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Autore: crimsontriforce    12/08/2009    3 recensioni
Spira è sempre Spira: anche una passeggiata nell'intimità del mattino è res publica. Spira è cambiata: ogni tanto, ora, capita che la storia venga fatta anche dai vivi.
Genere: Generale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Segue la mia Il sole non tramonta. Per meglio dire: segue semplicemente la buona logica di “dopo il finale, Yuna Grand Maester o gtfo”. E, fin tautologicamente, “la gente morta èmmmmmmorta”, con particolare riferimento a baldi giovini vestiti come l'Ape Maia.
Crosspostata per:
  • una Minidisfida di Criticoni a titolo fisso e “Non saprei. Tu cosa ne pensi?” come frase obbligatoria da inserire
  • “Quel certo non so che” @ True Colors, prompt FFX: High Summoner







Gentle breeze






C'erano mattine particolari, nei primi mesi della nuova storia di Spira. La loro esistenza era cosa certa e comprovata, anche se nessuno, a Bevelle, era riuscito a capire che segreto ordine le regolasse: discendevano dalle stelle, venivano dal riflesso sghembo dei tetti dopo le grandi piogge, da tacche sbiadite su ruote di pietra sepolte dai millenni? Se interrogati, gli abitanti della capitale si sorridevano muti, complici ma gelosi delle rispettive teorie balzane, e volgevano gli occhi al Tempio. Erano fieri delle loro mattine speciali: quelle in cui nelle prime ore del giorno, quando le fiaccole venivano accese ma il sole doveva ancora superare le possenti mura scarlatte, era possibile vedere l'Alta Evocatrice camminare scalza sul bordo dei canali.

Yuna procedeva a passi piccoli, sentendo le luci fatue della pietra delle rive scaldarsi sotto di sé. C'era sempre vento ad accompagnarla: le scompigliava i capelli, solleticandole il collo e le spalle nude, e giocava con la sua veste, che era spesso semplice e gialla, con pochi veli come i petali di un fiore. Era difficile che la gente la riconoscesse così vestita, difatti i primi ad aver incrociato il suo cammino l'avevano presa per una giovane qualunque. Ma quando capitava che un ponte interrompesse i muretti rialzati su cui si manteneva in equilibrio Yuna non scendeva sul lastricato: si fermava per qualche istante, contrita, e saltava nell'acqua, atterrando in punta di piedi come su una rete che reggeva lei sola. Così continuava a camminare sulla superficie della tranquilla acqua corrente.
Teneva le mani incrociate dietro la schiena come una ragazzina a un primo appuntamento e, in effetti, gli osservatori attenti la vedevano voltarsi spesso verso il centro del canale, come a incrociare lo sguardo di chissà chi.

Una cosa, su Spira, non era cambiata: la precisione chirurgica dei suoi pettegolezzi. Prima che la luce del sole arrivasse ad affacciarsi sulla scena, i primi avvistatori venivano puntualmente raggiunti da un codazzo silenzioso.
Il vento portava loro risate o stralci di frasi: “È difficile”, la sentivano confidare al suo accompagnatore fatto d'acqua. “È difficile, ma mi sono tutti vicini.”
“Non saprei. Tu cosa ne pensi?”, chiedeva a volte prima di un discorso importante. Poi chiudeva gli occhi e annuiva piano.
“Mi manchi.”
Questo, almeno, era quanto veniva riportato ai primi ritardatari. Nel viaggiare da un capo all'altro della città le notizie si vestivano a festa e quelle poche parole diventavano intere dichiarazioni, o trovavano risposte pronunciate da volti liquidi ed evanescenti. Il chiacchiericcio si propagava come una brezza leggera e lasciava un sorriso sulla bocca di tutti coloro che toccava.
Servivano così tanti sorrisi, in quei primi mesi.

A nessuno venne in mente che l'Alta Evocatrice potesse aver perso il senno. O a nessuno venne in mente di parlarne: se tutto quello che aveva dato loro era follia, erano più che lieti di adeguarvisi. Meglio sollevarsi in quel sentimento di sciocca comunanza mattutina e aprire le braccia al vento di cambiamento che Lady Yuna, trionfatrice su Sin eppure più viva di tutti loro, portava con ogni suo passo.
   
 
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