Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: FalbaLove    27/04/2020    2 recensioni
-Shinichi- mormorò a fior di labbra la ragazzina: Conan girò leggermente lo sguardo mentre il volto pensieroso della sua interlocutrice venne riflesso sulle sue lenti.
-Pagherei per poter essere realmente Ai Haibara- sospirò mordendosi violentemente un labbro. Il piccolo detective osservò impotente una amara espressione farsi strada sul viso della amica.
-Pagherei per poter cancellare tutto il mio passato- continuò mentre calde lacrime iniziarono a scorrere velocemente sulle sue pallide guance.
-Pagherei per poter vivere tutte le prime volte che mi sono state strappate. Come può un momento così candido e innocente come il primo amore essermi stato sottratto così violentemente?- mormorò lasciando finalmente che i loro sguardi si incontrassero. Conan sussultò notando la profonda malinconia che aleggiava nei suoi occhi grigi. D’istinto afferrò la candida mano della ragazza tra la sua: lei stranamente non fece alcun tipo di resistenza.
-Haibara io …-
-Non dire niente- lo interruppe lei scuotendo la testa con decisione.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Mitsuhiko Tsuburaya, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un timido vento di fine aprile sembrava non voler lasciare le piccole vie di Tokyo: in una di queste cinque piccoli bambini percorrevano la loro strada abituale parlando animatamente.
-Non vedo l’ora che sia domani!- urlò eccitata una piccola bambina saltando sul posto: i suoi capelli, di un castano molto scuro, si scompigliarono leggermente mentre i suoi occhi si illuminarono dalla gioia. Il bambino  che camminava affianco a  lei sorrise spavaldo portandosi le mani dietro alla nuca.
-Ho sentito da fonti certe che il parco divertimenti dove andremo domani è il più bello di tutto il mondo - bofonchiò
-E chi sarebbero queste fonti certe, Genta?- lo incalzò Conan alzando gli occhi al cielo: il bambino si grattò nervosamente la testa mentre Ayumi lo guardò confusa.
-Preferiscono non rivelarle- provò a smarcarsi fulminando con lo sguardo il suo interlocutore. Conan sospirò scuotendo veemente la testa: quando si trattava di sparala grossa Genta era sempre in prima linea.
-Sono sicura che questa notte non riuscirò neanche a chiudere occhio per l’emozione- lo interruppe però Ayumi mentre un grosso sorriso si fece spazio sul suo viso. Il piccolo detective si lasciò sfuggire una espressione divertita non riuscendo ancora a capacitarsi come quei bambini potessero entusiasmarsi per cose così futili.
-Sei proprio uno sbruffone- quel bisbiglio risvegliò il giovane dai suoi pensieri.
-Non dirmi che non sei felice per domani- lo incalzò Ai avvicinandosi a lui e sussurrando quelle poche parole: Conan non si girò, ma si limitò a rallentare il passo per permetterle di raggiungerlo.
-È solo un parco divertimenti- sibilò alzando le spalle e lasciando che i suoi occhi azzurri si perdessero a guardare il cielo.
-Bugiardo- continuò la ragazza dandogli una gomitata mentre un sorriso sornione si dipinse sul suo volto: Ai sapeva perfettamente quanto al ragazzo piacessero attrazioni di quel genere e sapeva ancora meglio quando tentasse di distaccarsi da suo solito atteggiamento fanciullesco in presenza di quei bambini.
-Oh ma è tardissimo- un urletto della bambina proveniente poco davanti a loro attirò gli sguardi dei due.
-Mia mamma mi aveva detto di tornare presto- continuò Ayumi mentre una strana smorfia prese possesso del suo viso. I suoi occhi marroni si mossero velocemente dal rosa orologio ai volti curiosi dei suoi amici.
-Devo proprio scappare, ma ci vediamo domani mattina?- domandò con il suo solito e dolce sorriso. Ai annuì lievemente e quel semplice gesto sembrò bastare alla sua amica.
