Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |       
Autore: Dream89    29/04/2020    2 recensioni
Non è sempre facile essere dei ventenni, non si sa quello che potrebbe riservare il futuro e ci si sente sballottato dagli eventi. La vita è imprevedibile, certo, e niente è sotto controllo; ma fintanto che si è con le persone giuste, ce la si può fare.
Fanfiction au senza pretese, in cui i grandi eroi e le gentil dame sono stati trasformati in giovani studenti universitari alle prese con problematiche comuni, amicizie, amori e dissapori.
Coppie:Faramir/Eowyn; Arwen/Aragorn; più accenni di altre varie ed eventuali coppie.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eowyn, Faramir, Legolas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti! Questa è la prima fanficion che scrivo. Onestamente questa è un'idea che già gira da un po' nella mia testa (di fatto avevo già provato a pubblicare una cosa su questo sito, ma ne era venuta fuori una cosa che non avrei letto nemmeno al mio cane), tuttavia non essendo particolarmente dotata del dono della scrittura ho sempre tentennato. Ebbene ecco qui una cosuccia molto semplice che spero avrà la capacità di far passare a qualcuno qualche breve momento di relax. Detto ciò vi lascio a questo primo capitolo introduttivo, molte cose saranno poi svelate e chiarite in seguito.

Baci!

Ps: se qualcuno avesse voglia di farmi sapere che cosa ne pensa ne sarei felicissima, consigli e critiche costruttive sono sempre i benvenuti.

Era una bella giornata soleggiata, quel genere di giornate in cui i colori sembrano più intensi e caldi e il sole ti accarezza la pelle dolcemente e il profumo degli alberi da frutto fioriti si propaga nell’aria. Eowyn camminava a passo svelto, dirigendosi verso la biblioteca con una certa fretta, si erano tutti dati appuntamento alle due e mezza per prendere i posti migliori ed era già passa l’ora designata, e lei odiava essere in ritardo! Tirò fuori il telefono per controllare i messaggi, il gruppo di whatsapp suo e dei suoi amici segnava cinque notifiche. I suoi amici erano appena arrivati e avevano occupato i sedie in più per chi doveva ancora giungere.

“Ciao ragazzi, scusate l’audio ma se mi metto a scrivere va a finire che mi scontro con qualcosa. Comunque, io sto arrivando.” Disse, e poi inviò il messaggio vocale. 

Una volta arrivata alla biblioteca salì le scale per andare al primo piano (dove erano situate le aule studio) e si mise a cercare i suoi amici. Le aule studio erano simili a dei lunghi corridoi con addossati alle pareti grandi tavoli grigi, che potevano comodamente ospitare quattro persone.

Il cellulare vibrò. 

 

La compagnia: da Aragorn.

“Siamo in fondo al secondo corridoio.”

 

Così recitava il messaggio da parte di Aragorn, ed Eowyn si diresse in quella direzione.

Fu facile individuare i suoi amici: Aragorn, Legolas e Gimli costituivano un trio che non passava inosservato per diverse ragioni. All’apparenza sembravano non avere niente in comune né per caratteristiche fisiche, né per personalità. Aragorn era alto, occhi grigi e un accenno di barba sul viso, i capelli erano neri e scarmigliati. Legolas era ciò che tutti avevano definito come ‘oggettivamente bello’, snello e ben proporzionato, capelli biondi lasciati crescere indisturbati e occhi blu come il cielo. Ed infine veniva Gimli, più basso degli altri due, con una folta chioma rossa e barba incolta, sotto la quale nascondeva dei lineamenti decisi. I tre erano diventati coinquilini il primo anno di università, anche se l'amicizia tra Legolas e Aragorn aveva avuto origine ben prima, e da allora erano stati praticamente inseparabili.

Eowyn si avvicinò a loro con un sorriso. 

“Ciao a tutti ragazzi! Come state? Scusate il ritardo ma avevo dimenticato gli appunti e sono dovuta tornare indietro.” Disse tutto d’un fiato.

Gli altri la salutarono ed Aragorn disse: “In realtà non abbiamo ancora cominciato neanche noi, anzi stavamo pensando di andarci a prendere un caffè.” 

“Si vi prego! Devo svegliarmi da questo abbiocco” Borbottò GImli con gli occhi semichiusi.

Legolas sbuffò: “Sai, non staresti così se avessi mangiato di meno a pranzo.”

