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Autore: Fiore di Giada    07/05/2020    0 recensioni
[Uchuu no Kishi Tekkaman Blade]
[Uchuu no Kishi Tekkaman Blade]Mi alzo e percorro alcuni metri.
Scorgo, tra l’erba verde, cespi di vermiglio amaranto.
Tocco i fiori e sorrido, nonostante il peso opprimente del mio cuore.
Nel loro nome è racchiusa l’essenza dei miei sentimenti per te.
Non appassiranno mai.
Io non posso dimenticare il legame che c’è stato tra di noi.
Niente cancellerà il tuo volto dalla mia memoria.
Ne colgo alcuni, poi li getto in aria in un ultimo omaggio a te, mio perduto amore.
Posso fare solo questo.
Danzano, come fiocchi di neve vermiglia, prima di posarsi sul terreno, senza alcun rumore.
– Ti amo… – esclamo, la voce incrinata.
E il vento disperde le mie parole nella notte.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il velario sospeso del cielo blu si stende sopra di noi, scintillante dei bagliori argentei delle stelle.
Il vento primaverile accarezza l’erba, facendola ondeggiare, e l’aria risuona d’un debole stormire.
Mi stendo sul terreno, le braccia incrociate dietro la testa. Finalmente, posso restare solo.
Rachel e Rick, a causa della dura giornata di lavoro, si sono addormentati.
Io, malgrado la stanchezza, non riesco a dormire.
Un debole sorriso sfiora le mie labbra. Quanto invidio la loro purezza…
Loro possono camminare a testa alta, senza alcuna vergogna.
Pur essendo stati coinvolti dalla guerra, non sono stati contaminati dalla sporcizia.
Si sono mostrati tenaci e risoluti, al contrario mio.
Hanno saputo creare un piccolo paradiso, in questo inferno di sangue e distruzione.
Eppure, hanno sopportato tante orrende privazioni.
Lacrime sgorgano dai miei occhi, morendo sulle mie labbra. I ricordi della mia esistenza precedente si spiegano nella mia mente, lenti, precisi, crudeli.
Quante esistenze ho distrutto, nella mia ricerca di denaro, potere e successo?
Sono stato debole e stupido.
Un singhiozzo si spezza nel mio petto. Il tempo trascorso non ha cancellato il dolore per la tua morte, Marlowe.
Anzi, la mia pena si acuisce.
Quando chiudo gli occhi, mi sembra di vedere il tuo viso sorridente.
Quasi mi pare di potere toccare il tuo volto e di potere sentire il calore della tua pelle.
Quanto vorrei abbracciarti e stringerti a me.
Questa illusione si dissolve in un battito di ciglia.
Sei solo un sogno fugace, che nulla potrà concretizzare.
Mi manchi, amico mio.
Non ho dimenticato il tuo contributo alla mia salvezza.
Se non fosse stato per la tecno armatura da te costruita, sarei morto.
Piango, ormai privo di freni. Ho incolpato Brando della tua morte, ma lui era innocente.
Lui, malgrado la sua apparenza severa e imperscrutabile, non ha mai desiderato morti inutili.
Se avesse potuto, lo avrebbe salvato, nonostante tutto.
La colpa della tua morte ricade in parte su di me.
Tu, spinto dal tuo affetto per me, mi hai sempre seguito, nelle mie imprese più folli.
E, per me, sei morto tra le mie braccia.
Non dimenticherò mai la dolce luce dei tuoi occhi, prima che si chiudessero.
Hanno cercato i miei, in un estremo, doloroso contatto.
Non mi hai odiato.
Anzi, ti sei pure sorpreso della mia disperazione.
Quanto è stato profondo il tuo affetto, amico mio?
Marlowe… – sospiro. Il mio cuore, in questo momento, freme di rimpianto.
Mi sono accorto di amarti, mentre ti spegnevi tra le mie braccia.
E tale consapevolezza ha accentuato e accentua la mia pena.
Il mio cinismo mi ha impedito di essere completamente sincero con te.
Non ho saputo vedere l’evoluzione del mio affetto per te.
Stringo la mano destra attorno ad un ciuffo d’erba e, con un gesto deciso, lo strappo dalla terra. Avrei dovuto compiere questo gesto tempo prima.
Se mi fossi liberato prima di questa forza fasulla, tu saresti qui.
E, forse, saremo stati felici, liberi dalle catene dell’esercito.
Ma non è facile vedere oltre i propri schemi, quando, per anni, hanno costituito il perno dell’esistenza.
La mia mente è stata oscurata dal mito del profitto e pago le conseguenze di tale cecità.
Vedo tanti aspetti della realtà, prima a me ignoti, eppure il dolore non scompare.
La consapevolezza è un veleno acre, che mi dilania l’anima.
Fisso ancora il cielo, lo sguardo velato di lacrime.
Questo rimpianto non mi abbandona.
Non mi è stato concesso il conforto di una tomba.
Sospiro. Ovunque tu sia, spero abbia terminato di soffrire.
Il tuo coraggio avrà riscattato i tuoi errori, ne sono sicuro.
Mi alzo e percorro alcuni metri.
Scorgo, tra l’erba verde, cespi di vermiglio amaranto.
Tocco i fiori e sorrido, nonostante il peso opprimente del mio cuore.
Nel loro nome è racchiusa l’essenza dei miei sentimenti per te.
Non appassiranno mai.
Io non posso dimenticare il legame che c’è stato tra di noi.
Niente cancellerà il tuo volto dalla mia memoria.
Ne colgo alcuni, poi li getto in aria in un ultimo omaggio a te, mio perduto amore.
Posso fare solo questo.
Danzano, come fiocchi di neve vermiglia, prima di posarsi sul terreno, senza alcun rumore.
Ti amo… – esclamo, la voce incrinata.
E il vento disperde le mie parole nella notte.





   
 
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