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Autore: V@le    15/05/2020    0 recensioni
Attore. Il mestiere più bello del mondo.
Immergersi in un mondo parallelo, magari verosimile o magari fantascientifico.
Diventare un'altra persona, poter fare qualsiasi cosa che nella vita reale appare stupida o imbarazzante.
[...]
Chi non vorrebbe essere un attore?
Eppure recitare è come vivere: c'è sempre un mondo in ombra che nessuno vede e che nessuno cerca.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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L'attrice
IL MOMENTO GIUSTO




Neji si svegliò a causa della luce solare che, filtrando dalla finestra, gli batteva in pieno viso. La sera prima era talmente stanco da essersi dimenticato di chiudere le imposte. Non avrebbe mai immaginato che Tenten fosse così inarrestabile quando si trattava di turismo: avevano passato i due giorni precedenti costantemente in movimento, saltando da un quartiere all’altro.
Mentre andava ad aprire la finestra, sentì una voce provenire dalla zona giorno. Incredibile: anche quella mattina stava canticchiando.
Quando la raggiunse, la trovò con indosso una maglia lunga e sformata che usava come pigiama a prepare tè e caffè.
-Buongiorno!- lo salutò sorridente.
-Buongiorno. Non mi aspettavo che fossi sempre così attiva la mattina presto.
-I giorni scorsi era l’eccitazione di essere di nuovo a Berlino- spiegò versando le bevande nelle tazze -Oggi, invece, non è propriamente presto… Sono già le dieci.
Il ragazzo guardò l’orologio alla parete, incredulo: accidenti, erano davvero le dieci.
-Pensavo di reggere ancora i ritmi di due anni fa’- continuò Tenten avvicinandosi per porgergli il tè -ma oggi non ho proprio sentito la sveglia. Forse è il caso di darmi una calmata, o arriverò al matrimonio di Annika con una faccia spaventosa.
-Dubito che sarebbe possibile- ribatté lui prima di baciarla.
La ragazza non poté fare a meno di sorridere per quel complimento velato.
-Allora, le tappe di oggi?- chiese il ragazzo cominciando a sorseggiare il tè.
-Volevo andare a Potsdam, ma serve una giornata intera- nel parlare Tenten si mise a sedere con un balzo sull’isola della cucina -perciò direi di andare a vedere il duomo: è meraviglioso. Piuttosto, sei sicuro che non c’è qualcosa che vuoi visitare tu? Un museo o un posto che ti ha incuriosito?
-Anche fosse, tu l’avresti già messo in programma senza darmi il tempo di pronunciare una parola.
La ragazza rise e accavallò le gambe, facendo accidentalmente scivolare l’orlo della maglia e scoprendo le cosce.
Non se ne rese conto, ma Neji sì. E si ritrovò a deglutire, mentre una sensazione strana gli montava dentro.
-Credo sia ora di prepararsi- disse andando a posare la tazza nel lavandino.
-Ok…- Tenten fu stupita da quella reazione scattosa -Tutto bene?
-Sì, certo- affermò secco lui, dirigendosi nella sua stanza senza guardarla.
La ragazza finì di bere il suo caffè perplessa. L’aveva per caso visto arrossire?