“Hei! quelle lasagne dovevano essere finite o sarebbero andate a male.- si difese il diretto interessato- mi sono dovuto sacrificare, dal momento che nessuno sembrava disposto a farlo.”

“Lo sai benissimo che non mangio la carne.” Lo freddò il biondo piccato.

“Ragazzi, buoni!- esclamò allora Eowyn divertita- quindi che facciamo? Andiamo o stiamo?” 

“Dai forza, avviamoci.” Esclamò quindi Aragorn sollevando di peso Gimli, che stava ancora guardando male Legolas.

“I posti per gli altri sono in quel tavolo lì.” Aggiunse indicando un tavolo vicino a loro dove erano stati posizionati tre quaderni in maniera strategica.

“Viene anche Arwen? Non aveva le prove per il concerto?” Domandò Eowyn, infatti lei sapeva che avrebbero dovuto raggiungerli solamente altri due componenti della loro compagnia, tra cui suo fratello Eomer.

“A quanto pare viene anche il fratello di Boromir oggi. Finalmente lo conosceremo.” Rispose Gimli mentre scendevano le scale. 

“Chissà com’è? Chissà se somiglia a Boromir.” Si chiese Eowyn soprappensiero.

“Io ci ho parlato un paio di volte, non sembra un cattivo ragazzo. Magari è il tuo tipo eh!” Le disse Aragorn con un sorriso. 

Lei sorrise di rimando.

“Certo, come no. Anche se lo fosse, lo sai che alla fine finisco per friendzonarli tutti.” Rispose la ragazza. “E comunque non sono alla ricerca di qualcuno, mi bastano i miei amici.” Aggiunse.

Ridendo e scherzando entrarono nel loro bar di fiducia, La contea, il loro punto di ritrovo da anni. Avevano ormai fatto amicizia anche col proprietario, Bilbo Beggins. Il locale era accogliente come sempre, con quadri appesi alle pareti e tavolini in legno chiaro con dei centrini di pizzo, in un angolo erano stati addossati degli scaffali zeppi di volumi, nel caso qualche avventore solitario avesse voluto immergersi per cinque minuti o un’ora in un’altra realtà. Eowyn e Aragorn andarono ad occupare un tavolo da quattro posti. 

“Va tutto bene quindi?” Le domandò lui.

“Mah, va come sempre, ho deciso di provare a dare statistica, ed è uno degli esami più difficili che mi sono trovata finora, cioè non è che ne abbia dati così tanti poi eh, ma questo è davvero un mattone. Che poi sarebbe anche interessante, ma il professore sembra che abbia fatto di tutto per rendere la sua materia odiosa.” Rispose lei, parlando quasi senza interrompersi. Le piaceva parlare con Aragorn, ma non capitava quasi mai che loro parlassero senza nessuno intorno. Lui sembrava voler evitare ogni situazione in cui loro erano completamente soli, lei sapeva il motivo e razionalmente non poteva certo biasimarlo. Era infatti accaduto, diverso tempo prima, che la ragazza si prendesse una colossale cotta per il moro, era quel genere di innamoramento che l’aveva resa cieca a tutto. Lui, essendo già fidanzato, non aveva fatto niente per incoraggiarla, ma ciò non era servito, e la situazione era degenerata in maniera tale che il ragazzo non aveva potuto far altro che dirle che non ricambiava i suoi sentimenti, e non avrebbe mai potuto farlo. Il cuore di Eowyn naturalmente, all’epoca diciassettenne, si era spezzato, ma il tempo l’aveva aiutata a capire i motivi del suo folle innamoramento e piano piano le cose si erano aggiustate in qualche modo.

Tuttavia, sebbene fossero passati quasi due anni dall’accaduto, Aragorn tendeva ancora a mantenere una certa distanza tra la ragazza e sé stesso sebbene ora i loro rapporti fossero semplicemente amichevoli.

Legolas  arrivò al tavolo con un vassoio su cui poggiavano cinque caffè, Gimli era andato in bagno.

Aragorn ed Eowyn lo guardarono interrogativi, chiedendogli il motivo per cui ci fosse un caffè in più. 

“E’ per quello là.- Rispose il biondo alludendo a Gimli- a quanto pare al suo cervello serve razione doppia di caffeina oggi.”

“Legolas non essere troppo severo con lui, fra pochi giorno ha un esame da dodici crediti; è comprensibile che ne abbia bisogno.” Repplicò Aragorn e il biondo scrollò le spalle. 

