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Autore: Ghostclimber    10/04/2020    1 recensioni
Da anni ormai il mondo è sconvolto, preda di un'invasione di zombi.
Reborn torna a Namimori per cercare Tsuna, ma è ferito e solo.
Un aiuto inaspettato gli porterà molto più di quanto sperava.
Lambo x Reborn
Genere: Angst, Horror, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lambo, Reborn
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Reborn trattenne un gemito nell'udire un tonfo sordo.

Aveva perso il senso del tempo, oramai, solo e indebolito dalla mancanza di cibo, ed era finito a nascondersi dai non morti nell'ex teatro di Namimori. Ma ora, pareva che il suo nascondiglio fosse stato compromesso, e lui non era sicuro che sarebbe riuscito a difendersi.

Cercò quantomeno di tirarsi un po' su: se proprio doveva morire, non l'avrebbe fatto stando semisdraiato come una larva, ma sarebbe morto con onore, con la schiena dritta e il dito sul grilletto. E la canna della pistola in bocca.

Se era tornato in Giappone dall'Italia era solo perché aveva trovato degli indizi che potevano suggerire che Tsunayoshi fosse ancora vivo, e l'idea di ritrovarsi a inseguirlo per divorarlo era qualcosa che davvero non poteva sopportare: preferiva farsi saltare il cervello piuttosto che essere la causa involontaria della morte del suo protetto, sempre se fosse stato davvero ancora in circolazione.

Controllò il caricatore: ancora cinque colpi. Se a introdursi nel teatro fossero state delle persone ancora vive, poteva tenerle in scacco almeno per un po', a meno che non fossero in troppi o armati pesantemente. E se fossero stati dei non morti, beh... almeno avrebbe avuto la soddisfazione di portarne con sé qualcuno.

Dei passi echeggiarono nei vecchi corridoi in rovina. A giudicare dalla regolarità del rumore, sembrava trattarsi di una persona sola. Con amarezza, Reborn si chiese se davvero sarebbe arrivato al punto di doversi nutrire di carne umana, ma scacciò il pensiero: non appena il ginocchio, infortunato durante una brutta colluttazione con un gruppo di predoni armati fino ai denti, fosse migliorato abbastanza da reggerlo per un po', sarebbe andato in cerca di cibo. Non era al punto di doversi dare al cannibalismo, non ancora.

Impugnò la pistola con entrambe le mani, fingendo di non notare il tremore che le rendeva instabili, e puntò la canna contro l'unico ingresso che ancora non era crollato appena in tempo per inquadrare nel mirino una figura alta e massiccia.

-Fermo dove sei.- disse, sforzandosi per mantenere il tono di voce pacato e letale che era parte della sua fama di killer, quando ancora le cose andavano per il verso giusto.

-Che mi venga un colpo. Reborn?!- disse una voce vagamente familiare.

-Chi diavolo sei? Fatti vedere!- la figura si mosse rapida, e Reborn ingiunse: -Lentamente. Sei sotto tiro, ti avverto.

-Yare, yare... non cambi mai, vero?- un crepitio, poi una sfera di luce illuminò l'ambiente rivelando i tratti familiari di un volto segnato dalle intemperie. La pistola cadde dalle mani di Reborn e un colpo partì accidentalmente, staccando una scaglia di intonaco da una parete. Lambo avanzò, reggendo in una mano quello che sembrava un fulmine globulare, e si inginocchiò di fronte a Reborn, che suo malgrado dovette alzare lo sguardo per mantenere il contatto visivo.

-Sei messo male, eh? Da quanto sei qui?- chiese Lambo. Distolse lo sguardo, sembrò farsi saltare il fulmine globulare sul palmo della mano, poi lo lasciò sospeso a mezz'aria mentre si chinava sul suo vecchio nemico per controllarne le condizioni.

-Non lo so.- rispose Reborn, ritraendosi istintivamente per sottrarsi al contatto, -Ho perso il conto. Giorni, credo.

