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Autore: AkaNagashima    07/05/2020    1 recensioni
Attenzione: Spoiler terza stagione episodio Chat Blanc!!
« Char Noir.. non c'è più nessuno che possa farmi del male, adesso. Papillon è stato sconfitto. »
« Chat Blanc. »
« C-Cosa? »
« Chat Noir non c'è più, Milady. Adesso sono Chat Blanc. »
Dicendo questo fece tintinnare il campanello toccandolo con le dita e sorridendole.
[ . . . ]
E se Chat Noir, dopo essere stato akumatizzato, invece di distruggere Parigi decidesse di restare con la sua Milady nella versione del gatto bianco? Un nuovo 'e se..' riguardante la terza stagione di Miraculous.
(Il titolo viene dalla versione maschile della canzone 'The Queen of mean' di Sarah Jeffery)
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Tikki
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Something’s pulling me
It’s so magnetic
My body is moving
I’m sure where I’m headed
All of my senses have left me defenseless
This darkness around me
Is promising vengeance
The price that I’m willing to pay is expensive
There’s nothing to lose
When you’re lonely and friendless
So my only interest is showing this princess
That I am the King
AND MY REIGN WILL BE ENDLESS

 
Saltava sui tetti, Chat Blanc, euforico perché avrebbe rivisto la sua Marinette fuori di casa ed avrebbe potuto coccolarla a dovere senza il fastidio dei suoi genitori in casa. Aveva fatto volutamente ritardo per farla stare sulle spinge, così che il desiderio della ragazza stessa aumentasse tanto quanto il suo, perché così doveva essere. Marinette lo amava, lo aveva sempre amato, e anche se adesso non poteva più essere Adrien né Chat Noir, ma solo il gatto bianco, lei lo avrebbe amato come prima, se non di più..
Lui era lì per proteggerla, per farla essere la sua regina, mentre lui era un re.

« Purrrincess.. sono arriva- »

Ma le parole gli morirono in gola trovandosi davanti quella scena. C’era un uomo, sicuramente uno che aveva ben poca voglia di sopravvivere, che stava molestando la sua Lady. Era lì, addosso a lei, con una pistola puntata ed un sorriso da maniaco, mentre Marinette non aveva idea di come difendersi se non piangendo e chiamandolo a gran voce. Gli stava chiedendo aiuto, e lui aveva deciso di arrivare tardi proprio quel maledetto giorno.

« E dai, ragazzina, sta ferma. » mormorò ancora l’uomo, mentre le accarezzava il volto paonazzo. « Sarà qualcosa di molto veloce. Inoltre voglio solo prendere quello che hai di prezioso, poi me ne andrò come sono arrivato. »

« N-No.. Vi prego. Qualcuno.. Adrien! »

Il gatto bianco, adesso, più arrabbiato che mai, scese dall’albero dove si trovava, avvicinandosi a passo deciso e con uno sguardo che avrebbe fatto paura anche al peggiore degli uomini. Non disse niente, anche perché non c’era nulla da dire, prese di peso l’uomo – poggiando la mano sulla spalla – e lo scaraventò lontano, parandosi davanti ad una Marinette ancora sconvolta ed in lacrime.

« Ah.. Maledizione! » sbottò, rialzandosi. « E-E tu chi saresti, ragazzino!? »

« Il tuo peggiore incubo. »

Non aveva bisogno di urlare l’attacco come quando era Chat Noir, il cataclisma non aveva limiti di tempo o di energia, e ne creò una piccola palla fra il pollice ed il dito, lanciandola contro all’uomo che venne prima ferito ad una spalla, poi ne lanciò un’altra ferendolo ad una gamba.

« C-Chat.. Ti prego. Basta. »

« . . . No. »

Un altro attacco, stavolta andato a segno, e l’uomo venne completamente fatto scomparire, così com’era successo a Papillon quel giorno. Davanti a quell’orrore, di cui lei era stata l’unica protagonista silente, le tornarono alla mente le richieste disperate di chi voleva tornare alla normalità. I parigini erano alle strette, erano arrivati allo stremo delle proprie forze e della sopportazione, ed anche la richiesta di Tikki tornò a battere i pugni contro le parete dei propri ricordi. Plagg era scomparso, così sembrava, e Chat Blanc aveva ucciso, per la seconda volta, proteggendo la propria ragazza. C’era davvero bisogno di Ladybug.
Sogghignò soddisfatto, voltandosi verso di lei, aspettandosi un ringraziamento degno di nota, un abbraccio felice ed un bacio perché era stato bravo. Ma si trovò davanti una ragazza maggiormente in lacrime, inorridita per ciò che aveva visto.
Non capendo, decisamente confuso, tentò di avvicinarglisi per come riusciva, ma lei non sembrava esattamente propensa a lasciarglielo fare.

« No! N-Non ti avvicinare. »

« Milady, qualcosa non va? »

« E me lo chiedi!? » sbottò, ormai in preda ad una crisi isterica. « Hai ucciso un uomo, di nuovo! »

« L’ho fatto per proteggerti. » precisò, ancora più confuso. « Stava per farti del male, non potevo permetterlo. »

« No, Chat.. tu non capisci. » proseguì. « Ho cercato di accettarti. Ho cercato di capire e di amarti anche così, ma non ci riesco.. Rivoglio il ragazzo che eri prima, rivoglio Adrien e Chat Noir. Tu non sei così! »

Guardava la ragazza con la solita espressione fredda ed impassibile, poi venne storpiata da un sorriso maniacale, cominciò a ridere seriamente, in modo sguaiato, spaventando – se possibile – ancora di più la povera Marinette che non aveva idea di come scappare da quell’incubo ricorrente. Quanto avrebbe voluto svegliarsi e rendersi conto, seppur col cuore in gola, che quello era stato solo uno dei suoi tanti incubi.

« Oh, povera Marinette, quanto sei cieca. » mormorò. « Questo è il vero Adrien. Il tuo dolce e gentile ragazzo era solo una maschera! »

« No, non è vero! » sbottò, alzandosi per combattere. « TIKKI, SPOTS ON! »
  
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