Film > The Avengers
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Autore: yozoranotenshi    15/04/2020    0 recensioni
Dal capitolo 1:
«Voglio che tu ti unisca agli Avengers, in caso di necessità, questo mondo ha bisogno di difensori, e tu potresti essere essenziale in uno scontro. Ne va anche della tua sicurezza: se la Terra fosse distrutta, tu moriresti come chiunque altro.» [...] «Voglio il Soldato D'Inverno. Una settimana, senza alcun controllo dello Shield. Poi, in caso vi servisse un aiuto, vi darò delle direttive per potermi rintracciare.»
Dal capitolo 8:
«Mi sono fidato di te. E invece tu aiutavi e aiuti quelli che mi hanno reso un mostro.»
«Ti ho aiutato ad uscirne definitivamente mettendomi anche a rischio, loro lo avrebbero fatto?» si avvicinò un po' di più a lui.
«Vorresti dire di essere diversa da loro?»
«Io lo sono, sono diversa da loro.» mise una mano sul suo petto, fissandolo dritto negli occhi. Lui la strinse, senza farle male.
«Allora dimostramelo.» la sfidò. Doveva avere una conferma, aveva già visto che sapeva ingannare le persone fin troppo bene.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Erano quasi giunti alla base. Iris parcheggiò la macchina in una strada poco trafficata.

«Sei sicuro di non voler restare qui?» chiese al soldato, capendo che per lui potesse essere difficile, sapeva come ci si sente ad essere rinchiusi.

«Non posso lasciarti andare da sola. Ti ho convinta io.» rispose lui, uscendo dall’auto e chiudendo lo sportello. Lei lo seguì, cercando un segno di cedimento nel suo sguardo, ma non ne trovò neanche uno.

«Non hai paura?» gli chiese, anche se forse quella domanda era fuori luogo.

«Non hanno più potere su di me.» rispose gelido lui, non era il momento per lasciarsi prendere dal panico. Aveva una “missione” da portare a termine.

Giunsero davanti ad uno sportello e due uomini armati gli si avvicinarono.

«Salve, signorina. La stanno aspettando all’interno.» disse uno dei due, aprendo il passaggio con una chiave magnetica.

I corridoi erano grezzi e le luci bianche davano un’atmosfera surreale, ma i due non si sarebbero impressionati per così poco, dopo tutto il sangue che avevano visto durante le loro battaglie. Iris camminava sicura, non la scortava nessuno, ma dava segno di sapere esattamente dove stesse andando. Quante volte aveva percorso quei corridoi? Quante armi aveva scambiato in cambio di denaro? Troppe, e forse questo le provocava una strana sensazione, quasi senso di colpa verso l’uomo alla sua destra, provocandole non poca irritazione.

Giunse davanti ad una porta in fondo al quarto corridoio che avevano percorso su cui si ergeva in rilievo il simbolo dell’Hydra, e la aprì senza neanche bussare.

«Sempre la solita, Iris. Non bussi mai.» Rise Elliot, da dietro la scrivania. Era lui che si occupava del commercio di quella base, da qualche anno.

«Vedo che hai portato un nostro vecchio amico, allora le voci erano vere.» fece un cenno del capo l’uomo, verso il soldato.

«Mi sentivo un po' sola ultimamente, sai com’è.» rispose stizzita lei, accomodandosi su una sedia, con il moro che la imitava.

«Allora, passiamo agli affari, ho un po' di lavoro da sbrigare. Mi servono più Kalashnikov AK-47, circa tremila. Voglio mille fucili d’assalto F2000 ed altri mille HK416. Nel minor tempo possibile.» spiegò lui.

«Non avrai neanche una pistola da me, sono venuta a chiudere i contatti.» spiegò lei a sua volta.

«Cosa?» sobbalzò Elliot, alzando forse troppo la voce, facendo avvicinare un paio di guardie da dietro la scrivania. Senza muovere nemmeno un muscolo, Iris le scaraventò contro la parete con i suoi poteri.

«Sei diventato sordo, per caso?» ironizzò la corvina.

«C’entra lui?» chiese l’uomo, ricomponendosi e voltandosi verso il Soldato.

«Queste non sono cose che ti riguardano. Detto questo, cerca di non farti vedere in giro.»

«I miei superiori non saranno felici di questo, Iris, puoi ancora cambiare idea.» provò lui, sapendo benissimo che quelli di cui parlava se la sarebbero presa prima di tutto con lui, anche se irragionevolmente. Lo fanno sempre con i portavoce di cattive notizie, e quella era una pessima notizia.

Lei, d’altro canto, si girò con una calma inquietante e gli lanciò un occhiata abbastanza eloquente.

«Di ai tuoi superiori che quello che pensano se lo infilassero dritto nel culo. Se vedrò anche uno solo di voi, lo annienterò. Non fartelo ripete ancora. E non provare a metterti sul mio cammino.»

Uscì dalla stanza seguita dal Soldato, che era vigile come se da un momento all’altro potesse esplodere una bomba. Ma non successe niente, almeno non immediatamente. Salirono in auto, ancora senza parlare. Fu la corvina a rompere il silenzio.

«Abbiamo fatto abbastanza in fretta, passiamo un attimo al night, devo avvisare Trevor e poi è da un po' che non so cosa succede lì.»

Il soldato si limitò ad annuire.

 

[…]

 

Iris aveva appena raccontato l’accaduto a Trevor, limitandosi appena alla superficie. Di certo non gli avrebbe detto che lo aveva fatto perché si sentiva in colpa e gli dispiaceva per il moro, non poteva umiliarsi così tanto.

«Sei forse impazzita, dico io? Cosa ti è passato per la testa?» sospirò lui, afflitto, portandosi la mano destra alla fronte.

«Non contestare le mie decisioni, Trevor.» lo rimproverò Iris e lui annuì, uscendo dalla sala di controllo visibilmente irritato. Il Soldato non aveva ancora aperto bocca, ma sembrava concentrato sulla figura di Iris. «Ti hanno mangiato la lingua, lì dentro?» chiese lei.

«No, stavo solo pensando.»

«A cosa?»

«Niente di importante.»

 

E invece era importante, perché adesso aveva la conferma che Iris non si limitasse più solo a pensare al denaro, ma aveva paura. Mancavano solo due giorni e poi sarebbe dovuto tornare dai suoi amici, e lei cosa avrebbe fatto? Non li avrebbe seguiti, questo sicuramente, ma si sarebbe di nuovo lasciata andare al male, all’abisso? Se fosse tornata com’era durante il loro combattimento, lui ne avrebbe sofferto.

«Che cosa gli state facendo?» sentì dire alla corvina e all’iniziò non capì a cosa si riferisse, perso com’era nei suoi pensieri, ma poi si avvicinò e vide che stringeva un walkie tolkie tra le mani mentre fissava uno schermo ed un uomo al suo interno avvicinava le mani all’orecchio per rispondere. Vide anche delle ragazze, tenute ferme da altre due uomini. «Abbiamo avuto una soffiata, volevano denunciarla e fuggire via, cercando rifugio in una città vicina, ma le abbiamo bloccate in tempo. Può dirci cosa dobbiamo fare con loro?» chiese l’uomo.

Iris emise un sospiro pesante.

«Qualsiasi cosa vogliate, basta che non parlino. Tagliategli le lingue se necessario, uccidetele. Non voglio un briciolo di attenzione su questo posto o su di me, chiaro?» Bucky non poteva credere alle sue orecchie.

Non era cambiata poi così tanto, allora. Cosa pensava davvero, quella donna? Lo avrebbe reso pazzo cercare di comprenderla, non c’erano dubbi su questo.

  
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