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Autore: AngelCruelty    09/04/2020    1 recensioni
Zick è finalmente cresciuto grazie all'intervento della sua vecchia amica Elena Patata, ma la ragazza porta con sé un oggetto stranamente famigliare per Greta.
Non sa cosa sia, ma sa che il suo nome è 'Cuore di Kandrakar'.
Non appena lo tocca, si ritrova catapultata nei ricordi di una persona che non riesce a riconoscere, ricordi di un mondo che è stato... o forse NON è stato.
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Greta Barrymore
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest, Spoiler!
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Greta scese le scale di corsa.

Era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che Zick era scomparso nel nulla per combinarne una delle sue, e la donna non era più abituata a prendersi certi spaventi. Suo figlio era un bambino carico di potenzialità, ma il suo spirito avventuriero lo esponeva a pericoli spaventosi. Eppure, adesso Zick non era più un bambino e lei doveva prenderne atto, anche se il suo aspetto rimaneva quello di un ragazzetto delle elementari. Il potere Dom di Zick era svanito, bloccando la sua crescita, e aveva portato via qualcosa di più grande: la sua libertà, la sua normale vita. Zick non aveva potuto frequentare la scuola come gli altri, non aveva potuto diventare grande, non aveva potuto seguire la sua amica Elena Patata in scorribande adolescenziali. Fino a quando lei non era ricomparsa. Come ai vecchi tempi, i due si erano allontanati insieme e Greta poteva giurare che non ne sarebbe venuto fuori nulla di buono. Con il cuore in gola, si appoggiò al corrimano e strinse al volo la mano di Zob, che ora correva accanto a lei. Questo le diede un po’ di coraggio.
Arrivati all’ingresso di casa Barrymore trovarono qualcosa di veramente impensabile.

Greta trattenne le lacrime: il suo bambino era davvero diventato grande, dopotutto.

Genitori e figlio si strinsero in un abbraccio, tutti troppo presi dalle emozioni per parlare. Zick aveva trovato il modo di dimostrare i suoi anni, di crescere fisicamente, oltre che mentalmente. Greta lo strinse, strinse quel ragazzo che somigliava così tanto al suo amato Zob, e si rese conto che i veri guai sarebbero cominciati proprio da quel istante. I suoi due uomini l’avrebbero fatta morire di preoccupazione prima o poi, ma in quel momento volle solo godersi un caldo abbraccio.

Dopo qualche secondo, la donna aprì gli occhi e si accorse che per tutto il tempo, Elena era rimasta in disparte sulla soglia della porta.

‘Oh, Elena! Grazie per avermi ridato mio figlio, nonostante la paura che mi ha attanagliato questa notte. Nonostante tutto. È sé stesso grazie a te... lo è stato ai tempi delle elementari, e lo è ora.’ Pensò Greta, senza il coraggio di pronunciare quelle parole perché non voleva che Elena si sentisse in obbligo di fare altro per loro, che si sentisse in colpa per essersene andata. Quindi, allargò un braccio e la guardò dolcemente, invitandola a raggiungerli nell’abbraccio.
Un po’ imbarazzata, la rossa si avvicinò. Il momento dolce non poté durare a lungo, però. Infatti Bombo li travolse in un impacciato tentativo di entrare nelle loro grazie. Caddero tutti e cinque sul sedere, sorridendo e iniziando a massaggiarsi chi la testa, chi il piede, chi la schiena. In quel momento Theo e Tessa sorvolarono sulle loro teste, e subito Greta comprese l’importanza di quel momento per Zick. Osservò con le lacrime agli occhi il ragazzo che si rialzava e allungava la mano verso i suoi amati nonni fantasma, che non vedeva ormai da anni per via della mancanza di potere dom. In quel momento, suo marito le si avvicinò teneramente e le asciugò le guance con le dita. Fu allora che Greta notò il ciondolo appeso al collo di Elena.

“Dove l’hai preso?” domandò improvvisamente.

Era una piccola pallina di vetro trasparente, piena di luce. Assomigliava terribilmente ad un teledrom, ma era più piccolo… troppo più piccolo per contenere un dom. Le ricordava qualcosa di famigliare…

La mente le si affollò di domande: come erano riusciti a riportare Zick alla normalità? Dove erano stati? Che cosa avevano toccato?

