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Autore: Felpie    04/06/2020    6 recensioni
In un tempo di università, amicizie, amori ed esperienze nessun giovane può conoscere il proprio destino. E Merlino non sa proprio cosa lo aspetta, quando sceglie di prendersi in casa un viziato figlio di papà - che poi così tanto viziato e tanto figlio di papà non è - che diventerà ben presto molto di più di un semplice conquilino.
Tra litigi, lotte per la supremazia, risate e malintesi la vita in quel semplice, piccolo appartamento turberà la quiete che Merlino ha costruito intorno a sé e lo porterà nella più magica avventura della sua vita.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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La stanza è buia e silenziosa, in tutta la casa non si sente volare una mosca e le serrande fanno entrare solo dei piccoli raggi di sole all’interno, anche se il ragazzo è talmente tanto infagottato sotto le coperte che non se ne rende minimamente conto. Il rumore del vicino di casa che fa partire la lavatrice o quello del piano di sopra che sta correndo da una parte all’altra non possono nulla contro il sonno in cui è caduto da ieri sera, dopo aver fatto tardi a causa del grosso tomo di anatomia che deve assolutamente finire di studiare, vista la velocità con cui si sta avvicinando l’esame.
È una fortuna che si sia ricordato di impostare la sveglia, quantomeno, che inizia a rimbombare ad altissimo volume ed è l’unica cosa che può risvegliarlo dallo stato di trans in cui è caduto: salta letteralmente giù dal letto, rischiando di sbattere la testa contro l’angolo del comodino e si appresta a spegnere la sveglia il prima possibile, con il cuore che batte ancora a mille.

Perché diavolo ha dovuto impostare la sveglia? Sì, giusto, perché oggi viene quel ragazzo a vedere la stanza accanto alla sua. Il suo forse futuro coinquilino. Il ragazzo si trascina lentamente in bagno: è già il quinto ragazzo che viene a vedere la casa – e solo nell’ultima settimana – e non ha grandi speranze, visti come sono andati i colloqui con gli altri. C’è chi trovava spaventoso il suo disordine, c’è chi lui trovava spaventoso o che con qualcosa di assolutamente strano; ma questo colloquio deve andare bene, perché l’affitto sta diventando davvero caro e non ha più tanti soldi da usare così.

Il suo forse futuro coinquilino non sembra promettente, in realtà: da quanto ha capito, è un ragazzo ricco e viziato che sta cercando di “seguire la sua strada”, che tradotto vuol dire “sto cercando di capire cosa voglio fare nella vita, oltre che essere il figlio di mio padre e quindi come prima cosa devo diventare indipendente”. Il classico figlio di papà, insomma. Non ha molte altre informazioni su di lui, in realtà, ma nemmeno le vuole sapere: deve farselo andare bene.

Si sciacqua il viso rapidamente e si stropiccia gli occhi, guardandosi allo specchio: capelli mori – in disordine – occhi chiari, molto magro – sta letteralmente cascando nella maglietta che si è appena messo – aspirante medico, pessimo cuoco. Signori e signore, ecco a voi Merlino.

Il ragazzo sbuffa, cercando di dare un senso ai suoi capelli e di sistemarsi la maglietta: se proprio deve tenersi stretto questo possibile coinquilino, forse è meglio apparire presentabile e fare una buona prima impressione.

Buona prima impressione che invece non ci tiene a dare il visitatore, a quanto pare, perché dopo mezz’ora dall’orario dell’appuntamento non si è ancora presentato; Merlino sbuffa, infastidito: non sta partendo bene la cosa. Sta perdendo parecchio tempo, deve concentrarsi su anatomia o dovrà letteralmente dormire sui libri per arrivare all’esame preparato e invece sta in cucina ad aspettare qualcuno che forse ha deciso di non arrivare – senza nemmeno avvisare oltretutto, pensa, seccato.
Quando ormai sono passati quaranta minuti e Merlino si è rassegnato ad andare a prendere il libro per completare il capitolo lasciato in sospeso ieri, ecco che il campanello suona. Il padrone di casa sbuffa di nuovo, contrariato, e va ad aprire la porta, ritrovandosi davanti un ragazzo biondo che non sembra avere la minima voglia di trovarsi lì.

“Questo palazzo non ha un ascensore?” si lamenta il ragazzo: capelli biondi, occhi azzurri, fisico ben piazzato e vestiti firmati. Ecco a voi Artù.

“No. Ma siamo solo al terzo piano, non mi sembra questo grande problema” replica piccato Merlino. Di bene in meglio, insomma.

“Sono Artù” si presenta lo sconosciuto alla porta.

“Merlino”

“Sono qui per la visita alla casa” sottolinea il biondo, come se ci potessero essere dubbi.

“Accomodati”

Merlino si fa da parte e il ragazzo entra, dando un’occhiata intorno con aria di sufficienza.

“Questa è la sala” esclama Merlino, più per rompere quel silenzio imbarazzante che per altro “E lì c’è la cucina. Le nostre stanze e il bagno sono invece oltre quel corridoio”

“Tutto qui?”

Merlino si trattiene dallo sbuffare per l’ennesima volta perché, come ci tiene sempre a ricordargli il suo ragazzo Will, a volte sembra una locomotiva “Sì, tutto qui”

Artù assume un’espressione incredula, ma non commenta.

“Ci sono alcune cose che dovrai sapere, se vuoi vivere qui” continua invece Merlino, ormai sapendo il discorso da fare “Tendo a fare poche volte la spesa, ogni tanto lascio le luci accese, posso essere un tantino disordinato e se sono sotto esame tendo a non parlare e ad isolarmi in biblioteca”

“Che cosa studi?”

