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Autore: martos95    03/05/2020    3 recensioni
Artù é morto, e la pace, a Camelot, sembra destinata a perire sotto i colpi di scure di una terribile profezia che la dea Freya rivelerà ad Emrys. Ma il destino non può essere mutato, non senza conseguenze, ed a volte, per quanto dolorose siano, le profezie devono essere rispettate. Un nuovo lungo viaggio tra il dolore ed il coraggio attenderà Emrys, ora più che mai Albion reclama il suo legittimo re.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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                                                                                     CAPITOLO 1 : Addio mio re
Restò lì seduto ancora un po’ fissando quella barca in mezzo al lago, quasi a volersi assicurare che giungesse a destinazione, quasi come se dovesse ancora, per l’ultima volta, guardare le spalle al suo re. Lo aveva sistemato con cura, in una posa elegante, regale. Gli aveva scostato i capelli sulla fronte cerulea, chiuso quegli occhi colore del cielo e sistemato l’armatura con quella delicatezza che solo la morte ti impone. Avrebbe voluto si destasse, che iniziasse a scherzare sull’armatura sporca che avrebbe dovuto lucidare. Ma questa volta non poteva essere, il pallore della sua pelle tradiva quel desiderio e quel suo corpo freddo mostrava una vita ormai spenta, come la fiammella d’una candela al soffiare del flebile vento d’autunno. Aveva pianto Merlino, appoggiato a quella barca, con l’impotenza che gli sgorgava dagli occhi e gli accarezzava grave il volto, e con l’amarezza di chi aveva fallito il suo compito. “Nessun uomo merita le tue lacrime Merlino”, gli suggerì un ricordo dalla voce familiare, ma ancora una volta, non avrebbe dato ascolto al suo re, ed avrebbe pianto comunque. Avrebbe voluto più tempo. Sì, tempo…lui che aveva l’eternità.
“Addio Artù” sussurrò nel vento regalando al suo cuore l’ultimo intenso sguardo di quella barca ormai lontana, poi scomparve dietro la collina. Camminava Merlino lungo i sentieri rocciosi delle montagne che ospitarono la battaglia, fiere spettatrici del compiersi di un glorioso destino. Artù, re adesso e re in futuro, venuto a morire nel cuore della terra, tra le valli rocciose ed immense di Camlann che per sempre sarebbero rimaste nella memoria degli uomini. Quel posto, non l’avrebbe mai dimenticato. Si voltò indietro sovrastando la pianura dal punto più alto, distese la mano dinanzi a sé, chiuse gli occhi e lasciò che ancora una lacrima gli solcasse il volto. “rubrum in sempiternum” disse accarezzando l’aria con la mano… e quelle montagne di nuda e fredda pietra si colorarono di rosso sotto il peso della sua magia. Rosso come il mantello dei cavalieri di Camelot,  come il sangue di Artù che quella terra aveva assaggiato. Quelle distese fiammanti, da quel momento, avrebbero ricordato agli uomini che lì un uomo aveva teso la mano al suo destino e che il suo sangue aveva irrorato di gloria quelle valli senza vita. Aprì gli occhi e sorrise a quella vista, “guardate Artù, è per voi” sussurrò guardando il cielo.    
Camminò 3 giorni e 3 notti, ma quasi non se ne rese conto;la sua mente non aveva fatto altro che pensare. “Il futuro ha molte vie, e non tutte sono delineate; alcune sono chiare, altre invece prendono forma con le nostre azioni” aveva detto Gaius qualche tempo fa, eppure lui non era riuscito a condurre Artù per altre strade che non fossero quella che lo portava dritto al proprio destino. Chissà, si chiese, se fosse possibile trovare una scorciatoia al destino, un sentiero che ti permettesse di avere un’altra possibilità, di riscrivere il finale della tua storia. Ma forse Kilgharrah aveva ragione, alcune vite sono state predette, ed è necessario che si lascino guidare dal proprio fato per ricongiungersi al proprio destino al calar della vita, per l’onore e la gloria di cui godranno nei secoli.
La vista della cittadella che si ergeva imponente dinanzi a lui ruppe il flusso di quel pensiero, e Merlino restò a guardarla per un momento, sospeso tra un ricordo e una speranza. Cosa sarebbe cambiato? Cosa avrebbero detto coloro che lo ritenevano soltanto l’imbranato e gracilino servo del re? E Gwen, chissà se avrebbe capito… La magia a Camelot era vietata…sarebbe entrato da amico o da stregone, si chiese varcando la soglia del ponte levatoio.
Gaius, che lo vide dalla finestra, si precipitò all’entrata.
