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Autore: Bloodred Ridin Hood    07/06/2020    1 recensioni
Commedia sperimentale sulle vicende di vita quotidiana della famiglia più disfunzionale della saga.
Immaginate la vita di tutti i giorni della famiglia Mishima in un universo parallelo in cui i suoi membri, pur non andando esattamente d’accordo, non cerchino di mandarsi all'altro mondo gli uni con gli altri.
[AU in contesto realistico] [POV alternato]
[Slow-burn XiaoJin, LarsxAlisa] [KazuyaxJun] [Accenni di altre ship]
[COMPLETA]
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Jin Kazama, Jun Kazama, Lars Alexandersson
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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47
Sometimes You Need to Close a Door Behind to Start Healing Your Life 
(Jin)

Apro la porta dell’appartamento di qualche centimetro e rimango con le orecchie tese ad ascoltare. Buio e silenzio assoluto.
Bene, posso procedere. Apro meglio la porta, entro e la chiudo in silenzio dietro di me.
Noto subito un cappotto nero per terra, a fianco all’attaccapanni, poi una scarpa rossa col tacco rovesciata sopra il mobile.
Siamo alle solite. Normalità dell’appuntamento del venerdì sera.
Mi tolgo scarpe e giacca, risistemo il cappotto sull’attaccapanni e mi avventuro nel soggiorno buio, camminando piano per non disturbare.
La gatta Marilyn mi dà il benvenuto facendo capolino da dietro il divano. Sorrido e mi inchino per accarezzarle la testa, lei in risposta mi si struscia contro la gamba. Ho preso subito in simpatia questa adorabile gattina, al contrario di gran parte dei vari animali da compagnia che ho conosciuto nel corso della mia vita.
Dopo aver doverosamente salutato il gatto, mi alzo e riprendo a camminare verso il bagno.
Dopotutto penso sia stata una buona idea chiedere ad Anna di potermi fermare a stare un po’ da lei, in attesa di raccimolare il tanto per poter prendere in affitto un posto mio. Inizialmente ero un po’ titubante all’idea di piombare così nella sua vita. Ma non avevo davvero molte altre alternative.
“Jin-chan naturalmente puoi rimanere qui quanto vuoi! E sono anche veramente felice che tu sia venuto a chiedere aiuto proprio alla tua cara baby-sitter!” aveva risposto portandosi una mano al cuore, quando le avevo chiesto quel disperato favore.
Poi aveva sollevato un indice facendo un piccolo sorriso.
“Ma ad una condizione!” aveva aggiunto “Non dirò a tuo padre che sei qui se tu… beh, se anche tu terrai un piccolo segreto per me!”
E in quel momento avevo avuto seriamente paura. Non volevo proprio immaginarmi quali segreti potesse avere una come Anna, ma poi la questione si è rivelata molto più semplice di quello che mi aspettavo.
“Sto frequentando qualcuno!”
“Qualcuno?” avevo chiesto “Intendi dire… Lee?”
“No, sciocchino!” aveva riso “Te l’ho detto un sacco di volte, Lee è un amico! Il mio migliore amico. Un amico molto speciale, ma non potrei mai frequentarlo in quel modo. Lui è libero per natura, sai.” poi le erano brillati gli occhi “Il legame che ho con quest'altra persona è qualcosa di totalmente diverso.”
E mentre lo diceva sorrideva come se si trovasse davanti ad una cucciolata di gattini. Ero sconcertato, mai mi sarei aspettato un lato così romantico da una come lei.
“È un mio collega e ogni tanto verrà qui.” aveva continuato “Non ti devi preoccupare, non ti disturberemo, ma… quello che è importante è che nessuno lo dovrà sapere!” aveva detto serissima “A tuo padre non piace che ci siano relazioni dentro al posto di lavoro e fidati, non sarebbe affatto felice se lo dovesse scoprire! Certo, prima o poi glielo dovremo dire, ma per il momento vorremo tenere la cosa segreta.”
“È una cosa così seria?” avevo chiesto a quel punto, incredulo.
Perché Anna sarà pure un po’ edonista, ma è prima di tutto una lavoratrice diligentissima. Non violerebbe mai le regole di Kazuya per frequentare un uomo qualsiasi.
“Sì, Jin.” aveva risposto serissima, con occhi colmi di felicità “Credo proprio di sì.”
E dunque, come ho potuto constatare di prima persona, Anna Williams si è presa una sbandata per qualche pezzo grosso della G-Corp. E non una sbandata qualsiasi, una tanto grossa da farle mettere in secondo piano la sua etica professionale.
“E non nego che il fatto di avere una relazione segreta… proibitissima sia eccitatante di per sé…” aveva detto poi “Ma al di là di questo, penso proprio di aver trovato qualcuno di davvero speciale.”
“Eccitante una relazione segreta?” avevo replicato io per niente convinto “A me sembra solo un enorme, sfaticante stress!”
E Anna si era messa semplicemente a ridere, guardandomi come si guarderebbe un ragazzino ingenuo e inesperto che ha appena detto qualcosa di molto buffo.
Mi ero sentito trattato come un ragazzino anche in occasione del mio primo incontro con il signor Tanaka, aka l’uomo di Anna, il secondo giorno che stavo da lei.
Stavo dando da mangiare a Marilyn, quando loro sono rientrati insieme a casa e mi hanno notato sulla terrazza comunicante col soggiorno.
“Chi è quel ragazzetto palestrato? Tuo nipote?” aveva chiesto l’uomo squadrandomi con una smorfia.
“Tesoro, ti presento il figlio del capo!” gli aveva detto a quel punto Anna, mezzo avvinghiata a lui “Sì, è un po’ come un nipotino per me, gli facevo da baby-sitter quando era piccino.”
E a quel punto gli occhiali da sole dell’uomo erano improvvisamente scivolati sulla punta del naso, mostrando due occhi traboccanti di paura.
Si era irrigidito di colpo, si era risistemato prontamente gli occhiali e sciogliendosi dall’abbraccio di Anna si era inchinato in avanti, un bel po’ più a fondo di come si farebbe durante una normale presentazione.
“Chiedo umilmente perdono.” aveva esclamato con un tono di voce completamente diverso.
E se inizialmente potevo in effetti essermi sentito un po’ infastidito dall’appellativo di ragazzetto palestrato, adesso ero letteralmente disgustato dall’effetto che la rivelazione della mia discendenza familiare aveva provocato.
“Sta tranquillo! Jin non se la prende per queste cose.” aveva detto Anna a quel punto “Sai abbiamo un patto io e lui, ha qualche problema con i genitori e non vuole stare a casa sua per un po’. Noi non vediamo lui, lui non vede noi. Mi fido ciecamente del mio Jin-chan.”
Il compagno di Anna aveva prontamente annuito e da quel momento in poi non ha più osato trattarmi con sufficienza.
Dopo una doccia rilassante, dopo un nuovo lungo turno di lavoro, posso finalmente andare a chiudermi nella stanzetta per gli ospiti di Anna che è attualmente la mia camera. Prendo il telefono e mi butto sul letto. Il tempo di controllare la situazione e poi potrò finalmente dormire.
Ci sono quattro chiamate perse, tre di Asuka e una di mia madre, e sei messaggi non letti, uno di Xiaoyu, quattro di Asuka e uno di mia madre.
Apro il primo messaggio.

