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Autore: Feder122    10/04/2020    0 recensioni
Dopo la sconfitta della nuova Organizzazione XIII, Riku e Topolino scoprono un nuovo mondo che sta venendo attaccato dagli Heartless. Per sventare questa nuova minaccia, i due avranno bisogno dell'aiuto di vecchi e nuovi amici.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Re Topolino, Riku
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Nora saltò giù dalla gummiship nell'esatto istante in cui il pannello superiore si aprì, seguita a ruota da Ren, Jaune e Kairi.

“Wooooow! Guarda Ren, questo posto è così...simile alla città dove siamo cresciuti.”
“Già. Eppure, in realtà non siamo neanche più a Remnant, da non credere.”
“Certo che è davvero uno spettacolo per gli occhi. Dimmi, come si chiama questo mondo?” Chiese Jaune a Kairi, la quale rispose: “Questo, ragazzi...è il giardino radioso. Seguitemi, le persone che voglio presentarvi non vivono molto lontano da qui.”

Dopo una breve camminata, i quattro arrivarono di fronte ad un imponente edificio, circondato da una cinta muraria. Superata la fortificazione, si trovarono un giardino stracolmo di alberi e di altri edifici, grandi quanto delle case normali ma minuscoli se comparati alla mastodontica costruzione che circondavano.
“La villa che vede appartiene ad Ansem, l'uomo che governa questo mondo. Le case più piccole, invece, sono gli alloggi dei suoi apprendisti.”

“Governa da solo un intero mondo? Deve essere un uomo incredibile.” Commentò Ren, per poi venire contraddetto da una misteriosa voce alle sue spalle: “Giovanotto, non mi conosci, per questo sopravvaluti.”
I quattro si voltarono e videro un uomo biondo, oramai prossimo alla vecchiaia, che indossava un camice da laboratorio.

“Signor Ansem, buona sera.” Disse Kairi chinando il capo.
“Quindi è lui...oh piacere di conoscerla. Il mio nome è Jaune.”
“Io invece mi chiamo Ren. Lieto di conoscerla.”
“Ed io sono Nora. Come va?”
“Il piacere è mio. Perdonatemi se ho origliato la vostra conversazione, non era mia intenzione. Ho semplicemente visto la giovane Kairi insieme a delle facce nuove mentre passeggiavo ed ho pensato di venire a presentarmi.”
“Si figuri. Piuttosto, dovremmo essere noi a scusarci. Kairi ci ha spiegato che normalmente non ci sarebbe concesso essere qui.”
“Ti dirò, giovane Ren. Il mio compito è quello di assicurarmi che tutti gli abitanti di questo mondo seguano le leggi per preservare la pace e la prosperità del mio popolo; tuttavia, io stesso, anni fa, ho osato superare certi limiti, quindi non ho alcun diritto di rimproverarvi. Inoltre, sono fermamente convinto che ci sia un motivo valido per cui siete qui.”
“Malefica è tornata in attività.” Spiegò Kairi. “Ha trovato una potente alleata di nome Salem, in un mondo molto lontano.”
“Salem e Malefica vogliono rapire Kairi, per qualche motivo.” Continuò Jaune. “Siamo dovuti scappare da Remnant, il nostro mondo, per evitare di mettere in pericolo le persone che ci abitano. Purtroppo, le cose che sappiamo finiscono qui.”
“Il nostro mondo è allo stremo delle forze, già costretto ad affrontare una grande minaccia. Non sappiamo neanche noi fino in fondo come dovremmo agire, ma una cosa la sappiamo per certo: vogliamo impedire a Malefica di rapire Kairi.” Aggiunse Ren.
“Capisco. So che il mio amico Topolino si è recato insieme al suo fido compagno Riku in uno dei tanti mondi che non avevamo mai visitato per investigare su una improvvisa rottura dell'equilibrio.”
“Equilibrio?”
“Un mondo in cui esistono sia guerrieri della luce che guerrieri dell'oscurità è detto equilibrato, in quanto la lotta tra le due forze segue il suo naturale corso. I possessori del keyblade hanno il dovere di assicurasi che i due piatti della bilancia siano sempre alla stessa altezza, impedendo all'oscurità di inghiottire la luce.
Prego, seguitemi.” 
Ansem il saggiò si voltò ed iniziò a camminare. Seguito dai quattro ragazzi, egli entrò nella sua fortezza.

