Anime & Manga > The Seven Deadly Sins / Nanatsu No Taizai
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Autore: NonLoSo_18    03/06/2020    2 recensioni
[Percy Jackson AU!][Presenti personaggi dell'opera di Riordan]
I nostri personaggi preferiti nei panni dei semidei del Campo Mezzosangue.
Una raccolta di Oneshot in esploreremo i loro comportamenti... in un contesto già strambo di suo come quello del Campo Mezzosangue!
Tra risate, fluff, divinità assurde e ambrosia a colazione, le avventure dei Seven Deadly Sins vi aspettano!
1: Non tutti i figli di Ade sono cattivi (MeliodasxElizabeth)
2: Un giorno ti farò mia (BanxElaine)
3: Ciò che voglio dirti (MonspeetxDerieri)
4: Il semidio non riconosciuto (Arthur)
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!

Questa è una storia che mi è venuta in mente un po' per caso, un po' per noia (Effettivamente, non faccio nulla dalla mattina alla sera XD) pensando a quanto i nostri personaggi somiglino agli stereotipi dei semidei di Percy Jackson, e quanto io ami quel mondo. E penso che ne approfitterò per trattare anche tematiche serie, come proprio la tendenza a stereotipare i semidei.
 

Non tutti i figli di Ade sono cattivi


Meliodas: Figlio di Ade
Elizabeth: semidea non riconosciuta




Il suono delle spade che venivano cozzate le une contro le altre svegliò Meliodas dal sonno, costringendolo a sedersi sulle lenzuola, ancora senza maglietta.

Gli autori di quei suoni erano quelli che tendevano ad approfittare delle prime ore del mattino per allenarsi.

Dall'interno, invece, la cabina di Ade appariva buia, smorta, con teschi che fungevano da candelabri e rune sulle pareti.

Nella stanza si sentiva solo un leggero russare: suo fratello Zeldris stava ancora dormendo, ma lui, sinceramente, non ne aveva più molta voglia

Fuori, il campo Mezzosangue era immerso nella luce del sole.

Lui amava visceralmente quella luce, quel calore. Perché nessuno sembrava averlo capito?

Mentre guardava da lontano, tristemente, l'arena illuminata dalla luce, quasi andò a sbattere contro un novellino dai capelli castano chiaro. Quando lo fissò nei suoi occhi verdi, il novellino improvvisamente parve preda del terrore, cominciando a balbettare scuse con voce tremante, implorando di risparmiarlo, Meliodas lo fermò con un cenno della mano.

Era questo che lo seccava: tutti credevano che i figli di Ade fossero cattivi, oscuri, malefici, ma lui non lo era.

E nemmeno suo padre, se era per quello! L'unico Ade cattivo era quello del film "Hercules". Maledetta Disney!

E adesso tutti lo trattavano come se fosse il peggior demone sceso sulla terra!

Nemmeno a Clarisse La Rue, capogruppo dei figli di Ares, riservavano un trattamento del genere.

Certe volte Meliodas avrebbe solo voluto urlare.

Anche l'allenamento doveva farlo da solo, visto che tutti si spaventavano della sua forza, altra cosa che Meliodas non riusciva a sopportare, visto che era certo ci fossero, lì fuori, migliaia di ragazzi molto forti, forse anche più di lui.

Se lui fosse stato anche solo un pochino come suo fratello Zeldris, che per onorare la reputazione dei figli di Ade si comportava in modo freddo e distaccato per la maggior parte del tempo, forse sarebbe stato più facile.

Ma lui, al contrario, amava sorridere sempre e mostrarsi amichevole, eppure ciò non sortiva alcun effetto.

Continuando a camminare, era arrivato in una zona del bosco vicino al "Pugno di Zeus" dall'angolazione che, però, non ricordava esattamente un pugno, più cacca di cervo.

Afferrando la spada nella mano sinistra, cominciò a menare fendenti con forza –e con rabbia- sempre maggiori, prima colpendo l'aria, poi, alla fine, con tutte le sue forze centrò un albero, dividendolo di netto in due.

«Ehi, cosa stai facendo?» Sentì gridare improvvisamente, e si girò di scatto: una ragazza dai lunghi capelli color argento e dai luminosi occhi azzurri lo stava osservando, accompagnata da un fauno... no, non si capiva esattamente cosa fosse. Certo era che aveva la forma di un maiale.
Meliodas sulle prime non capì, effettivamente non conoscendo la ragazza, poi si ricordò che giravano voci su una nuova ragazza in cabina di Ermes.

