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Autore: steffirah    23/05/2020    3 recensioni
[...] Si voltò invece verso il suo viso, decidendo di comunicargli quanto si stesse commuovendo. Ma nessuna parola riuscì ad uscire dalle sue piccole labbra, perché non si aspettava di poterlo trovare con un’espressione così… rilassata. Pacificante. Come se non avesse assolutamente alcun pensiero a preoccuparlo. Come se fosse totalmente privo di ansie, e timori, e preoccupazioni. Avrebbe pagato qualsiasi prezzo, pur di vederlo sempre così. Avrebbe dato tutto, per vederlo sempre spensierato e felice.
Era un momento così unico, così raro, che non poté fare a meno di imbambolarsi, non riuscendo a distogliere più lo sguardo dal suo viso. C’era anche da riconoscere che era la prima volta in cui lo sentiva suonare stando completamente soli, avendo quindi la possibilità di dedicarsi totalmente a lui. Solo e soltanto a lui.

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"Love me, because I love you"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Syaoran Li | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sulle note di un bacio












Trafelata, Sakura si affrettò a recuperare la borsa poggiata sul banco e uscì di corsa dall’aula, diretta verso l’uscita. Tutti erano già andati via, essendo le lezioni finite da un pezzo, ma dopo le prove col club aveva dovuto fermarsi per poter consegnare dei documenti a Mori-sensei – essendo lei e Yuzu-chan in carica delle pulizie, per quella settimana. La sua amica l’aveva anticipata nel resto, così a lei restava solo quello e poi era libera di tornarsene a casa. Ciononostante, considerando il tempo che ci aveva impiegato anche per cambiarsi, aveva finito col fare più tardi del previsto. E pensare che quella sera toccava a lei preparare la cena!
Accelerò, pensando già alla strigliata che avrebbe ricevuto da Touya. Non che non l’avesse sostituita, se avesse fatto troppo tardi, ma già immaginava come avrebbe potuto fargliela pagare… Ad esempio, aggiungendo di nascosto del konnyaku nella cena…
Rabbrividì raccapricciata all’idea e piagnucolò, mentre si precipitava giù per le scale.
Il sole già stava calando, sebbene ancora non si trovasse in una posizione sufficientemente bassa per essere nascosto del tutto dagli edifici; esso irradiava una luce aranciata, che coi suoi raggi attraversava le finestre, dando a Sakura l’impressione di correre tra fasci luminosi quasi palpabili. Si arrestò per un attimo a guardare ammaliata il pulviscolo che si sollevava dal suolo, incantandosi, dimentica delle sue ansie e dei suoi doveri, finché a ridestarla non ci pensò una musica leggera, che tenuemente raggiunse le sue orecchie.
Scattò con la testa verso l’aula di musica, a poca distanza da dove si era fermata, e totalmente attratta da quelle note soffuse si recò lì. Forse avrebbe fatto in tempo ad incontrare Tomoyo-chan e Akiho-chan e avrebbero potuto tornarsene insieme!
Entusiasta si affacciò dalla porta aperta, accingendosi ad annunciarsi mentre stava per entrare; tuttavia si fermò poco oltre la soglia, ammutolendosi. Si aspettava di vedere le sue due amiche, ma nella classe non c’era nessuno… eccetto una testa bruna che sbucava da dietro il pianoforte nero. Schiuse le labbra, riconoscendo i capelli ribelli di Syaoran.
Forse avvertendola cessò di suonare e sollevò di scatto la testa, affacciandosi; così i suoi occhi ambrati incontrarono direttamente il verde dei suoi.
Quasi nell’immediatezza Sakura sobbalzò, agitandosi.
«S-scusami, non volevo interromperti!»
«Non mi hai interrotto, avevo finito», assicurò il ragazzo, chinandosi verso la sua cartella per mettere a posto fogli e spartiti.
Nonostante il lieve disagio che provava – anche perché era convinta di averlo realmente interrotto, e non sapeva come dovesse scusarsi – la ragazza gli si avvicinò lesta, incuriosita. Era raro trovarlo lì, e poi quel giorno non aveva il club. Perché era rimasto?