-È impressionante.
-Sì, lo è.
Neji sollevò la macchina fotografica, catturando un’altra immagine di quella distesa di murales che adornavano l’East Side Gallery. In qualche modo cominciava a capire perché Tenten fosse tanto affascinata da quella città: era ormai passata una settimana e non c’era stato giorno in cui non avesse visto qualcosa di estremamente insolito o interessante.
-Non avevo idea che avessi l’hobby della fotografia.
-Da quando ho dodici anni- il ragazzo riappoggiò la macchina al petto -Ultimamente non ho avuto molto tempo da dedicarci. Ho sempre approfittato dei viaggi che facevo con la mia famiglia, ma negli ultimi due anni non ne abbiamo più fatti.
-Trovo che ti si addica- affermò Tenten mentre guardava i graffiti davanti a cui stavano passando -Cerchi sempre di capire la realtà osservando in silenzio: è un po’ come fare una fotografia, no?
Lo Hyuga non rispose, ma sorrise a quelle parole. Non lo dava a vedere, ma quella ragazza era in grado di analizzare e comprendere ciò che la circondava molto meglio di quanto sapesse fare lui. In qualche modo, gli stava insegnando qualcosa.
-Oh, quello è uno dei miei preferiti!
La vide precederlo di qualche metro per fermarsi davanti al ritratto di uno scorcio urbano, grigio e freddo. Quando Tenten si accucciò a terra, notò che da un tubo usciva come arcobaleno liquido. Improvvisamente quel pezzo di muro sembrò acquistare un’altra luce. Alzò di nuovo la macchina fotografica e catturò l’immagine del viso di lei che leggeva messaggi lasciati da sconosciuti sull’onda a sette colori.

-Eccoci, siamo arrivati.
Lo Hyuga lesse l’insegna: Cafe Sibylle.
-È un bar.
-È uno degli emblemi della cultura della DDR- lo corresse Tenten -ma mi interessa di più chi lo gestisce.
Entrarono e la ragazza individuò subito la persona che cercava. Poco più tardi si ritrovarono sul tetto del grande palazzone di cui faceva parte il locale.
Non era programmato, ma il sole stava per tramontare.
Tenten si avvicinò al parapetto, cominciando a raccontare.
-Una delle sere in cui ero uscita con Annika era la Notte Bianca dei Musei: mostre ed eventi in tutta la città. Lei ha insistito per passare qui al Sibylle: il gestore ha raccontato la storia del locale e della zona, per poi portarci tutti quassù.
Neji scrutò il panorama. Per quanto sembrasse non ci fosse nulla di speciale, percepiva che in qualche modo per la ragazza fosse un posto importante.
-Saremo stati almeno una trentina di persone quella sera, ma ricordo che c’è stato uno spazio temporale in cui sentivo di esserci solo io, nel buio, a guardare le luci indistinte della città- continuò lei -Credo sia successo proprio in quel momento, qui.
-Che cosa?
Tenten prese un respiro profondo.
-Capire che potevo stare di nuovo bene, se mi prendevo cura di me- silenzio -È stata una specie di epifania.
Il ragazzo fu sollevato di scorgere sul suo volto quel sorriso sereno. Stava davvero bene. E sentiva che questo faceva stare bene lui. Si accostò alla sua schiena e la abbracciò, affondando il naso tra i suoi capelli. Era inebriato dal suo profumo. A volte avrebbe voluto non staccarsi mai da lei.
-Fra tutti i posti che abbiamo visto finora, questo sta diventando il mio preferito- bisbigliò.
La ragazza si spinse ancora di più contro il petto di lui, come a chiedergli di stringerla più forte.
-Sono d’accordo.

