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Autore: didone82    03/05/2020    1 recensioni
Stavo quasi per lasciare che il mio corpo si lasciasse attrarre da quella immensa forza quando fui distratto da un’aura molto piccola, quasi impercettibile, delicata.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku | Coppie: Bulma/Goku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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In ritardo di qualche anno, mi sono ritrovata innamorata della song-fic “BITTERSWEET” scritta da gm19961. Sono rimasta talmente colpita che ho sentito l’impulso di scrivere la stessa storia dal punto di vista della controparte: Goku. L’ho buttata giù così di getto, senza nessuna pretesa, ma solo con la voglia di dare voce anch’io a questa coppia così strana che non ho potuto fare a meno di amare. Siate clementi, godetevela se volete! ;)

 
Ricordo che era una giornata grigia, di quelle in cui nuvoloni neri si rincorrono e si scontrano scaricando elettricità nell’aria. Proprio come un super sayan! Sentivo l’odore della pioggia, stava per arrivare. Non mi sono mai piaciute le giornate di pioggia, nemmeno adesso che Chichi mi ha costretto a diventare contadino, ma almeno in queste giornate sono libero di andare ad allenarmi. Vegeta mi aveva ringhiato contro qualcosa su delle sfide alla sua maniera. In realtà era il suo modo di dirmi che voleva allenarsi con me. Avremmo potuto usare la camera gravitazionale. Che genio di donna! Avrei dovuto chiederne una anche per me!
Ero pronto ad usare il teletrasporto, due dita contro la fronte e tutta la mia attenzione all’aura di Vegeta. Nonostante fosse nella camera gravitazionale, percepivo perfettamente la sua immensa aura e con lui un’aura più piccola ma molto simile alla sua: Trunks!
Stavo quasi per lasciare che il mio corpo si lasciasse attrarre da quella immensa forza quando fui distratto da un’aura molto piccola, quasi impercettibile, delicata. Direi simile ad una candela, una fiammella tremolante con sfumature verdi e azzurre a fianco al grande e impetuoso fuoco che era l’aura di Vegeta. Mi era familiare quella piccola luce che seppure esile, era forte e sicura. Fin da piccolo quella presenza mi aveva accompagnato e anche quando ero nell’aldilà e le aure di guerrieri potenti si accavallavano investendo i miei sensi, quella piccola fiammella era sempre lì e la percepivo come si percepisce il ricordo di un profumo che è rimasto impresso nella mente. Era la tua aura, Bulma.
Aveva preso a piovere molto forte, sentivo provenire dalla casa le voci di Chichi e i ragazzi, mentre la pioggia bagnava la mia tuta, il mio corpo si smaterializzò attratto dalla piccola fiammella.
Mi ritrovai in casa tua, al centro della stanza. Volgevi lo sguardo fuori dalla finestra, ti è sempre piaciuta la pioggia, chissà perché poi. Un braccio a stringere la vita e con l’altro scrivevi qualcosa sul vetro appannato. Non mi avevi sentito arrivare. Stavo sporcando il pavimento bagnato come ero, ma non riuscivo a muovermi. Mi sono sempre sorpreso di quanto tu possa essere bella, perché tu bella lo sei sempre stata, anche lì, in piedi davanti la finestra, con il pigiama e i capelli arruffati.

Mi viene in mente che sei stata la prima persona che ho conosciuto in vita mia, a parte il nonnino Gohan. Sarei ancora rifugiato in quelle montagne se tu non fossi venuta e mi avessi portato con te per mille avventure.
Mentre continuavo a guardarti immobile al centro della stanza, mi sorpresi a sorridere imbarazzato pensando a quando sbirciai sotto al tuo vestito per capire come mai fossi così diversa da me lì sotto!
Sei sempre stata irascibile, terribile, battagliera, permalosa, pronta a tutto per raggiungere i tuoi obiettivi. Ma più crescevamo più il nostro legame si consolidava e scoprivo lati di te che celavi bene sotto quella maschera da super donna.
Crescendo insieme a te scoprì il mio vero essere, la smania di lottare e allenarmi, per questo le nostre strade si sono separate continuando però a correre parallele. Eppure, nonostante fossi solo e lontano, la sera prima di cedere al sonno ristoratore, cercavo quella fiammella così familiare. Sapere che eri lì da qualche parte mi era di conforto.
Sono sempre stato troppo ingenuo per capire perché ti cercavo, per capire che non ti ero indifferente, che i tuoi modi di metterti in mostra cambiando pettinatura o vestendoti alla moda non mi lasciavano impassibile come volevo far credere. Ero troppo ingenuo per capire che anche i miei sentimenti stavano mutando, ero troppo occupato a superare i miei limiti, ero troppo occupato a non lasciarmi distrarre da nulla.
Quando ti rividi tempo dopo insieme a Yamcha fui quasi geloso, capì che forse io e te potevamo essere qualcosa di diverso da quello che eravamo. Forse io avrei potuto essere al suo posto. Mi chiedevo se fossi felice, se lui si fosse mai accorto delle sfumature verdi dei tuoi occhi o se anche lui avesse un debole per il profumo dei tuoi meravigliosi capelli colore del mare.
La verità, mia cara Bulma, è che io sono sempre stato un grande egoista. Non potevo stare con te, non ti avrei amata come volevi, saresti stata sempre un passo dietro ai miei allenamenti. Tu non sei una donna da amare nelle pause tra un combattimento e l’altro, tu sei una donna da trattare e amare come una principessa. Adesso lo sei, sei la moglie del principe dei Sayan. E io sono rimasto un guerriero che colleziona cicatrici e scandisce il tempo a suon di pugni.
Quando feci un passo verso di te mi accorsi che stavi segnando sul vetro umido le nostre iniziali. Ancora una volta mi sono sentito in colpa. Una canzone molto malinconica tentava di riempire il vuoto che non era solo in quella stanza, ma anche in noi. Ho percepito la tua tristezza e di colpo è diventata la mia.
Mi dispiace Bulma, io non ho potuto farlo, ho avuto paura che tu diventassi più importante di tutto quello che avevo deciso che fosse la mia esistenza.

