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Autore: Dark_ Rose2000    22/04/2020    1 recensioni
Hope si ritroverà a rivelare al nostro caro Trunks parte del proprio passato che mai avrebbe voluto ricordare...cosa accadrà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti e bentornati in questo nuovo capito.
Inanzi tutto volevo ringraziarvi per aver deciso di leggere questa ff e perché no, mi farebbe piacere anche ricevere un vostro parere a riguardo.
Ma soprattutto volevo informarvi che questo capito è dedicato a Laurakovac che mi sostiene tantissimo ed è per questo che le sono molto grata!
Detto questo vi lascio alla storia...buona lettura!!
 
 
Erano passati svariati minuti da quando nessuno dei due aveva più proferito parola.
 
Erano seduti uno di fronte all’altra a guardarsi negli occhi.
 
Era come se nessuno di loro volesse rompere quel silenzio che li stava pressando.
 
Lui stava ancora pensando a ciò che la mezza Sayan gli aveva rivelato poco prima mentre lei, non faceva altro che aspettare una sua qualche reazione.
 
Voleva che dicesse qualcosa...qualunque cosa purché le rivolgesse la parola.
 
Sapeva benissimo a cosa comportava il suo silenzio, ed era per questo che aveva paura.
 
Quando perdeva il controllo di se stesso, era difficile che lei riuscisse a calmarlo, ma questa volta la vedeva dura...molto dura.
 
A essere del tutto onesta non sapeva nemmeno lei cosa volesse farle; ma di una cosa era certa: non lo aveva mai visto così, era talmente assorto nei suoi pensieri che era come se volesse trasmetterle tutto ciò a cui stava pensando solo con il contatto visivo.
 
Voleva andarsene da quella stanza, voleva scappare.
 
Non riusciva più a sostenere tutto ciò un solo istante di più.
 
Era troppo per lei.
 
Decise di alzarsi dal divano, ma non appena fece qualche passo in avanti in direzione dell’uscita Trunks la richiamò con tono serio
 
“ Dove pensi di andare Hope? “ le domandò
 
“ I-io, pensavo di andare di là, in cucina a preparare la cena perché, qualche problema? “ gli rispose lei cercando di mantenere un tono quanto più calmo possibile voltandosi leggermente verso di lui
 
“  La cena può anche aspettare...torna a sederti “ le ordinò indicandole il divano
 
“ M-ma perché scusa,ho fame e voglio cucinarm.. “ ma non terminò la frase che vide Trunks chiudere la porta del soggiorno a chiave
 
“ Tu non te ne andrai da qui, fino a quando non mi avrai detto tutto, TUTTO chiaro?! “ le disse il giovane Sayan mettendosi davanti a lei
 
“ T-Trunks, ti prego s-smettila mi fai paura, torna in te ti scongiuro “ lo supplicò non appena lo vide trasformarsi in Super Sayan.
 
Ora sì che era in guai seri...stava cominciando a tremare, ma decise di mostrarsi forte ugualmente cercando di spostarlo per poter aprire la porta, ma era tutto inutile perché prima che lei potesse anche solo pensre di toccare la maniglia, lui staccò le chiavi dalla serratura.
 
“ E’ tutto inutile Hope….non uscirai da qui fino a quando non ti deciderai a dirmi tutta la verità “ l’avvisò Trunks prendendola per un polso e riportandola a sedersi
 
“ N-non c’è nulla da dire a riguardo “ gli rispose lei sperando che la lasciasse stare.
 
“ Bugiarda “
 
“ Come scusa? “
 
“ Sì, hai sentito bene, sei una bugiarda “ le disse tornando a sedersi a sua volta
 
“ E se non ti sbrighi a raccontarmi tutto, continuerò ad attribuirti questo aggettivo “
 
Sentendosi chiamare così, strinse i pugni.
 
No, non era vero...lei non era una bugiarda, non lo è mai stata.
 
Se lo aveva tenuto all’oscuro di tutto ciò c’era un motivo, e in questo caso era anche più che valido.
 
Eppure fino a un paio di ore fa l’aveva vista piangere, ma allora perché, perché voleva che ricordasse nuovamente tutto ciò nonostante sapesse che per lei non era per niente semplice, avrebbe voluto semplicemente dimenticare tutto...era per caso chiedere tanto? Ma sapeva che non aveva alternative se non accontentarlo.
 
Era in casi come questi che malediva la sua testardaggine.
 
“ D’accordo, hai vinto ma prima,  puoi ritornare alla tua forma base per favore?  “  gli  chiese con tono quasi supplichevole
 
“ Perchè? Temi che possa farti qualcosa per caso? “ le domandò scrutandola con attenzione
 
“ Beh, in un certo senso sì, c-che poi si può sapere che ti prende? Perché mi stai trattando così? “ sbottò lei non capendo il perché le si stesse rivolgendo in quel modo.
 