-Non più di tre.- disse Lambo, -Continuo a passare di qui sperando che Mukuro si faccia vivo, ma finora nessuna notizia. Hai mangiato qualcosa, da quando sei qui?- Reborn non rispose, combattuto. Da un lato, Lambo poteva significare salvezza: una persona conosciuta, a quel che sembrava ancora relativamente sana di mente. Dall'altro, farsi salvare proprio da quello che Gokudera aveva a suo tempo soprannominato “Scemucca” era una vera e propria umiliazione.

-Sei ferito, vedo. Che ti è successo?- chiese Lambo, sedendosi tra le gambe divaricate di Reborn e togliendosi uno zaino dalle spalle.

-Devi per forza starmi così addosso?- ribatté Reborn, a disagio stretto tra il bordo del palco marcescente e il corpo massiccio di Lambo.

-Se vuoi me ne vado e ti pianto qui. L'ho sempre saputo che sei uno stronzo, io perdo tempo per aiutarti e tu ti lamenti che ti sto addosso. Non puzzo nemmeno!- sì, Reborn l'aveva notato. Una vaghissima traccia odorosa di bagnoschiuma alle felci gli aveva appena fatto salire un'ondata di nostalgia destabilizzante: Tsuna usava un bagnoschiuma alle felci.

-Sei gelido.- disse Lambo, e con un gesto fluido si tolse il pesante cappotto di pelle che indossava e lo usò per coprire Reborn; il killer pensò di protestare, poi rinunciò. In effetti non poteva dare torto a Lambo: l'alternativa ad accettare il suo aiuto sarebbe stato crepare di fame, solo e al freddo. Sarebbe stato molto stupido rifiutare il soccorso solo per uno sciocco orgoglio vecchio di vent'anni.

Lambo gli posò il palmo di una mano sul collo, sotto al mento, poi gli ravviò i capelli con un gesto insospettabilmente delicato e disse: -Credo anche che tu abbia la febbre. Ho del cibo, metto a scaldare qualcosa e poi ti controllo quel ginocchio.

-Non ce n'è bisogno.- tentò ancora di protestare Reborn. Lambo si alzò, lasciandosi dietro una scia di profumo di pulito, e ridacchiò mentre apriva lo zaino: -Ma che hai capito? Mi voglio preparare una merenda da mangiare mentre ti guardo sanguinare a morte perché ti avrò “accidentalmente” tagliato via una gamba cercando di sistemarti il ginocchio.- Reborn impallidì e valutò la distanza che lo separava dalla pistola. Forse, muovendosi lentamente, sarebbe riuscito a prenderla mentre Lambo era girato ad accendere il fuoco e a sparargli alle spalle: non certo un'azione nobile, ma se era quello che serviva per sopravvivere... Reborn si protese verso la propria sinistra, mentre Lambo canticchiava la sua irritante canzoncina: se c'era un'abitudine che poteva perdere dall'infanzia, era proprio quella di ripetere il proprio nome in musica, ma no. Ovviamente, mai una gioia.

Lambo si voltò mentre Reborn perdeva l'equilibrio e cadeva su un fianco, con in mano due scatolette di zuppa pronta. Stralunato, chiese: -Ma sei fuori? Ci hai creduto davvero?- Reborn mugugnò qualcosa di non compromettente.

-Ah, se ci fosse Futa! Sono sicuro che mi hai appena superato nella classifica “mafiosi più stupidi”. Vorrà dire che in virtù della mia intelligenza scelgo io cosa mangiare: zuppa di pollo al curry.- Lambo ripose uno dei barattoli nello zaino e aprì l'altro tirando la linguetta, poi si inginocchiò di fronte a Reborn e lo aiutò a raddrizzarsi: -Non dovevo prenderti in giro. Non mentre stai così male. Errore mio.

-Perché mi stai aiutando?

-Perché sono ancora una sega a dire le bugie.- rispose Lambo, sibillino, poi si accomodò di nuovo a gambe incrociate tra le caviglie di Reborn e prese una scatoletta rettangolare dallo zaino. Il killer rimase a guardarlo, stordito: era la prima persona con cui parlava da almeno un paio di mesi, non puzzava di sudore stantio e il profumo della zuppa di pollo era inebriante. Lo guardò estrarre un paio di forbici dalla scatola e avvicinarle alla sua caviglia: -Che diavolo fai?

