Serie TV > Mr. Robot
Ricorda la storia  |      
Autore: _Atlas_    22/04/2020    0 recensioni
«Non ha davvero niente da dirmi, signorina Alderson?»
No, figlio di puttana, pensa.
«Può anche dirlo ad alta voce, ormai ho rinunciato a impartirle l’educazione che avrebbero dovuto darle i suoi genitori» dice con finta cordialità.
«Wow, ha coraggio da vendere, allora. Non mi sorprende che sia un agente dell’F.B.I.»
Lo dice con esagerata superficialità, con una maschera più spavalda di quella che indossa ogni giorno e che spesso le permette di incamerare più ossigeno nei polmoni e di rallentare il battito impazzito del cuore. Solo che adesso non funziona e tra le mura asettiche di quella stanza respirare è impossibile.

[3° stagione]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Darlene Alderson
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Panic Station
 
 
 
 
 
 
 
Il carro armato delle Dr. Martens batte a ritmo accelerato sul pavimento della stanza e la sua mano scorre sudata sulle calze a rete color petrolio. Sa che c’è ancora il sangue di Cisco, incrostato sul ricamo della stoffa.
L’orologio dell’agente sembra accompagnare il ritmo delle sue scarpe e scandire il tempo in modo disarmonico e innaturale; i secondi durano minuti, i minuti durano ore e le ore non esistono più.
Dio, da quanto tempo si trova lì dentro?
Getta un’occhiata alla videocamera che non ha mai smesso di riprenderla, come se fosse impaziente di registrare il momento in cui si sarebbe strappata la manetta dal polso, uccidendo l’uomo che l’aveva incastrata e scappando a gambe levate.
«Non ha davvero niente da dirmi, signorina Alderson?»
No, figlio di puttana, pensa.
«Può anche dirlo ad alta voce, ormai ho rinunciato a impartirle l’educazione che avrebbero dovuto darle i suoi genitori» dice con finta cordialità.
«Wow, ha coraggio da vendere, allora. Non mi sorprende che sia un agente dell’F.B.I.»
Lo dice con esagerata superficialità, con una maschera più spavalda di quella che indossa ogni giorno e che spesso le permette di incamerare più ossigeno nei polmoni e di rallentare il battito impazzito del cuore. Solo che adesso non funziona e tra le mura asettiche di quella stanza respirare è impossibile.
«Ho bisogno di…»
Il suo corpo sussulta un secondo prima che i pugni dell’agente sbattano con violenza sul tavolo.
«Stammi bene a sentire, piccola fuorilegge: Sid Vicious è morto ed è da un pezzo che non siamo più negli anni Settanta, perciò ti consiglio di smetterla di atteggiarti come una stella del punk-rock» le intima con calma contraddittoria, prima di avvicinarsi a un palmo dal suo viso e parlare di nuovo: «Stai molto attenta a quello che dici e a come ti comporti, non vorrei che a qualcuno tornasse in mente il modo in cui  è morta Nancy Spungen, siamo intesi?» 1
Un goccia di sudore le solletica la pelle sensibile tra i seni, ma non sono le parole dell’agente a farle paura, quelle non le ha nemmeno sentite.
«Che succede qui?»
La voce dell’agente Di Pierro si intromette in quel quadro surreale e per un brevissimo istante il panico lascia il corpo di Darlene per appropriarsi della persona che ha di fronte. Crede di poter tornare a respirare, ma lo sa, lo sa, che quella è solo una triste illusione.
«Santiago? Mi pare fossimo d’accordo che avrei parlato io con Darlene» gli ricorda la donna, indispettita.
L’uomo si ricompone, guardando un’ultima volta la giovane con fare intimidatorio. Dominique segue i loro sguardi, c’è qualcosa che le sfugge.
«La prossima volta ti sarei grata se mi lasciassi fare il mio lavoro» dice quando gli è abbastanza vicina.
«La prossima volta ricordati che sei un’agente dell’F.B.I. e non una principessa Disney. Credo che qui ci sia un po’ di confusione su luoghi e i tempi che stiamo vivendo» ribatte prima di uscire dalla stanza.
Il sospiro di Dominique riempie la stanza mentre avanza verso il tavolo.
«Mi scuso a nome di tutto l’F.B.I., non tutti gli agenti lavorano come Santiago».
La donna continua a parlare ma Darlene non la sente, la sua voce arriva ovattata alle sue orecchie e l’unico suono che riesce a distinguere è quello del suo cuore che rimbomba furiosamente nel petto, minacciando di spaccare a metà la gabbia toracica che lo protegge.
«Insomma, non dovrei dirti queste cose ma non mi piace lavorare in ques- Ehi, stai bene?»
Cazzo. Cazzo! Non adesso, non-
«Darlene?»
«Oddio…non riesco a…a…respir-are, non r-»
Sto morendo, sto mor-
Li sente, i polmoni che bruciano mentre cercano l’ossigeno che non lei non riesce a inspirare perché un mostro invisibile le sta stringendo la gola e saltando sul petto. E che le urla nelle orecchie che Cisco è morto, che non ha scampo, che presto morirà anche lei. Proprio come Nancy Spungen, con la scia di una lama affilata ben marcata sul suo collo sottile e…
«Darlene! Darlene, guardami. Va tutto bene»
No, non va bene, non va per niente b-
«Darlene, guardami, concentrati su di me.»
Lei mi capisce? Sa davvero cosa mi sta succedendo? Come può saperlo se ogni volta è diverso, se…
«Ehi, sai cosa mi è appena successo?» la sente dire, con una calma che non si aspettava «Stavo bevendo il caffè in ufficio e mi è tornata in mente quella canzone dei Duran Duran, Ordinary World, la conosci? But I won't cry for yesterday there's an ordinary world somehow I have to find….”» accenna «Non ho idea del perché l’abbia pensata, ma ho iniziato a cantarla e…è buffo, non ci crederai, ma prima di venire da te sono passata da una collega che aveva lo stereo acceso e, beh, in radio passavano proprio questa canzone! Voglio dire, non è assurdo? Io lo trovo incredibile.»
L’agente Di Pierro continua a parlarle e a tenerla d’occhio e qualcosa, nel suo inconscio, inizia a farle credere che non sta morendo, che quella non è la fine. È solo un attacco di panico, l’ennesimo.
Il suo respiro si fa più lento e poco a poco la morsa che l’ha rapita scompare, affievolendo le sue grida spietate e sussurrando all’orecchio parole che ormai non riesce più a sentire.
«Passato?»
La voce di Dominique si insinua in quel silenzio surreale. Annuisce appena, perché dirlo ad alta voce le fa paura.
«Lo sapevo. Passa sempre, anche se non sembra» dice senza guardarla negli occhi. Sta iniziando a capire quando un argomento sembra esserle intimo. Forse ha ragione, non sono poi così diverse loro due.
«Da quanto tempo ce li hai?»
«Da sempre.»
«Hai mai pensato di..»
«Di fare psicoterapia? Non funziona, e poi gli strizzacervelli mi fanno venire l’ansia. Mi sembra controproducente.»
La donna la osserva e accenna un sorriso con le sue labbra sottili, non sa se rivolto a lei.
«Intendevo dire: hai mai pensato di prendere dei farmaci? Per alcuni sono una mano dal cielo» spiega, e Darlene sa che parla di se stessa.
Vorrebbe dirle che prende già dei farmaci che la fanno stare meglio, anche se a volte le fanno sanguinare il naso.2
«Ci penserò…Per il momento i Duran Duran hanno funzionato. La prossima volta me lo ricorderò.»
 