Aveva sentito Ban -il suo unico amico, in quella situazione- lamentarsi che così c'era ancora meno spazio, solo che non aveva prestato molta attenzione alle sue parole.
«C-chiedo scusa» Balbettò lei, improvvisamente timida «ma mi è dispiaciuto troppo per quell'albero. Non dovresti distruggere così la natura» lo rimproverò. Meliodas notò subito la sua capacità di passare dall'essere una ragazzina impacciata a prendere improvvisamente coraggio, e si disse che la ragazza gli piaceva.

Oltretutto, visto il suo fisico... prosperoso, lei gli piaceva ancora di più.

«Scusami, allora» Ribatté, calmo, alzando le spalle «Vedrò di non farlo più. Il mio nome è Meliodas, comunque»
«E-Elizabeth » Fu la risposta. Suonava bene, quel nome «Sono arrivata qui da poco, ed è tutto così nuovo. Lui è Hawk, comunque. Lo spirito che mi ha guidata qui» Aggiunse, vedendo che il maiale fremeva per essere presentato.
«E vedi di non dimenticartelo, porco» Strillò improvvisamente il maiale stesso, tuttavia Meliodas aveva visto troppe cose strane per essere sorpreso da un maiale parlante.

«Sei già stata riconosciuta?» Gli chiese, domandandosi di quale divinità potesse essere figlia.
«Beh, vedi, ancora no, ma conto di esserlo a breve. Tu, invece?»
Meliodas non voleva dirglielo, temeva che lei si sarebbe spaventata, o che avrebbe fatto come tutti gli altri...

Non voleva perdere l'unica possibilità che aveva di fare amicizia, con una ragazza così carina, poi!

Eppure, si disse che mentire sarebbe stato sbagliato, e che non avrebbe mai potuto farlo, non era corretto, e non era da lui.
Presto o tardi avrebbe comunque scoperto la verità, e a quel punto sarebbe stato perfino peggio: non solo si sarebbe spaventata, si sarebbe anche arrabbiata per avergli nascosto una cosa del genere.

Infine, lui stesso sapeva, da qualche parte dentro di sé, che tutti avevano ragione a dirglielo, al di là di quanto diceva a sé stesso, al di là di quanto potesse essere arrabbiato di ciò. Lui stesso sapeva di essere un pericolo, e di poter ferire qualcuno. Era instabile, subito preda dell'ira. E quando succedeva, faceva del male a tutti quelli che aveva intorno.
In sostanza, meno persone ci fossero state intorno a lui, meglio sarebbe stato.

Così si decise «Io sono figlio di Ade. Dovresti sapere che tipo è mio padre...»
«No, non lo so. Che tipo è?» La risposta lo spiazzò più di quanto potesse mai immaginare. La ragazza evidentemente non aveva capito il pericolo che rappresentava coi suoi poteri.

Decise di mostrarglielo. A quel punto, meglio giocare a carte scoperte.
Stese una mano avanti al volto, e immediatamente si sentì la terra tremare, tanto che Elizabeth stessa saltò via spaventata.

Sul suolo si era aperto un lungo crepaccio, nero e profondo, pronto a inghiottire chiunque, incauto, ci si avvicinasse troppo.
Era quello che significava il suo potere, era quello che significava essere figli di Ade.

—Ecco la verità, Elizabeth. Il mio potere è l'oscurità, tutti la temono e tutti la evitano. Anche tu dovresti.— Disse, incisivo.

Eppure, lei lo guardava inespressivamente. Non sembrava né spaventata, né altro.

Poi, quello che disse lo spiazzò completamente.
—Ma, anche se il tuo potere è l'oscurità... non significa che tu sia una persona cattiva. Tu lo sei?—
Era la prima volta che qualcuno gli diceva una cosa del genere, e solo in quel momento Meliodas si rese conto di quanto volesse davvero sentirla.

—Sì, cioè, no, cioè... non lo so— Si ritrovò a risponderle. Alla fine, nemmeno lui lo sapeva più veramente.
—Allora— Lei gli tese la mano —Scopriamolo insieme, che ne dici?— Davvero Elizabeth lo stava trattando... come se non avesse paura?

—Ora sei nostro amico, brutto porco— Aggiunse Hawk.

Meliodas, senza rendersene conto, si ritrovò a sorridere. Non solo aveva trovato qualcuno che lo accettava per quello che era, aveva anche trovato due nuovi amici.
E uno di quelli era pure una ragazza veramente carina.

La giornata aveva preso una piega inaspettatamente positiva.



Ehilà.
Sono abbastanza sicura che la storia faccia schifo, ma sinceramente era molto tempo che ci pensavo.
Sinceramente ho cercato di unire il momento in cui King dice a Meliodas "Tu sei un demone, quindi sei cattivo" e il trattamento riservato a Nico durante il suo soggiorno al campo.
Bye,
Elly

 

   
 
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