«Da-bi» ridacchia Toga, con la sua vocina acuta e pigolante. Si allunga su di lui, carponi, strusciandosi proprio come una gatta, fino a che è così vicina che Dabi ne sente il respiro caldo e rapido sul dorso della mano. Lascia ricadere l’arto con un sospiro scocciato, scoprendo il viso e tornando a fissare quella ragazza matta dritto nelle pupille, verticali e sottili.
*
[Esorcizzare lo stress da quarantena scrivendo cose sporche su una coppia male assortita: fatto. Forse la storia non è poi così sporca come sembra, o forse sì, ma la cosa che conta è che riesca a distrarvi una mezz'oretta da quello che succede là fuori.]