 
Never mind, I'll find someone like you
I wish nothing but the best for you, too
Don't forget me, I beg, I remember you said
Sometimes it lasts in love, but sometimes it hurts instead
Sometimes it lasts in love, but sometimes it hurts instead

 
Someone like you… non ho mai trovato nessuno come te. Pensai che Chichi potesse liberarmi da questo pensiero. Anche lei era una guerriera, avrebbe compreso e appoggiato le mie continue assenze, non avrebbe preteso mai nulla. Ho provato a farmi attrarre dalla sua attrazione per me. Pensavo bastasse.
Credo di aver fatto rumore perché ti girasti di colpo.
“Urca Bulma, scusami se sono entrato così… ma cercavo Vegeta!”
Dissi la prima cosa che mi venne in mente. E mi resi conto ancora una volta di quanto fossero belli i tuoi occhi.
“E’ in giardino e non osare camminare, mi sporchi tutto il pavimento” replicasti irritata e io sorrisi perché sapevo che avresti detto così. Ti girasti ricordandoti della lettera segnata sul vetro, quella lettera che non avrebbe dovuto esserci. Non so cosa mi sia preso ma l’unica cosa che volevo fare era avvicinarmi a te, toccarti, sentire il tuo profumo. Così mi arresi e le mie mani scivolarono sui tuoi fianchi mentre mi chinavo poggiandomi sulla tua spalla. Mi sorpresi di quanto fosse naturale quello che stavo facendo, come fare flessioni, o pesi.

 
You know how the time flies, 
Only yesterday was the time of our lives, 
We were born and raised in a summer haze, 
Bound by the surprise of our glory days

 
“B e G. Bulma e Goku, uh?”
Che sensazione di benessere. Una sensazione di incosciente e assolutamente sconsiderato benessere.
“Goku ma che stai facendo?”
Ti voltasti nel mio abbraccio quasi sconcertata da quello che stava accadendo. Non fingere con me Bulma, non fingere di non volerlo.
Afferrai la tua mano e con l’altra scivolai lungo la tua schiena, cominciai a farti volteggiare, eri così imbarazzata e io ero così felice. Il tuo peso era quasi impercettibile per me abituato a sforzi ben diversi. Quasi sparivi nel mio abbraccio. Sei così piccola, sei così delicata.
“E’ bella questa canzone, non credi?” domanda stupida la mia.
“Si…” era più un soffio che una risposta. Ti strinsi un po’ di più e mi accorsi che la tua presa alla mia mano si era fatta impercettibilmente più forte.

 
Nothing compares, 
No worries or cares, 
Regrets and mistakes, they're memories made, 
Who would have known how bittersweet this would taste?

 
Mi svegliai da quel sogno, mi destai dal dolce torpore creato dal fatto di averti tra le braccia e tutto il grigio di quella giornata piovosa improvvisamente era piombato su di me. Cosa stavo facendo?
“…Devo andarmene ora. Mi dispiace, Bulma, mi dispiace tantissimo…”
Che idiota, cosa credevo di fare o di ottenere? Cancellare con un ballo tutta la nostra vita, tutte le nostre scelte, le mie scelte.
Mi guardavi e io mi sono sentito nudo di fronte ai tuoi occhi severi e tristi. La tua piccola mano era ancora stretta alla mia.
Ti sollevasti sulle punte avvicinandoti al mio viso. Così vicino che provai una strana vertigine, era il tuo fiato a farmi quasi tremare. Io non avevo mai provato queste sensazioni. Non ero mai stato così vicino a te in quel modo. Mi avvicinai anche io fino ad azzerare la distanza tra noi. Che buon sapore le tue labbra, che desiderio infinito. Ti stringo e ti sollevo, tu ti aggrappi a me e il bacio si fa audace e profondo, ma solo il tempo di un battito del nostro cuore.
“Scusami Bulma, mi dispiace. Mi dispiace tanto.”
Un groppo allo stomaco e una vertigine, un senso di vuoto e di perdita. Faccio dei passi indietro con la testa china, non ho avuto il coraggio di guardarti. Due dita alla fronte e il mio corpo vuoto lascia la tua stanza.
Credo di averti sempre amata più di quanto abbia mai voluto far credere a me stesso. Credo che ti amerò per sempre Bulma e anche se le mie scuse non servono a rimediare la mancanza di coraggio per non aver saputo farti mia, io ci sarò sempre per te e farò l’unica cosa che sono in grado di fare: proteggerti. Sarai sempre la piccola fiammella che illumina le mie notti e riempie i miei pensieri. Non dimenticherò mai il sapore agrodolce del nostro amore.
   
 
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