Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: fujitoid    12/04/2020    0 recensioni
Goffredo Esposito di 43 anni ed Amanda Somma di 38, sono i genitori di Lucia; un’adolescente napoletana, di Napoli. All’età di 14 anni, decidono di cambiarle scuola spostandola a Grosseto, iscrivendola in un collegio molto severo, affinché le cose nella sua vita migliorino dopo essere stata piantata ed umiliata all’età di 12 anni, dal suo primo ragazzo Salvatore. Un fatto per lei sconvolgente, quest’esperienza le farà capire chi fossero veramente le persone che si sarebbe portata con sé nel corso della sua vita. Il destino sembra giocare con i suoi sentimenti quando un altro evento si prospetta davanti a lei, conoscere un ragazzo: Stefano, studente proprio di questo istituto, di cui si innamorerà per poi scoprire d’avere una concorrente sleale, Carmela.
Conoscere Stefano, arrivato per poter ottenere il tanto atteso diploma, la cambiò interiormente; era a conoscenza di poterlo vedere solo per quel periodo scolastico e poi chissà quando l’avrebbe rincontrato ma quei 5 anni le sarebbero bastati per poterlo inquadrare al meglio.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1° Capitolo La partenza (settembre 2003)
Sabato 6 settembre 2003, a Napoli, in una casa situata nei borghi dei quartieri spagnoli, molto nota sia per eventi positivi che negativi abitava una ragazzina di 14 anni Lucia Esposito.
Il suo sogno era fare la cheerleader proprio come quelle ragazze americane che vedeva nei film; anche perché andava molto d'accordo con le ragazze della scuola media che già ricoprivano quel ruolo e le avevano addirittura proposto, più di una volta, di far parte della loro squadra. Purtroppo non essendo mai stata abbastanza allenata per fare acrobazie fu costretta sempre a rifiutare.
Tutto cambiò all’improvviso a causa di un avvenimento che le sconvolse la sua considerazione personale riguardante il sesso femminile.
Quella mattina Lucia, s’accingeva a preparare le valigie, destinazione Grosseto, per iniziare la sua nuova vita scolastica, lontana dai suoi genitori e dalle amicizie coltivate in 8 anni di scuola. Sua madre Amanda Somma, una donna di 38 anni di professione avvocato, era venuta a conoscenza della grande delusione della figlia avuta con una sua amica della sua stessa età. Per una ragazzina di 14 anni avere una delusione d’amore e d’amicizia, accaduto due anni prima, poteva essere un forte trauma.
Vanessa Russo, nell’estate del 2001, era stata scoperta a baciare il ragazzo di Lucia, durante una giornata passata al mare a giocare in spiaggia e divertirsi e Lucia non l’aveva presa bene. La mamma saputo tutto quanto, in comune d’accordo con il padre Goffredo, un uomo di 43 anni di professione commerciante d’edilizia titolare di un’azienda di molto successo, decise di iscrivere Lucia in un collegio lontano da Napoli, per evitare che in futuro prendesse una brutta strada. Effettuati gli esami di terza media, con voto finale distinto e quelli per l’ammissione al collegio, passarono l’estate in una zona diversa dalla solita cominciando i preparativi per la partenza.
Lucia si trovava in camera sua seduta sul letto a guardare una foto incorniciata dei suoi amici fra cui anche Vanessa e Salvatore Romano, il suo ex ragazzo. All’improvviso si sentì chiamare - Lucia, a che punto sono le valigie? Fra poco passa l’autobus, sbrigati. - Era sua madre che la chiamava dalla cucina, mentre le preparava i panini al prosciutto e formaggio che avrebbe mangiato durante il viaggio. Ci sarebbero volute circa quattro ore di viaggio per arrivare a Grosseto.
Era, ancora, piena estate faceva un gran caldo, afoso, che a Napoli si avvertiva particolarmente e dato che la macchina dei suoi genitori era fuori uso e la stavano riparando da un meccanico vicino la sua ex scuola, dovevano andarci con il treno ma per raggiungere la stazione dovevano prendere l’autobus che spesso arrivava con ritardo. Dunque, il suo terrore di perdere il treno era più che giustificato, essendo che molte volte aveva saltato la fermata per questo motivo. Non che fosse un dispiacere, però, ora non le serviva -Sono pronte, mamma. Sto arrivando. - Urlò a sua volta, infilando tutti i volumi del manga "Sailor Moon" nello scompartimento vuoto del suo trolley giallo canarino un regalo di suo padre, che non c’azzeccava mai.
Voleva tanto uscire fuori e godersi gli ultimi istanti di libertà ma sapeva già che era impossibile, c’aveva poco tempo per terminare di preparare i bagagli - Bel modo di finire l'estate. - Pensò. Ripose la foto nel comodino con una certa malinconia. La porta della sua camera, spoglia di tutto ciò che le caratterizzava, a tal punto da sembrare di non essere mai vissuta lì dentro, si spalancò e mostrò una bambina di sette anni dai capelli più lunghi dei suoi andare da lei e darle un bacio. Sua sorella Barbara le sarebbe mancata davvero tanto, perché nonostante fosse una bambina che piangeva in continuazione, era quella che le mostrava l’affetto più puro e sincero di tutti e lei l’adorava davvero.