-Mi spiace, dovrai dire addio al tuo completo di sartoria. Quel ginocchio sta per esplodere, hai bisogno di una fasciatura.- così dicendo, Lambo tagliò l'orlo cucito a mano del pantalone, poi lo strappò a mani nude fin quasi all'inguine. Reborn dovette trattenere un conato alla vista del proprio ginocchio gonfio e tumefatto: per qualche ragione, vedere in che condizioni fosse sembrava amplificare il dolore.

-Yare, yare... potrebbe anche essere rotto. Probabilmente ti porterai dietro una seducente zoppia per il resto dei tuoi giorni.- Lambo estrasse dalla cassetta del pronto soccorso una busta e vi batté contro un pugno: -Ghiaccio secco,- spiegò, -In realtà non ho idea di cosa fare, ma non mi sembra una cazzata farlo sgonfiare prima di fasciarlo. Opinioni?

-Credo vada bene...- rispose Reborn tra i denti. Il profumo della zuppa gli stava dando alla testa, e dovette fare violenza su se stesso per non supplicare di averne un po'. Lambo gli appoggiò la busta di ghiaccio secco sul ginocchio, facendolo sobbalzare.

-Abbi pazienza, lo so che è fastidioso, ma ti farà bene... credo.- Reborn vide il suo viso che si avvicinava ben oltre la distanza di cortesia, ma non poté scostarsi: aveva la testa già appoggiata al bordo del palco. Lambo ignorò il suo disagio e gli tolse di dosso il proprio cappotto, provocandogli una strana ondata di rimpianto: era bello caldo e aveva un vago odore mascolino, familiare e rassicurante. Ma il distacco durò poco. Con gentilezza, Lambo gli sollevò la schiena per passarvi dietro il cappotto, poi lo aiutò a infilare le braccia nelle maniche: -Nella tasca destra c'è un cucchiaio, credo che potrebbe tornarti comodo.

-Cosa ci fai con un cucchiaio in tasca?

-Ci picchio chi fa troppe domande stupide.- rispose Lambo, girandosi verso il fornelletto da campo. Reborn ebbe un istante per stupirsi di quanto sembrasse organizzato: era difficile metterlo a confronto con il moccioso combinaguai, frignone e inutile che era stato. Ma vent'anni sono tanti, abbastanza perché una persona cambi completamente. Poi, Lambo fu illuminato dall'alone del fulmine globulare che ancora galleggiava a mezz'aria e Reborn non poté evitare di scoppiare a ridere. -Che c'è, baka Reborn?

-La maglietta muccata! E io avevo appena finito di pensare che sei cambiato!

-Ehi! L'abito non fa il monaco! Bel ringraziamento...- Lambo mise la lattina di zuppa tra le mani di Reborn, avvolta da una pezza di stoffa imbottita e aggiunse: -Fa' attenzione, è molto calda.

-Tu non mangi?- chiese Reborn.

-Ho già mangiato prima, ti faccio compagnia con dell'uvetta.- Lambo si sedette di fianco a Reborn e diede un colpetto al fulmine globulare per dargli nuova energia, poi estrasse un pacchetto di uva passa e si versò una montagnetta di chicchi in mano.

-Bel trucco, quello.- disse Reborn, indicando il fulmine globulare con il cucchiaio.

-Vero? L'ho inventato con Levi l'inverno scorso.

-Levi... intendi Levi A Than?

-Lui. Strana la vita, vero? Siamo rimasti intrappolati una settimana nei sotterranei di Villa Varia dal passaggio di un'orda, in qualche modo dovevamo pur far passare il tempo.- Lambo lanciò uno sguardo di sottecchi a Reborn e aggiunse: -Risparmiati le battute sulla sperimentazione sessuale.

-Ti sembro il tipo che fa battute?- ribatté Reborn con la bocca piena.

-Oh, ho sempre sospettato una vena da cabarettista in te.

-Mh, come no.- scossero il capo all'unisono, poi cadde il silenzio mentre Reborn masticava a fatica e Lambo si gettava in bocca un'altra manciata di uvette.

-I Varia sono...

