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Autore: _SomethingBeautiful_    12/08/2009    3 recensioni
Un'artista dipinge le proprie emozioni.
Ma come può farlo uno che non ne prova?
Sai, come ben sappiamo, è un ragazzo molto creativo con il " piccolo " difetto del non provare emozioni.
Ma se, grazie a una ragazza che conosciamo molto bene le cose cambiassero? Senza contare che Sai ha bisogno di un'ispirazione fulminea: un concorso è alle porte e non può aspettare tanto.
Riuscirà a trovare la sua musa ispiratrice?
A voi scoprirlo! ^^
[ La mia prima fanfiction, speriamo bene -.- ]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sai, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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" Beautiful " girl, would you be my inspiration? YO!! Salve a tutti, questa è la mia primissima fanfiction! E' dedicata ad una delle mie coppie preferite, spero vi piaccia!!
       
     " Beautiful " girl, Would you be my inspiration?



Un'artista dipinge le proprie emozioni.
Ma come può farlo uno che non ne prova?

Solita pallosa giornata di scuola al liceo di Konoha.
Unica differenza rispetto al solito?
L'inverno imperversava fuori dall'edificio, quella volta più gelido che mai: era raro che in quel posto nevicasse tanto...
Dopotutto quello era il Paese del Fuoco, no?
Tutti in classe si lamentavano delle condizioni climatiche, dato che avrebbero preferito quel minimo di sole che poteva offrire la frigida stagione... A pensarci bene però, una cosa buona poteva essere ottenuta: la chiusura delle scuole.

L'unica persona che non considerava in quel modo la situazione era lui...
Quel cretino del nuovo arrivato, al quale era già stato appioppato il soprannome di " mozzarella " a causa del colore della sua pelle.
Aveva sempre quel sorriso idiota stampato sul viso e se ne usciva sempre con cazzate fuori dalla norma, a detta di qualcuno.
In effetti era un pò strano: quando si trovava in biblioteca potevi vedere chiaramente che leggeva libri sul come rapportarsi con la gente e roba simile. Poi, si portava sempre dietro un libretto illustrato di quelli fatti di cartone spesso, quelli dei bambini piccoli che non sanno leggere...
Infine, stupiva tutti con la sua creatività... Il suo repertorio artistico andava dallo stilizzato al classico rendimento in chiaroscuro, dai tipici tratti che si possono osservare nei fumetti all'astrattismo.
E il bello era che le sue opere stessero per prendere vita da un momento all'altro!
Ma non crederete mica che fosse il poverino che viene sfottuto fino alla morte, vero?
Anche lui si dava parecchio da fare per infastidire i compagni: chi se le scordava più le botte di " Frontenorme " Sakura Haruno che spesso venivano in conseguenza di commenti poco carini da parte di " Mozzarella " Sai nei suoi confronti? O i litigi tra lui e Naruto Uzumaki che avevano quasi del tutto sostituito quelli tra il biondo e il figo della scuola Sasuke Uchiha?
C'è da dire però, che soltanto gli invidiosi, i pettegoli, diffondevano in girlo le malelingue sul suo conto... Infatti, il "candido" Sai somigliava a Sasuke oltre che ad avere una personalità eccentrica, di conseguenza era diventato una vittima della gran parte delle fan del moretto, con gran sollievo di quest'ultimo.
Ino Yamanaka, Ino la strafiga, Ino la più popolare, la più carina della scuola, persino lei aveva puntato gli occhi su di lui!
Con gran stupore degli altri, però, sembrava che a lui non importasse nulla del sesso opposto.
Era forse dell'altra sponda?
Chi lo sa!
In pratica, il suo arrivo aveva scombussolato un po' tutti quanti... Ma naturalmente lui non se ne curava
                                                                                                                                                             non se ne accorgeva
minimamente.

