Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: Risa_chan    06/06/2020    0 recensioni
Era entrato in un’aspirale e non sapeva come uscirne, no, non voleva uscirne, perché Hinata prendeva un pezzo di cuore a chiunque incontrasse. Se lo prendeva e se lo portava via.
Ed eri felice di darlo.
* NO SPOILER FREE* *OIHINA*
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shouyou Hinata, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Risa Notebook

Adesso ci si mettono anche le note di apertura! Lo so parlo troppo. Comunque, in questo capitolo c'è un cambio di Pov, sta volta seguiremo i pensieri di Shoyo.
Ci vediamo a fine capitolo.
Buona lettura!


Capitolo 4

 
 
 
Il conto alla rovescia era iniziato, Hinata non sapeva cosa avrebbe fatto poi.
Pochi giorni ancora e sarebbe rimasto di nuovo solo in un paese straniero.
Si certo, conosceva Coach Lucio, i vecchietti della spiaggia; c’era Pedro, il suo coinquilino con cui, dopo un muro insuperabile, era riuscito a stringerci amicizia.
L’illuminazione gli era venuta una sera tornato a casa: Pedro stava leggendo un manga e Shoyo era corso a prendere i suoi per mostrarglieli.  Un piccolo gesto che gli aveva permesso di rompere il ghiaccio, e da quel momento in poi le cose andarono meglio: Pedro aveva iniziato, perfino, a dargli lezioni di portoghese.
Era accaduto la sera stessa in cui aveva incontrato Toruu; secondo Shoyo non poteva essere un caso.
 
Sulla spiaggia il sole era cocente. 
Si sistemò il berretto e gli occhiali da sole prima di raggiungere la linea di bordo campo. Era alla battuta, vento a favore: si concentrò per prepararsi a saltare. Prese la mira sul punto del campo avversario in cui voleva colpire la palla.
 
Non poteva dire di essere solo ma non era comunque a casa.  Voleva essere lì, non si pentiva della sua scelta, ma non rendeva la solitudine più sopportabile.
La nostalgia era annichilente e spesso si era sentito scoraggiato: l’unica cosa che lo distraeva era la pallavolo e gli allenamenti.
Da quando aveva incontrato Oikawa Toruu il senso di solitudine era sparito, era come essere già tornati in Giappone.
 In un primo momento, trovarselo di fronte lo aveva lasciato spiazzato e felice   al tempo stesso.
Il grande Re era la figura mitologica di un Dio irraggiungibile, qualcosa che rasentava la perfezione. Non si sarebbe mai aspettato di trovarsi così a suo agio con lui, la soggezione che provava a liceo quando lo incontrava, era scomparsa.
 Erano due amici che si raccontavano di sé, che scherzavano, si divertivano.
 
Shoyo si era sentito subito attratto da Toruu, eppure tutto quello che era accaduto dopo, andava oltre l’immaginabile. Sentiva un moto di meraviglia se ripensava al giorno precedente, ai baci al sesso che era seguito.  Toruu lo aveva trattato come un prezioso tesoro da proteggere, lo faceva sentire importante, amato.
Hinata era rimasto sorpreso da sé stesso e da quello che si era scoperto a provare: a volte quando Oikawa gli sorrideva, o lo sfiorava per caso, sentiva un brivido piacevole passargli sulla schiena. Gli era successo solo con un'altra persona di provare quello stesso tremito intenso, quel malloppo che gli bloccava il respiro cercando di venire fuori.
 
Il fischio di inizio.
Hinata lanciò la palla, saltò e schiacciò.  Gli avversari riuscirono a ricevere la battuta, e toccò a Shoyo difendere il campo.  Era concentrato e calmo, senza fretta riuscì a mandare la palla al suo compagno.  Non aspettò oltre, prese la rincorsa e schiacciò,
 
Punto!
 
Quando era con Toruu non pensava più a Tobio. 
Bakeyama c’era sempre nei suoi pensieri, quando giocava, che schiacciasse, ricevesse o alzasse.
“Cosa direbbe se mi vedesse adesso?”
C’era quando correva sulla spiaggia, meditava o faceva gli esercizi in palestra.
“Tobio aspettami che presto tonerò.”
Oppure quando faceva la spesa, andava a lavoro, Shoyo aveva sempre davanti agli occhi il suo viso.
Era la sua fonte di ispirazione.