Era arrivato il giorno del matrimonio. Neji aveva appena finito di vestirsi e stava parlando al telefono con Gaara in soggiorno. Quando Tenten uscì dalla sua camera, inizialmente rimase concentrato sulla conversazione, ma quando le lanciò uno sguardo per capire se fosse già pronta, il suo interlocutore dovette richiamarlo più volte per accertarsi che non fosse caduta la linea.
-Sì, ci sono. Scusa, mi sono distratto… Sì, poi ti farò sapere… Grazie, ciao.
Quando tornò a guardarla, si stava mettendo gli orecchini davanti allo specchio vicino all’entrata. Riconobbe lo stesso corsetto del primo tributo agli Evanescence, abbinato ad una lunga gonna verde petrolio. La vide sistemarsi i capelli, raccolti di lato, e controllarsi il trucco.
-Ti saluta Gaara- le disse, cercando di distrarsi dai pensieri poco casti che gli stavano attraversando la mente.
-Grazie. Novità su lui e Matsuri?- chiese lei mentre controllava le tasche della sua giacca.
-Fanno coppia fissa.
-Fantastico! Non vedo l’ora di farmi raccontare tutto da Matsuri.
Ad un tratto il ragazzo notò un gesto che lo infastidì non poco.
-Che cosa pensi di fare?- chiese secco.
Tenten gli rivolse uno sguardo confuso.
-Di che parli?
-Tiralo fuori subito.
La ragazza sbuffò incredula.
-Sul serio? Non ho tasche se non porto la giacca, è per comodità.
Neji tese la mano aperta verso di lei, sottolineando di non accettare obiezioni.
Dopo un altro sonoro sbuffo, Tenten tirò fuori dalla cavità tra i seni una scatoletta di metallo stretta e lunga e gliela diede.
-Quante storie per un paio di sigarette e un accendino…
-Non sono le sigarette a disturbarmi- ribatté lui mentre si infilava la scatoletta in tasca.
-Aspetta…- sul viso di lei comparve un sorriso malizioso -sei geloso?
L’altro non rispose e guardò altrove, evidentemente colto nel vivo. Un bacio sulla guancia lo colse di sorpresa.
-Ci ho sempre un po’ sperato- confessò lei mentre si infilava la giacca -Pronto?
Lo Hyuga annuì, dopo aver scosso il capo incredulo.

La chiesa sconsacrata dove si sarebbe svolto il tutto era addobbata in modo semplice, ma originale. Gli invitati stavano già prendendo posto per assistere al rito. Lo sposo aveva appena finito di salutare un folto gruppo di amici quando scorse Tenten avvicinarsi.
-Ehi, guarda un po’ chi ce l’ha fatta!- esclamò con enfasi.
-Ciao Elias!- rispose lei abbracciandolo brevemente -Allora, emozionato?
-Non ti immagini quanto, non sto nella pelle- notò il ragazzo dietro di lei -Chi è il tuo accompagnatore?
Neji si fece avanti e si presentò, stringendogli la mano.
-È un piacere averti qui- fece Elias cordiale -ora scusatemi, ma devo mettermi in posizione. Fatemi  gli auguri!
Lo osservarono allontanarsi, avviandosi verso una panca laterale per cercare dei posti liberi.
-Sembra un bravo ragazzo- commentò lo Hyuga.
-Sì, lo è. Appena l’ho conosciuto mi ha ricordato un po’ Asuma- rispose lei mettendosi a sedere -mi ha ispirato fiducia da subito. Annika, invece, lo ha fatto penare all’inizio.
-Un po’ come Kurenai- notò lui imitandola.
-Già, è vero.
Nel giro di pochi minuti fu annunciato l’arrivo della sposa. Un duo di musicisti cominciò a suonare e Annika comparve, con i suoi capelli rosso acceso e un abito stretto con maniche lunghe in pizzo.
Nel vederla Tenten sorrise di contentezza, senza accorgersi della commozione che le stava montando dentro. Era il primo matrimonio a cui partecipava e già le sembrava tutto meraviglioso.
-È stupenda- sussurrò.
-Sembra molto felice- fu il commento di Neji.
-Già.
La ragazza trattenne le lacrime di commozione per tutto il rito, anche se dovette sforzarsi particolarmente durante lo scambio delle promesse. Non si rese conto che lo Hyuga, per metà del tempo, aveva preferito guardare il suo viso piuttosto che gli sposi.

