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Autore: Dragon_Flame    28/04/2020    3 recensioni
L'attesa di una svolta. La brama di un momento che sembra non arrivare mai.
Frammenti di vita di Rin e Sesshomaru che narrano ipotetici e sporadici istanti delle loro esistenze successivamente alla sconfitta di Naraku e al ritorno di Kagome nell'epoca Sengoku.
Tasselli che attendono di essere rimessi al proprio posto, dando vita finalmente ad un'immagine completa, piena, definitiva.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Taihen.*
 
 

Il giorno dell’addio arrivò presto.
L’inverno avanzava imperituro; le braccia magre degli alberi piegati sotto la coltre nebulosa e stanca dell’autunno inoltrato si apprestavano a resistere al gelo del lungo sonno prima della rinascita primaverile.
L’inverno era la stagione preferita di Rin. La neve immacolata che scendeva dal cielo le ricordava, per lucentezza e candore, la consistenza morbida dei capelli di Sesshomaru, e il fascino algido della stagione richiamava l’animo altrettanto freddo del glaciale Principe dei demoni. Glaciale in apparenza, perché nel profondo del suo animo regnava un calore benefico e sconfinato, un’ardente fiamma, solo per lei. Ghiaccio bollente, pietra tagliente e smussata al tempo stesso, lama mortale e taumaturgica insieme.
Poco dopo lo spegnersi del violaceo crepuscolo, freddo e livido nei colori e nella quiete serale, il demone maggiore discese dalla sua dimora celeste per unirsi ai comuni mortali. L’odore delle lacrime di commozione di Rin toccò particolarmente il suo animo già fremente, incapace di sopportare oltre l’attesa di quel momento cruciale.
La ragazza uscì dalla casa della sacerdotessa che, per molti anni, l’aveva cresciuta, coccolata ed istruita. Seguita dalla figura sempre più curva e affaticata della vecchia e saggia Kaede, Rin incedette sul terreno duro della via principale del villaggio raccolto intorno ai focolari domestici, inoltrandosi lungo il sentiero del proprio destino. Poco in lontananza, la nuova miko, il di lei marito mezzodemone – suo fratello, finalmente accettato come tale dopo anni di dispute e odio –, i due figli di quell’unione – i suoi nipoti, constatò in un contrastante mix di incondizionato affetto e inevitabile ribrezzo per la loro natura ibrida  –, e poi i due sterminatori, il monaco, altri tre ragazzini e il cucciolo di demone volpe. Tutti si erano recati lì per partecipare al momento di gioia della sua piccola Rin e darle il loro personale commiato.
Dopo il rito delle nozze terrene, celebrate con semplicità e raccoglimento nel piccolo tempietto shintoista posto sulla sommità della collina che dominava il villaggio e l’intera vallata, arrivò il momento dell’addio. A turno l’abbracciarono, le accarezzarono il volto, le mormorarono parole d’arrivederci e di buona fortuna che arrivarono cristalline al suo udito sopraffino. Kagome la strinse a lungo a sé, piangendo in silenzio per quella separazione poco gradita. Anche se sapeva che sarebbe stata felice, immortalmente felice – dato che l’elisir di lunga vita, somministratole giorni addietro, e dopo un periodo di osservazione per comprenderne la portata reale, aveva avuto effetto in modo completo ed efficace  –, le sarebbe comunque mancata la bambina, poi ragazza e infine bellissima giovane donna con cui aveva trascorso fianco a fianco otto anni della propria vita, che le aveva fatto da levatrice per il suo secondogenito, che l’aveva tanto aiutata ad ambientarsi nei primi tempi successivi al suo ritorno nell’epoca Sengoku.
Rin, fasciata nel kimono nuziale e velata dal candido tessuto di seta delle spose regali, levò gli occhi accesi di emozione e timore su Sesshomaru, che per l’occasione aveva fatto sfoggio di un kimono tradizionale, tanto da parere una creatura ultraterrena, un dio sceso in terra. Agli occhi della giovane il demone apparve ancor più magnifico di quanto già non fosse, di una bellezza fatale, folgorante, che le strinse il cuore in una morsa di felicità.
Infine, nella notte silente e splendida di stelle, la sposa celeste ascese al cielo col suo nobile signore.




*grande cambiamento.
  
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