«Non dovevi tornare a casa prima oggi?»
«Dovevo, ma mi è stato chiesto un piacere dal club di coreutica, e…» Fece una pausa, sospirando abbattuto. «Sono stato letteralmente incastrato», soggiunse tra sé.
«Hoe? Che piacere?»
Syaoran posò gli occhi sullo strumento dinanzi a lui, sentendosi un po’ imbarazzato nel rivelarlo.
«Di suonare per loro al prossimo concorso.»
«Ma è fantastico!» Illuminandosi, Sakura gli prese entrambe le mani e si sporse verso di lui, gasata. «Quando si terrà?»
«Alla fine di questo semestre…» pronunciò appena, colto in contropiede dalla sua euforia. Era troppo abbagliante. Troppo vicina.
Sentiva che non avrebbe retto a lungo tutto quell’incomprensibile calore – non gli era mai chiaro se proveniva dal suo stesso corpo, oppure se non facesse altro che riflettere quello che Sakura emanava.
Fortunatamente per lui fu lei a ritrarsi per prima, battendo le mani come una bambina.
«Non manca molto! Posso venire a vedervi?»
C’era speranza nel suo sguardo, che lui nutrì con una conferma. Nell’udire una tale buona notizia esultò, facendogli notare con gaiezza: «È da tanto che non ti sento suonare! Non vedo l’ora!»
Dondolò da una parte all’altra e lui si aprì in un sorriso rasserenato, vedendola tanto felice per così poco. Da un lato, però, aveva ragione. Era trascorso molto tempo dall’ultima volta in cui aveva suonato, soprattutto da quando lo aveva fatto di fronte ad altre persone. E in generale, non si riteneva poi così abile. Aveva ancora così tanto da imparare, da migliorare. Di certo chiunque altro sarebbe stato una scelta più saggia al posto suo, ma Daidouji e Shinomoto avevano insistito a tal punto sulla sua bravura che la loro insegnante aveva creduto immediatamente alla loro parola, affidandosi ad essa.
Quello stesso pomeriggio lo avevano messo di fronte alla grande sfida – era solo stato fortunato che fosse un componimento abbastanza semplice, ma restava il fatto che era la prima volta che lo eseguisse. E così, sotto la pressione degli occhi di tutti puntati addosso, aveva fatto del suo meglio. Aveva pregato che mani e gambe non tremassero, aveva preso un respiro profondo e si era concentrato unicamente sullo spartito e sul tempo da seguire, ignorando tutto il resto.
Seppure non fosse stato perfetto, la sensei era sembrata molto contenta del risultato, e aveva immediatamente approvato la scelta delle sue allieve. Non aveva molte alternative, e non riusciva a dire di no dopo che lo avevano letteralmente implorato di suonare per loro – questo perché non era concesso né alla professoressa né ai cantanti suonare. Così aveva accettato senza riflettere e per non deludere nessuno sin dal primo giorno aveva deciso di restare un po’ di più per potersi esercitare, almeno finché non fosse giunto il momento di andarsene.
Sapeva che Sakura aveva gli allenamenti di cheerleading, ma non poteva prevedere che potesse rimanere anche lei tanto a lungo, né che decidesse di andargli a fare visita. Una visita inaspettata, ma doveva confessare che era del tutto gradita. Per il suo animo travagliato, per le sue insicurezze soprattutto. Bastava un pizzico della sua positività, e lui sembrava sentirsi mille volte meglio.
Vedendola ancora gongolante, senza neppure rendersene pienamente conto si aprì in un sorriso dolcissimo. E le parole che seguirono, gli scapparono direttamente dal centro del cuore.
«Ti piacerebbe sentirla?»
«Posso?» chiese ella, ancora più stupita. Alla sua conferma annuì vigorosamente, esaltandosi. Sarebbe stata un’anteprima inedita, solo per lei!
Le fece pertanto segno di accomodarsi alla sua destra, dando un colpetto sullo sgabello, e, seppure un po’ timidamente, la fanciulla gli scivolò accanto, cercando di non prendersi troppo spazio. Lo guardò quindi in attesa, piena di trepidazione e aspettativa.