In quel momento guardava fuori dalla finestra:
Era così bello quel manto bianco, che ricopriva il cortile della scuola e le case.
Così bianca, con il potere di dare un tocco speciale a tutto ciò che toccava!
Ebbene sì, era arrivata l'ispirazione, e con fermento Sai tirò fuori dalla tracolla il suo quaderno per gli schizzi.
Nascondendosi alla meglio dietro il compagno che gli stava davanti, iniziò a far scorrere il lapis sul foglio immacolato.
Con linee precise e sicure, veniva piano piano alla luce il prossimo lavoro del ragazzo: a casa lo avrebbe dipinto su una tela con colori ad olio.
Già pregustava con fierezza come sarebbe venuto alla fine, e chissà se sarebbe stato l'elaborato che avrebbe scelto tra tanti per iscriversi alla gara d'arte che era stata istituita al liceo?
Doveva inviare assolutamente la sua opera più bella, creativa, originale e ben eseguita... Ma ahimè, nulla è perfetto...
Perchè diavolo non gli arrivava la giusta ispirazione?
Erano ormai settimane che ci pensava, che girava di luogo in luogo in cerca di qualcosa di buono!
Ma si sa, la vita degli artisti è dura.

Mentre si concentrava su un punto complicato del suo schizzo, la sua ( purtroppo ) compagna di banco, avvicinò con curiosità il volto al foglio dove stava disegnando:
Ah, quella racchia dell'Haruno! Porca miseria, non gli dava mai pace! Come diavolo doveva fare  a levarsela di torno?
- Sai, cosa stai facendo? - chiese, lei.
                                                                                                                                                           Sasuke qui, Sasuke là...

- Disegno. - Rispose lui, neutralmente. Non voleva di certo farsi scoprire da Orochimaru, il professore di scienze!
Per il breve tempo che aveva passato in quella scuola, aveva avuto modo di vedere quanto duri fossero i rimproveri e le punizioni di quel docente, cosa che lo aveva reso il più temuto insegnante del liceo.
L'Haruno serrò gli occhi verde acqua e replicò:
- Ma va? L'avevo capito che stai disegnando! -
- Complimenti... Non ti credevo tanto perspicace... Racchia. -
Ecco, quello non doveva proprio dirlo: a volte riusciva ad essere proprio inappropriato.
Per colpa della sua boccaccia, Sai ebbe da pentirsi di ciò che aveva detto.
Ebbe anche la vaga impressione di sentire un rumore di vena che si spezza, prima che Sakura gli stampasse un bel pugno mirato alla guancia, che lo fece voltare bruscamente e cadere dalla sedia.
- RIPETILO, BAKA!! - gridò lei, immobilizzando tutti i presenti per lo stupore.
" Ma dove le hanno insegnato a tirare pugni così a questa? Tra poco manco le eroine dei fumetti... "
Pensò lui, massaggiandosi la guancia colpita, ancora mezzo disteso sul pavimento.
- Nanbei e Haruno... - sibilò con la sua calma terrificante il professore.
Entrambi si girarono immediatamente verso di lui.
Sakura già temeva per il peggio, ma non sapeva che il "danno" più nefasto l'avrebbe subito quello scemo del suo compagno...
Orochimaru si avvicinò al banco dei due ragazzi, con passo lento e strascicato, le braccia incrociate.
Nel frattempo Sai si era già rimesso a sedere, e aveva tentato di nascondere il suo schizzo, ma...
La compagna glielo strappò di mano e lo sventolò in aria:
- Guardi professore! Non è colpa mia... Lui disegnava e io gli ho chiesto di smettere perchè non era educato nei suoi confronti, sa... Però lui mi ha risposto male insultandomi pesantemente, quindi mi è scappato... Un piccolo pugno... Le chiedo scusa da parte di entrambi, professore. Non si ripeterà mai più. - 
" Che leccaculo... " Commentò mentalmente Sai.
Orochimaru sorrise in modo mellifluo, facendo brillare i suoi occhi ipnotici, che si posarono dritti sul malcapitato "Mozzarella".
Alcuni ridacchiavano, ma la maggior parte tratteneva il fiato: cosa sarebbe successo ora?
Il docente prese con garbo il disegno del ragazzo e lo osservò interessato:
- Mmh... Bravo, Nanbei. Peccato che la padronanza della matita non serva a nessuno in questa materia... Se non meno che per scrivere, ovvio, e io non vedo l'ombra di appunti. - fece, accentuando l'iniziale di ogni parola dell'ultima frase.
Detto questo, strappò il foglio in mille pezzettini, sotto gli occhi inespressivi di Sai.
Un altro particolare dell'artista era questo: l'apparente mancanza di emozioni.
Sicuramente qualcosa provava, essendo un essere umano.
Dopotutto, nessuno riesce a reprimere completamente i propri sentimenti: veniamo sempre condizionati da situazioni esterne, alcune ci lasciano indifferenti, altre contenti, infelici, o addirittura rabbiosi.
Rabbia, ecco cos'avrebbe dovuto provare Sai.
Quello che pensava era ben lontano dal sentimento " rabbia ":
" Oh, no. Adesso dovrò inventarmi dell'altro, per il concorso. Un'altro foglio sprecato. " si disse, sempre osservando il professore, non lasciando trasparire la minima emozione da quegli occhi neri.
- Scusi per la mia indisponsenza, prof. - enunciò, col suo sorrisetto.
- Hai appena detto una cosa sensata, caro mio. La prossima volta, tu e la tua compagna di banco verrete interrogati alla cattedra... Sappiate che chiederò tutto il programma, perciò preparatevi bene... Non avrò alcuna pietà. - terminò la frase con tono quasi allegro... Era evidente che a Orochimaru piaceva essere odiato dai suoi studenti.
Tornò al suo posto, continuando a spiegare il paragrafo sulle malattie genetiche.
- Accidenti a te! Adesso dovrò ristudiarmi tutto il programma da capo per colpa tua! - gli sibilò Sakura con rabbia.
- Anche io dovrò farlo. E sappi che se tu non mi avessi tirato quel pugno, adesso non saremmo in questa situazione.-
Le sue parole calme, prive di rabbia, di tono lamentoso, il sorriso sulla bocca sottile.
- Se tu non mi avessi chiamato "racchia", semmai, non sarebbe successo nulla! E non osare sorridere adesso!! - Ribattè lei.
Aveva ragione, dopotutto.
- Sorridere? Come? -