“Sarà, ma ci sono metodi migliori per far funzionare il cervello al meglio.”

“Ad esempio?” Si intromise Eowyn, con la sessione alle porte ogni stratagemma per far aumentare la funzionalità della sua materia grigia era ben accetto.

“Ad esempio dormire un numero decente di ore.” Rispose lui.

“Bah dormire è sopravvalutato.” Esclamò Gimli, che nel frattempo era tornato dal bagno, prendendosi i suoi due caffè.

“Ho notato che la pensi così! Stanotte hai tenuto lo stereo con gli ACDC a tutto volume fino alle due. Probabilmente i vicini avranno pensato di denunciarci.” Sbottò il biondo.

Gimli era più che pronto a rispondergli per le rime, ma Aragorn gli mise una mano sulla spalla e cambiò prontamente discorso, parlando della prossima partita della loro squadra di basket.

Ad Eowyn piaceva vedere come interagivano quei tre ragazzi tra loro, avevano un equilibrio tutto loro. Aragorn era quello responsabile, che li rappacificava se litigavano, quello che parlava e le cui parole avevano un peso; Gimli era la testa calda del gruppo, più di una volta l’avevano recuperato col naso sanguinante e lividi qua e là per essere finito in delle risse, eppure, per quanto fosse arrabbiato con un suo amico, non ci avrebbe pensato due volte a difenderlo in qualsiasi occasione; e infine c’era Legolas, all’apparenza sembrava tranquillo, contento di badare solo ai fatti suoi, tuttavia più di una volta era stato capace di dire frasi vere e crude che lasciavano senza parole il suo interlocutore, ma nonostante ciò nutriva profonda lealtà e affetto per coloro che considerava amici. Eowyn a volte si trovava ad invidiare la loro amicizia, e in quelle occasioni si chiedeva spesso se lei avrebbe mai trovato delle persone con cui condividere quel tipo di rapporto, delle persone con cui essere completamente sé stessa.

“Eowyn- la chiamò Gimli- ci verrai a vedere venerdì vero?”

“Ovviamente sì, sono i quarti di finale, non mi perderei questa partita per nulla al mondo!” Esclamò lei. “Ma contro chi giocate?”

“Contro quelli dell’Erebor.” Rispose Legolas, e parve quasi incupirsi, o almeno così sembrò alla ragazza. Aragorn lanciò uno sguardo al suo amico biondo e poi tirò fuori dallo zaino l’occorrente per preparasi una sigaretta. “Chi ne vuole una? Gimli?” Chiese.

Il ragazzo sorrise: “Non si rifiuta mai una paglia offerta.”

Bilbo, il proprietario del bar si avvicinò. “Posso portare via le tazze ragazzi?” Chiese cortesemente e tutti annuirono.

“Come sta Frodo, Bilbo?” Domandò Aragorn. Frodo era il nipotino di Bilbo, spesso e volentieri lo si vedeva gironzolare nel bar rubando dolcetti credendo di non essere notato.

“Bene, grazie! Quel bambino sta crescendo così velocemente, mi sembra ieri che gattonava e ora non fa che scorrazzare in giro con i suoi amichetti.” Rispose l’uomo con un sorriso, quando parlava del nipote aveva sempre un luccichio negli occhi.

“Bilbo, fammi sapere se hai ancora bisogno di una babysitter. Io sono sempre disponibile.” Affermò Eowyn.

“Bhe, sai che  in realtà potrei davvero averne bisogno questa settimana?” Rispose Bilbo spostando il peso da un piede all’altro. 

“Per che giorno?”

“Sabato sera, se non è un problema. So che voi giovani uscite sempre nel weekend ma mi è capitato quest’impegno.. comunque se non puoi-” 

“Sabato va benissimo, non preoccuparti.” Lo interruppe improvvisamente Eowyn; la ragazza non voleva essere scortese, ma aveva avuto come il presentimento che l’uomo stesse, per qualche ragione, per ritirare l’offerta e si era quindi affrettata ad accettare.

“Oh bhe, se va bene per te allora..” Bilbo lasciò la frase in sospeso e sorrise.

I ragazzi si alzarono e raccolsero le loro cose mentre lei prendeva accordi sull’orario di sabato con Bilbo. Finito ciò salutarono e si avviarono fuori dal bar.

“Stai ancora cercando ogni modo per fare soldi, Eowyn?” Le chiese Legolas.

