mio passo! Non fa come te che mi distruggi e mi trascini in circuiti di allenamenti massacranti!»
«TI alleni con lui perché gli sbavi dietro!»
Sakura risucchia l’aria tra i denti, Ino si mette le mani sulla bocca e sgrana gli occhi, tu senti la terra sparirti da sotto ai piedi.
«Non c’è nulla di male, se ti piace Kiba, solo vorremmo che tu passassi un po’ di tempo anche con noi…» Sakura si reinserisce nel discorso con il suo modo di fare, delicata come i fiori di cui porta il nome. «Ci manchi…»

«Resti?» Kiba è appena uscito dalla doccia e a torso nudo e con indosso i pantaloni si sta strofinando i capelli umidi con un asciugamano: non puoi evitare di guardarlo e di certo non puoi non ammettere che ti faccia un certo senso.
«Non posso. Ino e Sakura hanno organizzato una cena tra coinquiline.»
«Oh, beh, ok.» sembra dispiaciuto.
«Magari una delle prossime sere potresti venire a cena da noi…» lo butti lì con nonchalance, mentre metti nello zaino i libri e la tuta da ginnastica.
«Volentieri, ma sei sicura che a quelle due andrà bene?»

«OH NO! Scordatelo!»
Ino sta dando di matto, come sempre quando qualcosa non va come lei vorrebbe.
«Gli ho già detto di sì, Ino, quindi mettiti l’animo in pace e smettila di dare di matto: sabato sera Kiba verrà a cena qui e non voglio sentire nulla da parte tua, non quando fai entrare e uscire Sai da casa pensando che non ce ne accorgiamo.» colpita e affondata, Ino si zittisce mentre con lo sguardo promette vendetta.

Dopo due mesi che continuate così, ad allenarvi, studiare e mangiare insieme, ti decidi a fare un passo che un tempo ti sarebbe costato una fatica abnorme.
«Ti andrebbe di uscire a bere un tè?»
Speri sinceramente che abbia colto il senso di quell’invito, perché di certo non impazzisci dalla voglia di ripeterti.
Kiba alza gli occhi dal tomo che ha davanti e ti guarda decisamente stranito. Stai per dire qualcosa come “lascia perdere, non importa” quando la testa del ragazzo che hai davanti si muove lentamente in un cenno d’assenso.
Il giorno dell’appuntamento arriva inaspettatamente presto.
Kiba ti aspetta sotto casa e quando scendi ti accoglie con un gran sorriso, mentre Akamaru quasi ti salta addosso.
In realtà nessuno dei due ha voglia di tè, quindi vi limitate a camminare per le vie del centro accompagnati da Akamaru, chiacchierando come al solito, con la coscienza però che quello è un appuntamento e non una delle vostre solite passeggiate sul lungo fiume.
Chiacchierate e camminate per ore, le mani ciondolanti che si sfiorano.
A dispetto di quello che ti aspettavi, non sei a disagio e neanche Kiba sembra esserlo.
Sotto casa, ti bacia sulla guancia, ma tu sposti all’ultimo il viso e incroci le labbra in quello è il vostro primo bacio: le labbra di Kiba sanno di bosco e di vento e tu sprofondi nel suo abbraccio che ha lo stesso odore di selvaggio.

Dai primi baci al resto, per due come voi che hanno già confidenza con la semi nudità dell’altro dovuta agli allenamenti e alle molteplici docce fatte a casa di Kiba, il passo è breve.
La vostra prima volta la vivi con la dolcezza che ti riserva, terrorizzato dal poterti fare male, dal poterti schiacciare con il suo corpo massiccio, così più grande del tuo.
Con un bacio sul naso, lo spingi con le spalle sul materasso e gli sali a cavalcioni, strofinando il tuo sesso sul suo, calandoti lentamente e inglobandolo tra le tue cosce, godendoti il senso di completezza che provi.
Ti muovi piano, prendendo confidenza con i vostri corpi uniti, accogliendo le spinte di Kiba e rispondendo con le tue. Ti stendi sul suo petto, lasciando che sia lui adesso a metterti con le spalle al muro, sovrastandoti e immergendosi in te mentre in punta di dita gli sfiori quei segni rossi sulle guance che da sempre adori, iniziando a muoversi strappandoti gemiti e sospiri.
Spossati, vi addormentate nel suo letto, con Akamaru che ha smesso da un po’ di grattare alla porta di camera, tu a pancia sopra che carezzi distrattamente i capelli di Kiba, che ha la testa poggiata sulla tua spalla e le labbra chiuse intorno a un tuo capezzolo.