“ Tra poco capirai e ora forza “ la incitò Trunks
 
“ Dunque deduco che rimarrai trasformato? “ si informò Hope con un tono leggermente allarmato
 
“ Sì “
 
“ Allora, cosa vuoi sapere esattamente? “
 
“ Beh, potresti per esempio incominciare partendo col dirmi com’è successo tutto ciò “ le disse mettendosi comodo e chiudendo gli occhi.
 
Sapeva che tutto ciò che stava facendo le faceva male...sapeva che facendo così non faceva altro che riaprire una ferita dolorosa...molto dolorosa, ma doveva.
 
Sapeva che questo era l’unico modo che aveva a disposizione se voleva che Hope riuscisse a dirgli tutto ciò che per molti anni teneva dentro di sé.
 
Voleva che si sfogasse, voleva cercare di placare una volta per tutte il suo dolore e se, essendosi comportato in modo dolce e apprensivo per tutto il tempo non era servito, non ‘era nessun’altra soluzione.
 
Sapeva quanto lui nonostante non glielo avesse mai rivelato apertamente per il suo troppo orgoglio riuscisse a incuterle paura, ma non con le parole...con il silenzio.
 
Chi lo avrebbe mai detto che questo suono sarebbe potuto essere un’arma a doppio taglio.
 
Lei lo usava per dimenticare, lui lo usava per sfogarsi.
 
Non sopportava di vederla così e soprattutto se la causa di tutto ciò era lui, eppure aveva fatto di tutto pur di farla sentire a suo agio ma allora perché, perché erano arrivati a questo punto, dove aveva sbagliato? Perché non si è confidata con lui? Cosa c’era che non andava?
 
Voleva aiutarla.
 
Voleva che capisse che lui per lei c’era sempre, e anche doveva ricorrere a questo metodo...pazienza...ormai aveva già deciso.
 
 
 
“  Dunque, come ben sai tempo fa stavo con Alex, un altro Sayan.
All’inizio la nostra sembrava una bella storia d’amore, una come tante. Certo, da subito lui si era mostrato molto geloso e possessivo ma io, avevo scambiato i suoi atteggiamenti per attenzione, per cura.
Mi considera preziosa pensavo. Ma la cosa non durò molto.
Dopo che c’eravamo messi insieme era successo diverse volte.
Troppi litigi,violenza e insulti, così decisi di lasciarlo.
Volevo scappare dalla sua violenza ma poi, mi ero fatta convincere dalle sue scuse.
Mi aggrappavo al fatto che lui fosse pentito, che sarebbe cambiato.
Sono sempre rimasta dell’idea di lui, quella che mi ero fatta prima che ci mettessimo insieme e pensavo che la parte “ buona “ avesse prevalso.
Ma non era così. “  iniziò a raccontargli Hope guardandolo di tanto in tanto, ma lui non osava fiatare, per poi proseguire
 
 
“  Ho tentato la fuga più e più volte ma poi tornavo, convinta dalle sue promesse. L’unica volta che ce l’ho fatta a non tornare è stato quando ho scelto di andare a rifugiarmi nella casa di montagna, dove sapevo che lui non mi avrebbe mai trovata in quanto non sapeva che ne possedevo una.
Ma i sensi di colpa dopo un paio di settimane cominciarono a divorarmi.
Ero ancora dell’idea che nonostante ciò la colpa era mia, solo ed esclusivamente mia; e fu così che tornai.
 