“Medicina” risponde il moro “Tu, invece?”

“Ancora nulla. Sto… valutando, ecco” dichiara Artù, laconico, avvicinandosi ai fornelli, prima di aggiungere “Io non so cucinare”

“Come?” chiede confuso Merlino

“Io non so cucinare” ripete Artù “E dormo spesso fino a tardi. Non mi piace essere svegliato, non amo chi mi parla la mattina e non amo trovarmi in situazioni imbarazzanti”

“In che genere di situazioni imbarazzanti?”

“Nel senso che potrebbe succedermi di invitare ragazze per la notte e cacciarle via la mattina, ma non voglio che pensi che siano le mie fidanzate. Non sono un tipo da legami” spiega Artù “E non sono nemmeno il tipo che si ricorda se tu hai una fidanzata o cose del genere”

“Su questo non avrai problemi, tranquillo” scrolla le spalle Merlino.

“Non hai una ragazza?”

“Ho un ragazzo” dichiara Merlino a bruciapelo.

“Sei gay?” certo che questo Artù non brilla per intelligenza.

“È un problema?”

Artù alza le spalle “Non mi ricorderò il nome del tuo ragazzo, sappilo”

Merlino sgrana gli occhi di scatto: questo Artù almeno un lato positivo ce l’ha. Il suo ultimo possibile coinquilino era uscito dalla porta nel momento esatto in cui gli aveva confessato la sua omosessualità; Artù non sarà la persona più simpatica di questo mondo, ma almeno non sembra uno che giudica.

“C’è altro?” Merlino viene risvegliato bruscamente dai suoi pensieri.

“Altro?” ripete.

“Sì, altre regole o altre cose da tenere a mente”

Il moro scuote la testa “Questo è quanto. Le bollette sono comprese nell’affitto, ma di questo ne dovrai parlare direttamente con il padrone di casa”

“Non sei tu?”

“Sono in affitto come te”

“Ottimo. Penso di trasferirmi fin da subito”

Merlino sgrana gli occhi “Non vuoi vedere la tua camera, prima? O il resto della casa?”

“Non penso ci sia granché nel resto della casa, no? Per la camera mi basterà un letto. Non sono uno che passa molto tempo in casa”

Ottimo, almeno lo avrebbe avuto fuori dai piedi.

“Vado a prendere le mie cose. Dammi il numero di telefono del proprietario, così mi ci accorderò per il pagamento” ordina Artù e Merlino si chiede un attimo se sia stata una decisione troppo affrettata quello di accasarselo così, senza rifletterci un momento.

“Un’altra cosa: questi sono per la spesa” Artù tira fuori una manciata di spiccioli e li lascia in mano del coinquilino

“Per la spesa?”

“Non so cucinare, ricordi?”

“E che c’entra con il fare la spesa?”

“Non ho mai fatto la spesa. Se dovrai cucinare per me devo almeno provvedere alla spesa” quand’è che si era proposto per cucinare per lui, esattamente?

Però a quanto pare quel ragazzo non è davvero mai andato a fare la spesa, perché quei soldi sarebbero bastati per almeno due spese belle abbondanti: è da parecchio che Merlino non ha così tanti soldi in mano da usare solo per comprare qualcosa da mangiare. Caratteraccio contro ricchezza: sarebbe sopravvissuto?

“Merlino?”

“Sì”

“Il numero?”

“Il numero?” ripete Merlino, confuso, facendo sbuffare Artù

“Ma ripeti tutto quello che dico? Il numero del proprietario di casa” scandisce lentamente e il moro si deve trattenere dal lanciargli contro il primo oggetto a tiro

“Sì, il numero. Te lo scrivo, un attimo”

Merlino scribacchia rapidamente su un post-it trovato lì vicino per caso e glielo passa; il biondo se lo mette in tasca senza nemmeno guardarlo

“Hai una copia delle chiavi?” chiede Artù, ma Merlino scuote la testa

“No”

“Allora valla a fare, insieme alla spesa. Sto morendo già di fame e devo trascinare la mia roba qui” Merlino non fa in tempo nemmeno a rispondergli che Artù è già uscito di casa, sbattendosi la porta alle spalle; così il ragazzo si ritrova da solo e totalmente incredulo: nel giro di nemmeno venti minuti ha trovato un coinquilino e ha ricevuto due ordini. La convivenza sarà davvero impegnativa…






Spazio autrice persona che si nasconde per salutarvi
Allora, intanto grazie per essere arrivati fino alla fine, spero che il prologo vi sia piaciuto. Non ho mai scritto una Merthur prima d'ora e credo che in realtà possa essere benissimo letta come una storia tra due ragazzi, ma in ogni caso spero che vi abbia un minimo interessato e che vi spinga a leggere il seguito! Non sono nemmeno una fan delle long, ma mi metterò di impegno per scrivere questa storia, a cui mi sono affezionata così, in un attimo, presa da uno schizzo di follia mentre studiavo - altro che Merlino che si addormenta sui libri. Insomma è un esperimento tutto nuovo, ma io parto propositiva e carica e spero di non star parlando totalmente da sola - Manzoni sperava di arrivare a 25 lettori, io mi accontento anche solo di uno ahahah.
Detto questo niente, voglio solo dire al mio unico lettore che aggiornerò presto e di farmi sapere se la storia gli è piaciuta.
Okay, ora basta sul serio.
Ciao,
Felpie

   
 
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