E invece, in tutta quella confusione di emozioni e dubbi, chiese soltanto: “Posso vederla?”

Elena annuì: “Sì. Probabilmente non avrei dovuto portarla con me… anzi, sicuramente non avrei dovuto. Ma signora Barrymore, voglio studiarla. E giuro che la riporterò indietro se-“ ma Greta non la stava ascoltando.

Sempre più preoccupata, si avvicinò alla ragazza e si fece consegnare il ciondolo. All’improvviso fu in grado di dargli un nome: cuore di Kandrakar. Mille immagini presero a scorrerle davanti, come in un film mandato avanti a velocità estrema che veniva proiettato nella sua testa. Tra i lampi dei fotogrammi, scorse una donna, bella, alta, bionda… le assomigliava tremendamente. All’improvviso Greta svenne.
*
La donna si ritrovò immersa in un’atmosfera surreale. Tutto intorno a lei era luce. Le sembrava di camminare su enormi nuvole morbide, tutto era così etereo e poetico che non poté far altro di chiedersi se fosse ancora viva.

Sono morta? Che modo stupido di morire!

Non riuscì però a parlare. I suoi pensieri le risuonarono nella testa come lontani, ovattati. E poi… qualcuno le passò attraverso, letteralmente. Era diventata un fantasma come i suoi amati genitori? Dov’erano Zick e Zob? Che posto era, quello? La donna scrutò l’uomo che aveva davanti. Indossava una sorta di tunica, molto simili a quelle dei monaci. La sua testa era completamente liscia e pelata, e teneva le mani congiunte in segno di preghiera.

“Temo che non ci sia più scelta.” disse con tono solenne.

“Deve esserci!” gridò una voce dietro di lei, facendola sussultare.

Greta, invisibile e incorporea, si voltò e incontrò lo sguardo collerico di Irma Lair. In quel momento però, la ragazza rivestiva il suo ruolo ufficiale di guardiana della muraglia che separava il mondo reale e senza magia da quello del Metamondo, quello del sovrannaturale. Lei sapeva bene che per quanto potesse urlare, quella carica l’avrebbe costretta a fare la cosa giusta. Ma Irma non era sola, tutte le W.I.T.C.H. erano presenti. Tutte… compresa Cornelia.
Greta non aveva idea del perché fosse al corrente di tutte quelle informazioni su Meridian, le guardiane e il Metamondo. Ma all’improvviso sapeva. Sapeva tutto di quell’universo parallelo… tranne alcuni dettagli. Si ritrovò in lacrime, senza nemmeno capire perché. Sentiva però, che presto avrebbe avuto modo di comprendere.

“Se facciamo questa magia, i mondi che conosciamo spariranno.” Puntualizzò Taranee.

“Peggio. Non saranno mai esistiti!” insistette Irma.

L’uomo calvo annuì: “è così. L’unico modo di annullare questo tremendo pericolo, e evitare che tutti finiscano prigionieri o torturati dal nemico, è quello di riscrivere la storia dell’universo. Quel che farete abbatterà la muraglia definitivamente, non ci sarà modo di separare davvero il mondo magico da quello di Heatherfield. Ma avrà un effetto retroattivo. Non ci ritroveremo nel mondo senza magia come se niente fosse. Altrimenti il nemico potrebbe schiacciarci con mezzi non sovrannaturali e vincere ugualmente. L’unica chance di salvare i nostri cari, e i vostri cari, è cambiare la storia della magia. Nel nuovo mondo magia e umanità convivranno dai tempi della Creazione. Questo vuol dire che le cose come le conosciamo non esisteranno più. La magia stessa si svilupperà in modi che ora noi non possiamo ancora prevedere. Si spera, meglio di com’è andata in questa… versione dei fatti. Ma attenzione, le anime sopravvivranno! Ciò che cambierà sarà il modo in cui si reincarneranno. Forse i vostri famigliari avranno aspetti diversi, forse saranno identici ma avranno diversi nomi. Forse nasceranno da genitori differenti. Ma saranno tutti vivi. E salvi. Anche noi Oracoli saremo diversi, ma torneremo a guidarvi sotto altre vesti. Non vi abbandoneremo, W.I.T.C.H.”