-Se vuoi ti posso accompagnare io- si propose Genta grattandosi nervosamente la testa: Ayumi piegò leggermente il capo prima di annuire felice.
-Allora noi andiamo, ciao Mitshuiko- concluse la piccola alzando un braccio in segno di saluto: il bambino però, che era rimasto in disparte per tutto il tempo, sembrò non accorgersi delle sue parole. Ayumi aggrottò le sopracciglia quasi infastidita dal suo atteggiamento così strano.
-Mitshuiko!- lo richiamò raccogliendo le braccia al petto mentre Genta gli si avvicinò scuotendolo con decisione: il bambino sembrò finalmente evadere dal suo stato pensieroso e guardò sorpreso i quattro.
-Cosa?!- bofonchiò confuso guardandosi intorno. Ai aggrottò le sopracciglia notando come sembrasse smarrito.
-Io e Genta dobbiamo tornare a casa, ci vediamo domani?- domandò la bimba piegando il capo. Mitshiko deglutì a fatica
-Sì, certo- rispose riacquistando un minimo di vitalità e ricambiando il dolce sorriso della bimba.
-Sei sicuro di stare bene Mitshuiko?- la domanda inaspettata costrinse il bambino a distaccare gli occhi dai suoi due amici che si stavano sempre più allontanando da lui.
-Sì- sospirò abbozzando un sorriso che non parve convincere pienamente la scienziata. Poi, prima di lasciare altro spazio ad altre domande, riprese a camminare.
-È da questa mattina che si comporta così – disse Conan sistemandosi gli occhiali e osservando la piccola figura del bambino davanti a lui. Ai annuì : era evidente che non era stata l’unica a notare come il loro amico fosse stato taciturno e pensiero per l’intera giornata.
-Dovresti parlargli- disse seria e Conan sgranò gli occhi ricercando il suo sguardo
-Perché io?- domandò con voce acuta: la ramata sbuffò sonoramente alzando il volto verso il cielo. Una indecifrabile espressione si dipinse sul volto dell’occhialuto.
-Semplice, sei suo amico- ribatté lei come se fosse la cosa più ovvia al mondo. Conan la fissò con insistenza pensando a quanto fosse odiosa quando faceva così.
-Anche tu sei sua amica-
-Ma io sono una femmina- lo precedette lei non lasciandogli neanche il tempo di continuare quella sua breve frase. Si passò una mano tra i suoi corti capelli ramati che brillarono colpiti dai raggi solari.
-Sei insopportabile quando fai così- le bisbigliò all’orecchio e la scienziata si lasciò andare a un sorriso soddisfatto che irritò ulteriormente il piccolo detective. La loro camminata però venne presto  interrotta visto che il  bambino poco davanti a loro si fermò di botto. Ai e Conan si guardarono interrogativi.
-Ai- mormorò Mitshuiko assottigliando le labbra.
-Posso parlarti?- continuò mantenendo lo sguardo basso. Conan sorrise divertito di fronte a quella richiesta, ma uno sguardo gelido ruppe il suo divertimento.
-Forse è meglio che io vi lasci da soli: ci vediamo a casa del Dottore Agasa- la precedette il piccolo detective accelerando il passo. Ad Ai non restò che osservarlo allontanarsi non riuscendo a non irritarsi per quella sua espressione vittoriosa. Mitshuiko, dal canto suo, non sembrò neanche notare l’allontanamento del suo amico e continuò a rimare rapito dai suoi pensieri.  Ai sospirò fissandolo per un paio di secondi con faccia enigmatica.
-Allora che mi dovevi dire?- disse con il suo solito tono apatico. Il bambino deglutì a fatica estraniandosi completamente da tutto ciò che lo circondava. Si portò velocemente una mano al petto constatando quanto il suo cuore stesse battendo velocemente.