-Finalmente eccoti qua!
Annika, appena si era liberata dalla folla di amici e parenti che l’avevano circondata per fare le proprie congratulazioni agli sposi, aveva cercato con lo sguardo Tenten e le era corsa incontro, stringendola subito in un abbraccio quasi soffocante.
-La mia piccola stella!
-Tesoro, così non respiro- soffiò la ragazza mentre rideva -Congratulazioni di cuore!
-Grazie cara!- finalmente la mollò, volgendosi verso il ragazzo appena dietro di lei -E lui? È davvero Neji?
-Sì, è lui.
-Finalmente ti conosco- disse Annika mentre gli stringeva la mano -alla sua prima volta qui a Berlino Ten non ha fatto altro che parlare di te…
-Annika!- la riprese l’altra arrossendo di colpo.
-Oh, andiamo, se siete qui insieme è un buon segno!
Neji sorrise appena, senza imbarazzo.
-Piacere di conoscerti, e congratulazioni.
-Grazie! Anche se già mi sono persa lo sposo… Ah, eccolo lì. Ci vediamo dopo- salutò raggiungendo Elias, che stava ricevendo altri auguri.
Tenten scosse la testa sorridendo.
-È incorreggibile. È peggio di un tornado.
-Sembra persino più incontrollabile di Ino.
-Oh, sì, lo è.
Andarono a prendere da bere, per poi posizionarsi al limite della sala e osservare la folla davanti a loro. Sembrava di essere ad un festival alternativo: tutte le sottoculture possibili e immaginabili sembravano riunite lì per quel matrimonio.
-E io che credevo che a Tokyo se ne vedessero già di tutti i colori…
-Qui a Berlino è normale vedere tanti stili diversi. Certo, è strano che Annika ed Elias siano riusciti a riunirli proprio tutti.
-Li trovo comunque eccessivi- sentenziò Neji sorseggiando dal suo bicchiere.
-Già. Mi fanno venire in mente i costumi di scena per il tributo agli Evanescence. Anche se devo ammettere che mi è piaciuto indossarli sul palco.
-Tanto da mettertene un pezzo anche stasera.
Tenten si voltò stupita verso il ragazzo.
-Come fai a ricordartene?
-Non credo che riuscirò mai a scordare com’eri vestita quella sera, come parecchi altri ragazzi.
-Non intendevo essere così vistosa in quel senso- rispose lei cogliendo l’allusione -contando poi che subito dopo ho annunciato una falsa relazione con un omosessuale…
-Dovresti indossare un sacco della spazzatura per non essere vistosa in quel senso.
La ragazza si sentì arrossire, mentre allo stesso tempo cercava di trattenere una risata, guadagnandosi un’occhiata di traverso dallo Hyuga.
-Scusa- si affrettò a dire -ma è il complimento più contorto che abbia mai sentito.
Il ragazzo scosse la testa.
-È incredibile…
-Cosa?
-Non ti senti mai in imbarazzo.
-Ma se sono appena arrossita come un peperone!- vedendo persistere la serietà dell’altro, Tenten mise da parte il tono ironico -Lo so che sono sensazioni che possono mandare in confusione, ma non vuol dire che siano sbagliate.
Neji la fissò negli occhi per qualche istante, in silenzio. Assurdo come sapesse sempre qual era la cosa giusta da dire per tranquillizzarlo.
-Come fai a sapere così tanto sulle relazioni dopo essere stata con uno come Katashi?
-La psicoterapia è servita anche a questo: prendere quello che c’è stato con lui e capire come avrebbe dovuto essere per vivere qualcosa di autentico. E, per quanto imbarazzante stia diventando- abbassò il capo e volse lo sguardo altrove -sento che quello che c’è tra noi è autentico. E per questo…
-...non può essere sbagliato.
Il ragazzo le portò la solita ciocca di capelli dietro l’orecchio, per poi afferarla alla nuca e baciarla. Presi dal momento, si separarono solo quando sentirono annunciare a gran voce che il buffet era aperto.