Lei lo guardò annuendo. “Sì, vorrei tanto cominciare a provvedere io alle mie spese, senza dover chiedere continuamente soldi a mio zio. E poi ho una specie di progetto personale.” Aggiunse in maniera enigmatica.

I tre ragazzi la fissarono con espressioni interrogative sui volti.

“Amici, non chiedetemi niente, tanto non approvereste.” Disse lei, senza rendersi conto che in quella maniera alimentava solo la loro curiosità.

“In che senso? E’ qualcosa di illegale? Ti sei messa in qualche brutto giro?” Domandò Aragorn quasi senza respirare fra una domanda e l’altra, l’istinto protettivo verso l’amica aveva preso il sopravvento.

“Che stai combinando ragazza?” Fece Gimli.

“Ed Eomer lo sa?” Concluse Legolas.

“Eomer sa cosa?” Esclamò una voce alle loro spalle e tutti sussultarono. 

“Niente!” Rispose in tutta fretta la ragazza. 

La voce infatti apparteneva al suddetto Eomer, arrivato proprio in quel momento.

“Dai Eowyn! Non avere segreti con il tuo fratello adorato!” Insistette circondandola con le braccia.

“Fatti gli affari tuoi. E levati di dosso!” Lo cacciò via la ragazza.

“Ragazzi me lo dite voi? Di che stavate parlando? Ha forse messo su il moroso?” Chiese quindi il ragazzo rivolgendosi all’intera compagnia.

“Ah guarda noi non sappiamo niente! Non vuole parlare.” Disse Gimli.

Dopo aver lanciato un’intensa occhiata alla sorella, Eomer si rivolse infine ad Aragorn: “Hai da accendere per caso?” E quello annuendo si frugò in tasca in cerca dell’accendino, mentre glielo passava chiese: “Senti, sai dove sono finiti per caso Boromir e Faramir? Ormai sono le tre passate e dovremmo seriamente metterci a studiare.” 

Eomer scosse la testa mentre si accendeva la sigaretta. “Non ne ho idea, ho sentito Boromir stamattina quando gli ho chiesto gli appunti e mi ha detto che sarebbero arrivati verso le tre e qualcosa perché prima avevano da fare.”

“Vabbè ma a questo punto ritorniamo verso la biblioteca. Voglio proprio conoscere questo famoso fratello di Boromir, visto che a quanto pare voi sapete già chi è.” Propose allora Eowyn e si incamminarono.

“Sorella, sappi che tanto non lo conquisterai con quell’orribile felpa che hai indosso.” La prese in giro il fratello, scoccando un occhiata alla sua felpa con sopra la faccia di Winnie the Pooh. Ok la scelta di quell’indumento non era stata tanto felice, ma era davvero di fretta quando era uscita e tutte le altre felpe erano nel cesto della biancheria sporca, si era dovuta adattare.

“E tu pensi di conquistare qualcuno con la testa che ti ritrovi?-sbottò poi- E poi perché tutti pensano che io abbia voglia di conquistare qualcuno? Non ho bisogno di nessuno io, sono una ragazza forte e indipendente.” La solennità di questa affermazione fu purtroppo rovinata quando, non vedendo un sanpietrino troppo sporgente, inciampò perdendo l’equilibrio e si aggrappò alla prima cosa disponibile; sfortunatamente la cosa era in realtà una persona. 

“Ma che cazz..” Esclamò il malcapitato voltandosi e cercando di scrollarsi di dosso il peso improvviso. Eowyn una volta riacquistato l’equilibrio fu assalita dall’imbarazzo, guardò il ragazzo a cui si era aggrappata, era alto, con occhi azzurri e capelli biondo scuro. 

“Oddio scusami! Sono inciampata in un coso per terra, mi dispiace averti disturbato e..” Aveva cominciato a blaterale a caso, non le piaceva ricevere aiuto da parte di nessuno, nemmeno se era un avvenimento del tutto casuale.

Tuttavia le sue scuse furono interrotte da Aragorn: “Faramir, come stai? Finalmente ci rivediamo.” Anche Eomer si era avvicinato per salutarlo. 

“Ciao, è bello rivedervi. Fra un momento arriverà anche Boromir, si era fermato dal tabaccaio.” Rispose il ragazzo.

E così questo era il famoso, ma neanche troppo in realtà, fratello minore di Boromir, pensò Eowyn, e lei l’aveva usato come appiglio, non male per una ragazza forte e indipendente eh.