Vieni svegliata da Kiba che si agita nel letto, dandoti botte leggere ma dolorose sui fianchi e sulla schiena nudi.
Convinta che stia sognando, lo scuoti leggera, ma in un attimo, terrorizzata, ti trovi sovrastata da Kiba ringhiante che ti guarda come fossi una preda.
Immobilizzata e spaventata resti ferma e tremante, per poi fare quello che ti viene spontaneo: allunghi il collo e posi le tue labbra sulle sue, riempiendogli le narici e la bocca con il tuo odore e con il tuo sapore, esattamente come faresti con un animale spaventato per farti riconoscere.
Kiba ti annusa e ti assaggia, mordendoti leggermente le labbra, e quando ti riconosce spalanca gli occhi, le pupille gli si dilatano e inizia a tremare.
«Shh…va tutto bene Kiba, torna qui…» liberi le braccia e gliele avvolgi intorno al collo, tirandolo giù, di nuovo a contatto con il tuo corpo nudo, carezzandogli la schiena tremante e continuando a baciargli le labbra sottili.
Continui a baciarlo e a carezzarlo finché non lo senti rilassarsi, finché non senti il suo respiro farsi più tranquillo e il suo corpo farsi più pesante.


 
Kiba, come ti ha raccontato tempo dopo, soffre di una lieve forma di Sindrome da Stress Post Traumatico dovuto alla guerra che gli causa incubi a cui reagisce attaccando come una bestia.
 
«Poi sei arrivata tu.» ti dice, ridendo e abbracciandoti ogni volta. «A chi altri sarebbe venuto in mente di abbracciare e baciare uno in preda a un attacco del genere?» ride ogni volta, quando qualcuno chiede come vi siete messi insieme e raccontate di questa scena assurda.
Anche Ino e Sakura alla fine hanno capito di quanto foste fatti l’uno per l’altra: lui così selvaggio e attivo, tu così tranquilla e pacata.
In realtà ogni tanto ti prendono ancora in giro, tirando fuori la festa e tutto quello che è venuto dopo, comprese le volte che hanno beccato Kiba a sgattaiolare fuori da camera tua, o quando ti hanno vista rientrare presto la mattina con ancora le labbra gonfie di baci.

 
Due anni che stai con Kiba e ancora non avete raggiunto un qualche tipo di equilibrio nel sesso. Ne uscite ogni volta con graffi e segni di morsi che a volte sono difficili da nascondere.
 
«Ehi Kaori, sei sicura di non volere un po’ di fondotinta per coprire quei segni?» Ino ridacchia e ti indica il lato del collo.
«Questa volta lo ammazzo...» borbotti, digrignando i denti e aggrottando la fronte, e corri allo specchio che avete in corridoio, guardando con orrore il cerchio quasi perfetto lasciato dai denti di Kiba sul tuo collo.
«Quello che mi stupisce è quanto e come fate sesso dopo due anni di fidanzamento!» esclama Ino, realmente sconvolta. «Sembrate ancora due che si sono appena conosciuti e che fanno sesso come se domani non si dovessero più vedere!»
«E tu che ne sai di come facciamo sesso?» brontoli, mentre con il fondotinta di Sakura cerchi di coprire i segni e mentalmente ti appunti di uccidere Kiba.
«Intanto, basta vedere in che condizioni torni conciata a casa.» inizia Ino, indicandoti. «Secondo, tesoro, il mio udito è perfetto!»
 
Kiba ride, quando gli racconti di Ino e Sakura, dei tuoi segni sul collo – e fortunatamente non vedono quelli che hai sparsi sul resto del corpo – e di quanto, a loro parere, siate incapaci di gestire la passione.
Kiba ride un sacco, anche se spesso sembra che ti stia prendendo in giro, e tu hai smesso tanto tempo fa di arrabbiarti per questo, nonostante ogni tanto tu finga ancora di arrabbiarti, se non altro per godere del modo tutto suo con cui ti chiede scusa: quando ti imbronci e ti rannicchi nell’angolo del divano, Kiba ti si avvicina lentamente e poi ti si spalma addosso, soffocandoti di baci e schiacciandoti col suo peso, costringendoti tocco dopo tocco a cedere e a ricambiare le sue attenzioni.
 