-“ Merlino, non ero sicuro che tornassi” disse stringendolo in un abbraccio commosso e sciogliendosi in una sincera risata di benvenuto.
- “non volevo farlo, ma…ho pensato che non potevo andarmene senza prima passare a salutarvi Gaius, siete la mia famiglia”disse sorridendo con gli occhi pieni di gratitudine per quel vecchio dai capelli grigi che era la cosa più vicina alla parola “padre” che avesse a questo mondo. lo aveva amato per quello che era, dal primo istante in cui lo aveva visto e soprattutto, aveva creduto in lui ogni volta che nemmeno lui era riuscito a farlo. “ è bello rivedervi ma…non credo che resterò. Ero il servo del re ed ora il re…” ma non riuscì a finire la frase che le parole gli si ruppero in gola, ed il cuore tornò a bruciare.
- “Merlino…hai fatto ciò che dovevi, Camelot è salva grazie a te. Molte vite sono state risparmiate. Il re sarebbe fiero del suo servitore”.
- “ ed anche la regina lo è….” Disse Gwen sull’orlo dell’entrata con il volto rigato di lacrime. Nobile e composta nella sua dolcezza ed umile e bellissima nel suo dolore.
- “ Mia signora , io non vi metterò nella posizione di dover…”
- “ Merlino. Camelot sarà sempre casa tua” disse Gwen avvicinandosi a quel ragazzo che da sempre era stato suo amico. “ so quello che hai fatto. grazie…”. E s’inchinò, dinanzi agli occhi chiarissimi di quello che poteva sembrare un semplice ragazzo esterrefatto.
- “No Gwen…cioè…no mia signora. Vi…vi prego, alzatevi. Non merito un ringraziamento…ho tradito la mia promessa, non l’ho riportato a casa stavolta.” disse Merlino a volto basso, non riuscendo a sostenere lo sguardo di Gwen, “io avrei dovuto….proteggerlo” continuò tra le lacrime, “spero possiate perdonarmi, sapendo che ho fatto tutto ciò che era in mio potere per salvare il mio re”.
- “Tu hai fatto molto Merlino, e questo regno ti è debitore. Artù ti amava molto e si fidava di te, non eri solo il suo servo, eri suo amico”.  Disse Gwen avvicinandosi e prendendogli le mani. “Sei leale Merlino, lo sei sempre stato. Artù è stato fortunato ad averti avuto con sé, ed io ti ringrazio perché…” Gwen pianse e cercò parole di riserva nei meandri di quello che rimaneva ormai del suo cuore “ perchè, lo hai protetto dal primo istante fino alla fine, e lo hai accompagnato alle porte della morte con la fedeltà e la lealtà di un vero amico. Artù è morto amato, e questo non potrò mai dimenticarlo. Sappi che…Non ti tratterrò se non vorrai restare, so quanto può essere doloroso per te, ma… io spero che resti, perché anche io ho bisogno di te. Camelot ha bisogno di te”.  Disse, e due lacrime calde le solcarono ancora una volta le guance ambrate, ma tra le lacrime, cercò ancora una volta un sorriso di scorta lì da qualche parte nell’anima, e lo trovò, perché Gwen sapeva che per un amico un sorriso lo si trova sempre.
- "Grazie mia signora. con o senza di me... voi renderete Camelot all'altezza del sogno che aveva Artù.
Ginevra fece un cenno di gratitudine con il capo e prese a salire le scale del castello per tornare ai suoi doveri, ma c'era ancora qualcosa che voleva chiedere a quell'incredibile mago....
- "Merlino, ancora una cosa" disse Ginevra voltandosi a metà della scala...."volevo....volevo chiederti se..." ed i suoi occhi divennero lucidi.
- " Ma certo mia signora"...Merlino capì al volo e con dolcezza si avvicinò al volto di Gwen con i suoi grandi occhi chiari pieni di lacrime. Gwen tremò per un istante, ma Merlino prese le sue mani "non abbiate paura, dovete solo guardare, l'ho conservato per voi". Fu allora che Gwen gli prese il volto con le mani, appoggiò la sua fronte a quella del mago e guardò nei suoi occhi, con quell'intensità tale che solo l'amore sa permettere. Non vide che con il cuore, e quello sguardo fu così intenso, che riuscì a scorgerlo. Era lì, l'ultimo sguardo di Artù intrappolato in una lacrima del suo fedele servitore. Gwen sorrise piangendo. .
- "  Hai mantenuto la tua promessa Merlino. Non lo dimenticherò mai". disse Gwen continuando a salire le scale. 

Merlino fece un cenno con la testa. Forse si sbagliava, Artù aveva ancora una missione per lui.
   
 
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