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Autore: AkaNagashima    10/05/2020    0 recensioni
« TIKKI SPOTS ON! »
« PLAGG, CLAWS IN! »
Marinette ed Adrien sono i nuovi Ladybug e Chat Noir.
Ma cosa succederebbe se, dietro ai loro Miraculous, ci fosse un passato difficile dovuto ai vecchi supereroi?
Una lotta tra due ex colleghi che continua con le generazioni successive, un Miraculous rimasto nelle mani sbagliate ed una ragazzina che farebbe di tutto per salvare la propria madre dal coma.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Sabine Cheng
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Parigi 2017

Era stanca di dover combattere per qualcosa di così assurdo. Stanca di dover picchiare la testa contro un muro che non voleva rompersi in nessun modo, e non vedeva via d’uscita. Diciassette anni a farsi la guerra per qualcosa di così effimero, un odio che veniva dal profondo e che difficilmente si sarebbe tolto di mezzo. Riprendeva fiato Ladybug, ormai adulta, ormai moglie e madre di una bellissima ragazza. E guardava davanti a sé il proprio collega, altrettanto adulto, che non voleva collaborare per egoismo. Puro e semplice egoismo!

« Gabriel, ti prego! » annunciò la donna, guardandolo. « Lo sai che ho ragione. Lo sai!»

«No Sabine, tu non capisci. Tu non riesci a capire quanto io odi questa situazione, quanto io voglia Plagg con me. » continuò, guardandola di conseguenza in cagnesco. « Io sono il legittimo Chat Noir! »

« Sai che non dobbiamo usare i Miraculous per i nostri comodi, Gabriel. Ti prometto che ti renderò l’anello quando tornerà una minaccia, ma adesso deve tornare nella Miracle Box! »

« Zitta.. ZITTA! » sbottò, incanalando tutta l’energia della distruzione. « CATACLISMA! »

Non potè scansarsi in tempo, la povera Sabine, che crollò insieme alle macerie e causa di un cataclisma più potente del solito. Picchiò improvvisamente la testa perdendo inevitabilmente i sensi, e tutto divenne buio.
Quando riaprì gli occhi era ormai sera, e tutto intorno a lei era silente. Si era detrasformata, e Tikki le era rimasta accanto, vegliando sulla guardiana. Le faceva male la testa, si sentiva così stanca. Sospirò affranta, cercando di rialzarsi e trasformandosi nuovamente in Ladybug per poter raggiungere casa e poter finalmente dormire.
Marinette e Tom le andarono incontro preoccupati perché non stava rientrando. Sabine respirava a fatica, aveva così sonno. L’uomo la prese in braccio portandola in camera loro e mettendola a letto, seguiti dalla ragazza in lacrime, ormai sedicenne.

« M-Mamma.. che ti è successo? »

« Piccola mia, scoltami.. » la richiamò, richiamando a sé le poche energie che le rimanevano. « Non sono riuscita a.. riprenderlo. Devi combattere per la Miracle Box, tesoro. Tu.. Tu sarai la nuova Ladybug e riprenderai Plagg. »

« Cosa? No, mamma.. che stai dicendo? Tu sei Ladybug e sconfiggerai il male. »

« Ho tanto sonno, Marinette.. ricordi? Me l’hai promesso. » sussurrò, chiudendo lentamente gli occhi. « Mi fido di te, bambina mia.. tu ce la farai.. »

Sabine Cheng chiuse definitivamente gli occhi, addormentandosi. Solo il Miraculous della coccinella e del gatto nero, uniti in uno, potevano svegliarla.



Parigi 2017

Adrien era totalmente distante da lei. Come eroina stava miseramente fallendo, e come civile forse era persino peggio. Aveva discusso con suo padre, perché si era stancato di vederla costantemente stanca e provata dalle battaglie notturne contro Chat Noir, mentre i Kwami la spingevano a riprendere Plagg ad ogni costo, e sua madre stava sempre peggio.
Si sentiva un giocattolo, tirato da due bambini litiganti che lo volevano per divertirsi nello stesso momento. Ed avrebbe davvero voluto parlare con Adrien, per sistemare, ma non sapeva cosa dirgli e come sistemare tutto. Inoltre il suo amore per Chat Noir era solo aumentato.
Le loro battaglie cominciavano ad essere un piacere, per lei, perché così poteva vederlo ed averci a che fare. Si sentiva orribile. E quel che era peggio aveva chiesto aiuto persino ad Alya, facendola diventare Rena Rouge.