“Dunque, analizziamo la situazione attuale: voi quattro siete nel mirino di Malefica e Salem, non sapete quale sia il loro obiettivo e di conseguenza non avete idea di come agire. Corretto?”
“Dobbiamo anche risolvere un mistero sugli heartless.” Disse Jaune.
“Beh, le mie conoscenze potrebbero venirti in aiuto.”
“Prima di arrivare qui, abbiamo combattuto tutti e quattro contro un gruppo di heartless. Kairi ci ha spiegato che senza un keyblade, un heartless può essere eliminato ma non liberato, però, per qualche motivo, Ren e Nora riuscivano a farli sparire, mentre quelli che eliminavo io si rigeneravano.”
“Curioso.”
“Da quanto ho capito, i keyblade non sono delle armi vere e proprie, ma più una specie di manifestazione della forza del cuore di un individuo. Possibile che Ren e Nora hanno il potenziale per utilizzarne uno?”
“Beh, sarebbe una fantastica notizia se avessimo trovato altri due giovani in grado di impugnare un keyblade, ma l'esperienza mi ha insegnato che bisogna gioire dell'ipotesi migliore solo dopo aver scartato tutte quelle peggiori.”
“E quale sarebbe l'ipotesi peggiore?”
Alla domanda del ragazzo, Ansem arrestò immediatamente la sua camminata, insieme ai quattro giovani.
“Jaune, la risposta potrebbe non piacerti. Se un heartless ricompare subito dopo essere stato ucciso, è perché riesce a manifestarsi sfruttando l'oscurità che fuoriesce dai cuori di chi l'ha eliminato. In passato, molti guerrieri valorosi sono caduti vittima degli heartless generati dalla loro stessa oscurità. Non posso dirlo con certezza, ma ho il forte sospetto che tu stia affrontando un periodo buio della tua vita e che non ti sia possibile controllare le tue stesse emozioni.”
Jaune rimase in silenzio, ammutolito di fronte ad una verità che aveva sempre nascosto per non far preoccupare i suoi amici, ma che non aveva la forza di negare.
“Beh...tutto ciò che sono riuscito a realizzare nella mia vita lo devo all'unica persona che abbia mai creduto in me. Si trattava di una ragazza incredibile: era forte, coraggiosa e gentile, insomma quella persona che ti dà l'impressione di essere troppo perfetta per avere dei problemi. Quando io ho avuto bisogno di aiuto, lei si è fatta in quattro per me, anche dopo che io l'ho allontanata. Quando invece lei ha avuto bisogno di aiuto, prima che me ne accorgessi era già troppo tardi.”
“Jaune, lo sai che non è stata colpa tua.” Disse Ren nel tentativo di consolare l'amico.
“Sì, ma so anche che non riuscirò mai a lavare via questa macchia dal mio passato e...per qualche strano motivo, anche se soffro tantissimo per questo, penso sia giusto così. Sono stato un pessimo amico e un pessimo leader e vivo nel terrore di fallire nuovamente, ma allo stesso tempo...sento di dovere continuare per questa strada, anche se non sono affatto degno di definirmi un guerriero.”
“Quale terribile esperienza devi aver vissuto, ne sono affranto! Ma nelle tue parole, anche se probabilmente tu per primo non te ne rendi conto, c'è la prova del tuo valore. Tu sfrutti la paura di sbagliare per evitare di commettere degli errori, accetti la sofferenza della tua perdita invece di cercare di scacciarla per non perdere i ricordi importanti della tua vita. Te lo ripeto: Jaune, io non ti conosco, ma guardandoti, vedo un grande guerriero.”
“La...la ringrazio.”

Ansem riprese a camminare tra i corridoi.

 


“Allora, adesso entrate tutti nella stanza alla vostra destra, se non vi spiace.” Disse il saggio dopo essersi arrestato.

I quattro ragazzi notarono una porta di ferro accanto a loro e la aprirono. Dietro di essa, trovarono una stanza piena di strumenti e macchinari per allenarsi, tutte poste intorno ad un ring che occupava il centro della stanza. All'interno di esso, due ragazzi stavano combattendo: uno era moro, alto e stringeva tra le mani una spada la cui elsa sembrava l'impugnatura di una pistola; l'altro era biondo, sfiorava il metro e sessanta ed impugnava un keyblade al contrario. C'erano anche due ragazze che li stavano guardando combattere.
“Ventus, Leon, mi dispiace interrompere il vostro allenamento, ma ho bisogno della vostra assistenza. Yuffie, Aqua, apprezzerei se vi avvicinaste anche voi.”
I due ragazzi, seguiti a ruota dalle loro amiche, si avvicinarono immediatamente.
“Ragazzi, conoscete già Kairi. Loro invece sono Jaune, Nora e Ren.” Ed il saggio spiegò loro ciò che i tre avevano raccontato a lui poco prima.
“Dunque alla fine Malefica ha deciso di agire.” Commentò Leon.
“Esatto, per questo loro quattro si addestreranno insieme a voi.”
“Hm? Dobbiamo addestrarci?” Chiese Jaune.
“Ritengo che vi sarà utile. Non sappiamo quali saranno le prossime mosse dei nostri nemici, perciò l'unica soluzione è essere pronti a tutto.”
Ventus guardò i nuovi arrivati e sorrise calorosamente.
“Se a voi sta bene, per noi sarà un piacere allenarci tutti insieme.”
“Infatti, aiutarvi è il nostro dovere.” Aggiunse Aqua.
“Se ce la fate, possiamo anche iniziare subito.” Disse Leon, prima di voltarsi e tornare sul ring.
“Vedo che non perde tempo in chiacchiere.” Commentò Nora.
“Beh, lui è uno di poche parole. Allora, ve la sentite?” Chiese Yuffie sorridendo. 
I quattro si guardarono in faccia a vicenda e poi dissero in coro: “Certamente.”
“Leon, Aqua, li affido a voi. Io contatterò un amico e gli chiederò di venire a darvi una mano.”