Gli invitati stavano richiedendo un discorso agli sposi con tale entusiasmo e perseveranza, che i due alla fine si convinsero a prendere il microfono in mano. Dopo vari ringraziamenti, prese parola Elias.
-In molti questa sera mi avete chiesto come ci siamo conosciuti, perciò ho deciso di raccontarvi tutta la storia- dopo un applauso di incoraggiamento continuò -La prima volta che ho visto questa splendida donna è stato in un locale, durante un concerto. Mi ha stregato subito e, con il sostegno di un paio di birre, ho cercato subito di attaccare bottone. Qualcuno magari si stupirà nel sentire che, appena le ho rivolto la parola, si è voltata e se n’è andata via. Così ho passato tutta la sera ad ammirarla da lontano. Avevo abbandonato ogni speranza e me ne stavo andando, quando vengo fermato all’uscita da una ragazza che stava lì fuori a fumare.
In quel momento la sposa fece un gesto d’intesa verso Tenten, che sorrise divertita.
-Neanche si presenta e mi fa: “Annika ti piace”. Secca e diretta. Quando le rispondo di sì e che farei di tutto per ottenere un appuntamento con lei, mi dice di trovarmi il pomeriggio seguente al Sony Center. Ovviamente mi presentai, ma non mi sarei mai aspettato che, durante una visita al Museo del Cinema e della Televisione, quella ragazza avrebbe trovato una scusa per lasciarci soli e farmi ottenere il primo appuntamento con la mia meravigliosa moglie.
Dopo un lungo e scenografico bacio, Annika prese il microfono.
-Chi mi conosce sa quanto sono testarda e che, se una persona non mi va a genio subito, non le rivolgerò mai la parola. Per fortuna, in questo caso, mi sono sbagliata. E non me ne sarei mai accorta se una fantastica persona in trasferta dal Giappone non mi avesse costretto a conoscere Elias. Perciò, gente, in alto i calici: questo brindisi è per la nostra amica Tenten.
Quest’ultima avrebbe voluto sotterrarsi per l’imbarazzo, mentre si alzava un boato di approvazione.

-Era proprio necessaria tutta quella scena?
-Oh, la nostra stellina modesta!- la canzonò la sposa abbracciandola -Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare.
-Non mi avrebbe mai dato una possibilità se non fosse stato per te- la rinforzò Elias, per poi rivolgersi a Neji -Ma è sempre così umile?
-Sempre- rispose lui con fermezza.
-Però devo dire che ancora non mi spiego perché non hai pensato che fosse un criminale o uno stalker quella sera- disse Annika.
-Che delicatezza, cara.
Tenten rise allo scambio di battute, per poi rispondere.
-Beh, quando lo fermai fuori dal locale, pronunciò una frase che un criminale o uno stalker non direbbero mai.
-Che sarebbe?
-Testualmente: “io quella ragazza un giorno me la sposo”. È bastato osservare la sua espressione  mentre lo diceva per fargli passare l’esame.
A quelle parole il viso di Annika si addolcì. Dopo l’ennesimo bacio al suo sposo, trascinò Tenten all’uscita di emergenza più vicina per fumarsi una sigaretta insieme. Elias colse l’occasione per invitare Neji a bere qualcosa insieme.
-Tenten sembra stare molto meglio rispetto all’ultima volta che l’ho vista. Certo, immagino che in due anni si abbia parecchio tempo per riprendersi.
-Non sono mancati i momenti difficili, ma lei ha una forza interiore straordinaria- ribatté lo Hyuga.
Lo sposo osservò la sua espressione mentre parlava, e sorrise.
-Si vede che ci tieni molto a lei- le sue parole suscitarono un sussulto appena percettibile nell’altro -è molto che state insieme?
-In realtà poco più di un mese.
-Ma dai. A guardarvi, sembrate conoscervi da tutta una vita.
Il ragazzo cercò con lo sguardo Tenten, che rideva appena fuori dall’uscita.
-In un certo senso è così.
Elias ebbe la perspicacia per capire che chi aveva davanti si era aperto più di quanto fosse solito fare con uno sconosciuto e cominciò a fargli domande su argomenti più neutrali come il pianoforte e le serie televisive.

