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Autore: ThePrankstersPage    29/05/2020    0 recensioni
Fuggito dal suo regno attraverso la Cieca Eternità, Oko si ritrova nella regione di Galar, un mondo tutto nuovo, popolato da creature che non aveva mai visto prima - i Pokemon - e dove la magia è stata completamente sostituita dalla tecnologia e i re sono ormai diventati presidenti.
Sarà l'inizio di un'avventura bizzarra, costellata di sfide e misteri.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Non vi erano alberi né rocce né acqua. Sembrava un posto vuoto, un interminabile corridoio completamente spoglio e buio, in cui l'unica fonte di luce erano varchi che brillavano di colori diversi e ognuno di essi conduceva in un universo parallelo a sua volta differente. Era come una grande rete che teneva uniti tutti i mondi e ogni popolo che li abitava la conosceva come Cieca Eternità. Il mana la dominava ed era così denso e saturo che qualsiasi comune essere vivente sarebbe stato disintegrato in pochi istanti, se avesse provato a mettervi piede. Tuttavia, Oko ci era dentro, fino alla più alta punta rossa della corona che aveva in testa, e completamente illeso camminava guardandosi intorno con aria confusa e cercando di ricordare come ci fosse arrivato.

Tutto era avvenuto quando ancora si trovava nel suo regno. Stava nascendo una nuova società e la classe dirigente che si era sostituita alla precedente aveva ordinato di eliminare o riconvertire tutti coloro che si sarebbero ribellati alle nuove leggi. Oko era un ribelle malizioso, nato con poteri magici eccezionali e quelli come lui erano ormai diventati degli individui intollerabili agli occhi di quella comunità. Quando successe quello strano avvenimento, la creatura fatata era stata catturata e si trovava incatenata in una stanza; sentiva delle voci minacciose ripetersi e ripetersi tutt'intorno a lui, assordanti nelle sue lunghe orecchie a punta: «Dimenticherò la malizia e i miei poteri e servirò questa società con assoluta fedeltà! Dimenticherò la malizia e i miei poteri...» Lo stavano torturando sottoponendolo alla tecnica dell'ipnosi e sarebbe diventato un individuo perfetto, uguale a tutta la massa: non avrebbe più avuto i suoi poteri e certamente non si sarebbe più ribellato. Non più se stesso, non più unico nel suo genere. Oko non voleva tutto questo e ricordava bene tutta la lotta contro il dolore fisico e psichico che cercavano di dominarlo, ma improvvisamente tutto era diventato bianco e subito dopo aveva provato una sensazione di leggerezza, come se l'aria lo avesse dolcemente trascinato altrove.

E lo aveva trascinato altrove! Esattamente nel vuoto della Cieca Eternità. La creatura non credeva ai propri occhi: possibile che in quel momento in cui tutto sembrava perduto, qualcosa in lui si fosse acceso come...una scintilla? E che quella cosa l'avesse portato in salvo, lontano dal pericolo?

Qualcosa di straordinario era successo: quei torturatori non solo non erano riusciti a riconvertirlo, ma avevano anche acceso quella sua scintilla che, sopita, era sempre stata in lui, sin dalla sua nascita. Era appena diventato un VIANDANTE e come tutti i Viandanti poteva finalmente viaggiare da un universo parallelo all'altro, quella scintilla lo avrebbe guidato dove voleva. Nessuno sarebbe più riuscito a catturarlo e a torturarlo, quel regno ribollente di ipocrisia e corruzione era ormai lontano.

Oko si sentiva finalmente libero e dal quel momento avrebbe davvero potuto fare quello che voleva, quando voleva e come voleva, senza conseguenze: gli sarebbe bastato scappare nel vuoto tra i varchi e tutti i problemi sarebbero andati via in un batter d'occhio. Ma aveva appena iniziato ad assaporare quell'attimo di gioia che qualcosa interruppe bruscamente i suoi pensieri.

«GROOOAAASSSHHHH»

Un ruggito spaventoso riecheggiò in lontananza alle sue spalle; sembrava che in quell'istante mille dragoni avessero ruggito tutti insieme in una volta sola. Oko sentì il sangue nelle sue vene gelarsi ed era incredulo: non potevano esserci draghi nella Cieca Eternità...o forse sì? Si girò a guardare in direzione del rumore e fu allora che in lontananza riuscì a distinguere una luce debole, rotonda e bianca. Era una luce insolita, diversa da quelle emanate dai varchi e il VIANDANTE, incuriosito, restò fermo a guardarla, ma ora era diventata più grande e luminosa. Stava progressivamente aumentando e...veniva verso di lui, ora sempre più veloce! Oko notò che anche la forma stava cambiando: era sempre un nucleo bianco, ma tutt'intorno stava assumendo sempre di più l'aspetto di una mano a cinque dita. Anche i colori stavano cambiando, la mano sempre più rossa e le dita sempre più spinate e blu.