Eppure da quando aveva incontrato Toruu, se ne era dimenticato.
Nella sua immaginazione, non cercava più due occhi azzurri, bensì due marroni come le castagne mature.

Allora aveva capito.

Forse non era amore, ma non era neanche un’avventura di breve durata, non era solo attrazione, era di più.
Se avessero avuto più tempo di quello concesso da una trasferta forse sarebbe potuto diventare qualcosa di ancora più grande. Ma, Toruu sarebbe tornato in Argentina alla fine della settimana.
Aveva parlato troppo in fretta quando aveva proposto ad Oikawa di vivere quella relazione nella maniera più intensa, senza pensieri. Lasciarsi sarebbe stato più duro di quello che pensava.
Allo stesso tempo però non c’era molto che si potesse fare, e Shoyo era quel tipo di persona che sapeva cogliere tutte le opportunità; desiderava ottenere il più possibile dalla vita. Shoyo mostrava sempre chi era agli altri e dava ciò che poteva offrire e non si risparmiava mai. Neanche in amore.
 
 
La partita di allenamento si concluse con 2-1 set per la squadra di Shoyo, con punteggio 15-10.
Si stava sforzando di andare piano, di non volere tutto e subito, di darsi il tempo di affinare la tecnica e l’abilità.  Era fiducioso visti i risultati che stavano pian piano arrivando.
«Ottimo lavoro! Giochiamo un'altra volta, okay?» disse il suo compagno mostrando la mano chiusa.
Hinata fece scontrare il suo pugno con quello dell’amico: «Contaci!»
Prese la sua borraccia per bere l’acqua e riprendere un attimo fiato. L’allenamento finiva sempre con mezz’ora di stretching, prima di tornare a casa.
 
Stava pensando a come migliorare la precisione del tiro, e valutare alcune tecniche con il coach Lucio quando sentì una voce richiamarlo.
«Ehi, Shoyo!»
Il sangue gli si gelò nelle vene.
 Non si sarebbe mai aspettato di rivederlo, Il ragazzo alto e abbronzato, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia si staccò dal gruppo con cui era.
«Oi, Boris!»

Shoyo non frequentava ragazzi in quel modo, non si faceva rimorchiare o andava in cerca di facile compagnia. Aveva avuto una relazione di tre anni che non era mai davvero finita, ora frequentava Toruu ma non aveva avuto altre occasioni.
Boris era stato, l’attimo di debolezza? Non era tanto ipocrita da fare un’affermazione del genere.  Quel ragazzo era stato gentile e lo ascoltava, gli aveva parlato di sé e della sua passione con la stessa dedizione con cui lui parlava della pallavolo. L’ammirazione lo aveva spinto a dirgli di sì. Non era accaduto un granché e sapeva che non lo avrebbe più rivisto.