Mentre Kairi e gli altri si allenavano, Riku aveva accompagnato tutto il suo gruppo alle isole del destino, tranne Oscar e Topolino, i quali, sotto richiesta di Ozpin, si erano recati alla torre di Yen Sid.
Prima di aprire la porta della stanza in cui si trovava il potente mago, Ozpin disse al suo ospite: “Oscar, per piacere.”
“Sì, prendi pure il controllo. Solo, per piacere...d'ora in poi, avvertimi sempre prima di farlo, ok?”
“Come desideri.”
Una volta entrato, Topolino esordì immediatamente: “Maestro, non crederà a ciò che sto per raccontarle.”
“Topolino, buona sera.” Lo salutò Yen Sid, per poi posare il proprio sguardo sul corpo di Oscar. “Maestro, quale piacere e sollievo è rivederla.”
“Cosa!?”
All'esclamazione esterrefatta di Topolino, seguì un sorriso calmo e cordiale di Ozpin.
“Anche se...in quel corpo, non percepisco a tutti gli effetti la sua anima. Non è esattamente quello che era un tempo, ma allo stesso tempo non può che essere lei.”
“Beh, devi sapere che...” ed egli iniziò la lunga spiegazione sulle sorti del mondo da cui i due venivano.
“Capisco. Avevo oramai perso la speranza di vedere Remnant tornare al suo antico splendore, ma tutto dipende dal giudizio del dio della creazione.”
“Esattamente, ma per assicurarci che il suo giudizio sia positivo, dovremo sconfiggere Salem e nessuno di noi ne sarebbe in grado. Pur avendoci concesso una seconda possibilità, il dio della creazione non ci riteneva degni di conservare i nostri antichi poteri. Io stesso conservo a malapena una minuscola frazione della magia che possedevo una volta. Soltanto tu conservi ancora le capacità di un umano della nostra epoca. Sono venuto qui per chiederti di condividere le tue conoscenze dell'arcano con le nuove generazioni di guerrieri, ovvero Topolino e i suoi amici.”
“Ma come possiamo assicurarci che quelle conoscenze verranno usate saggiamente, permettendo al dio della creazione di giudicarci positivamente?”
“Non possiamo. Tuttavia, possiamo avere fiducia nella bontà che risiede nel cuore dei nostri pupilli. Io non l'ho fatto e me ne sono pentito.”
“Quindi...ci sono cose che non mi ha insegnato, maestro Yen Sid?”
"Molte, per non dire innumerevoli, Topolino. Spero che non mi porterai rancore: mi fidavo di te, ma temevo dell'uso che ne sarebbe stato fatto se troppi avessero ottenuto quelle abilità”
“Yen Sid, se non ritorneremo sui nostri passi, non saranno soltanto i guerrieri dell'oscurità ad uscirne indeboliti, ma anche quelli della luce. Il futuro sarà sempre incerto e le tragedie arriveranno a prescindere da ciò che faremo per evitarle, ma se riusciremo a circondarci di persone degne di fiducia, allora potremo affrontare tutto ciò che il futuro ci riserverà. Non te lo ordino in quanto tuo maestro, te lo chiedo in quanto tuo amico: permetti a questi giovani eroi di riparare ai disastri avvenuti per causa mia.”
Dopo qualche secondo di riluttanza, Yen Sid rispose: “Non posso negare che Topolino ed i suoi amici si siano dimostrati degni di fiducia. Gli insegnerò volentieri tutto ciò che so, questa volta per davvero. Anche se, temo che il tempo non sia abbastanza.”
“Effettivamente, c'è un tizio di cui dobbiamo occuparci immediatamente.” Rispose Topolino.
“In tal caso, per adesso addestrerò soltanto alcuni di voi.”



 

   
 
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