« Che debba arrendermi? »

« Marinette, so che è dura, ma siamo vicine alla meta. »

« Come fai a dirlo, Tikki? » domandò, cominciando a piangere. « Siamo sempre al punto di partenza, non stiamo andando da nessuna parte.. sono mesi che combatto contro di lui, mesi. Non ricordo nemmeno quanto tempo sia passato di preciso. »

« Non piangere, Sabine non vorrebbe vederti così.. » sussurrò il kwami, accarezzandole la guancia. « Ho parlato con Plagg. »

« Tu hai fatto cosa!? Tikki, cos’aspettavi a dirmelo!? Quando? »

« In realtà un po’ di tempo fa.. l’ho trovato che girovagava per la scuola e mi ci sono fermata a parlare. Si è convinto di dire tutta la verità a Chat Noir. La vera verità, Marinette. » spiegò la coccinella, contenta. « Quindi chissà, a breve potrebbe anche succedere qualcosa di interessante, non trovi? »

La giovane teneva tra le mani il piccolo kwami rosso pensando attentamente. Plagg era nell’anello quando sua madre era stata battuta dall’ex Chat Noir, lui sicuramente aveva visto tutto. E se spiegava la realtà all’eroe presente, forse qualcosa di buono sarebbe potuto accadere.
Diede un breve sguardo a sua madre addormentata, sospirando pesantemente e sorridendo, nonostante sulle guance avesse ancora delle lacrime. Sì, forse poteva succedere qualcosa, no?
Quella sera lo avrebbe aspettato di nuovo ed avrebbe ritentato un approccio più civile, parlandogli ancora una volta, altrimenti si sarebbe arresa completamente ed avrebbe seguito il desiderio di suo padre. Aveva ragione, dovevano andare avanti, in qualche modo.



[ . . . ]



Parigi 2017

Odio.
Rabbia.
Disperazione.
Lei voleva portarglielo via, ma lui era ancora Chat Noir, era ancora utile. Era il legittimo proprietario, era suo. Suo e di nessun altro. Perché non capiva? Perché voleva prenderglielo? Perché!?

« CATACLISMA! »

Un enorme boato e tutto crollò, così come Sabine che non era riuscita a scansare quell’attacco così potente. Solo successivamente aver compiuto quell’azione si rese conto di cosa davvero aveva fatto, annebbiato dalla rabbia nei confronti dell’ex collega. Si affacciò su quel dirupo, cercando di vedere qualcosa, poi decise di scendere e controllare fisicamente. Tremava, impaurito di aver compiuto qualcosa di cui si sarebbe pentito per tutta la vita. Poi la vide, da lontano, Sabine si era detrasformata e giaceva inerme, sembrava morta.
Spalancò gli occhi, coprendosi la bocca con una mano.
L’aveva davvero uccisa?

« Sabine..? »

Tentò di avvicinarlesi lentamente, ma dei passi vicini lo riscossero da quel momento di panico e lo fecero scappare. Se l’avessero trovato in quella situazione sarebbe sicuramente stato incolpato della morte di Ladybug. Corse, Chat Noir, tornando immediatamente a casa e chiudendosi la porta alle spalle.
Adrien, suo figlio di 16 anni, lo guardava perplesso mentre si detrasformava. Probabilmente si stava domandando perché suo padre tremasse così tanto.

« Padre, qualcosa non va? »

« Ascoltami attentamente. » mormorò, avvicinandoglisi con uno sguardo preoccupante. « Ti avevo promesso che il Miraculous sarebbe stato tuo e così sarà, da adesso in poi. »

Quand’era piccolo gliel’aveva mostrato e fatto indossare, facendogli conoscere Plagg, poi l’aveva ripreso per continuare la battaglia contro Ladybug. Ma adesso era terrorizzato, perché aveva fatto qualcosa di peggiore. Aveva ucciso la sua ex collega. Doveva lavarsene le mani, doveva scaricare la colpa..

« Sarai tu a sconfiggere Ladybug, vecchia o nuova che sia, e proteggere Plagg. »

Il ragazzo annuì, non sapendo cosa il padre avesse davvero combinato e quale fardello avesse posato sulla schiena del povero ragazzo. In tutto questo Plagg aveva visto.



