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Autore: Myra11    13/04/2020    2 recensioni
Dopo il Primo Ordine, dopo la scoperta delle proprie oscure origini, Rey finalmente è in pace.
Ha ciò che ha sempre voluto.
Una casa, amici, un marito.
Ben Solo l'ha sposata, e ora, il dono più grande: figli.
Ma qualcosa aspetta nel buio, qualcosa che la vuole, che la pretende.
[Reylo, seguito di Can Beauty Come Out Of Ashes?]
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Nuovo personaggio, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 CAPITOLO I

Ben Solo aveva imparato presto che, se la tua metà perfetta nella Diade era incinta, le cose diventavano estremamente complicate.
All’inizio, Rey era insaziabile.
Non ne aveva mai abbastanza, di cibo, acqua, allenamento, di lui.
Poi gli ormoni avevano fatto la loro comparsa, e avevano iniziato a succedere stranezze ogni volta che lei si innervosiva.
La più comune erano i fulmini, che lei manifestava inconsciamente durante gli scatti d’ira, e non sarebbe stato di esagerato, se Rose non ci avesse quasi rimesso un braccio una volta.
Così, Ben aveva trovato una soluzione.
Mentre Rey diventava sempre più ingestibile e soprattutto totalmente indomabile, lui aveva scoperto il modo di calmarla.
Passava ore a meditare nel bosco, sondando i recessi della propria anima, danzando con la Forza e controbilanciando gli sbalzi d’umore della moglie.
Pensare che finalmente era sua era ancora qualcosa che faceva fatica a realizzare del tutto.
Era accanto a lui, era sua per sempre, e per la prima volta, la sua vita andava come doveva.
«Sarai un ottimo padre, rilassati.»
La voce di Anakin non gli giunse inaspettata.
Il Prescelto aveva iniziato a manifestarsi regolarmente da quando lui aveva iniziato a meditare, e la sua era una compagnia gradita.
Inoltre, sembrava che la sua presenza canalizzasse la Forza, e Ben la sentiva pulsare in ogni centimetro attorno a lui.
E sentiva lei, fuoco inestinguibile nel suo cuore e nella sua anima, lontana ma sempre presente.
Sembrava turbata, così lasciò che la calma che provava in quel momento la invadesse.
«Come potrei? Non ho mai avuto un esempio paterno normale.» Mormorò in risposta, e sentì il fantasma ridacchiare.
Anakin non perdeva praticamente mai il suo sorriso sghembo, quasi arrogante, ma le sue parole furono di consolazione. «Proprio per questo sarai bravo. Perché hai avuto esempi che non ritieni adeguati, o normali, e cercherai di fare l’opposto di ciò che hai subito. Eppure, ciò che hai subito ti ha portato ad essere l’uomo che sei, e siamo fieri di te.»
Stava per rispondere quando si rese conto di un dettaglio.
«Siamo?»
«Esatto.»
Riaprendo gli occhi vide il secondo Fantasma, e gli sembrò di tornare a respirare dopo un lungo periodo di apnea.
Affetto, speranza, sicurezza e una ferrea volontà lo invasero quando incrociò lo sguardo della donna.
«Ciao mamma.» La salutò con un sorriso.
Leia si manifestava più raramente di Anakin, si potevano contare le volte sulle dita di una mano, e Ben non nascose la gioia che provava nel vederla.
«Ciao bambino mio.»

 
Inspirò a fondo, sentendo il profumo della pelle della donna invadergli le narici.
Erano a letto, abbracciati, e Ben sentiva la schiena di Rey alzarsi ed abbassarsi contro il proprio petto al ritmo del suo respiro.
Fece scivolare le mani sul pancione della moglie. «Stai meglio?»
Erano domande superflue dato che entrambi percepivano tutto ciò che l’altro sentiva, eppure ancora se le ponevano.
Una sera, tempo prima, in lacrime, Rey si era calmata al suono della sua voce, e Ben aveva presto l’abitudine di parlarle alla sera.
«Hm-hm. Com’è andata oggi?» Rey intrecciò le dita alle sue con un sospiro rilassato.
Ben emanava calore come una coperta enorme, e la sua presenza contro di lei la faceva sentire invincibile.
Era in quei momenti in cui gli era profondamente grata per la pazienza che stava mostrando, e per tutto l’aiuto che le dava, consciamente e non.
«Bene. Ho visto mia madre…Mi ha detto che secondo lei sarò un buon padre.»
«Avevi ancora dei dub…»
Ci volle un secondo perché la loro serata tranquilla si trasformasse in un casino.
L’attimo prima era tranquillo, rilassato e vagamente sonnolento, e poi si trovò a camminare il più in fretta possibile verso il reparto ospedale, con una Rey che si contorceva tra le braccia.
Quando i medici gliela strapparono via si trovò nel buio della notte, da solo.
Sentiva tutto, eppure non era abbastanza, così sfruttò il loro legame per manifestarsi accanto a lei.
Era circondata da dottori, sudata e urlante, e quella scena gli fece venire un brivido.
Eppure lo percepì, e si voltò verso di lui tendendogli una mano.
Il contatto fisico attraverso la Diade era una cosa che ormai veniva loro naturale, e Ben strinse la mano della moglie.
E poi fu in ginocchio, Rey che gli stringeva le dita con una forza impossibile, e il dolore che quasi gli impediva di respirare.
«Mi…dispiace.» Ansimò la donna, facendogli capire che stava condividendo il suo dolore con lui, ma lui scosse la testa.
Se quella era solo una parte del dolore di lei, l’avrebbe condiviso volentieri.
E così, per tutta la notte, l’ex leader del Primo Ordine attese, soffrendo come un cane e chiedendosi come facesse una donna a sopportare tutto questo, e cercò di dare tutta la sua forza alla donna che stava partorendo.
E prima dell’alba, urlanti, piccoli e indifesi, Leia e Han Solo vennero posti tra le braccia dei loro genitori.


  
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