Xiao: Hey ghiacciolo, tutto ok? Come procede alla stazione di servizio? 😊
A scuola stasera tutto bene, a parte che Asuka continua a tartassarmi di strane domande sul tuo conto, ormai sono quasi sicura che abbia capito qualcosa, anche se non mi spiego come. Io sono sicura di non aver mai detto niente di equivocabile.
Comunque ora si è messa in testa che potresti esserti immischiato in qualche giro losco. So che c’è il tuo zampino!  Non prenderla in giro così, dai! Si sta preoccupando sul serio! 😒😒
Comunque è arrivata la lettera con i risultati del vostro test genetico. Avviso anche Asuka.
PS: Ci vediamo domani? ❤
PPS: Panda ti manda i suoi saluti. 🐼

Passo ai messaggi di Asuka.

Asuka: Xiao dice che sono arrivati gli esiti del test!!!!! 😱 Quando posso chiamarti? Rispondi!!
Asuka: Ti ho chiamato tre volte, ma continui ad ignorarmi. 😡 Vado da Xiao a prendere la lettera. Rispondi appena puoi!!
Asuka: Ho preso la lettera. Diamine, Jin, ma cosa diavolo stai facendo che non puoi controllarti il telefono due secondi? O mi hai bloccato di nuovo? 😡😡😡 Comunque, sabato scorso eri libero e mi chiedevo… sarai libero anche domani? Nel caso ci vediamo? Così ti faccio vedere il test! Rispondi!!
Asuka: Zia Jun ci ha appena chiamato per avvisarci che la casa è di nuovo accessibile! Da domani si torna alla vecchia vita. Tu che fai? Torni con noi?

Apro infine la conversazione con mia madre.

Mamma: Caro Jin, come stai? Io e tuo padre stiamo bene. Ci ha chiamato la ditta di disinfestazione poco fa. Domani potremo tornare a casa. Spero ti farai vivo anche tu. Ti prego, in ogni caso fatti vedere. Vorrei vederti.

Tornare a vivere a casa con loro? Non se ne parla proprio!
Però in effetti ho ancora tutte le mie cose lì e non sarebbe una poi così cattiva idea passare a prendere altri oggetti e vestiti, in modo da concretizzare un po’ il trasferimento. E sì, perché no, nel mentre anche salutare mia madre, farle sapere che sono vivo, sano, che me la sto cavando egregiamente e soprattutto che non si deve preoccupare.
Rispondo brevemente ad Asuka. Accetto di vederla, a questo punto sono parecchio curioso di leggere i risultati del test, dopo tutto quello che abbiamo passato per scoprirlo.
Rispondo anche a Xiao.
Com'era prevedibile io e lei non abbiamo chiuso, proprio per niente. Diciamo che dopo quella chiacchierata a casa sua è stata chiara quale fosse la sua volontà e quindi chi sono io per scegliere cosa sarebbe giusto per lei? E dunque, dato che è ovvio che nemmeno a me dispiaccia, continuiamo a sentirci regolarmente e pure a vederci quando è possibile. Ovviamente non è cambiato molto e facciamo sempre in modo di mantenere la massima discrezione. Anche se, effettivamente anche io da qualche tempo sospetto che Asuka possa aver intuito qualcosa.
Le rispondo che ci potremo vedere domani pomeriggio dopo la mia commissione a casa. Rispondo anche che non ho intenzione di spiegare ad Asuka che lavoro faccio e che è meglio mantenere un certo livello di discrezione con tutti i membri della famiglia. E nel mentre che male c’è se mi diverto un po’ a farle credere che mi sono dato al crimine?
Infine rispondo a mia madre che passerò a prendere un po’ di roba e che se vuole potremo parlare.
Inviate le risposte, spengo il telefono e mi godo il mio meritato riposo.


