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Autore: armixer_boy    05/04/2020    0 recensioni
Harry scrive una lettera a Louis prima di prendere una decisione che cambierà il resto della sua vita.
Larry, Hanahaki disease, 1.2k parole.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bloom for you (I’m ready to let go) 

 

Caro Louis, 

mai avrei pensato di arrivare fino a questo punto. Mi chiedo dove ho sbagliato, dove abbiamo sbagliato, se potevamo fare qualcosa di diverso per evitarlo. Per evitare che finisse così: io su un letto di ospedale a scriverti questa lettera, tu ignaro di tutto. Beh, quasi tutto: c’è solo una cosa che non ti ho detto quando ti ho confessato i miei sentimenti. Sembra proprio destino che ci separiamo e allora ecco la mia ultima lettera: sì Louis, questa è una lettera d’addio, ti voglio dire addio. Ma non preoccuparti, perché quando la leggerai sarà già tutto finito. Penso solo che sia giusto che tu sappia. 

La verità è che non ho mai conosciuto l’amore, ma questa volta pensavo davvero di esserci vicino. I mesi passati a osservarti da lontano, cercando di trovare il coraggio e l’occasione giusta per parlarti e conoscerti; la felicità quando finalmente siamo diventati amici; la speranza quando siamo usciti da soli per la prima volta. Sì, ero consapevole di esserci caduto velocemente, ma non mi importava di essere trascinato dal vortice delle mie emozioni perché ci credevo davvero. È allora che ho cominciato a pensare all’idea di confessarmi, ma paradossalmente (o forse no?) è stato solo l’inizio delle mie sofferenze: solo allora mi sono fermato veramente a riflettere. E più riflettevo, più mi convincevo di starmi illudendo, di non essere corrisposto. Ho cominciato a ragionare su alcuni tuoi comportamenti a cui prima non avevo mai dato peso o forse non avevo nemmeno notato, accecato dai miei sentimenti. 

Poi una volta ti salutai da lontano, non ci vedevamo da cinque giorni, ma nei tuoi occhi azzurri vidi uno sguardo evasivo e con grande tristezza ti guardai girarti e allontanarti senza dire niente. Quel giorno fu la prima volta che tossendo sputai fuori un petalo: era di un narciso. Piansi amaramente. 

Da quel momento tutto è peggiorato: gli attacchi si fecero sempre più frequenti, i petali sempre più numerosi, tanto che facevo fatica a nasconderli. Mi faceva sempre male la gola e la sensazione di avere qualcosa nel petto cresceva di giorno in giorno, fino a diventare quasi insopportabile. I petali mi risalivano in gola bruciando come ferro rovente, mentre i colpi di tosse erano pugnalate al petto che mi toglievano il respiro. Tutto questo mi terrorizzava, non sapevo cosa fare. Ogni petalo era una prova tangibile, un doloroso ricordo dei miei sentimenti non ricambiati. 

Eppure la mia speranza eri ancora tu, Louis: scioccamente mi illudevo che ci fosse ancora una minima possibilità, che se mi fossi dichiarato mi avresti mostrato uno dei tuoi sorrisi genuini, di quelli che ti fanno venire le rughette attorno agli occhi, e mi avresti rassicurato dicendomi che era tutto reciproco. Era la mia unica speranza di guarire senza conseguenze. Così, dopo qualche giorno passato a prepararmi (anche se non si è mai pronti per questo genere di cose), ti confessai i miei sentimenti. E fu lì che tutto si spezzò: mi dicesti di essere già impegnato in una relazione, che nonostante avessi capito le mie vere intenzioni nei tuoi confronti non mi avevi detto niente perché semplicemente non sapevi come affrontare l’argomento. Dire che mi crollò il mondo addosso sembra un’esagerazione e un eufemismo al tempo stesso: avevo troppi sentimenti da lasciar andare, troppe informazioni nuove da elaborare e la mia reazione istintiva è stata quella di aggrapparmici disperatamente. Ti dissi che andava bene, che avrei solo avuto bisogno di tempo e poi saremmo potuti tornare a essere amici. Solo per poi ritrovarmi a gestire da solo il peso delle parole che mi avevi detto e della promessa che ti avevo fatto. Tornare a quei giorni fa male, ma voglio finalmente dirti quello che ti avrei detto quel giorno se avessi avuto il tempo di riflettere lucidamente sul macigno che mi hai lasciato cadere addosso. 