Gli piace il tuo odore e se metti un nuovo profumo se ne accorge subito: arriccia il naso appena entri in casa e senza dire nulla ti indica la doccia dove tu ti chiudi dopo aver sospirato e alzato gli occhi al cielo.
Ti rende felice però che ti raggiunga sotto il getto e ti baci in ogni dove, per poi trasportarti sul letto ancora bagnati e passare il naso su tutto il tuo corpo, odorandoti e godendo di quello che per lui è “il miglior odore del mondo”.
 
A vent’anni convivere vi sembra un po’ troppo, per cui continuate a fare la spola da una casa all’altra, dormendo quasi ogni sera insieme, perdendovi l’uno nell’altra senza la volontà di riaffiorare alla vita reale.
Le tue coinquiline accettano di buon grado il vostro essere rumorosi e confusionari, soprattutto perché vi vedono finalmente entrambi sereni e felici.
Tu, per quanto tranquilla e pacata, sei sempre stata ammantata quasi fosse un velo da una profonda tristezza che nessuno, prima di Kiba, era mai riuscito a toglierti di dosso.
Kiba invece era irrequieto e rabbioso, anche un po’ cupo, finché tu non hai domato la bestia, acquietandolo e rendendolo leggermente più docile.
Ino lo prende in giro, dicendogli che ha trovato la sua domatrice, colei che lo tiene al guinzaglio. Kiba sorride e non si arrabbia, ma ti stringe di più a sé affondando il naso tra i tuoi capelli.
 
Sua sorella ti adora e a te piace lei, che ogni volta ti accoglie e travolge con i suoi abbracci e le sue domande.
Hana è esattamente uguale a Kiba: vivace, quasi selvaggia, adora ed è adorata dai suoi tre enormi cani che, come Akamaru prima di loro, hanno imparato ad adorare anche te, la piccola e riccioluta Kaori.
Ogni due settimane andate a trovarla, così come passate anche dai genitori di Kiba che se un tempo erano sospettosi e scostanti, adesso ti trattano come una figlia. A Hana piaci anche perché vede suo fratello in pace e questo per lei è più che sufficiente per sentirti parte della famiglia.
Hana vi chiede spesso consulti e consigli, chiamandovi spesso ad orari assurdi che vi trovano ancora a letto, assonnati, con i capelli in disordine e sbadiglianti. Vi prende un po’ in giro e dopo aver ottenuto le sue risposte vi lascia tornare a sprofondare tra le calde coltri.

 
I suoi hanno ampliato il trilocale di Kiba rendendolo una casa a due piani con un grande giardino che è decisamente troppo grande soltanto per voi due e Akamaru.
 
«Lascia stare i miei, vogliono dei nipotini fin da quando mia sorella ha messo in chiaro che non avrebbe avuto figli.» Kiba fa spallucce e ti abbraccia, stringendoti a sé come quando non riesce ad esprimere quello che prova solo con le parole.
Di Kiba hai imparato subito ad amare la capacità di non dire mai qualcosa di troppo, di esprimere solo ciò che davvero prova.

 
È passato un anno da quando avete iniziato a frequentarvi “diversamente” da come facevate prima, da quando avete detto ai vostri amici che eravate qualcosa di più.
 
Nessuno dei due si è mai sbilanciato.
Non vi siete mai detti che vi piacete: avete lasciato che a parlare fossero i vostri corpi.
Una volta Kiba ti ha detto che da quando vi frequentate i vostri odori sono cambiati, il tuo è diventato più dolce, il suo lo ha descritto come speziato.
Non vi siete mai detto, ovviamente, che vi amate. La cosa è palese, per voi e per gli altri, ma metterlo in suoni, renderlo parole da pronunciare…beh, è tutta un’altra cosa.
La prima volta che ve lo dite, lo fate, come tutte le cose, in modo confusionario e disordinato.
Siete a letto, state guardando un film, ti stai appisolando e lo senti sussurrare cose che lì per lì non capisci. Poi aguzzi le orecchie e continuando a fingere di dormire, resti in ascolto.
«Sono proprio fortunato ad averi trovata, Kaori…» ti accarezza i capelli, infilandovi le dita in mezzo. «Non ho mai conosciuto nessuno come te…io, io credo di essermi innamorato di te da quando abbiamo iniziato a frequentarci, dopo la festa. Stare con te mi rende tranquillo come…come quando ero piccolo e non era ancora successo nulla di brutto.» senti il suo petto alzarsi ed abbassarsi. «Io ti amo, mia coraggiosa-»
Il tuo stomaco brontola e tu apri gli occhi di colpo, rossa come peperone in viso dall’imbarazzo.
Kiba scoppia a ridere e tu ti imbronci, perché non ti piace quando ti prende in giro e se c’è una persona a cui piace prendere in giro la gente, quello è Kiba.
Kiba che ti abbraccia, come sempre, stingendoti fino quasi a farti male e che all’orecchio ti ripete sussurrando che ti ama e ti ama e ti ama.
 