-Levi dovrebbe essere ancora vivo, anche Bel. Squalo e Xanxus sono dispersi.- Lambo sospirò, -Quando Bel ci ha tirati fuori dai sotterranei, abbiamo trovato un braccio di Xanxus mezzo dilaniato, ma che sembrava staccato di netto. Squalo si è convinto che se lo sia staccato per evitare il contagio ed è andato a cercarlo. Non abbiamo più avuto notizie.- Reborn deglutì a fatica l'ultimo boccone di zuppa. Se anche i Varia erano stati decimati, le speranze di trovare vivo Tsuna erano davvero poche. Non osò chiedere sue notizie, la febbre e lo stomaco piacevolmente pieno lo rendevano sonnacchioso e debole e non aveva la minima intenzione di mostrare le proprie lacrime a Lambo. Piuttosto, si sarebbe tenuto il dubbio. Il vecchio rivale sembrava ben messo, forse Reborn sarebbe riuscito con il suo aiuto a ristabilirsi abbastanza da andare a cercare il suo ex allievo in breve tempo.

-Stiamo perdendo troppo tempo.- decretò Lambo di punto in bianco, mettendo via l'uvetta, -Vedo di fasciarti il ginocchio e poi leviamo le tende. Hai bagagli?

-Nulla. Sono stato aggredito da un gruppo di predoni, potrebbero essere ancora in giro.

-Un tizio con i rasta e quattro tirapiedi con la faccia da schiaffi?- chiese Lambo, prendendo il cucchiaio dalle mani di Reborn. Il contatto con le sue dita provocò una piccola scossa elettrica.

-Sì, loro.- confermò Reborn, appoggiando la lattina a terra. Lambo lo stupì raccogliendola e mettendosela nello zaino: -L'odore potrebbe attirare i non morti. Siamo d'accordo con Mukuro che se riesce viene qui, non possiamo compromettere l'area. Comunque quei tizi sono morti, Hibari li ha sgozzati l'altroieri.

-Hibari è vivo?- chiese Reborn. Per un po', Lambo non rispose, limitandosi a chinarsi sul ginocchio del killer armato di bende e pomata antidolorifica.

-...no.- rispose infine, -Ma non è cambiato molto. Anche da non morto impone la disciplina su Namimori.- Lambo tirò su con il naso, -Lo teniamo al sicuro nella speranza di trovare una cura.- Reborn non trovò una risposta e si concentrò sul ginocchio ferito. Le mani di Lambo erano delicate e fresche, unte di una crema odorosa, e non gli procurarono il dolore in cui sperava per dimenticare la notizia appena ricevuta. Hibari Kyoya, il Guardiano della Nuvola, il più potente tra i Vongola... non morto. La sola idea era insopportabile, anche col dettaglio tragicomico che il suo istinto ad imporre la disciplina sembrava prevalere su quello di nutrirsi di esseri umani.

-Ti farò un po' male, ma credo sia meglio stringere un po' la benda.- annunciò Lambo, poi cominciò la fasciatura. Reborn strinse i denti, mentre finalmente il dolore giungeva ad annullare ogni altro pensiero. Dopo un tempo eterno, Lambo disse: -Ho finito. Ti farò un'imbracatura per portarti in spalla, non ci vorrà molto.- Reborn lo guardò avvicinarsi con una corda e chiuse gli occhi. Il tocco delle sue mani intorno alla vita e al bacino era stranamente confortante e Reborn vi si abbandonò; senza accorgersene, perse conoscenza.

 

Si risvegliò che profumava di bagnoschiuma alle felci.

Giaceva in un letto morbido, tra lenzuola candide. Un monitor alla sua destra emetteva dei suoni regolari, e da qualche parte giungevano delle voci lontane.

-Si è svegliato!- disse qualcuno. Reborn cercò di raddrizzarsi: non era possibile! Ci aveva sperato, sì, ma mai per davvero, mai del tutto, ma quella voce era proprio di Tsuna!

-No, no, Reborn, vacci piano!- disse il suo ex allievo, entrando nel suo campo visivo. Lo sospinse delicatamente indietro, con un sorriso stanco in viso.

-Come ti senti, Reborn?- chiese un'altra voce.

-Tsuna... Gokudera!