«Come stai? Ma vedo che sei in splendida forma» chiese Boris ammiccando.
Shoyo annuì non sapendo che pesci pigliare: «Sì, bene, mi alleno duramente, ma…»
«Tu cosa ci fai qui?» continuò.
“Domanda idiota, è una spiaggia pubblica!” pensò rendendosi conto di aver fatto una gaffe.
Shoyo arrossì fino alla punta dei capelli però Boris non sembrò essersi offeso, perché scoppiò a ridere.
«Sono qui con degli amici, non ti sto seguendo,» rispose.
La sua voce era calda e suadente, proprio come la ricordava. La prima volta che gli aveva rivolto la parola si era chiesto se tutti i jazzisti avessero quel tipo di timbro. Lo fece a voce alta, facendo sorridere l’altro. Boris era lusingato, aveva risposto che la sua voce non era nulla al confronto di tanti altri cantanti del passato.
«Certo che no, io…» cerco di blaterare qualcosa senza riuscirci.
Al contrario di Boris, che da seduttore consumato, aveva ottime capacità oratorie. Non si era accorto del disagio di Hinata, o forse lo aveva interpretato come un invito a proseguire la sua corte.
«Non posso negare che   desideravo incontrarti.»
Shoyo non era uno stupido, né uno timido sebbene gli capitasse di sentirsi in soggezione dai tipi più alti e grandi di lui. Era maturato abbastanza da riuscire a superare le sue paure.
Quelli come Boris non erano tipi disinteressati quando facevano amicizia con gli sconosciuti. Non erano neanche tanto ben disposti ai no; facevano leva sulle insicurezze e la poca esperienza dei ragazzi come Hinata, per ottenere tutto ciò che volevano. Non gli importava davvero come si sentiva, o cosa voleva davvero.
L’espressione di Hinata cambiò, divenne serio e determinato, l’altro sembrò accorgersi del cambiamento d’atmosfera. Se prima la postura di Boris era rilassata e lasciva, ora sembrava più rigida e indecisa.
«L’altra volta eri stato chiaro, hai detto, “Nessuna seconda volta, bellezza.”» disse Shoyo.
A pensarci era una frase talmente finta, che faceva ridere. Quella sera Hinata doveva essere parecchio disperato per accettare un corteggiamento tanto squallido. Lui conosceva il significato di sentirsi amato davvero, soprattutto se avevi l’amore di Kageyama Tobio.
Boris sembrò in difficoltà, ma si riprese subito: «Non ho fatto altro che pensare a te, sei speciale Shoyo, non te lo ha mai detto nessuno?»
Hinata inclinò leggermente la testa senza rispondere alla domanda patetica.
«Potremo fare un altro giro insieme…» sussurrò ammiccando seducentemente.
 Cercò di avvicinarsi ad Hinata, afferrandogli il braccio, ma qualcosa glielo impedì, una mano di ferro gli si era posata sulla spalla spingendolo lontano dalla sua preda.
Forse fu un bene, davanti a lui c’era un corvo che aveva abbattuto un’aquila, non un agnello pronto a farsi mangiare da un lupo. D’altro canto, Oikawa Toruu sapeva essere pericoloso quanto un serpente assonagli e Boris era spacciato.
«Toruu!» esclamò Hinata sorpreso.
Oikawa lasciò la presa dalla spalla del portoghese, sorpassandolo, afferrò la vita di Shoyo prima di baciarlo sulle labbra.
«Chibi-chan eccoti qui...»  salutò con voce allegra.
 Oikawa finse di non aver notato Boris: «Hai finito gli allenamenti?»
«Devo completare lo stretching.»
«Va bene ti aspetto!»
Si voltò verso per guardare il povero malcapitato dietro di lui: «Oh, che sbadato! non ti avevo visto.»
«Chi diavolo saresti?!» sputò Boris cercando di fare la voce grossa.
Oikawa porse la mano affabile: «perdona la mia maleducazione, mi presento.»
«Mi chiamo Oikawa Toruu, sono il ragazzo di Chibi-chan.»
Il tono di voce non ammetteva repliche; una lama affilata pronta a tagliare qualsiasi cosa si fosse scontrata con lei.
Boris rimase a bocca aperta dalla sorpresa, dicendo di non sapere nulla di nessun fidanzato; cercò anche gli occhi di Hinata, ma Toruu si frappose.  Finché lui era lì non avrebbe mai permesso a nessuno, neanche di guardarlo con un’occhiata di troppo.
«Beh, credo che per te sia ora di andare, non vorremmo mai trattenerti, vero Chibi-chan?»
Hinata si avvicinò: «Non posso venire con te, ho altri impegni.»
«Lo vedo.»
«Mi ha fatto piacere rincontrarti, ci si vede.»
Boris lo salutò scappando a gambe levate. Questa volta per sempre.

