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Autore: Giuki Moon    09/04/2020    1 recensioni
STORIA SCRITTA PER IL CONTEST “HOME SWEET HOME” INDETTO DALLA PAGINA AXIS POWERS HETALIA – ITALIAN FANS.
Lukas decide di preparare una torta per il compleanno di Mathias, ma in realtà è anche un pretesto per dimostrargli la sua gratitudine
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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STORIA SCRITTA PER IL CONTEST “HOME SWEET HOME” INDETTO DALLA PAGINA AXIS POWERS HETALIA – ITALIAN FANS
COPPIA: DENNOR
PROMTP: DOLCI E DESSERT
PAROLE: 1352
  UN DOLCE PER DIRTI GRAZIE
Oggi è il compleanno di Mathias. Mi sono svegliato alle cinque di mattina con questo pensiero in testa, non so perché; poi non sono più riuscito ad addormentarmi.
Ed ora eccomi qui: con una frusta in mano a montare albumi e misurare ingredienti cercando di capire le istruzioni di quel demente che ha scritto la ricetta di questa torta alle mele e cannella. Mathias adora la cannella, ed io probabilmente sono impazzito: Ma chi me l’ha fatto fare, di alzarmi ad un orario al limite della decenza per andare a congelarmi davanti al supermercato aspettando che aprisse per prendere gli ingredienti di uno stramaledetto dolce?! Per lui poi, che è la persona più fastidiosa e invadente dell’ universo e che non ho ancora cacciato di casa solo perché se no non riuscirei mai a pagare tutte le bollette.
Emil forse ha ragione: Mi sto rimbecillendo anch’io a vivere con ‘sto tizio.
La torta ora è in forno ed io spero che cuocia in fretta; conoscendolo Mathias non si alzerà dal letto prima di mezzogiorno, ma vorrei finirla prima che si svegli …
E questo non vuol dire mica che voglio fargli una sorpresa o sciocchezze simili. Il fatto è che se me lo ritrovassi tra i piedi con la torta pronta a metà non riuscirei più a finire niente, tutto qui.
Intanto do un occhiata al forno, e visto che c’è ancora da aspettare mi metto su la moka. Ho bisogno di caffè; tanto caffè.
Vado a sbirciare in camera di Mathias, giusto per capire quanto durerà ancora la pace, e lo trovo a ronfare beato con una gamba a penzoloni dal letto che abbraccia un cuscino. Adoro quando dorme: Sembra un bambino; un moccioso troppo cresciuto, e in effetti a pensarci bene anche il comportamento è quello.
Resta comunque insopportabile, dato che russa tremendamente, ma almeno è più tranquillo di quando è sveglio.
Il timer trilla riportandomi sulla Terra, e vado a vedere come diamine è venuto il dolce: E’ un po’ sgonfio e leggermente scuro ai lati. Strano, in forno sembrava che stesse lievitando bene.
Beh, almeno non assomiglia a quei “dolci” che cerca sempre di rifilarmi il mio migliore amico Arthur, e questo è incoraggiante. Lui è tanto un bravo ragazzo, pieno di qualità ed è l’unico con cui posso sfogarmi visto che anche lui sa benissimo cosa vuol dire essere costantemente circondati da casi umani, ma ahimè non ha ancora metabolizzato il fatto che non sa nemmeno cucinare un uovo senza creare un esplosione nucleare.
Prima che arrivasse Mathias avevo solo Arthur come amico. Per qualche motivo noi non piacevamo alle persone, forse perché lui ed io (specialmente io) non abbiamo mai avuto remore nel dire quello che pensiamo: Evidentemente la schiettezza non è una qualità molto apprezzata.
 A scuola ci lasciavano in disparte tutti, a parte ovviamente quel trio di idioti che abbiamo avuto tra i piedi dalle elementari alle superiori. Si erano pure dati un nome, il “bad friends trio” o una stupidata simile; ci avevano presi di mira per fare scherzi di pessimo gusto, ma nessuno gli diceva nulla perché loro erano quelli popolari e quindi potevano fare tutto quello che gli pareva. La loro vittima prediletta era Arthur poiché io avevo imparato ad ignorarli mentre il mio migliore amico invece è sempre stato estremamente orgoglioso ed impulsivo, quindi ad ogni loro provocazione scattava come una molla e talvolta aveva delle crisi isteriche.