-Bene, il cervello non è del tutto bacato.- rise Gokudera, poi si tolse lo stetoscopio che aveva intorno al collo e se ne infilò le estremità nelle orecchie.

-Tu? Ma Shamal...

-Shamal è vivo, tranquillo. Ma adesso si sta occupando di un'altra questione.

-Insomma, sei un maschio e ovviamente non ti ha voluto visitare.- puntualizzò Tsuna, strappando un sorriso a Reborn.

-Yamamoto come sta?- chiese Reborn, -E Ryohei?-Tsuna si rabbuiò.

-Sono andati a cercare Basil. Ci hanno mandato un segnale ieri sera per farci sapere che erano vivi, ma da allora non sappiamo nulla. Stasera sapremo qualcosa, sperabilmente.

-Bianchi?- chiese ancora Reborn. Cercava di ricordare nomi, volti, per avere notizie delle persone che un tempo erano stati la sua famiglia.

-Il battito è buono, la febbre sembra essersi abbassata.- disse rapidamente Gokudera, rimettendosi lo stetoscopio intorno al collo, -Vado a chiamare Lambo, sarà felice di sapere che sei sveglio.- senza aggiungere altro, uscì di volata e lasciò che la porta sbattesse dietro di lui.

-Bianchi è morta per salvarlo.- sussurrò Tsuna. Reborn chiuse gli occhi e appoggiò la testa sul cuscino, stringendo i denti. -Un'orda li ha messi all'angolo mentre erano fuori a cercare degli antibiotici. Gokudera è riuscito a farne fuori un po', ma stava per essere morso e Bianchi è intervenuta ed è stata morsa al posto suo. Al fianco, non abbiamo potuto fare nulla.

-Reborn!- chiamò la voce di Lambo dalla soglia. Ora che lo vedeva sotto luci normali, Reborn dovette constatare che era diventato un giovane uomo davvero molto affascinante.

-Ehi.

-Yare, yare... immagino che aspettarsi un benvenuto più caloroso sarebbe stato sperare troppo.- scherzò Lambo, avvicinandosi. Alzò una mano e, dopo una breve esitazione, la posò sulla spalla di Reborn; il killer non si ritrasse. Il contatto sembrava in qualche modo giusto, anche se d'istinto l'avrebbe definito troppo intimo.

-Grazie.

-Lambo san è il migliore!

-Non cominciare.

-Mi hai provocato!- dalla porta venne un concitato bussare e una voce chiamò: -Tsuna san!

-Arrivo, Haru!- Tsuna si voltò di scatto verso Reborn e disse: -Quando torno non voglio trovare cadaveri, siamo intesi?

-Farò uno sforzo.- ribatté Reborn. Lambo si limitò a sorridere e a fare un cenno del capo. Era strano vederlo adulto, anche la sua versione quindicenne era magrolina, mentre ora grossi muscoli spiccavano sotto alla maglietta a maniche lunghe e i capelli coprivano quelli che sembravano dei deltoidi da spaccarci le noci.

-Sei diventato un armadio.- commentò Reborn per riempire il silenzio.

-Sì, tipico dei Bovino. Tendiamo a mettere su i muscoli, guarda che roba!- Lambo piegò un braccio, tendendo il bicipite che si sollevò e si gonfiò: sembrava un grosso panino.

-Beh, complimenti.- commentò Reborn, poi allungò una mano per prendere un sorso d'acqua. Per qualche strano motivo, la presenza di Lambo lo metteva un po' a disagio.

-Non mi fanno impazzire. Sembro un wrestler dopato col cazzo piccolo.- Reborn si strozzò con l'acqua e Lambo rise di cuore. Si girò per prendere degli asciugamani di carta da un dispenser e finalmente Reborn capì dove si trovavano: -Siamo alla scuola media di Namimori?- chiese.

-Sì. È ben difesa, ampia e in una posizione comoda, ci è sembrata la scelta migliore.- Lambo si avvicinò di nuovo a Reborn e gli tamponò il petto con la carta. Il suo tocco dava i brividi al killer, che per la prima volta se ne domandò coscientemente il motivo.

-Comunque il tuo ginocchio non è rotto, ti è andata bene. Adesso che si è sgonfiato ha anche smesso di somigliare ad un hamburger.