-Io …- biascicò mentre le sue gote lentigginose si dipinsero di un rosso vivo: Ai si limitò ad alzare un sopracciglio non riuscendo ad intuire dove il bambino volesse andare a parare.
-Io …- ripeté nuovamente Mitshuiko continuando a concentrare il suo sguardo sul grigio marciapiede. Percepiva chiaramente la sua gola farsi sempre più secca mentre tutto il coraggio che pensava di avere sparì all’istante dalle sue piccole membra.
-Allora?- sospirò leggermente stanca Ai scrutandolo attentamente con i suoi occhi grigi.  Quella semplice parola sembrò regalare a Mitshuiko un minimo di audacia che per tutto il giorno aveva provato a cercare.
-Tu mi piaci- mormorò avvampando , ma le sue parole sembrarono uscire dalla sua bocca come un lieve sospiro. Ai sbatté ripetutamente le palpebre mentre il bambino cercava in tutti i modi di capire quali pensieri affiorassero nella sua mente. Percepiva chiaramente il suo cuore battere come un tamburo nel suo petto mentre i suoi muscoli si contrassero senza preavviso. Aveva il fiato corto e nell’istante stesso in cui aveva pronunciato quelle poche parole se ne era pentito. Abbassò nuovamente lo sguardo pieno di imbarazzo mentre il viso della scienziata continuava a mostrare la sua solita e pacata espressione neutrale. 
-Mitshuiko- il suo nome pronunciato da lei sembrò trafiggergli il petto: il bambino iniziò a giocare nervosamente con un piccolo sassolino.
-Tu mi piaci davvero, Ai- continuò mentre un triste sorriso si dipinse sul suo volto pieno di lentiggini. Era talmente tanto concentrato che non percepì la sua interlocutrice avvicinarsi a lui. Solo quando la piccola mano della ramata toccò la sua spalla il bambino sembrò accorgersi di lei.
-Hai detto una cosa molto carina- gli rispose sorridendo dolcemente: Mitshuiko avvampò nuovamente di fronte a quel gesto così poco da lei. Ricercò nervosamente l’altra sua mano: Ai non fece resistenza e lasciò che Mitshuiko la stringesse tremante nella sua. Sentì chiaramente un caldo e nuovo sentimento farsi strada nel suo cuore, un sentimento che era sicura di non aver mai provato.
-Grazie- la piccola scienziata non si rese neanche conto che quella semplice parola fosse sfuggita dalle sue labbra: continuava a fissare quel timido e impacciato bambino non riuscendo a reprimere un tenero sorriso. Tutto ciò che Mishuiko aveva detto era così innocente e dolce che sembrò per un attimo dimenticarsi di chi fosse realmente. Ricambiò la stretta del ragazzo senza badare alle sue mani sudate prima di regalarli un veloce bacio sulla guancia piena di lentiggini.
-Ci vediamo domani- sussurrò prima di correre via. Mitshuiko, ancora incredulo per quel gesto così inaspettato, si portò una mano tremante al volto precedentemente baciato:un enorme sorriso rallegrò finalmente il suo viso.
 
 
-Allora?- Ai sembrò non badarci  a quella parola e continuò a digitare velocemente  qualcosa sulla tastiera del suo computer mentre la luce della luna venne riflessa sul monitor. Lo strano interlocutore sbuffò scocciato richiudendo con forza dietro di sé la porta: per alcuni secondi i due rimasero nel più competo silenzio mentre solo i rumori dei tasti accompagnarono l’incessante ticchettio dell’orologio.
-Allora?- continuò con più insistenza il ragazzino sedendosi sul letto della scienziata: Ai gli riservò una veloce occhiata prima di concentrare nuovamente i suoi occhi grigi al computer.
-Allora cosa?- sibilò muovendo le labbra in una smorfia. Conan alzò gli occhi al cielo sospirando nuovamente: lasciò cadere il suo peso sul materasso mentre i suoi mori capelli si sparsero sull’immacolato cuscino.