Quando riapro il portone della mia casa familiare e avverto un inspiegabile senso di fastidio diffuso. L’aria si fa improvvisamente pesante e mi sento come se stessi avendo una dannata reazione allergica alla vicinanza con la mia famiglia. Non mi ero reso conto di quanto stessi infinitamente meglio a casa di Anna fino all’attimo in cui ho rimesso piede dentro questa casa.
“Jin!” esclama mia madre arrivando in soggiorno “Sono così felice di vederti!”
Mi tolgo la giacca e la metto da parte.
“Grazie.” rispondo piano “Ma voglio mettere da subito in chiaro una cosa, sono venuto a prendere le mie cose. Non ho intenzione di tornare a stare qui.”
Mia madre sorride amaramente, poi viene ad abbracciarmi.
“Lo so.” dice piano “E se questa è la tua scelta, la rispetto.”
Non posso fare a meno di rispondere all’abbraccio. Sebbene mi senta un po’ a disagio in queste dimostrazioni d’affetto, non posso negare che sia mancata anche a me.
“Quindi non proverai a fermarmi?” chiedo perplesso quando ci separiamo.
“No.” risponde con un sospiro, sebbene sembri una risposta sofferta “È una tua scelta e io accetterò qualsiasi cosa tu voglia fare.”
Inarco le sopracciglia.
“Anche se non tornerò a studiare?”
Lei chiude gli occhi per un attimo e posso letteralmente vedere quanto il pensiero la disturbi, ma poi annuisce.
“Anche se non tornerai a studiare.” risponde.
“Wow!” esclamo dubbioso “Mi sto perdendo qualcosa?”
Lei scuote la testa.
“No, genitori e figli non potranno mai essere completamente d’accordo. Ma non è il caso di guastare il nostro rapporto per un motivo come questo, Jin.” dice seria.
La studio in silenzio per qualche minuto, poi annuisco. Credo che questa sua considerazione abbia a che fare con il fatto che lei stessa ha perso quasi completamente i contatti con la sua famiglia d’origine, che giustamente non hanno preso bene la sua decisione di stare con uno come Kazuya.
“Ho sbloccato il tuo conto.” continua e adesso sono veramente sorpreso “E ho anche aggiunto qualcosa.”
“Mamma!” esclamo contrariato.
Le ho detto mille volte che voglio cavarmela da solo senza l’aiuto dei loro soldi!
“È una cosina insignificante! Molto meno di quanto ti avrei voluto dare.” risponde subito lei “Consideralo solo come un regalo per l’inizio della tua nuova vita.”
Sospiro.
“D’accordo.” mi arrendo infine “Ma che sia l’ultimo regalo.”
Lei annuisce con un sorriso.
“JIN!” compare Asuka dal piano di sopra “Sei qui! Vieni, ti aiuto a impacchettare le tue cose!”
Le lancio un’occhiata confusa e poco entusiasta. Cosa le fa pensare che voglia il suo aiuto? Ma poi mi fa l’occhiolino e capisco che intendeva trovare una scusa per parlare della famosa busta.
Sospiro e inizio a salire le scale. Cammiamo in silenzio per il corridoio, fino ad arrivare alla mia vecchia stanza, con la porta sfondata e rattoppata con una trave. Apro, Asuka entra dietro di me e chiudiamo la porta.
Si sfila la busta da dietro la schiena.
“Ta-daaan!” esclama con un sorrisetto dispettoso “Quanto sei curioso?”
Allungo una mano per prenderla, ma lei tira su il braccio.
“Eh no!” mi dice con uno sguardo ostile “Prima mi devi dire che lavoro fai, brutto idiota bugiardo!”
Certo, peccato che sono un bel po’ più alto di lei. Le prendo un polso per impedirle di fuggire e allungo la mano per strappare la busta dalla sua presa. Ma lei, che cerca di liberarsi e non ce la fa, si abbassa e mi mordicchia la mano con cui le tengo il polso!