“Vieni ti presento gli altri- stava dicendo nel frattempo Aragorn- loro sono Legolas e Gimli.” Faramir gli strinse la mano con un sorriso: “Ciao, sapete mio fratello parla spesso di voi.” 

“Ci credo.- disse Gimli- con noi fa le migliori partite di basket.”

“E la ragazza che ti ha quasi slogato un braccio è Eowyn.” Aragorn concluse quindi il giro di presentazioni.

Il ragazzo biondo sorrise e rispose: “Ma non mi ha fatto niente di che. Non preoccuparti.” Aggiunse poi rivolgendosi direttamente ad Eowyn e stringendole la mano.

“E’ un piacere incontrarti e scusami ancora davvero.” Disse lei, sperando con tutta sé stessa di non arrossire.

Da qualche parte dietro le sue spalle udì la voce di Legolas che diceva con voce serafica: “ E’ proprio un cliché”. Avrebbe voluto uccidere quel biondo con le sue mani, o, peggio, avrebbe voluto tagliargli tutti i capelli nel sonno. Ma l’arrivo di Boromir le fece accantonare i propositi di vendetta nei confronti dell’amico per quel commento neanche troppo falso, e tutti salutarono il nuovo arrivato con calore. Boromir era stato per un breve periodo in competizione con Aragorn, anche lui era un leader nato e quando aveva un’opinione la voleva far valere, col tempo aveva trovato anche lui come tutti un suo equilibrio all’interno del gruppo e ormai era parte fondamentale per la compagnia, incoraggiava tutti a dare il loro meglio per arrivare ai rispettivi obbiettivi. Una volta Eowyn e Boromir avevano fatto da babysitter Frodo e ai suoi amichetti, e la ragazza aveva scoperto con sorpresa che l’amico era davvero bravo con i bambini. 

“Bhe ragazzi, vogliamo salire? I libri mica si studiano da soli.” Esclamò Boromir.

“Guada che aspettavamo solo te per cominciare, dovresti esserci grati per la nostra premura.” Affermò Eomer, con Aragorn che annuiva vigorosamente al suo fianco sorridendo, mentre percorrevano i corridoi per ritornare ai loro tavoli.

“Seh come no, ogni scusa è buona per non studiare. E guarda che lo so che sei arrivato esattamente cinque minuti prima di me.” Ribatté il primo.

“E chi te l’avrebbe detto?”

“Eowyn.”

“Eh?” fece lei. 

“Davvero? Sorella traditrice!”

“Cosa?”

“Quando?”

“Perchè?”

“Ma io non ho fatto niente.”

“Ragazzi fate silenzio, state disturbando.” Intervenne Legolas sedando il caos che si era venuto a formare nel gruppetto.

Ritornò la calma e tutti si sedettero ai rispettivi posti.

“E comunque io non ho detto niente a nessuno.” Sentenziò Eowyn guardando male sia Boromir sia Eomer.

“E allora come faceva a saperlo?” Sibilò il fratello in risposta. 

“Perchè sono intelligente!” Fece Boromir, ma dopo aver ricevuto un’occhiata stralunata dall’intero gruppo si decise a dire la verità. “Va bene, d’accordo. Ho incontrato quella ragazza che abbiamo conosciuto l’altra volta a ballare, com’è che si chiamava? Qualcosa con la L credo.”

“Lothìriel.” Intervenne Eomer.

“Proprio lei. E mi ha detto di essere stata in tua compagnia fino a cinque minuti prima.” Concluse con un sorriso sornione.

“Eomer! Perché non mi dici che ti vedi con delle tipe?” Esclamò Eowyn a voce abbastanza alta da guadagnarsi un’ occhiataccia da parte di Legolas che stava studiando, incurante di ciò che stava accadendo intorno a lui.

“Tu non gli dici i fatti tuoi, mi pare giusto che lui non ti dica i suoi.” Si intromise Gimli.

“Ma da che parte stai, si può sapere?” esclamò la ragazza dandogli una pacca sul braccio. “Dopo mi racconterai tutto, sappilo.” Sentenziò tornando a rivolgersi al fratello. Lui le lanciò uno sguardo che significava: prova a costringermi, al quale lei rispose alzando un sopracciglio come a voler dire: non mi tentare. Questa era una cosa che loro due avevano sempre avuto, erano sempre riusciti a capirsi con uno sguardo, erano stati molto uniti quando erano piccoli e nonostante col tempo si fossero allontanati e ognuno aveva acquistato una propria individualità, erano rimasti legati, sempre pronti a guardarsi le spalle l’un l’altro nonostante i piccoli e frequenti litigi.