Lui questo mio gesto non lo perdonò e fu da qui che l’inferno, se così si può chiamare iniziò:
mi teneva ammanettata a letto prima per ore, poi per settimane fino ad arrivare a mesi.
Continuavo a subire violenze, una dietro l’altra.
Da quelle fisiche a quelle psicologiche. Passavo giorni interi senza né mangiare né bere, ma nonostante ciò continuavo a convincermi che la colpa di tutto questo era mia.
Ero dell’idea che tutto ciò che stavo subendo me lo meritavo.
Quello che comunemente viene chiamato violenza, io non riuscivo a chiamarla così.
Non ci riuscivo perché lui mi aveva convinta che non c’era nessun di cui mi potessi fidare, che solo lui poteva aiutarmi a gestire la mia vita visto che io non ero capace.
Non faceva altro che reputarmi una sporca Sayan o, come meglio preferiva chiamarmi lui una mezza Sayan sterile e visto che non utile né per procreare né per combattere ed essere degna di affrontarlo,non ero solo che un animale da macello.
Ho vissuto con lui in questo stato per circa un anno.
Violenza, insulti,droga e abusi ogni giorno, ma a lui tutto ciò non bastava.
Era poco,troppo poco.
Così sono passata a essere un passatempo anche per i suoi amici.
Mi toccavano come e quando volevano a loro piacimento e, più mi vedevano versare lacrime più le violenze aumentavano.
Per loro era una goduria, per me una pugnalata allo stomaco.
Mi sentivo usata,maltrattata...un oggetto.
Già,un oggetto nelle sue mani che poteva usare a suo piacimento.
E pensare che quando l’ho conosciuto mi sentivo fortunata.
Lavoravo in un locale per potermi permettere gli studi universitari, lui entrava e mi seduceva.
Poche parole,tanti sorrisi.
Mi sentivo stordita ma pensavo fosse amore, uno di quelli che capita solo una volta nella vita.
E invece no: l’amore era il mio, io suo era un bel mix di finzione e manipolazione.
Premure eccessive. Complimenti a effetto.
Ricordo che di me voleva sapere tutto, di lui non sapevo nulla.
E’ bastato poco, nel giro di pochi mesi lui incominciò a fremere affinché andassi a convivere e io accettai.
Ma in poco tempo il mio sorriso era diventato a suo parere una provocazione.
Quei pochi amici che avevo e i miei genitori un intralcio, così, non ci pensò due volte a farli fuori e fu quando, mentre un giorno era rientrato ubriaco dagli allenamenti ed era entrato in stanza per sfogarsi con la sottoscritta che, tra un bacio,un insulto e qualche colpo di frusta che mi rivelò della loro morte.
Io lo venni a sapere un anno e mezzo dopo.
Fu quella l’ultima goccia che fece traboccare il vaso.
Nonostante le condizioni in cui ero ridotta, mi trasforma per la prima volta in Super Sayan e, combattendo con anima e corpo lo uccisi.
Le mani, così come il resto del corpo imbrattate di sangue significavano la mia vittoria...la mia Libertà.
In quel momento, provavo così tante emozioni contrastanti che se qualcuno mi avesse vista in quello stato, mi avrebbe sicuramente portata in un manicomio.
Rimasi lì a guardarlo per un po’ ma forse erano ore...non ricordo.
Non sapevo se piangere sul suo cadavere o mettermi a ridere sedendomi vicino a lui solo per poterlo prendere in giro.
Ma no..alla fine decisi di dargli fuoco.
Diedi fuoco a tutta la casa e a tutto ciò che avrebbe potuto ricordarmi di lui.
Prima di lasciare questo mondo ricordo che mi disse “ se sei riuscita a tirare fuori tutta questa grinta all’ora vuol dire che a qualcosa sono servito, ma non ti preoccupare, tu verrai all’inferno con me e io sarò lì ad aspettarti ...in fin dei conti sei mia “.
Penso che non potrò mai dimenticare questa sua affermazione, ma di una cosa sono certa: l’inferno non potrà mai avere posto per tutti e due.
L’inferno non ha più un posto per me anche perché credo di averci già vissuto abbastanza.
Ecco...ho finito “
 
concluse Hope guardando il paesaggio notturno fuori dalla finestra cercando di trovare in lui un senso di calma e tranquillità.
 
Fu in quel preciso istante che Trunks la baciò e lo fece in una maniera talmente dolce che si sentiva il cuore battere all’impazzata.
 
Lei non lo respinse,non voleva e non lo avrebbe mai fatto.
 
Aveva pianto.
 
Trunks aveva pianto...per Lei.
 
Ne rimase sorpresa ed è accarezzandogli il volto che se ne accorse.
 
“ T-Trunks io… “
 
“ Shhh..non parlare..ti prego non dire nulla “  la zittì lui parlandole in modo dolce posandole l’indice sulle labbra e tornando ad assumere la sua forma base.
 
“ So che hai capito che ti ho trattata così solo per farti dire tutto ciò che da tempo..troppo tempo tenevi qui dentro “ le disse appoggiando la mano all’altezza del cuore.
 
“ Forse non avrei dovuto ma...non sopportavo di vederti così..Hope, io ti amo e non smetterò mai di dirtelo e anche se non sei ancora pronta a confidarti con me su tutto...io.. sarò qui..ad aspettarti...ad aspettare..per te “
 
le rivelò il Sayan dandole un bacio sulla fronte.
 
Lei a quella rivelazione si lasciò andare..era la prima volta che si sentiva così amata, capita, apprezzata  e così..libera, già libera da un peso che si era portata dentro da moltissimo tempo e che solo grazie a lui era riuscita a liberarsene...ne era grata.
 
Lo abbracciò.
 
“ Grazie, grazie davvero...sei una persona fantastica Trunks, sei riuscito a capirmi nonostante il mio silenzio, sei riuscito a cogliere il mio disperato aiuto silenzioso ed è per questo che te ne sono grata “
 
e detto ciò rimasero lì, abbracciati gli uni all’altra  a trasmettersi il loro amore senza neppure bisogno di parlare perché sì, quel silenzio che per un tempo che sembrava infinito non aveva fatto altro che portare tristezza ora, stava trasmettendo solo tanta gratitudine e amore.
 
 
   
 
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