Credo sia ora che tu accetti le tue colpe: mi hai deluso come persona, perché il tuo comportamento è stato ingiusto ed egoistico, lasciando deliberatamente che mi illudessi di avere una possibilità (hai idea di quanto mi sia sentito stupido?); mi hai ferito come amico, perché hai scelto i tuoi interessi invece di pensare alla mia sofferenza, fisica ed emotiva; e mi hai ucciso come amante perché hai distrutto la mia fiducia nell’amore. Bastava una singola frase da parte tua per evitare tutto questo e hai deciso di non fare niente. Proprio un bel niente. Peccato che quello che ne paga le conseguenze sono io. Ma non importa: le tue (non) azioni mi hanno fatto capire quanto fosse sbilanciato il nostro rapporto, con me troppo coinvolto, troppo frettoloso nell’affezionarsi, solo per rimanerci male nello scoprire che per te invece non valevo quasi niente. Ti ho conosciuto quando avevo bisogno di te, ho cercato di darti la parte più genuina di me stesso, ma tu non hai fatto altro che offrirmi una maschera, un guscio vuoto. Mi rendo conto solo ora che delle persone conosciamo in realtà solo quello che ci vogliono mostrare, e quello che mi hai mostrato tu non era altro che falso. 

Buffo come ancora mi importi, ma non più: c’è un motivo se ti scrivo da un letto di ospedale ed è che ho deciso di operarmi per rimuovere le radici che mi sono cresciute nei polmoni. So bene quali sono le conseguenze: con esse mi porteranno via anche la capacità di provare amore. Ma adesso è esattamente quello che voglio. 

La verità è che sono stanco di tutto questo: di non sentirmi abbastanza per poter piacere a qualcun altro, di non trovare nessuno che mi apprezzi veramente per come sono e sì, anche di amare. Guarda dove mi ha portato l’amore: stamani i petali che ho sputato fuori con tanta fatica erano macchiati del rosso cremisi del mio sangue. E non ne vale la pena, sono solo stanco.  Ma comunque non riesco a dimenticare: riempio le mie giornate così da distrarmi, per non pensare, ma non voglio solo sopravvivere. Voglio vivere, anche se significa farlo senza amore. Non so come ma dovrò riuscirci. Anzi no, so esattamente come: nello stesso modo in cui ho vissuto fino a adesso. Ironico come la cosa che più ho desiderato conoscere, l’amore di un’altra persona, sia adesso ciò a cui rinuncio per il resto della vita. Ma in un certo senso forse così è più semplice: non avendolo mai conosciuto non potrà mancarmi, giusto? 

Però io ho amato. Ho amato troppo, ma non riesco a uscirne e quindi dovrò prendere un’altra strada: non amerò più nemmeno io. Ma prima di dirci addio avevo bisogno di perdermi un’altra volta nel labirinto del mio cuore, consapevole di forzarne poi l’uscita. Adesso, per riuscire a lasciar andare la tua mano che avrei voluto anche solo una volta stringere, ho davvero bisogno che tu vada via. Sono pronto a lasciar andare, a eradicarti dal mio cuore insieme a questi germogli infernali, e con loro anche ogni possibilità di amore futuro. Spero che in questo modo respirare mi risulti un po’ più facile. Perciò quando leggerai questa lettera, se mai ti è importato qualcosa di me, non venire a cercarmi mosso dal senso di colpa: lo lascio tutto a te, voglio che ti sommerga fino a farti annaspare come questi petali hanno soffocato me. Perché se verrai a dirmi “Mi dispiace” l’unica cosa che potrò risponderti sarà: “Anche a me. Dispiaceva. Adesso non sento più niente”. 

(Mai più) tuo, 

Harry 




Note d'autore: Salve a tutti! 

Grazie mille per essere giunti fino a qui, significa molto per me. Il titolo è ispirato a due canzoni che mi piacciono molto; una in particolare, Let go dei BTS, mi ha aiutato tanto nell’ultimo periodo. Per questo troverete varie citazioni sparse per tutto il testo: mi sono servite un po’ da guida per mettere in ordine le idee e elaborare questo concept. Spero vi sia piaciuto. 

Un ringraziamento particolare va a Veronica per il betaggio: la stesura è stata impulsiva, un po’ a flusso di coscienza, e non me la sentivo di cambiare qualcosa, quindi ho ritenuto necessario avere un’altra opinione prima di pubblicarla. E come al solito ringrazio tutte le persone che mi sostengono quotidianamente, I love you all so much. 

Love yourself and, until next time, take care. xx Ale

  
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