-Perché pensi sempre al cibo?- lo redarguì bonariamente Reborn.

-Beh, certe cose cambiano, altre no.- Lambo sorrise e si sedette sul bordo del lettino di Reborn, poi allungò un braccio e lanciò la carta bagnata e appallottolata nel cestino: -Canestro!

-E quali sarebbero le cose che cambiano? Ti sei finalmente comprato un cervello?

-Ehi, vacci piano! Sto ancora pagando le rate!- scherzò Lambo, poi si fece serio. Reborn valutò la situazione e compì l'unico gesto che sembrava adeguato: sollevò una mano e la posò sulla coscia muscolosa di Lambo, poco sopra al ginocchio. -Che c'è?- chiese.

-Ormai non speravamo più di rivederti.- ammise Lambo, con gli occhi fissi su uno zigomo di Reborn, che tacque, non sapendo come ribattere. L'idea che si fossero preoccupati per lui nonostante fosse uno scostante killer un po' psicopatico gli scaldava il cuore, e sentirlo dire dalla bocca di Lambo era una via di mezzo tra la fiera dell'assurdo e una gioia inaspettata.

Lambo allungò una mano e passò il dito teso nel ricciolo davanti all'orecchio di Reborn, che si stirò per poi riavvolgersi come una molla; divertito, Lambo tese il dito per rifarlo, ma Reborn lo bloccò stringendogli il polso in una morsa ferrea: -Va bene una volta, ma non ci riprovare se ci tieni alle dita.- ingiunse.

-Quanto mi sono mancate le tue minacce.- disse insensatamente Lambo, poi si liberò con un fluido movimento della mano. Reborn si chiese come mai il distacco dovesse sembrargli così doloroso e così freddo. -È meglio se vado.- annunciò Lambo alzandosi in piedi, lo sguardo fisso fuori dalla finestra, -Tra meno di mezz'ora aspettiamo notizie di Yamamoto e Ryohei, voglio esserci.

-Puoi tornare a informarmi?- domandò Reborn.

-Solo perché sono di strada per la cucina.- ribatté Lambo. Si dondolò sui piedi per un paio di volte, come se cercasse una scusa per trattenersi ancora un po', infine parve prendere una decisione. Scattò in avanti di un passo, si chinò e posò le labbra sullo zigomo di Reborn, quello che aveva tanto intensamente fissato poco prima.

E poi, tutto successe con estrema rapidità.

I riflessi di Reborn reagirono con prontezza, e il killer ghermì la nuca di Lambo.

Lambo tentò di liberarsi, ma non riuscì: probabilmente temeva di applicare troppa forza, grosso com'era, e di far male a Reborn.

Reborn girò il volto e sollevò il mento, poi trasse a sé Lambo.

Le loro labbra si incontrarono, in un contatto un po' aggressivo, ma non tanto da non permettere ai due di assaporare la consistenza della bocca dell'altro.

La porta si aprì.

La stretta di Reborn si indebolì di colpo e Lambo raddrizzò la schiena così di scatto che si udirono scricchiolare un paio di vertebre.

-Torno dopo.- pigolò Gokudera, poi uscì chiudendosi la porta alle spalle.

-Ok, ehm...- disse Lambo, grattandosi la nuca, -Forse è meglio se vado.

-Dopo.- ribatté Reborn.

-In che senso?

-Gokudera non tornerà per un po'. Chiudi la porta e baciami ancora, Scemucca.

 

 

 

 

 

(Ryohei dalla regia: -Da dove t'è uscita questa cagata?

-Caffè corretto grappa e un'amica meravigliosa. Non lamentarti, intanto sei vivo, no?)

 

Ok, seriamente, non so come m'è uscita. Ho chiesto alla mia migliore amica una ship a caso e un contesto e boh, due ore dopo ecco qui XD

Se avete gradito battete un colpo, io scappo che vedo all'orizzonte il baluginare dei tonfa di Hibari e sento un profumino di Poison Cooking... per non parlare di Squalo e Xanxus che probabilmente mi terranno un agguato in doccia! (se nel frattempo si sono distratti e stanno facendo cose zozze riferirò, promesso)

XOXO

   
 
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