Sono quattro anni che state insieme e visto che Ino e Sakura ti hanno “lasciata” per Sai e Sasuke, tu e Kiba decidete di provare a convivere.
È un po’ un test per la vostra relazione, una relazione che fino ad ora ha lasciato ad entrambi i propri spazi.
Dividersi i compiti è, comunque, piuttosto semplice.
A te piace cucinare, tantissimo. A Kiba piace mangiare, tantissimo. Ad Akamaru piace starti intorno mentre cucini perché sa che gli darai qualche bocconcino tra una preparazione e l’altra.
Alla fine della fiera, convivere è più semplice del previsto, come è stato semplice fare ogni passo nella vostra relazione, nata e cresciuta in modo del tutto spontaneo.
Mai neanche un litigio, qualche semplice bisticcio sì, ma mai nulla di grave, mai niente che non abbiate risolto con un po’ di chiacchiere e un sesso intenso e passionale.
 
A letto siete perfettamente complementari.
A volte è Kiba che prova a sedurti, con quel suo modo molto poco sottile di fare le cose, e tu lo lasci fare, finché l’impazienza non lo spinge a prenderti e metterti sotto, finché non ti punta la gola e a forza di baci ti costringe ad esporla a quelli che in poco tempo si trasformano in morsi leggeri che ti eccitano come non mai.
Altre volte sei tu che provi a coglierlo di sorpresa, ma la cosa non è mai semplice perché i suoi sensi sono molto più sviluppati del normale e sente i cambiamenti del tuo odore ancora prima che tu entri nella stanza. Puoi sedurlo, Kiba crollerà sotto le tue mani, ma alla fine sarai tu a soccombere alla sua potenza e finirai per essere dominata, gestita nel ritmo che tu sia cavallerizza o giumenta.
Quello che non cambia mai è la soddisfazione che provate nel sentirvi parte dell’altro. Quando Kiba scivola in te, quando lo senti farsi spazio al tuo interno, quando automaticamente ti stringi intorno a lui, con braccia, gambe e pareti calde e morbide, è in questi momenti che trovi il tuo posto nel mondo, posto che come orfana ti è sempre stato negato.

 
«C’è qualcosa di strano in te.» sentenzia, guardandoti con gli occhi stretti mentre fate colazione. Alzi un sopracciglio, abbastanza stranita dall’affermazione. «Il tuo odore è cambiato e io non capisco perché.»
«Non ho profumo addosso-»
«Lo so, è un cambiamento proprio tuo.»
Fai spallucce e lasci perdere, non hai una spiegazione da dargli in ogni caso.
 
Nel pomeriggio vedi Sakura e Ino, mentre Kiba è chissà dove con Akamaru.
«Ragazze!»
Rivedere le tue amiche è sempre un enorme piacere, soprattutto adesso che sono diventate madri e sono sempre dietro alle piccole pesti che hanno generato.
Mentre Ino ti abbraccia senza farsi problemi, avvolgendoti con quel suo modo di fare da sempre vivace, Sakura ti guarda con occhio clinico per un attimo, restando un passo indietro.
«Che c’è?» chiedi, inclinando il capo e arrossendo sotto lo sguardo serio della tua amica dai capelli rosa.
«Kaori, da quanto tempo…?» chiede infine a bassa voce.
«Cosa?»
«Il ciclo, Kaori, da quanto tempo non ce l’hai?» conclude Ino, alzando gli occhi al cielo.
Non lo sai, perché non lo hai mai avuto regolare, quindi non hai mai tenuto il conto. Sai perfettamente che non è una cosa furba da fare, ma non hai mai avuto problemi, non fino ad ora a quanto pare.