Will, la leader delle guardiane, parlò: “Ma non possiamo sapere se noi cinque potremo essere con voi nel nuovo universo, oppure no. Se moriremmo, perderemmo l’autobus per la nostra rinascita.” disse.

Al collo indossava il ciondolo: il cuore di Kandrakar.

Greta trattenne il fiato. Parte di lei aveva ormai ricostruito gli avvenimenti, ma era ancora troppo scossa per dare forma a un pensiero compiuto.

“Lo faremo.” Disse con voce dura Cornelia: “Per i nostri cari. Will, devi farlo per Matt. Irma, Taranee, fatelo per i vostri fratelli. E tu, Hay Lin…” la ragazza dai tratti orientali annuì, e poi buttò uno sguardo verso un angolo della stanza.
Oh, Cornelia! Pensò Greta con il petto che rischiava di scoppiarle. Perché? Chi era quella donna che le assomigliava tanto?
A quel punto, Greta si accorse della presenza di una settima figura nella stanza: era lei la persona che stava guardando Hay Lin. Era una donna anziana e grinzosa, che le sembrò davvero molto famigliare. Certo, i suoi capelli le ricordava le acconciature di sua madre Tessa, ma non era quello il collegamento che rischiava di saltar fuori da un momento all’altro come l’occhio di uno Sgnakuz. Yan Lin era il suo nome. Chissà perché, Greta lo conosceva.

La saggia anziana prese la parola: “C’è un modo per far sì che questo universo non venga del tutto dimenticato. Sarà reale, in un qualche modo, se verrà ricordato da qualcuno. Anche se nei fatti noi e le nostre vite non saranno mai di fatto esistite. Il cuore di Kandrakar è molto potente, non verrà certamente distrutto. Forse cambierà forma, chissà… Ma una di voi potrà affidargli le sue memorie, la sua versione dei fatti. Tuttavia dovremo sperare che il ciondolo trovi da solo la sua strada.”

“Cosa intendi, nonna?” domandò allora Hay Lin.

“Intendo dire, cara bambina, che non possiamo rischiare che cada nelle mani sbagliate con tutti i ricordi che vi deporrete al suo interno, temo. Dunque dobbiamo far sì che le storie che narrerete, la conoscenza che donerete, venga diretta a un’anima specifica. Solo se quella persona toccherà il ciondolo, allora avrà accesso alla saggezza del nostro universo.” Spiegò la donna.

Greta ormai muoveva convulsivamente la testa di qua e di là per tenere il filo del discorso, per captare la verità assoluta.

“Intendi dire che il messaggio che potremo racchiudere nel ciondolo potrà essere composto da una sola di noi, e dovrà essere destinato a uno solo dei nostri cari…” Taranee confermò quello che tutte loro avevano capito.

Irma si asciugò in maniera poco elegante una lacrima dal viso e tirò su col naso: “Okay… In quanto custode del cuore di Kandrakar, dovrebbe essere Will a depositare i ricordi.” Disse con la voce spezzata. No, non le era riuscito fare la gradassa, questa volta.

Will sorrise dolcemente alle sue parole, grata: “Io credo che debba farlo Cornelia, o Taranee. E sappiamo tutte che è così. Il depositario della conoscenza deve essere lui…” rispose la ragazza, cercando di non piangere a sua volta.

Lui… c’era un altro uomo in quella stanza enorme? Greta aguzzò la vista, ma tutto era così abbagliante che a malapena distingueva la forma dei corpi delle guardiane.

Taranee annuì: “Cornelia, devi essere tu a farlo.”

Poche volte la guardiana del fuoco era stata così assertiva, in vita sua. Così Cornelia allungò timidamente la mano verso Will e accettò il ciondolo.

“Lasciamola sola…” disse la voce rassicurante di Yan Lin.

Greta rimase a fissare l’altra bionda. Erano praticamente faccia a faccia, e per un attimo, la Barrymore pensò che anche Cornelia potesse vederla. Nel frattempo, gli altri lasciavano la stanza.

Congelata nel tempo e nello spazio, Greta continuò ad ascoltare con impotenza. Immersa nella luce più abbagliante che Greta avesse mai visto, Cornelia cadde in ginocchio e iniziò a singhiozzare sommessamente.