-È davvero un gran pezzo di ragazzo, Ten! Bel colpo!
-Parlerai in questo modo anche a novant'anni?
-Anche a centoventi, se ci arrivassi.
Si scatenò l’ennesima risata.
-È bello vederti così serena, sai?- disse poi Annika più seriamente -A quanto pare questo Neji ti fa stare proprio bene.
-Ancora qualche volta penso di essermi immaginata tutto. E poi ho l’impressione che stiamo bruciando un po’ le tappe… Non sono neanche due mesi che stiamo insieme e già facciamo una vacanza dormendo nello stesso appartamento.
-Come al solito ci ragioni troppo- sentenziò la sposa -Vi conoscete da anni, siete stati amici. Tante cose che si scoprono durante una relazione voi le sapete già. E non credere che non abbia notato la vostra pomiciata pre-buffet: tra voi c’è una chimica assurda. Non mi stupirei affatto se aveste già fatto sesso.
Tenten arrossì, ma in realtà non poteva fare a meno di essere onesta con lei.
-Non ancora, anche se comincia ad esserci parecchia tensione nell’aria…
Annika acquistò un’espressione intenerita e abbracciò l’amica.
-Tesoro, non c’è ragione di preoccuparsi. Non stare a darti pensiero se accadrà troppo presto o troppo tardi. Quando sarà il momento lo capirete e sarà giusto così.
La ragazza fu grata di quella rassicurazione.
-Grazie, avevo bisogno di sentirmelo dire.
-Quando vuoi, stella. Ma ora devo riscuotere il mio regalo di nozze- la prese per mano e la condusse verso la postazione del mixer -sono proprio curiosa di sapere che canzone hai scelto!
-In realtà credo che farò un cambio di programma dell’ultimo minuto- disse Tenten cercando con lo sguardo Neji.

Il duetto fu molto apprezzato dagli sposi, che si profusero in complimenti quando dovettero salutarsi. Sulla linea della metro per ritornare all’appartamento, un gruppo di musicisti di strada allietavano il rientro del sabato sera di una folla di giovani.
-Questo- spiegò sorridente Tenten mentre si aggrappava al palo del mezzo -è un altro degli innumerevoli motivi per cui adoro questa città.
-Devo ammettere che anche questa è una cosa nuova- Neji si posizionò di fronte a lei.
Ascoltarono per un po’ la musica.
-È stato davvero un bel matrimonio.
-Sì. Gli sposi sono decisamente delle persone originali- l’affermazione del ragazzo provocò nell’altra una risata -e sembrano volerti un gran bene.
-Sì, e io ne voglio a loro. Anche se probabilmente è strano stringere un rapporto così confidenziale con qualcuno che non si vede mai.
-Non per te- il tono che usò era molto dolce -tu riesci a farti voler bene da chiunque ti conosca.
-Stai esagerando…
-Lo sai che non è vero.
Tenten sorrise, per poi appoggiarsi al suo petto. Un secondo dopo sentì un bacio in fronte e una mano accarezzarle i capelli.
L’applauso ai musicisti di strada li fece voltare verso di loro.
-Vorrei avere qualche soldo da lasciargli…- sussurrò la ragazza, scavando nelle tasche della giacca senza trovare nulla.
Quando alzò lo sguardo, Neji le stava porgendo una moneta. La accettò con un gran sorriso e andò subito a lasciarla al gruppo, per poi ritornare al suo posto.
-Più penso di conoscerti, più mi stupisci- gli disse con sincera ammirazione.
-In positivo, mi auguro.
-Assolutamente.
Continuarono a guardarsi negli occhi fino a fine tragitto.
Quando risalirono le scale della stazione della metro, li sorprese la pioggia.