 
Con Kiba state da sempre attentissimi, soprattutto perché non è il caso per nessuno dei due di avere figli adesso.
 
Kiba va nel panico ogni volta che fate sesso durante la tua ovulazione, pensando di non essere abbastanza attento, di essersi fatto sfuggire qualcosa, di aver sbagliato.
Tu alzi gli occhi al cielo, lo stringi a te e lo rassicuri, perché il tuo ciclo non è mai puntuale, perché hai ritardi e salti fin da quando ne hai memoria, perché è stato abbastanza attento e non c’è da preoccuparsi. In realtà, quando poi il mese ti salta o ti arriva con due settimane di ritardo, un po’ ti spaventi anche tu, ma cerchi di non farlo vedere a lui.

 
Questa volta però non sei tranquilla, forse perché Kiba ti ha detto che hai cambiato odore, forse perché Sakura ti ha appena fatto fare un conto rapido che ha avuto come risultato i due mesi pieni saltati. Arrossisci e per Sakura e Ino è un’ammissione di colpa.
 
«È una cosa meravigliosa!» Ino saltella sul posto battendo le mani, veramente felice.
Sakura invece è un po’ più seria, un po’ più attenta e la cosa non ti fa stare tranquilla.
«Kiba…» inizia, ma tu la fermi subito.
«Kiba non sa nulla perché neanche io sapevo nulla, ma stamattina mi ha detto che ho cambiato odore, quindi penso che sappia più di quanto sapessi io.»
Sakura annuisce, poi aggiunge: «Vorrei che passassi in clinica, in questi giorni.»
«Oh, andiamo! C’è da festeggiare!» Ino si intromette e, sorridente, vi trascina a bere un tè.

Quando rientri a casa sei decisamente sovrappensiero.
Akamaru ti viene incontro e ti si strofina addosso, evitando l’assalto che praticamente da sempre ti riserva. Coccoli quello che è diventato il vostro cane, cresciuto a dismisura dal tempo in cui hai fatto il tuo ingresso nelle loro vite.
Kiba ti aspetta seduto sul divano, meno stravaccato del solito, e ti guarda in modo strano mentre Akamaru, al tuo fianco, non fa che strofinare il naso sulla tua pancia, gesto che ripete da giorni, ma a cui non hai mai dato peso.
Alzi le mani prima che dica qualcosa.
«Non sapevo niente, non ho ancora fatto il test, se vuoi lo facciamo insieme.» dici tutto d’un fiato, tirando fuori dalla tasca una scatolina bianca e rosa.
Dieci minuti e troppa ansia dopo, due lineette fanno capolino nella finestrella sulla stecca.
Il fiato si blocca in gola a entrambi, a te tremano le mani, Kiba è fermo immobile, quasi fosse una statua di sale.
Lentamente ti volti verso di lui, che ha lo sguardo fisso sulla stecca di plastica che stringi tra le dita.
“Ti prego, dì qualcosa…” pensi, guardandolo senza avere il coraggio di parlare per prima.
Ma Kiba non è un chiacchierone e tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro. Ti stringe tra le braccia, limitandosi a strofinare il naso sul tuo collo e ad emettere rumori che somigliano tanto a delle fusa.
«Un cucciolo.»
Lo guardi senza capire per un attimo. Ma che diamine di reazione è, la sua?
«Dobbiamo trovare un cucciolo adatto.»
E allora sai che andrà tutto bene e torni a sprofondare nel suo abbraccio caldo, lasciando che ti porti in braccio a letto e, una volta lì, che cominci a adorare tutto il tuo corpo, annusandoti e baciandoti e sfiorandoti, seguendo piste invisibili che soltanto lui riesce a sentire.

Fine aprile arriva in un lampo.
Sotto una cascata di fiori di ciliegio tu e Kiba sorridete felici, scambiandovi le promesse dopo aver bevuto i tre sorsi di sakè della tradizione.
Meiji, che ormai ha due anni, si libera dall’abbraccio di Hana e rincorso da Akamaru vi raggiunge, saltando in braccio al suo papà che lo accoglie come ha sempre accolto te
Ino scatta in quel momento, ritraendovi sereni e felici, circondati da tutti i vostri amici.
   
 
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