“Brutta pazza, idiota e fuori di testa!” 
Le piazzo una mano sulla fronte cercando di allontanare la sua testa dalla mia mano.
Lei allora lancia la busta lontana da entrambi, va a finire sul letto.
Ci guardiamo in silenzio per un momento, poi ci separiamo e ci buttiamo entrambi in avanti sul letto per recuperare la busta.
La prendo io, Asuka mi concede la vittoria e si mette a ridere, rigirandosi a pancia in su. Io ho meno voglia di essere allegro, specialmente dato che ho ancora la mano bagnata di saliva!
“Che schifo! Sei incredibile!” borbotto mettendomi a sedere e guardando il segno dei denti sulla mia pelle.
“Però mi mancheranno questi momenti!” dice lei.
“I momenti in cui ti comporti da bambina di cinque anni?!”
“Le nostre lotte!” sorride “Perché a te no?”
La guardo in silenzio.
Non so cosa mi prenda ultimamente, ma sì. Forse un pelino mancheranno anche a me. Faccio per aprire la busta, ma mi accorgo che è già strappata.
“L’hai già aperta!” commento a voce alta.
Guardo dentro la busta e tiro fuori un foglio strappato di quaderno con su scritto idiota bugiardo
Rettifico, non mi mancherà proprio un bel niente!
Asuka scoppia a ridere a crepapelle.
“Dovresti vedere la tua faccia adesso, Jin!”
Sospiro nervosamente.
Bussano alla porta.
“Jin?” chiede Lars da fuori.
“Entra.” rispondo.
Lars apre la porta ed entra.
“Che succede?” chiede guardando la scena.
Asuka gli fa cenno di richiudere la porta e prende la busta della lettera.
“È curioso di leggere i risultati!” spiega poi “Almeno quanto io sono curiosa di sapere che lavoro fa!”
Lars sorride, scuote la testa, poi raccoglie un briciolo di serietà e riprende a parlare.
“Jin, sono tuo zio.” 
Lo scruto attentamente per cercare di capire se mi sta dicendo la verità o meno. Guardo Asuka, lei alza le spalle e annuisce.
“Certo, avrei voluto continuare a divertirmi un altro po’, ma… sì, Jin. È tuo zio.”
“Posso vedere comunque il referto?” chiedo infastidito.
“Cosa c’è, non ti fidi?!” mi domanda Asuka con una smorfia.
“Non tanto!” rispondo a tono “Soprattutto di te!”
Asuka sospira ed esce dalla mia camera.
“Quindi è vero?” chiedo serio a Lars, ritrovandoci soli nella stanza.
Lui annuisce.
“Mi dispiace. Come… ti senti a riguardo?” chiedo a bassa voce.
“Sai che non avevo davvero bisogno di leggere quel referto.”
“Sì, ma almeno prima avevi una piccola speranza che non potesse non essere vero, mentre ora… ti abbiamo in un certo senso forzato ad abbandonare quella speranza.”
“Jin, non è da te essere così apprensivo nei miei confronti!” commenta con una strana espressione.
Sono molto infastidito da quell’affermazione.
“Non è essere apprensivo, deficiente! Ma sei un Mishima! È una notizia terribile e non posso fare a meno di provare un po’ di empatia verso di te!” sbotto.
“Jin, non mi cambia niente.” ribatte con un sorriso colmo di serenità “Io sono quello che sono, indipendentemente da cosa c’è scritto nei miei geni.”
Asuka rientra nella stanza.
“Ecco qua!” mi sbatte il foglio sotto il naso.
Lo apro, ma non sento più davvero il bisogno di avere una conferma.
Leggo il risultato.
“Dice che c’è una possibilità del 99,99%...” ragiono poi guardo Lars “Quindi quello 0.01%...”
“Jin, in biologia quel 99,99% è una certezza matematica.” dice con assoluta convinzione.
Emetto un lungo sospiro.
“Mi dispiace davvero tanto Lars.”
“Suvvia!” Asuka batte le mani “Sbrighiamoci a fare le valigie! Zia Jun ha detto che vuole dirci qualcosa.”