A quel punto calò un silenzio surreale. Toruu sembrò volere guardare da per tutto tranne che Shoyo. Quest’ultimo, non sapeva come reagire ad una situazione tanto insolita per lui.
«Quello è Boris, vero?» chiese improvvisamente Toruu.
«Come l’hai capito?»
«Ho sentito abbastanza,» finalmente lo guardò in viso, «Immaginavo fossi corteggiatissimo, ma non mi sarei mai aspettato di trovarmi in questa situazione.»
Shoyo allarmato si affrettò a precisare: «No, non mi succede mai una cosa del genere, te lo posso giurare!»
«Voglio dire, di solito i ragazzi non ci provano con me,» afferrò la maglia di Toruu per avvicinarlo sé, «Non pensavo di rivederlo, stavo per rifiutare.»
«Lo so, non sarei dovuto intervenire, scusami,» sussurrò.
«Non devi scusarti,» Shoyo pensò che la sua intromissione gli aveva fatto piacere; «non mi ha dato fastidio.»
Toruu sorrise mesto senza lasciare trapelare nessuna delle sue emozioni: era arrabbiato? Hinata non aveva fatto nulla di male, o almeno, era quello che pensava.
«Forse sono io che dovrei scusarmi con te…» disse abbassando gli occhi sulla sabbia riscaldata dal sole. Toruu lo costrinse a guardarlo di nuovo prima di baciarlo.
«No, non hai fatto nulla di male,» gli disse dolcemente.
Hinata gli sorrise prima di cambiare argomento: «Come mai sei qui così presto?»
«Sono uscito prima dagli allenamenti perché volevo darti questo…»  Oikawa gli porse un ticket.
«Cos’è?»  Hinata gli prese il biglietto dalle mani; quando lesse il nome dell’evento lanciò un urlo eccitato.
«Non ci posso credere! Grazie mille Toruu!» esclamò saltandogli letteralmente tra le braccia.

Era in programma una partita amichevole tra i Juan Carols e una squadra di Rio. Oikawa aveva riservato un posto per Hinata.
Avrebbe potuto vedere una partita dal vivo dopo parecchio tempo; osservare giocatori di alto livello giocare era un'altra opportunità per lui di crescere.
Oikawa gli baciò il collo, stringendolo ancora di più a sé, e Shoyo si abbandonò in quella stretta così forte e gentile, ispirò il suo profumo diventato così famigliare.
 
Si trovava sulla spiaggia tra le braccia di Toruu felice per un pensiero, un gesto che significava tutto.

«Farò in modo di esserci, te lo prometto!»
«Ci conto, Chibi-chan,» gli accarezzò il viso, «la partita è prevista per il giorno prima della mia partenza…» disse con una nota di tristezza nella voce.
Hinata gli prese la mano che si era fermata sul suo viso: «Lo so, ma non mi pento di niente.»
«Non si tratta di questo, è più sapere se tutto questo ti mancherà,» disse Toruu, «perché a me mancherà.»
Hinata annuì: «anche a me mancherà ma piuttosto che non vivere affatto preferisco farmi male.»
Gli strinse la mano con più forza, fissando il suo sguardo con quello di Toruu, sperando di trasmettere tutto ciò che provava anche attraverso il contatto fisico. Nessuna frase avrebbe potuto bastare.
«Devo ancora capire questa cosa tra di noi,» disse determinato, «ma vorrei che non finisse mai.»
Tra la realtà e i desideri poteva esserci un abisso insuperabile tanto che l’unica opzione possibile era arrendersi al destino. Potevi decidere di rischiare vivendo nonostante la sventura e la mala sorte, oppure fuggire sperando di non essere rincorsi dai rimpianti.
«Abbiamo avuto una possibilità, e voglio goderla fino in fondo, Toruu,» fece una pausa, ingoiò a vuoto, «se tu non vuoi, capirò.»
Gli occhi di Oikawa brillarono di una luce particolare: «Certo che voglio, Chibi-chan; non importa quanto durerà, quello che conta è che siamo in due.»
 Hinata annuì con convinzione: «Sì, sì!»
 
 
Gli addii era una brutta cosa, se avessero potuto gli avrebbero cancellati dalla faccia della terra. Però per ogni fine c’era un nuovo inizio, le partenze prevedevano anche ritorni. La vita non aveva un solo binario, quello che dovevano fare era saltare e prendere il treno.
Forse avrebbero dovuto lasciarsi, ma non era forse vero che, si erano incontrati dopo quattro anni quando meno se lo erano aspettati?
Sia Shoyo sia Toruu sapevano che, prima o poi, si sarebbero rivisti. E forse sarebbe stato per sempre.


Risa Notebook

 
Troppo triste? Troppo sdolcinato? Quello che spero di essere riuscita far passare il messaggio. Sia Hinata che Toruu provano qualcosa di più ma non hanno tempo per coltivarlo. Questo è di certo triste, ma le relazioni sono una cosa bella e importante, portano sia dolore che felicità.
 
Non è ancora finita qui, ci sono ancora un sacco di sorprese! Ho delle chicche in lavorazione. Perciò restate sintonizzati!
Spero vorrete lasciarmi le vostre impressioni,
 
Kiss
 
Risa
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Risa_chan