La voce calma di Aragorn li riportò alla realtà: “Ragazzi, occhi sui libri, forza.”

In tutto questo Faramir aveva osservato le interazioni fra i ragazzi del gruppo con un impercettibile sorriso sulle labbra, gli occhi che rimbalzavano da un interlocutore ad un altro. Aveva trovato un’altra cosa da invidiare al fratello, le sue amicizie.

 

 

Dopo ore passate ad evidenziare pagine su pagine Eowyn appoggiò la testa sul tavolo. 

“Voglio morire.” Sentenziò. Senza staccare gli occhi dal libro Aragorn allungo una mano e la posò sul suo capo facendole una lieve carezza di incoraggiamento. Era anche per questi piccoli gesti che lei, da adolescente, si era invaghita del ragazzo.

Con uno sforzo si raddrizzò, si alzò e si diresse verso il bagno.

I bagni di quel piano erano unisex, Eowyn non sapeva se la cosa volesse essere progressista o se semplicemente gli inservienti erano stati troppo pigri per appendere i cartellini con i simboli di maschio e femmina sulle diverse porte; tuttavia, fintantoché nessuno la  disturbava mentre faceva i suoi bisogni, l’assenza di etichette non le faceva né caldo né freddo. 

Si stava lavando le mani quando da una porta di uno dei cubicoli vide emergere Faramir, gli sorrise mentre pensava a qualcosa da dire.

“Stanca?” Disse invece lui.

Lei annuì piano.

“Sì, sai sto studiando duramente per quest’esame, è una materia in cui non sono un granché.”

“Che materia è? Cosa studi?” 

“E’ statistica, e frequento Scienze della comunicazione.”

“Bello.” Esclamò lui mentre finiva di asciugarsi le mani.

La ragazza rispose con un lieve sorriso stiracchiato. “Non è male. E tu cosa studi?”

“Lettere moderne.” Rispose.

Lei ne fu sorpresa, infatti parlando con Boromir aveva intuito che sia lui che il fratello sarebbero stati destinati a lavorare nell’azienda di famiglia, e gli studi di Lettere non erano certo l’ideale per mandare avanti un’azienda.

“E ti piace?”

“Molto, ogni materia è una scoperta nuova, non potrei fare nient’altro.” Lo disse con una tale convinzione che Eowyn sentì il desiderio di conoscere di più di questa sua passione per questo genere di studi, sentiva che lui non si applicava nello studio solo con l’intento di passare gli esami, ma lo faceva perché lui amava imparare. 

“Sei stato fortunato per aver potuto scegliere una facoltà che ti piace realmente.”

Faramir la fissò per un breve momento prima di rispondere: 

“Non è stato facile.”

Ed uscì dal bagno dirigendosi di nuovo verso l’aula studio. Lei lo seguì chiedendosi cosa significassero realmente le parole del biondo.

 

Mancava poco più di mezz’ora alla chiusura della biblioteca quando Boromir richiamò l’attenzione di Faramir. 

“Bro! Dobbiamo andare, papà ci ha chiesto di fermarci a fare un po’ di spesa prima di tornare.” Il fratello annuì distrattamente iniziando a raccogliere le sue cose. 

I due stavano per andarsene quando Aragorn li richiamò: “Ragazzi, domani sempre qui alla stessa ora? Vieni anche tu Faramir?” I due assentirono e poi li salutarono.

Quando l’orario di chiusura della biblioteca arrivò, uscirono; tutti, a parte Legolas, avevano occhiaie profonde sul viso a testimonianza della loro condizione di ‘studenti in sessione’.

“Bhe ragazzi- disse Aragorn rivolgendosi ai due coinquilini- stasera ci prendiamo una pizza? Non ho voglia di cucinare.”

“Assolutamente si. Io la prendo con il prosciutto.” Abbaiò Gimli tutto allegro.

“Bene ragazzi, andiamo anche noi che dobbiamo passare a prendere nostro zio al maneggio.” Disse Eomer ed Eowyn sorridendo li salutò con la mano.

Appena si furono allontanati di qualche passo la ragazza rivolse un sorriso malizioso al fratello ed esclamo: “E ora, caro Eomer, raccontami tutto di quella ragazza!”

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Dream89