 

“È così bello rivedere la famiglia riunita al completo!” esclama mia madre di spalle alla televisione in soggiorno.
Guarda la formazione completa degli abitanti della casa, più il sottoscritto in qualità di ex-inquilino e sorride.
In tutto questo tempo non ho incrociato lo sguardo con Kazuya neanche una volta, mi viene già fin troppo difficile sopportare il pensiero di stare respirando la stessa aria. Ma dovrò fare un ultimo piccolo sforzo. Le mie valigie sono già pronte davanti all’ingresso. Sentirò ciò che ha da dirci mia madre e poi me ne andrò, probabilmente per sempre.
“È passato un bel po’ di tempo da quando Asuka è arrivata a far par parte della nostra famigliola.” sorride mia madre accarezzando i capelli di mia cugina “Portando allegria e movimento tipici della frizzantezza di quest’età.”
Asuka sorride, sentendosi evidentemente lusingata. Io faccio una smorfia. Avrei aggiunto che Asuka ha portato una vagonata di idiozia, ma meglio tenere questo commento per me.
“Poi è arrivata Alisa.” continua con sguardo tenero “La ragazza più dolce ed educata che io abbia mai avuto il piacere di conoscere.”
Corrugo la fronte, confuso. Mi chiedo se abbia voglia di dire qualcosa a turno su tutti noi.
“E infile Lars… che ha portato equilibrio e razionalità tra queste mura, cosa di cui avevamo decisamente bisogno.” poi aggiunge “Certo, il suo percorso qui è stato particolare e non sono mancate un po’ di complicazioni, ma sono veramente felice che tu sia qui.”
Lars sorride e annuisce anche se con una certa confusione. Probabilmente anche lui si starà chiedendo a cosa serva questo discorso.
“In questi mesi siete entrati a far parte della nostra piccola famiglia.” continua mia madre “Ed è per questo che ho voluto ci foste anche voi qui per sentire quello che sto per dirvi.”
“Oh mio dio! Qualcuno sta morendo?!” chiede subito Asuka allarmata.
Mia madre sorride e scuote subito la testa.
“No no, Asuka! Sta’ tranquilla. È una bella notizia.”
E a quel punto si insinua un’atmosfera davvero strana nella stanza.
Perché d’accordo, nessuno a quanto pare sta morendo, ma mi viene davvero difficile pensare che possa esistere una bella notizia. Inizio improvvisamente a sentire tutti i sintomi dell’allergia alla famiglia che avevo avvertito sulla porta d’ingresso, ma amplificati per dieci. Che diavolo sta succedendo?!
Mia madre cammina verso la poltrona di Kazuya e si siede sul bracciolo a fianco a lui. Appoggia una mano sulla sua spalla.
“Sapete, questo piccolo incidente con le falene ha permesso a me e a Kazuya di passare un po’ di tempo da soli e abbiamo avuto il tempo di riflettere insieme su alcune cose.”
Io mi sento il battito accelerato, ho il fiato corto e ho ragione di credere di essere davvero sull’orlo di un fottuto attacco di panico.
“Immagino che quello che sto per dirvi vi sembrerà un po’ strano.” guarda Kazuya con un sorriso “Insomma, abbiamo entrambi una certa età e vi sembrerà una scelta un po’ insolita per delle persone come noi.”
“Oh mio dio!” mormora Asuka con occhi spalancati.
Ci guardiamo, sono certo che stiamo immaginando la stessa cosa. Per una volta non c’è aria di sfida, dispetti, o altre stupidaggini in questo nostro contatto visivo, ma solo disperata solidarietà. La stessa solidarietà che mi esprimono anche gli sguardi preoccupati Lars e Alisa.
“Ma…” mia madre si prepara a continuare a parlare con un gran sorriso.
“Jun…” mormora Lars guardandomi preoccupato.
“Io e Kazuya…”
Io non respiro più. Guardo basso, un punto a caso nel tappeto, aspettando che mi esploda il cervello.
“... molto presto…”
“Zia Jun…” Asuka congiunge le mani davanti alla bocca, sotto shock.
“... ci sposeremo!” conclude con un sorriso a trentadue denti.


