Gelosia


 

“Hey, hey, hey! Tsum-Tsum, domani ci rivedremo!”

Keiji sussultò udendo quel nome storpiato. Ancora non si era abituato all’idea che qualcuno avesse preso il suo posto sul rettangolo di gioco;  poco importava che fossero passati oltre quattro anni dall’ultima volta in cui aveva alzato la palla per Koutarou.
Cercò di concentrarsi nuovamente sulla bozza del nuovo capitolo inviatogli da Udai quella stessa mattina. In alcuni punti il tratto risultava incerto, il ché non lasciava dubbi sul fatto che il giovane mangaka avesse passato l’intera nottata a combattere contro i suoi più acerrimi nemici: il sonno e l’imminente scadenza.
 
“Bem! Sì, Hinata-kun mi ha scritto poco fa. Non vedo l’ora di rivedervi tutti! Mi siete mancati!”

Le dita del più giovane lasciarono la tastiera del notebook e s’incastrarono tra loro, come accadeva spesso nei momenti in cui sentiva il bisogno di scaricare la tensione fisica ed emotiva; soprattutto la seconda.
Una notifica proveniente da WhatsApp riuscì a persuaderlo dai suoi pensieri più cupi. Nella chat lavorativa di gruppo, il capoufficio aveva ancora una volta ribadito che la mattina seguente si sarebbero dovuti incontrare assieme a Tenma, ma con tutte le dovute precauzione anti-contagio. Quest’ultimo rispose con un secco “Ok” evitando di entrare nel merito di quanto sudore avesse dovuto asciugare sulla sua fronte per esaudire le assurde richieste a cui doveva periodicamente sottostare.
Keiji confermò la sua presenza, puntualizzando che entro sera avrebbe inviato il materiale editato. In tutta onestà, non era poi così propenso a riprendere la routine quotidiana a pieno ritmo. In fin dei conti, l’isolamento forzato con Bokuto non gli era dispiaciuto affatto, escludendo piccoli inconvenienti domestici e grandi spaventi conclusi con un nulla di fatto.
 

 
“Ma ci pensi, ‘Kaashi?! Domani il mondo tornerà a girare normalmente!”

“Koutarou, la Terra non si è mai fermata. Siamo noi che ci siamo dovuti mettere al sicuro.”

L’ace dei Black Jackals si toccò più volte il mento con l’indice, gesto che solitamente compiva quando la sua mente era intenta ad elaborare un qualsiasi pensiero non sempre dotato di significato concreto.
Si voltò verso il compagno, lo fissò per qualche istante per poi mostrargli un sorriso sempre più ampio.

“Sai una cosa, Keiji?”

“Cosa?”

“Tutto sommato non è stato così brutto! Beh, sono quasi morto di paura quando pensavo che il virus ti avesse fatto del male... ma per il resto, è stato bello passare tutti questi giorni a casa solo con te!”

“Sul serio?”

Bokuto afferrò il suo viso e lo attirò a sé. Gli schioccò un lungo bacio sulle labbra lasciandolo letteralmente senza fiato e senza alcuna possibilità di replica.

“Certo! Non avrei voluto essere con nessun’altra persona se non con te!”

Keiji arrossì d’impeto, sentendosi irrimediabilmente in colpa per la futile gelosia che aveva avvertito nel pomeriggio. Si coprì il viso, prima che l’altro potesse accorgersi di quel suo momento di debolezza e, soprattutto, di quelle lacrime che stavano cominciando a scendere dai suoi occhi chiari.

“Grazie, Bokuto-san. Questa è davvero la cosa più bella che potessi dirmi!”









 

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Angolo dell’autrice


Ringrazio anticipatamente tutti coloro che passeranno a leggere questa mia raccolta di flash! :)

Spinta dall’ispirazione donata da alcune fanart trovate di recente sul web e data la quarantena ho avuto la malsana (?) idea di creare una raccolta di flash dedicata alla #BokuAka catapultata nella medesima situazione. Ho in mente di creare una serie di brevi episodi in cui l’ironia si mescola con la naturale angoscia provata per la pandemia. Ho scritto il tutto basandomi sulle restrizioni imposte in Italia, anche se la contestualizzazione resta quella nipponica.

Dodicesimo step. Siamo alla vigilia della Fase 3, la cosiddetta “tana libera tutti”. XD