Parigi 2017

« Ragazzo. »

Adrien si voltò a guardare Plagg, che gli svolazzava accanto. Notò immediatamente che qualcosa non andava, perché non stringeva un pezzo di Camembert tra le zampe e sembrava propenso a dirgli qualcosa di importante. Il kwami nero gli si avvicinò, toccandogli la guancia con la zampa, e sorrise tristemente.

« Plagg, che succede? »

« So che questo periodo è pessimo, Adrien.. ma ho bisogno davvero di raccontarti una cosa. »

« Di cosa stai parlando..? »

« Ladybug ha ragione. » precisò. « Tuo padre ti ha mentito, il vecchio Chat Noir non ha voluto rendere il Miraculous perché credeva fosse suo e che la sua ex collega volesse portarglielo via ma è questo il lavoro dei guardiani. Una volta concluso il lavoro dei supereroi, i Miraculous devono tornare nella Miracle Box. Solo successivamente, in caso di necessità, saranno richiamati. Oppure ci saranno altri eroi. »

Plagg si voltò verso il proprio padroncino, vedendolo con gli occhi spalancati e le lacrime pronte a scendere. Se Ladybug aveva ragione, significava che doveva rendere l’anello della distruzione, quindi avrebbe dovuto dire addio al suo kwami, che per lui era diventato un amico importante.
Prese un profondo respiro, tentando di trattenesi.

« Ti prego, Plagg, raccontami com’è andata.. »



[ . . . ]



Chat Noir e Ladybug s’incontrarono dove sempre. Ormai quel luogo sembrava predisposto solo per loro. Entrambi sembravano stanchi ed annoiati. Entrambi volevano arrendersi, perché entrambi ritenevano ormai inutile quella guerra.

« Io devo parlarti. » dissero all’unisono, guardandosi.

« Scusami, prima tu. »

« No, direi prima le signore. »

L’eroina prese un profondo respiro, alzando lo sguardo su quello che era stato il suo nemico fino a quel momento, adesso più propensa che mai a tentare di essere amichevole con lui e, forse, fare breccia nella sua coscienza. Sicuramente ne possedeva una.

« La vecchia Ladybug, che è anche la guardiana, è mia madre. » cominciò a dire. « Mi sono presa carico di questa situazione perché lei è impossibilitata a farlo, in quanto a causa della battaglia è rimasta ferita e adesso giace addormentata in un letto da ben oltre sei mesi.
Non avevo intenzione di attaccarti dall’inizio, ma non mi hai lasciato scelta. »

Tutto tacque, almeno per il momento, non volava una mosca. Ladybug ebbe il terrore che l’eroe nero se ne andasse così com’era arrivato e finisse così, senza niente da concludere, con un fallimento totale alle spalle. Ma ecco che Chat Noir le sorrise tristemente, annuendo e togliendosi l’anello.
La trasformazione si sciolse di conseguenza, e sotto la maschera del gatto nero un Adrien triste la osservava. Ladybug rimase senza parole, il cuore le si bloccò per un attimo, poi riprese a galoppare nel petto. L’anello era sempre stato dagli Agreste.

« Tu sei.. »

« Mi dispiace per tutto, Bagaboo. » mormorò, facendo un breve inchino. « Mi scuso anche da parte di mio padre per ciò che ha fatto, ma ti prego di capirlo. Voleva molto bene a Plagg, e glielo vuole tutt’ora. Lui mi ha raccontato tutto e.. ho deciso di rendertelo senza più combattere. La mia famiglia è nel torto. »

Le si avvicinò lentamente posandole l’anello sul palmo della mano, senza mai smettere di guardarla negli occhi. Adrien era così triste, che il cuore della giovane venne chiuso in una morsa. Avrebbe voluto dirgli che lei era Marinette, che si era innamorata della sua controparte da eroe, quindi che di conseguenza amava anche lui, ma rimase zitta e riprese solo a far scorrere le lacrime.

« M-Mi dispiace così tanto. » ammise la coccinella, riprendendo a piangere. « Mi dispiace! »

Lo abbracciò di slancio, tenendo l’anello chiuso nel pugno dov’era stato precedentemente posato, e pianse insieme al ragazzo su quei tetti, prima di riportarlo a casa.
  
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