-Sei stata strana per tutta la sera- disse incrociando le mani dietro alla nuca.
-Ti sbagli- lo interruppe lei smettendo finalmente di digitare al computer. Conan la scrutò per alcuni secondi cercando di dedurre i suoi pensieri.  Ai parve accorgersi di quello sguardo insistente e si alzò dalla sedia: senza proferire parola si avviò verso la grande finestra non riuscendo a trattenere un piccolo sorriso di fronte a quel cielo tappezzato di stelle.
-E non mi hai neanche detto cosa voleva da te Mitshuiko- ribatté il piccolo detective leggermente infastidito per quel comportamento così evasivo della sua amica. Era abituato al suo carattere particolare, ma quando era così enigmatica pensava sempre al peggio.
-Mi ha detto che gli piaccio- Conan si alzò di scatto dal letto sgranando gli occhi. Ai aveva pronunciato quelle brevi parole con un tono così neutrale e calmo che sembrava gli avesse detto la così più naturale al mondo. Si sistemò leggermente imbarazzato gli occhiali sul naso mentre l’amica continuava a riservare la sua più completa attenzione allo spettacolo fuori dalla sua finestra.
-È stato molto tenero- sibilò lasciandosi sfuggire un sorriso. Poi, senza proferire alcun’altra parola, si avvicinò a Conan stendendosi accanto a lui. Rimasero così per alcuni secondi nel silenzio più totale e avvolti dal buio.
-Shinichi- mormorò a fior di labbra la ragazzina: Conan girò leggermente lo sguardo mentre il volto pensieroso della sua interlocutrice venne riflesso sulle sue lenti. Osservò leggermente sbigottito i suoi occhi grigi brillare mentre un velo di tristezza si dipinse sul suo volto.
-Pagherei per poter essere realmente Ai Haibara- sospirò mordendosi nervosamente un labbro. Il piccolo detective fissò impotente una amara espressione farsi strada sul viso della amica.
-Pagherei per poter cancellare tutto il mio passato- continuò mentre calde lacrime iniziarono a scorrere velocemente sulle sue pallide guance.
-Pagherei per poter vivere tutte le prime volte che mi sono state strappate. Come può un momento così candido e innocente come il primo amore essermi stato sottratto così violentemente?- mormorò lasciando finalmente che i loro sguardi si incontrassero. Conan sussultò notando la profonda malinconia che aleggiava nei suoi occhi. D’istinto afferrò la candida mano della ragazza tra la sua: lei stranamente non fece alcun tipo di  resistenza.
-Haibara io …-
-Non dire niente- lo interruppe lei scuotendo la testa con decisione. Lui abbassò lo sguardo quasi mortificato non riuscendo a emettere alcun suono. La ragazzina percepì chiaramente il suo disagio e silenziosamente lo abbracciò lasciando che i suoi ramati capelli solleticassero il volto del piccolo detective.
Conan avvertì la sua camicia bagnarsi poco a poco mentre un oscuro sentimento attanagliò il suo cuore: le sfiorò per un secondo i suoi ramati capelli con una mano, ma velocemente la riportò indietro completamente spaesato e confuso. Avrebbe voluto consolarla, ma ogni suo gesto o parola gli risultavano tremendamente sbagliati. La verità era che non poteva neanche minimamente capire cosa la sua amica stesse provando e questo sembrava dilaniargli il cervello. Lui, il grande e intrepido detective,   si sentiva nuovamente impotente di fronte a quella ragazza rinchiusa nel corpo di una bambina. Improvvisamente Ai si allontanò dal suo petto asciugandosi nervosamente le guance con un lembo della felpa. Conan notò un lieve tremolio delle sue labbra mentre anche le dita della ramata sfuggirono dalla sua presa.
-Scusami- bisbigliò correndo via dalla stanza.
-Ai- mormorò lui mentre un piccola e solitaria lacrima scivolò veloce sulla sua guancia.
   
 
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