“Oh, mi dispiace. Mi dispiace ma non posso darti questo peso. Non voglio che tu mi veda così… E poi, tu non mi ricorderesti in ogni caso! Non potresti risvegliare i ricordi della tua vita passata vissuta con me. Ma Lilian sì. La mia sorellina si ricorderà di me. Perdonami. Lilian Hale… voglio che sia tu la depositaria della memoria, colei che troverà il cuore di Kandrakar. Vedi, tutte quelle volte in cui sei corsa da mamma a spifferare dei mostri nella mia cameretta, o delle mie ali, non te lo sei immaginato! Ti dicevo che eri solo una bambina paffutella con troppa fantasia, ma non era così.” Un singulto la costrinse a fare una pausa.

Greta spalancò gli occhi, incapace di sbattere le palpebre. Un altro tassello andava a completare il puzzle. E Cornelia aveva ragione: perché iniziò a ricordare.

Ricordò molto vividamente come il suo corpo di bambina di quattro anni si aggirava per casa Hale pretendendo di poter partecipare alle riunioni tra sua sorella e le sue amiche. Lei non conosceva la verità sulle W.I.T.C.H. , ai tempi, ma sentiva che qualcosa di magico stava accadendo nella cameretta di Corny. Era convinta che sua sorella fosse una strega, e non perdeva occasione di ripeterlo!

Oh, a pensarci ora… Anche Greta ebbe un fremito di pianto, e si inginocchiò a sua volta al fianco di Cornelia. Tentò di abbracciarla, ma il suo corpo poteva solo passare attraverso la ragazza. Non poteva toccarla… non avrebbe mai più potuto toccarla. Ma Greta rimase in ascolto.

“La conoscenza che ti dono circa le avventure che ho affrontato nel Metamondo… custodiscile gelosamente. Non dimenticarmi mai. Non so se mi reincarnerò con te, purtroppo la missione è davvero pericolosa. Non credo che le W.I.T.C.H. sopravvivranno, stavolta.” La ragazza continuava a stringere al petto il cuore di Kandrakar, ma guardava a terra: “Per cui devo dirti un’altra cosa, che forse ti sconvolgerà più di tutto il resto. Non solo sono sempre stata una guardiana, non solo quando vedrai queste immagini io sarò morta affinché tu potessi vivere… Ecco, ricordi vero il mio ragazzo Peter? Prima che tornassi a Meridian siamo stati insieme… e quando sono venuta nel Metamondo, non sapevo che vi sarei rimasta per più di un anno. Quello che cerco di dirti è che… il tempo scorre diversamente a Meridian. Voi mi starete cercando da circa quattro giorni, ma io sono qui da tanto… e ho dato alla luce il figlio di Peter.”

Greta tremò appena, mentre sua sorella continuava il discorso: “Non so come, ma sono sicura, mia cara Lilian, che nell’altro mondo voi due rinascerete insieme e vi troverete. Sono certa che tu ti prenderai cura di lui, anche senza che io te lo chieda. Ma quando riceverai questo mio messaggio… spero che potrai essere ancora più consapevole del forte amore che vi lega. Forse sarete amici, magari fratelli… chi può saperlo? So solo che vi tirerete su a vicenda e vi sosterrete sempre. E ricorda, forse io non ci sarò più… ma la terra, la vita e il potere… non muoiono mai.” Così dicendo, Cornelia riaprì le dita e finalmente tutta quella luce iniziò un po’ a diradarsi, come se per tutto quel tempo fossero stati sommersi da nebbia lucente. Ora Greta poté vedere chiaramente la direzione dello sguardo di Cornelia: stava guardando una cesta con dentro un neonato. Aveva la carnagione di Cornelia, e i capelli di Peter… Era suo figlio. Il nipote di Lilian.
Cornelia inserì il ciondolo tra le coperte del piccolo e lo accarezzò: “Ti voglio tanto bene piccolo mio… perdonami, Zob.” Disse.

Greta si sentì di nuovo svenire. Fu inghiottita dal buio in un solo attimo. Cadde per un periodo infinito.

Era suo figlio. Il nipote di Lilian.

Il marito di Greta.