La piccolina le chiese con voce timida - Lucia, ci verrai a trovare, vero? - Facendola sciogliere. Non potette fare a meno di sorriderle, ancora una volta fu dimostrarle tutto il suo affetto - Ma certo Barby, sarò qui almeno un fine settimana al mese, piccola. – Rispose per tranquillizzarla, accarezzandole la guancetta piena per poi darle un pizzicotto. Il silenzio strano, sottolineato dalla cupezza dei volti di sua madre e sua sorella che nel frattempo l’aveva raggiunta, si interruppe non appena il padre buttò un urlo dal portone d’ingresso di casa -Andiamo, allora! Il treno non aspetta noi. Fra 10 minuti passa l’autobus. Non possiamo perdere altro tempo. - Quello era il segno che doveva andare a prendere il treno. Goffredo, prese la valigia di sua figlia il resto sarebbe arrivato dopo tramite corriere.
Lei disse ai suoi genitori - Che la fortuna possa essere sempre a mio favore! - Osservò sorridente sua madre come per dirle di farsi coraggio. L’autobus, per fortuna, arrivò puntuale, alla stazione c’era molta confusione, gente che andava avanti ed indietro, mendicanti e tanto altro. Il padre teneva stretta la valigia della figlia, fermandosi a guardare il display per cercare di capire da quale binario partisse il treno per Roma e poi da lì per Grosseto. Appena individuato quello giusto si rivolse agl’altri - Il binario è il numero nove, andiamo e fate attenzione. - Non mollava la valigia gialla per nessun motivo, conosceva bene la sua città ed i furbi pronti ad approfittarsene ce n’erano tanti. La madre con la piccola in braccio si guardava attorno - Abbiamo del tempo ancora, il treno parte fra venti minuti, camminiamo con calma non voglio rischiare di cadere dalle scale per la tua fretta. - Scivolare e cadere a terra era un’occasione per i ladri quindi era meglio non farsi trovare impreparati.
La piccola Barby ingenua come sempre disse alla madre - Ma papà vuole che Lucia vada via per sempre? Perché ha fretta? - Non era molto felice di questo atteggiamento del padre ma non poteva capire la situazione. La mamma la prese in braccio e le disse cullandola - No piccola. Lo fa solo perché ha paura di perdere il treno non vuole che va via, stai tranquilla. - Diede una bambola che teneva nella borsa per farla distrarre dal quel pensiero.
Lucia guardava altrove, non era interessata molto a quello che diceva suo padre stava attenta ad osservare le mura ed il tetto della stazione per poter ammirare la sua bellezza. Per lei era come partire e non tornare più, stare lontani dai genitori poteva essere duro e doveva farsi l’abitudine. Si limitò solo a dire - Non pensavo fosse così bella la stazione della nostra città, mi sa che mi mancheranno tante cose. - Detto questo s’incamminò, seguita dai suoi genitori e la sorella. In poco più di un’ora sarebbero arrivati a Roma. La moglie e le figlie ridevano, l’allegria ci voleva tanto per spezzare la tristezza che si celava dentro tutti.
Arrivati, si precipitarono verso il binario del treno per Grosseto. Lucia vide la madre e la sorella rimanere indietro - Sei sempre tu quella che fa tardi! Devo sempre aspettarti, prendere la busta con il mangiare, fare questo, fare quello... - Borbottava, non appena s’accorse della sua lentezza nel camminare. La madre le rispose a tono - Guarda che eri tu quella che non voleva partire, eri ancora in pigiama stamattina, adesso vorresti anche prendertela con me? - Sbuffò, a sua volta, scoccandole un'occhiataccia abbastanza minacciosa.
Lucia sapeva di fare ogni tanto tardi, o meglio, che fosse perennemente in ritardo e ultimamente ci metteva troppo a fare qualsiasi cosa ma Amanda esagerava a volte.
Suo padre s’intromise nel discorso non troppo severamente - Sempre a litigare voi, anche in questi momenti. Quando la farete finita sarà sempre troppo tardi. - Continuò a camminare senza fermarsi rallentando però il passo.
In quel momento Lucia ebbe un flash del suo amico Francesco De Rosa un ragazzo di 22 anni, ufficialmente svolgeva il mestiere di meccanico ma in secondo piano era uno spacciatore di erba ed ogni tanto sì dilettava a compiere furti di automobili; quasi con lo stesso carattere del padre della ragazzina, lui era davvero uno dei suoi migliori amici. Si conoscevano da quando erano piccoli, ma solo l'estate precedente legarono moltissimo perché quando lui si ammalò solo lei e Matteo De luca, un altro suo amico di 21 anni, anche lui con precedenti penali a causa di continue rapine nonostante facesse il cameriere in un ristorante, erano lì ad aiutarlo.
