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Autore: MauraLCohen    08/04/2020    1 recensioni
[prompt del gruppo We are out for prompt]
Kent/Maura, post 7^ stagione.
Il telefono di Maura squilla per l’ennesima chiamata di lavoro, ma lei e Kent non hanno molta voglia di alzarsi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maura Isles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kent e Maura dormivano ancora profondamente quando il cellulare di uno dei due prese a squillare. « È il mio o il tuo? » chiese Maura, con il viso affondato nel cuscino. « È il tuo. Il mio è spento » le rispose Kent, passandosi le mani sul volto per cercare di svegliarsi. Erano entrambi ancora agghindati dalla sera precedente e forse anche un po’ storditi. Frankie e Nina si sarebbero sposati nel fine settimana e i due non volevano convolare a nozze senza prima aver detto addio alla loro vita da scapoli. « Mi sposo solo per l’addio al nubilato » aveva scherzato Nina per convincere Maura ad andare con lei a divertirsi un po’, mentre Kent era già impegnato con Frankie, Tommy e qualche cassa di birra. Erano rientrati entrambi tardi e, stanchi, erano crollati sul letto così com’erano. Intanto quel cellulare continuava a suonare. Maura si portò su con le braccia, rimanendo per un attimo ferma a fissare il vuoto, sentiva la testa esplodere. Voleva solo tornare a dormire, se proprio doveva essere sincera, ma il numero illuminato dal display dell’iPhone le suggeriva che quella sarebbe stata una lunga giornata di lavoro, senza possibilità di riposo. Rispose al telefono con la voce ancora un po’ impastata mentre Kent le cingeva la vita con il braccio, posandole un tenero bacio sulla spalla. Rimase a guardarla per tutto il tempo della telefonata, ridendo sotto i baffi nel vederla chiaramente confusa. « Sì sì, lo ricordo » aveva detto Maura al suo interlocutore, mentendo spudoratamente « Non c’è problema. Saremo lì tra poco. » Maura riagganciò. 
« Saremo? » le chiese Kent, ridendo, e lei annuì energicamente con la testa. « Sai chi era? » gli chiese, poi, alzando il telefono per fargli vedere il numero. 
« Carter O’Brien? Il medico legale? » Kent fece una faccia stranita. « Che voleva? Si sono riversati i serial killer peggiori sulle strade di Springfield e non riesce a fare le autopsie? » 
« No, ma che dici? » protestò bonariamente Maura « È qui a Boston e voleva sapere a che ora inizieremo la riunione, dato che Pike ha già preso la parola. »
« Riunione? » Ora l’espressione di Kent non era più confusa, ma alquanto terrorizzata; si lasciò cadere di schiena contro il materasso mugugnando qualcosa che fece sorridere la donna. Lei gli diede un lieve colpetto a mano aperta sul petto, invitandolo a prepararsi. « Faremo tardi » gli disse, ma Kent non si alzò comunque, portandosi un cuscino sulla faccia che gli soffocava la voce. « Abiuro » esclamò, ma Maura non era d’accordo. « Te lo scordi » gli rispose, tirandogli via il cuscino « Non puoi lasciarmi da sola con l’allegra comitiva dei medici legali del Commonwealth, specie se Pike è tra questi. » In effetti, quelle riunioni di aggiornamento finivano sempre per trasformarsi in un’accesa discussione tra la dottoressa Isles e il dottor Pike, che si punzecchiavano con il palese intento di darsi fastidio a vicenda; quella guerriglia tra loro andava avanti dai tempi della specializzazione e non sembrava volersi placare. Considerando la bassa soglia di sopportazione che Maura aveva quella mattina a causa della mancanza di sonno, si prospettava una battaglia che non avrebbe lasciato superstiti. Kent lo sapeva bene e un po’ temeva i possibili risvolti di quella giornata. Guardò Maura stropicciarsi il viso, aveva la stessa espressione di una bambina che non voleva alzarsi per andare a scuola e la cosa lo fece sorridere; la prese per un braccio facendola sdraiare su di sé mentre passava le dita tra i suoi lunghi capelli biondi. « Potremmo far finta di niente, ignorare le telefonate e restare a casa » le propose. Maura poggiò il mento sul petto dell’uomo, rivolgendo lo sguardo verso il suo viso. « E rinunciare a ciambelle secche e caffè annacquato? Sarebbe da pazzi! » obiettò in tono ironico. Risero, ma sapevano entrambi che prima o poi avrebbero dovuto alzarsi e onorare gli impegni lavorativi, ma ancora per qualche minuto volevano fingere il contrario, restando solo loro due e il resto del mondo fuori.

   
 
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