«GROOOAAASSSHHHH»

La cosa enorme ruggì di nuovo, si era fatta vicinissima e...quelle non erano dita! Cinque gigantesche teste corazzate e prive di occhi venivano verso di lui, affamate e inarrestabili. Oko iniziò a correre come non aveva mai corso prima, mai e poi mai avrebbe voluto morire nella Cieca Eternità, mangiato da un'idra a cinque teste. La bestia gli era ormai alle costole e il VIANDANTE iniziò ad avvertire la sensazione che il tempo trascorso in quel vuoto stesse per finire. Che delusione, pensò, nemmeno i Viandanti potevano sopravvivere a lungo in quel posto. Oko era nel panico, il mana stava iniziando a consumarlo, ma perché sul gigante che lo stava inseguendo non aveva lo stesso effetto? Possibile che fosse fatto della stessa materia che componeva la Cieca Eternità e che quella fosse la sua tana? Non riusciva a smettere di pensarci, ma più che ci pensava, più il terrore aumentava, nel tentativo di cercare un varco in cui tuffarsi. L'immonda creatura spalancò le cinque mascelle, mostrando lunghe lingue rosse a strisce bianche e luminose e i colli robusti e corazzati iniziarono a chiudersi a pugno davanti e sopra di lui, mentre il mana continuava inesorabilmente a consumarlo: era in trappola, era finita, la Cieca Eternità lo avrebbe inghiottito per sempre, ma davanti a lui vide un varco farsi sempre più vicino. Oko sentì la speranza accendersi nuovamente in lui come una scintilla e si abbassò appena in tempo per schivare una gigantesca bocca dentata e pronta ad afferrarlo. Il varco era già a pochi metri da lui, ma vide che le teste si erano disposte ai suoi lati e stavano iniziando ad allinearsi, no, volevano schiacciarlo e si sarebbero scontrate nel farlo. Con tutta la sua forza si diede una spinta nelle gambe e fece un gran balzo in avanti verso la luce del varco. Le teste si scontrarono le une contro le altre, ma non riuscirono a prenderlo.

Oltrepassò il portale, mentre il ruggito del mostro riecheggiò dalla parte opposta. Aveva smesso di inseguirlo, ma, nell'atterraggio, Oko perse l'equilibrio e si ritrovò a rotolare giù in discesa su una superficie umida, fresca, terrosa ed erbosa. La caduta sembrava interminabile e il VIANDANTE sentiva il terriccio umido e la ghiaia entrargli in bocca, negli occhi, nei pantaloni e pungergli il corpo tutt'intorno, mentre rotolava. Era una sensazione fastidiosa per uno come lui, non riusciva a frenare con le dita unghiate e sentiva le forze iniziare a venirgli a mancare. Con tutto quel correre e cadere, prima o poi sarebbe morto, pensava, ma ecco che andò a sbattere contro il tronco muschioso di un albero caduto e finalmente tutto finì.

Oko provò a rialzarsi, intontito, la testa che gli girava, il bel corpo muscoloso ora tutto dolente e i lucenti capelli neri ora tutti arruffati, terrosi, erbosi e in disordine. Anche il mantello di piume nere e lustre che gli scendeva lungo la schiena era tutto sporco e sbarbato, così come i suoi pantaloni lunghi e scuri. Il torso nudo e pallido ora marrone di terriccio, così come la sua faccia delicata. Così non è elegante, pensò, e inizio a risistemarsi con cura. Era disperato, gli veniva quasi da piangere. Quella sua bellezza che aveva passato ore e giorni a curare, rovinata da una stupida caduta. Assumere un aspetto illusorio non sarebbe bastato.

Si chinò a raccogliere la corona a punte rosse che, durante il ruzzolone, era rotolata via con lui. Fortuna che non l'aveva persa e che non aveva nulla di rotto, almeno quella. Fece per raddrizzarsi a indossarla nuovamente, il varco da cui era uscito si era ormai richiuso, ma Oko non si accorse che qualcosa arrivò dall'alto e lo colpì in testa. Era duro come la pietra. Il VIANDANTE lasciò cadere la corona e, girando su se stesso, cadde privo di sensi. Era giunto in quel mondo sconosciuto a notte fonda e a notte fonda era svenuto.

   
 
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