 
*
 
 
 
“And as I try to make my way to the ordinary world I will learn to survive”
Riflessa allo specchio, la sua immagine torna ad essere nitida e la mano smette di stringere il marmo alla ricerca di un appiglio. Non può prendere quell’aereo, ora capisce il perché.
È passato, e questa volta ci è riuscita da sola. Sarà così anche in futuro, ne è certa, anche se la paura tornerà a farle male.
E forse Dom ha ragione, Budapest può aspettare.
 
 
 
 
*
 
 
 Note
1. Riferimento alla vera storia di Nancy Spungen, trovata assassinata con un taglio alla gola da Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols.

2. Riferimento alla cocaina; il sanguinamento dal naso è uno dei tanti effetti collaterali di questa droga.



 
NdA
Bonsoir, gente :)
Torno su questi schemi con quello che dopo quattro stagioni considero il mio personaggio preferito della serie, Darlene. Ho pensato che Dom avesse avuto modo di tranquillizzarla riguardo la faccenda degli attacchi di panico e che alla fine Darlene riuscisse ad affrontarli anche grazie al suo aiuto.
Ho visto che questo fandom non è molto frequentato al momento, ma spero che questa one-shot vi sia piaciuta e, se avete voglia, fatemi sapere cosa ne pensate, anche privatamente (non solo della storia in sé, ma anche della serie in generale); è sempre bello scambiarsi opinioni :)
 
Un saluto e alla prossima,
 
_Atlas_
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Mr. Robot / Vai alla pagina dell'autore: _Atlas_