Greta era Lilian.

*
Quando Lilian si riebbe, quasi non riuscì a credere ai suoi occhi. Era di nuovo a casa Barrymore, nel suo caldo e confortante letto. La prima cosa che è udì, fu il ronfare di Zob, disteso al suo fianco. Anche Zick si era ritagliato un po’ di spazio, ed era crollato nel sonno su una sedia nell’angolo della stanza. Greta accarezzò la testa di Zob. Cornelia aveva ragione: ora tutto aveva una nuova prospettiva.

Solo una guardiana aveva potuto depositare il sapere, e quella guardiana era stata Cornelia. E la guardiana della terra aveva scelto di destinare tutti quei ricordi a lei, Greta Barrymore in quel mondo, Lilian Hale nel Metamondo.
Sua sorella si era sacrificata insieme alle altre W.I.T.C.H. per cambiare la storia e la magia. E infatti tutto era cambiato. I poteri erano diventati i DOM. Gli oracoli erano divenuti Tutori. Umani e non convivevano con strette regole, non più separati da una Muraglia protetta da guardiane, ma con i mostri ad abitare in città invisibili e sospese sopra quelli degli umani. E i rifugiatori come lei e Elena erano umani custodi e protettori del segreto così come lo erano state le W.I.T.C.H. nell’altro universo. Tutto era cambiato: ma le anime erano le stesse. Cornelia aveva previsto bene. Lilian e Zob si erano reincarnati in amici per la pelle, e alla fine l’amore aveva avuto il sopravvento. Greta non era ancora sicura di come sentirsi a riguardo, o se fosse il caso di parlarne con Zob. Infondo, in quel nuovo mondo Zob era figlio di Ezeria e Maria, non di Cornelia. Ma lei era esistita… lei era reale, vero?

Con cautela, per non svegliare i suoi ometti, la donna scese dal letto e si diresse a piedi nudi verso la serra.
Intanto la sua mente continuava a collegare le anime del mondo in cui un tempo aveva vissuto, con quelle del nuovo: Heatherfield era diventata Bibburg-si, gli Hale erano i Barrymore e i Cook erano gli Zick, i Lair erano divenuti i Thaur… Terrence era chiaramente la reincarnazione del fratellino di Irma, era tutto così chiaro, adesso! E i Lin! La loro stirpe di illustri donne asiatiche si era trasferita nelle Mamery…

Greta raggiunse la serra e corse incontro alle sue piante. Ecco da dove era nata la sua passione per il giardinaggio e la botanica… ecco perché non poteva passare tanto tempo lontana dai fiori colorati, perché li riconosceva dal solo profumo. In un altro mondo aveva avuto una sorella, e quella sorella era stata la guardiana della terra. In qualche modo era rimasta con lei tramite la terra stessa. Guardò uno ad uno gli esemplari della serra, li accarezzò delicatamente certa che loro potevano sentire il suo tocco. Lei poteva sentire il suo tocco, stavolta. La donna fu avvolta da un senso di pacatezza e rassicurazione.

Sì, Cornelia era proprio lì con lei, in quel esatto momento.

Note autrice!
Ciao ragazzi! Se non siete scappati, sono già fortunata! Ho passato questa quarantena tra dovere e rilettura di Monster Allergy. Come sempre, i disegni di Barbucci mi ricordano quelli che ha realizzato lo stesso illustratore in Witch e viceversa. E alla fine ho deciso di giocare con queste somiglianze grafiche. Infondo il cuore di Kandrakar non assomiglia a un piccolo Domulacrum? E la nostra Greta non è molto simile ad una Cornelia più paffuta, proprio come potremmo immaginare Lilian da adulta? E Zob ha i capelli dei Cook, i Thaur hanno il temperamento dei Lair, le Mamery dei Lin... E i mostri di Meridian non assomigliano a quelli di Bibburg-si? Ora, la storia di Zob e Greta come zia e nipote è un po' azzardata, lo so. Ma la trovo perfetta, ho messo il tag incest, anche se poi di incesto c'è poco, perchè parliamo di universi paralleli, universi che non esistono nello stesso istante. Insomma, me la sono giostrata. Spero vi sia piaciuta questa idea malata, nonostante tutto. Grazie! 
  
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