Appena entrarono nell’appartamento, Tenten recuperò subito degli asciugamani.
-Un acquazzone in piena regola…- commentò Neji togliendosi la giacca zuppa.
-Già, chi se lo aspettava- replicò lei facendo lo stesso e asciugandosi la parte superiore del busto alla buona -preparo subito qualcosa di caldo.
Mise a bollire l’acqua per il tè, cominciando a tamponarsi i capelli. Vide che anche quelli del ragazzo gocciolavano.
-Su, siediti.
Cominciò a strofinargli l’asciugamano sul capo.
-Dovresti toglierti quei vestiti bagnati, o prenderai un malanno- disse lui.
-Bel tentativo, Hyuga- lo prese in giro, passandogli una mano tra i capelli per controllare che fossero un po’ meno umidi -e comunque lo stesso vale per te.
-Dico sul serio- ribatté Neji prendendole i fianchi.
In quel momento il rumore secco del bollitore che si spegneva automaticamente rimbombò come uno sparo.
Era come se si fossero ipnotizzati a vicenda. Le loro labbra si avvicinarono lentamente. Mentre i loro respiri si facevano più corti, Tenten si ritrovò a cavalcioni sul ragazzo. I vestiti caddero a terra, uno a uno. L’imbarazzo era rimasto fuori dalla porta e, sulla scia di tutto quello che avevano provato sin da quella passeggiata nel bosco, ogni movimento nasceva con un’estrema naturalezza.

La luce grigia di una giornata piovosa filtrava dalla finestra, senza risultare fastidiosa.
Tenten si svegliò con la sensazione di non aver mai dormito così bene in vita sua. Si stiracchiò contro il cuscino, ricordandosi di non essere nella sua camera. E di non essere sola. Neji era già sveglio, chissà da quanto.
-Buongiorno…- lo salutò con la voce impastata e gli occhi che non ne volevano sapere di restare aperti -perché il tuo letto è più comodo del mio?
Il ragazzo sorrise senza rispondere, attirandola a sé prendendola per la vita e baciandola prima sulla fronte e poi sulle labbra.
-Stai bene?- le chiese invece, portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Come potrei non stare bene?- ribatté lei accoccolandosi al suo petto -Adesso capisco perché Asuma e Kurenai lo fanno di continuo.
Scoppiarono tutti e due a ridere.
-Sembra che pioverà tutto il giorno- notò lui guardando fuori dalla finestra.
-Io non ho alcuna fretta di alzarmi da questo letto- affermò Tenten, sistemando meglio la testa sul cuscino -in fondo abbiamo ancora una settimana piena per fare i turisti.
-Non è un’idea del tutto malvagia.
Lo Hyuga scomparve oltre la porta per qualche minuto. Tornò con il té per sé e il caffè per lei. La ragazza si tirò su a sedere, arrotolandosi le maniche della camicia presa in prestito per la notte. Neji le si sedette accanto e le porse la tazza, per poi circondarle le spalle con un braccio.
-Sarà difficile tornare alla quotidianità- sussurrò Tenten dopo qualche attimo di silenzio.
-E sarà seccante da morire sentire i commenti di tutti gli altri sul fatto che stiamo insieme.
-Non dobbiamo dirlo per forza subito.
Il ragazzo la guardò stupito.
-Che c’è?- ribatté lei -Quanto sarà mai difficile tenerlo nascosto per un po’? Io sono brava a mantenere i segreti.
-Non ti dispiacerebbe?
-Perché dovrebbe? Certo, Asuma e Kurenai lo sanno già… e mi sentirei un po’ a disagio a nasconderlo a Hinata, Shino e Lee- prese un lungo sorso di caffè -però non voglio neanche mettere a disagio te. Per cui deciderai tu quando metterlo in piazza. Io non pronuncerò una sola sillaba senza un tuo cenno.
Sembrava molto sicura e tranquilla rispetto a quello che stava dicendo.
-Ok, va bene- assentì lui con ton grato.
Le tazze vuote vennero posate sul comodino e la ragazza ne approfittò accoccolarsi meglio a lui, sovrapponendo le proprie gambe alle sue. Neji la rimirò per un po’, con quei capelli leggermente arruffati e la camicia troppo grande che le lasciava scoperta una spalla.
-Sei bellissima- le sussurrò all’orecchio, facendola arrossire -e stanotte è stato stupendo.
Tenten sorrise, inclinando il collo nel ricevervi leggeri baci.
-La prima o la seconda volta?- chiese provocatoria, avvertendo i sensi cominciare ad annebbiarsi.
-Aspetterei di vedere come va la terza- soffiò lui, portandola a sdraiarsi di nuovo.











  
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