Syaoran osservò nuovamente lo spartito, rimettendolo com’era prima che lei arrivasse, ma stavolta si accorse di non essere agitato quanto qualche ora fa. Probabilmente – anzi, sicuramente era per la presenza di Sakura al suo fianco.
Cominciò così a suonare, con calma e pacatezza. In quel momento, si sentiva come se si trovasse al centro di un mare quieto, con una totale assenza di onde; e tale sensazione travolse del tutto anche Sakura.
Bastarono infatti poche note per lasciarla a bocca aperta. Priva di parole, priva di pensieri.
Piena di ammirazione, seguiva i movimenti delle sue dita, la pressione con cui pigiava i tasti, talvolta più intensa, talvolta più leggera e delicata. E sentiva che il suo cuore stesse seguendo quel medesimo ritmo cadenzato, morbido, mellifluo.
Intrecciò le dita sulle ginocchia, stropicciandosi la gonna della divisa estiva tra le mani, notando di tremare. Era un componimento bellissimo. Talmente bello da smuoverla nel profondo, spingendola alle lacrime.
Ciononostante cercò di ricacciarle e si voltò invece verso il suo viso, decidendo di comunicargli quanto si stesse commuovendo. Ma nessuna parola riuscì ad uscire dalle sue piccole labbra, perché non si aspettava di poterlo trovare con un’espressione così… rilassata. Pacificante. Come se non avesse assolutamente alcun pensiero a preoccuparlo. Come se fosse totalmente privo di ansie, e timori, e preoccupazioni. Avrebbe pagato qualsiasi prezzo, pur di vederlo sempre così. Avrebbe dato tutto, per vederlo sempre spensierato e felice.
Era un momento così unico, così raro, che non poté fare a meno di imbambolarsi, non riuscendo a distogliere più lo sguardo dal suo viso. C’era anche da riconoscere che era la prima volta in cui lo sentiva suonare stando completamente soli, avendo quindi la possibilità di dedicarsi totalmente a lui. Solo e soltanto a lui.
Accorgendosi di essere osservato, Syaoran si voltò verso di lei, imbarazzato ma al contempo incuriosito; bastò che i loro occhi si incontrassero di nuovo per far avvampare Sakura, al punto tale che per poco non le uscì il fumo dalle orecchie. Tornò allora a dedicarsi alle sue mani, che continuavano a produrre quella quieta melodia.
Si schiarì la voce, facendosi ancora più piccina.
«È bellissima.»
«È stata la professoressa stessa a scriverla.»
Si lanciò in una breve esclamazione di stupore, ma si sorprese ancora di più quando lo vide fare un sorriso nervoso, nel salto tra una nota più bassa e una più acuta.
«Ma non so se riesco a rendervi giustizia.»
«Ti assicuro che sei bravissimo!» confutò il suo timore, mostrandogli quanto la stesse incantando. «Guarda, ho le lacrime agli occhi che lo dimostrano! Mi stai toccando nell’anima!»
Suo malgrado gli sfuggì un sorriso, sebbene fosse un po’ timido, e mormorò un ringraziamento impacciato.
Si voltò allora totalmente verso di lei, smettendo di suonare per proporre: «Vuoi provare?»
«Eh? Io?! No, non sono capace!»
Agitò le mani davanti al viso, e lui gliele prese delicatamente, accompagnandole sulla tastiera.
«Questo non puoi saperlo, se non provi.»
Le dita di Sakura fremevano, simili a foglie scosse dal vento, mentre, con esitazione, provava a premere un tasto. Ne uscì un suono talmente sordo che quasi le distrusse i timpani. Si sentì improvvisamente giudicata da tutti i ritratti dei grandi compositori affissi alle loro spalle, per cui guardò il ragazzo al suo fianco con le lacrime agli occhi, stavolta completamente demoralizzata.
«Sono negata…»
Lui le sorrise con premura, negando.
«Devi solo abituarti.»
Posò allora le mani sulle sue, guidando le sue dita, aiutandola a premere i tasti, producendo una melodia. Seppur breve, aveva un che di dolce, allegro e al contempo rasserenante.
Quando giunsero alla fine rimasero in quella medesima posa, con le dita del ragazzo ancora perfettamente combacianti alle sue.