Odio ammetterlo ma a Mathias devo molto su questo punto di vista. Me lo ritrovai come compagno di classe al liceo, esattamente quando Arthur smise di avere crisi isteriche ma in compenso ebbe un periodo di profonda depressione: Quei tre avevano iniziato a fare scherzi e provocazioni sempre più pesanti tanto che anche io qualche volta persi il mio autocontrollo. Arthur aveva quindi iniziato a frequentare pub, e dopo aver scoperto che reggeva a malapena due bicchieri di birra e che da sbronzo era più pessimista di un poeta russo dei primi del ‘900, capii che da solo non sarei mai riuscito a gestirlo dato che una volta l’unica cosa che lo fermò dal buttarsi da un ponte fu che si ricordò improvvisamente di soffrire di vertigini.
Sinceramente non so cosa spinse Mathias ad avvicinarsi ad Arthur e me: Lui era il ragazzo popolare, quello bravo negli sport, che riesce a fare amicizia pure con i muri e che a San Valentino è sommerso di bigliettini sdolcinati e cioccolata da parte delle ammiratrici. Insomma non aveva nulla a che fare con la realtà mia e del mio migliore amico, eppure di punto in bianco decise di venire a parlarci ogni giorno, soprattutto con me. Arthur era del tutto insofferente a quasi tutto ormai, ed io che da tempo avevo imparato a diffidare del genere umano lo respingevo, convinto fosse un modo per venire idolatrato ulteriormente come eroe che riesce a reintegrare anche gli emarginati della società scolastica.
Scoprii in seguito l’incredibile caparbietà dello pseudo principe in armatura e della sua ingenuità infantile e di conseguenza il suo insolito attaccamento era puramente disinteressato.
 Riuscì a conquistarsi la mia fiducia e la mia gratitudine quando i tre idioti che avevano ridotto il mio migliore amico ad uno spettro di se stesso smisero di perseguitarlo, o perlomeno lo facevano molto più raramente e in modo decisamente più velato rispetto al solito. Io scoprii solo in seguito che questo repentino cambiamento era dovuto all’ intervento di Mathias. Dopo la netta riduzione di atti di bullismo verso il mio amico ed una buona dose di terapia Arthur iniziò a stare meglio ed io cominciai ad aprirmi un po’ di più con Mathias, instaurando così con lui una strana amicizia. Non gli ho mai manifestato esplicitamente la mia gratitudine ed il mio affetto, non è nel mio carattere e lui lo sa benissimo. Questo dolce è solo un pretesto per ringraziarlo del fatto che lui mi sta vicino quando altri non lo farebbero.       
Finalmente il dolce si raffredda e posso spargerci sopra la cannella ed accostarci il cartoncino dove ho scritto “Buon compleanno Mathias”.
Ho appena finito quando il mio coinquilino appare sulla soglia sbadigliando sonoramente –Buongiorno Lukas, che fai?-. Mi sposto un po’ per coprire il dolce finito appena in tempo –Niente che ti possa interessare- gli rispondo piatto. Mi squadra un attimo con la testa leggermente inclinata da un lato, proprio come farebbe un labrador –Di cosa sei sporco sulla guancia?-  mi chiede ed io mi affretto a pulirmi
–Dai fa vedere- dice sporgendosi oltre la mia spalla e vede quella torta un po’ stramba, leggermente più bassa di quella che si vedeva nella foto della ricetta e con i bordi un po’ più scuri del dovuto.
Vedo il suo sguardo confuso: Probabilmente sta connettendo i neuroni per capire che giorno è; poi sorpreso batte le mani con gli occhi azzurro cielo che brillano di eccitazione, e sembra davvero un bambino che scarta i regali sotto l’ albero il giorno di Natale –Te ne sei ricordato!- dice stringendomi in un abbraccio che mi fa boccheggiare per qualche istante ed ora sono paonazzo … Per la mancanza di ossigeno, ovviamente. –Mathias … Aria- riesco a dire e finalmente la piovra mi lascia e si gratta la nuca imbarazzato –Oh, giusto. Comunque sono così felice! Non pensavo che tu, si insomma … Questo è il miglior compleanno di … - .
Per Odino, ma quanto parla?! E’ sveglio da neanche dieci minuti ed io ho già mal di testa. Devo farlo star zitto.
E poi me ne accorgo troppo tardi, l’ ho già baciato: Il piano originale era di dargli un mestolo in testa per fargli perdere i sensi, ma è andata così ed ha funzionato. Infatti mi sta guardando sbigottito ed io so che oggi il criceto sulla ruota che gli mette in moto il cervello oggi sta facendo gli straordinari - … Tu, aspetta cosa?!- biascica. Il suo tentativo di concludere una frase sensata è fallito miseramente.
E’ senza speranze –Ma sta un po’ zitto- gli rispondo riducendolo al silenzio utilizzando il metodo appena scoperto, e che fin ora si è rivelato il più efficace. 
 
   
 
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