Al termine delle lezioni, Sai rimise in ordine i suoi oggetti nella tracolla, e dopo aver fatto le pulizie con i compagni si riversò nel cortile assieme a tutti gli altri studenti: il freddo li accolse a braccia aperte, mentre loro non volevano altro che respingerlo con quelle sciarpe e piumini imbottiti.
Attraversò il più in fretta possibile lo spazio innevato, dirigendosi verso la sua bicicletta: Dio, com'era gelida!
E soprattutto ricoperta di neve!
La mattina non aveva nevicato, ma poco dopo le nove, era iniziata la bufera che si era sfumata fino a smettere verso le quattro del pomeriggio.
Cominciò a spolverare il suo povero mezzo: con tutta quella neve non poteva nemmeno utilizzarla, c'era il rischio di scivolare alle curve stradali.
In poche parole, sarebbe tornato a casa a piedi, col freddo, trascinando la bici con fatica.

Sai viveva solo in una piccola villetta nel centro della città, abbastanza vicino alla scuola.
Era orfano, e non sapeva che fine avessero fatto i genitori, però c'era chi l'aveva adottato: Danzo era il suo padre adottivo, e ricopriva un'alta carica governativa del posto
, anche se avrebbe voluto comandarlo interamente.
Era un tipo piuttosto ambizioso, il nonnetto, e diciamo... Assetato di potere.
Non era neanche il massimo della bontà, se era per questo, e aveva sempre cercato di indirizzare il suo Sai sul cammino dritto al successo lavorativo, tipicamente giapponese: doveva amare il superlavoro, lo studio e rispettare regole ferree in tutto e per tutto.
Ci era riuscito bene, infatti, forse era proprio per quello che Sai aveva una totale assenza di sensibilità.
La sua vera casa, che divideva assieme a quello strano " genitore " era molto lontana dalla  scuola, quindi Danzo, per facilitarlo, aveva affittato quella villetta per lui.
I soldi di certo non gli mancavano!

Avanzando con calma sul marciapiede, portando la sua bicicletta che lasciava un solco continuo nel manto bianco, desiderò che a quella scema della sua compagna di banco venisse un colpo perchè aveva fatto stracciare il suo disegno, ed era poco dire che ne sarebbe venuto finalmente fuori qualcosa di decente!
L'aveva vista ridacchiare con le sue amichette oche prima, all'uscita: i loro sguardi erano dritti su di lui.
- Ma dai, poverino! Sei stata proprio una merda, potevi evitare!! -
- Secondo me lo proteggi solo perchè ti piace, Ino! -
Infine, le loro parole furono portate via dal vento, e il ragazzo non potè udire altro di quella conversazione.

Sai andò a letto presto, quella sera.
Senza studiare.
L'interrogazione che avrebbe avuto luogo tra due giorni sarebbe stata terribilmente complicata,
Senza contare che il termine per le consegne del concorso si avvicinava...
Come poteva fare?
 




  
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