Sakura si voltò a guardarlo colpita, interessandosi su quale componimento fosse, ma dato che lui non sembrava avere una risposta suppose che potesse averlo creato lui stesso al momento.
«È incredibile!» esclamò piena di meraviglia, ma lui scosse umilmente la testa, spiegando:
«Ho solo seguito te».
«Me?» ripeté perplessa, piegando la testa su un lato.
Annuì col capo, tornando con gli occhi sulle loro mani, troppo imbarazzato per fronteggiarla – eppure, le punte arrossate delle sue orecchie lo tradivano subdolamente.
«Ho solo eseguito suoni che mi ricordano te. E tu mi hai aiutato a trovarli.»
Sakura schiuse le labbra sorpresa, avvertendo il suo cuore accelerare. Non sapeva come reagire. Non sapeva come rispondergli. Si sentiva felice, e lusingata, e sebbene non capiva bene cosa intendesse dire, era chiaro che fosse qualcosa che poteva legare lei a lui e a nessun altro.
Col cuore in gola tornò a guardare la tastiera. Sollevò le dita dai tasti bianchi e neri, voltando le mani al contrario, in modo tale da far incontrare i loro polpastrelli. Non combaciavano a perfezione, essendo le mani di Syaoran più grandi delle sue, ma amava quella sensazione. Amava percepire il suo calore, anche da un contatto tanto minimo.
Sospirò sognante, perdutamente innamorata, mentre seguiva la lunghezza delle sue dita fino a raggiungerne le nocche, quasi fosse vittima di un incantesimo. Ma era un incantesimo meraviglioso, se avesse potuto vi si sarebbe sottoposta costantemente.
Syaoran fu attraversato da un brivido nel percepire quel nuovo contatto, ma cercò di non darlo a vedere; piuttosto replicò le sue stesse azioni, un po’ esitante, cercando di avere un tocco leggero e delicato quanto il suo. Quasi lo solleticava il suo modo di sfiorarlo, ma per quanto si sforzasse aveva l’impressione di metterci sempre più… presenza.
Percepì la sua mano tremolare lievemente, finché senza alcun preavviso non intrecciò le dita alle sue. Ricambiò la stretta e la sentì trattenere il fiato, a poca distanza da lui. Voltò di poco la testa e lei fece altrettanto, mostrandogli le sue iridi lucide. Chissà quando si erano avvicinati tanto, fatto sta che non restavano che pochi centimetri a dividerli.
La loro presa si fece più delicata, i loro volti si avvicinavano sempre di più, lentamente, soavemente. Si stavano totalmente perdendo l’uno nell’altra. Chiusero le palpebre, e con quella stessa delicatezza le loro labbra si sfiorarono, per la prima volta. Indugiarono per un attimo, prima di ridurre del tutto qualsiasi distanza. Le loro labbra premettero le une contro le altre con tenerezza, i loro respiri trattenuti, i loro cuori a cento all’ora, le loro dita strette in un morbido abbraccio.
Le tende oscillavano leggermente al venticello che entrava dalla finestra, riportando coi suoi spifferi l’eco di quella che era la loro musica.
La musica del loro amore.



















 
Angolino autrice:
Salve! Questa storia è una mini-celebrazione per oggi, essendo il "kiss no hi" (giorno del bacio).
L'idea mi è venuta all'improvviso, e la one-shot è stata scritta molto di getto (quindi se ci dovessero essere eventuali errori vi prego di farmeli notare). I due componimenti dovrebbero ricalcare le note di “Because I love you” e “Love me” di Yiruma, almeno idealmente.
Le persone qui citate, oltre a quelle conosciute, sono la professoressa in carica della classe di Sakura (Mori-sensei) e Yuzu-chan, la compagna di classe che si vede alla fine della partita di basket dell'episodio 12 di Clear Card. Il konnyaku (conjac) è un ingrediente usato in cucina che si usa in diversi piatti (se ne fanno anche le gelatine di frutta) ed è quello con cui Sakura è più negata.
Detto ciò, spero vi sia piaciuta!
Grazie mille a chiunque ha speso qualche minuto per leggere :3
Steffirah
  
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