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Autore: Calipso19    25/04/2020    0 recensioni
[Papyrus e i misteri del Nilo]
A lungo aveva fantasticato sul momento in cui si sarebbe dichiarata a lui, in cui gli avrebbe confessato che più di una volta aveva scelto di dare la propria vita per lui. Ma come poteva dirglielo? Di cosa si vergognava? Lui l’aveva vista da morta.
- Certo che - finalmente lui parlò - Potresti darmi un pò più di fiducia.
One-shot sulla coppia Papyrus-Theti dell'ormai dimenticato Papyrus e i misteri del Nilo. Un cartone che merita.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dopo l’ennesima volta che gli aveva risposto male, Theti, tutt’altro fiera di sé stessa, andò sulla riva del grande fiume Nilo, raccolse le ginocchia al petto e fissò lo sguardo nell’acqua, come se avesse potuto trovarvi una soluzione.

Sono stata una stupida, pensava. Maledetto orgoglio.

Perché non riusciva ad addolcirsi un pò in sua presenza? Perché si sentiva spesso a disagio in sua compagnia, tanto che la sua prima difesa era comportarsi da ragazzina viziata qual era stata, anche se ora era una giovane donna. Si era ripromessa mille volte di lasciarsi andare, di sentirsi più libera, di dimostrargli quello che provava per lui. Se non con le parole, almeno con i piccoli gesti.

Si, perché era avara anche d’amore. Il primo che le stringeva la mano quando le cose si mettevano male era sempre lui. Era sempre lui ad afferrarla quando si trovavano in pericolo. Ed era sempre lui che, una volta finita la battaglia, le andava incontro a braccia aperte e lei gli permetteva di toccarla.
Perché non riusciva lei stessa a farlo? Perché il solo pensiero di prendere l’iniziativa la metteva tanto in crisi?

Eppure ci aveva pensato. A lungo aveva fantasticato sul momento in cui si sarebbe dichiarata a lui, in cui gli avrebbe confessato che più di una volta aveva scelto di dare la propria vita per lui, e che l’avrebbe rifatto ancora, e ancora, e per sempre.

Sospirò, sedendosi più comodamente sul fianco, la vista annebbiata da piccole lacrime e ricordi di mille avventure.
Perché aveva tanta paura a dirglielo? I suoi sentimenti ormai erano palesi persino per il Faraone, suo padre. Che non aveva mai tentato d’ostacolarla, anzi, sembrava favorevole a un loro rapporto, anche se la lasciava completamente libera di scegliere. E lei aveva scelto.

Ma come poteva dirglielo? Di cosa si vergognava? Di essere ridicola forse? Era per questo che faceva tanto l’orgogliosa a volte, con lui?
Eppure si erano ritrovati molto spesso in situazioni pericolose, a un passo dalla morte. Anzi, lui l’aveva vista da morta. Aveva tirato fuori il suo corpo da un sarcofago. L’aveva assistita nel momento più delicato per un essere umano, e anche in quello più impensabile. Da morta e da resuscitata. E non l’aveva mai guardata con occhi diversi, o con ribrezzo, o con paura.

Quando non era arrabbiato con lei (e ci voleva poco per farlo arrabbiare: aveva la presunzione di un Faraone) e la guardava, che fosse felice, curioso, spaventato da un pericolo o determinato nel vincere una battaglia, lei poteva scorgere una scintilla negli occhi di lui, che era per lei, solo per lei.  

E nonostante questo, Theti era soffocata dalla paura, e per difendersi lo allontanava mettendo in pratica comportamenti che lei stessa ripudiava. E non riusciva a fare altro.

Un’ombra la sovrastò, e prima che potesse spaventarsi, Papyrus si sedette vicino a lei senza guardarla, gli occhi persi nel fiume e l’inseparabile spada legata alla schiena.
Theti lo guardò brevemente: aveva il viso ombroso, doveva essere ancora arrabbiato. Allora che ci faceva lì?

- Certo che - finalmente lui parlò - Potresti darmi un pò più di fiducia.

Lei non rispose, ricordando il motivo della loro litigata. La principessa Anitti era di nuovo in visita come ambasciatrice, e aveva scelto Papyrus come accompagnatore, che non si era tirato indietro. Theti l’aveva presa male, e quando lui aveva cercato di farla ragionare (“Theti, Anitti è una principessa, e io sono solo un umile pescatore. Non posso dirle di no senza una valida spiegazione!”) lei gli aveva dato le spalle e se n’era andata.

- Non voglio doverti sempre rincorrere perché ti arrabbi per delle sciocchezze.

Sciocchezze? Quelle per lui erano sciocchezze?
Serrò le labbra, troppo furiosa per dire qualcosa e troppo colpevole per poterlo fare. Si voltò a fronteggiarlo. Lui la guardava con la stessa intensità.  

- Voglio la tua fiducia, e me la merito. Soprattutto per cose di poco conto, come questa.

Stavolta aprì la bocca per ribattere, ma lui fu più veloce.

- Non voglio, ogni volta che si presenta una circostanza simile, ricominciare tutto da capo con te. Come se fra noi fosse ancora tutto da… - S’interruppe, sbuffando. Lei cercò di mantenere un’espressione rabbiosa, ma averlo così vicino glielo impediva, e vederlo così frustrato nel tentativo di spiegarsi con lei le faceva, in qualche assurdo modo, piacere. Lui addolcì la voce. - Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, ormai dovresti averlo capito.

Theti trasalì e la sua rabbia evaporò, mentre lui la guardava in silenzio e lei perdeva il controllo. Lo sguardo di Papyrus le stava dicendo tutto quello che le parole avevano sottinteso, e dai propri occhi lui stava vedendo tutto quello che aveva bisogno di sapere. Finché sorrise, e lei si sentì quasi ferita. Perché non era più arrabbiato con lei, perché lei non era più arrabbiata con lui, e semplicemente perché lui era bello quando sorrideva.

- Ora vado - le disse. Si alzò sulle ginocchia, appoggiò una mano vicino a lei e avvicinò il volto al suo. Lei riuscì a sentire il suo fiato sulla propria bocca. - Quando tornerò stasera, verrò da te, principessa. Sempre se lo vorrai.

- Si che lo voglio. - rispose prima di rendersene conto. La propria voce non era più arrabbiata, ma urgente, bassa, vibrava di felicità. - Lo vorrò sempre. - aggiunse, senza fiato.

Lui sorrise ancora contro le sue labbra, la guardò con dolcezza mentre si alzava e infine se ne andò.
Theti si ritrovò da sola con il grande fiume Nilo, lo sguardo perso nella placida corrente, ringraziando mentalmente gli dei per averle fatto conoscere il suo umile pescatore.
  
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