Lucia mentre camminava verso il binario guardava i suoi genitori. Da quando aveva litigato con la sua ex migliore amica, entrambi assunsero un atteggiamento iperprotettivo nei suoi confronti e in quelli della piccola Barbara. Li vedeva affiatati, decisi a cambiare le cose che non andavano bene fino a quel giorno; fino a quando Lucia non se n'è andò di casa ad inseguire il suo sogno. Ci rimase malissimo, quando seppe del collegio, ma forse era il prezzo da pagare per stare bene con sé stessa.
La sorellina seguiva la madre passo dopo passo vedendo in lontananza il numero del binario dove ad aspettare c’era il treno da prendere.
Amava prenderla in giro - Sorellina stai vestita male non era meglio una pantalone lungo invece di quello corto? - Diceva la peste, per attirare la sua attenzione. Lucia si guardò, era per lo short verde militare perché lei lo odiava, scrollò le spalle e sussurro piano avvicinandosi alla sorellina - Fatti gli affari tuoi! - Per poi appoggiarsi sulla spalla della madre.
Arrivarono al binario 27 e saliti sulla carrozza assegnata a loro e raggiunsero lo scompartimento.
Il padre era seduto al lato del finestrino in attesa che il treno partisse: disse, poi, alla moglie - L'auto è andata! Se non fosse stato per questo problema, potevamo evitarlo il treno. Dobbiamo andare a vedere a che punto è appena torniamo a Napoli e poi da tua sorella come già previsto. - La informava del programma della giornata, mentre Lucia collegava il filo dalle cuffie al suo lettore per ascoltare musica.
Cominciato il viaggio con tranquillità iniziarono a mangiare i panini ed il resto che la madre aveva preparato, le due sorelle litigavano per il genere di musica da ascoltare, così la madre mise un cd con la musica conosciuta accontentando entrambi, partì la riproduzione casuale dei brani del momento che soddisfò entrambe.
La madre disse felice - Oh, finalmente niente litigi, si può viaggiare in pace - Non sembrava ma le prendeva in giro. Goffredo si rilassò allungando le gambe per potersi risposare - Ora statevi zitti tutti, voglio riposare quanto basta. A noi toccano altre 4 ore di viaggio per il ritorno. - Li richiamò, inoltre, con il suo modo severo quando voleva farsi ascoltare.
Lucia chiuse gl’occhi, mentre ascoltava la musica, fantasticando sulla nuova vita al collegio.
Arrivarono ad Orbetello, puntuali come orario cosa assai strana per un treno che è sempre in ritardo. Suo padre uscì dallo scompartimento per camminare nei corridoi, scuotendo i capelli ricci che gli scendevano morbidi e belli sul viso sempre sorridente.
Veniva da sorridere anche a Lucia, era contagioso quel suo modo di fare -Ragazza cara! Pronta a vivere questa nuova avventura nel collegio? - Chiese a sua figlia, ritornando dalla famiglia sedendosi, diede una pacca sulla spalla a Lucia e un bacio sulla fronte.
Questa mania di protezionismo nei suoi confronti non le dispiaceva affatto nelle volte come queste.
Lucia respirava il profumo che veniva da fuori il finestrino aperto e si rilassava - Si, papà! Io sono pronta, sarà un po' dura all’inizio ma poi basta farsi l’abitudine anche se mi avrebbe fatto piace restare con i miei amici. È la cosa più bella che possa fare. - Era così immersa nei suoi pensieri che nemmeno si accorse d’essere arrivata a destinazione, la distanza di mezz’ora circa tra Orbetello e Grosseto era già passata. La sorellina si svegliò grazie alla madre con il suo modo gentile, era davvero conciata male per come aveva dormito pesantemente e quel caldo infernale la stordiva ancora di più - Siamo arrivati, mamma? - Le disse, strofinandosi gl’occhi. La mamma, la strinse a sé nella sua magliettina beige e le sorrise - Si, Barby! Papà sta prendendo la valigia di tua sorella. - Guardandola da dietro i grandi occhiali che portava.
Gettò la busta dove prima c’erano i panini dentro il cestino piccolo posto sotto il finestrino.
Il treno, arrivò alla stazione di Grosseto, mentre tutti scendevano dalle carrozze si sentivano parlare due persone che scoppiavano in una fragorosa risata, parlando tra di loro in modo rumoroso.
Goffredo era al quanto infastidito da questa risata rumorosa e mentre scendeva dal treno disse - Ma non si potrebbero zittire questi due? Sono fastidiosi. - Borbottò piano.
Un altro tizio, che li conosceva lì zittì, dando una pacca dietro alla nuca ad uno dei due e quindi suscitando l'ilarità degli altri presenti. Mancava ancora un'ora per arrivare a destinazione, dov'era situato il collegio che forse avrebbe cambiato la vita di Lucia, presero, così, un taxi parcheggiato fuori dalla stazione.
Fine 1° Capitolo
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: fujitoid