Non ho reagito poi così male come avrei pensato. In quel momento, sentendo quelle parole, qualcosa dentro di me si è rotto. Ci si sarebbe potuto aspettare che mi sarei alzato, avrei iniziato ad urlare, distrutto qualche mobile forse, combattuto con Kazuya, come avrei fatto di solito, ma… niente di questo è successo. 
Mi sono alzato, li ho guardati entrambi con orrore e disgusto e semplicemente me ne sono andato. Ho fatto in modo di non dimenticare di lasciare le mie chiavi di casa sul mobile dell’ingresso e ho chiuso quella porta dietro di me per l’ultima volta. Con la voglia di lasciarmi tutto dietro. 
Ed è solo mentre camminavo di nuovo per strada, nel mondo esterno, che mi è sembrato di tornare a respirare.
Rientro nell’appartamento di Anna trascinando le mie due valigie, con una assoluta e preoccupante passività. Vado direttamente a ritirarmi in camera mia. 
Mi lascio cadere sul letto, inerme a guardare il soffitto con la voglia di non pensare a niente. Dieci minuti buoni passano così, poi per caso abbasso lo sguardo sulla borsa del pc portatile che oggi sono finalmente riuscito a recuperare e mi viene in mente una cosa.
Mi alzo, tiro fuori il computer dalla borsa e lo accendo. Entro nel mio conto, effettivamente ora è stato sbloccato e ne sono l’unico legale padrone. Vado a leggere il saldo e semplicemente non ci vorrei credere. 
Chiudo la pagina, chiudo il pc e torno a buttarmi sopra il letto, cercando di affogare quel mare di sentimenti negativi che inizia a riversarsi dentro di me. Una cosina insignificante?! Un piccolo regalo di incoraggiamento per la mia nuova vita?! O piuttosto un premio di consolazione per la terribile notizia?!
Chiudo gli occhi di nuovo, inspiro ed espiro lentamente, anche stavolta mantengo la calma in maniera sorprendentemente facile. Non ne vale la pena, mi dico. Te ne sei andato, hai lasciato le chiavi lì. Non ne vale la pena, non più.
Suonano al campanello. Mi alzo e vado a vedere chi è.
“Il tuo messaggio mi ha fatto preoccupare. Stai bene?!” chiede Xiaoyu sottovoce come apro la porta.
È praticamente una domanda retorica a questo punto. 
Lancio un attento sguardo al pianerottolo per controllare la situazione. 
“Entra, Anna non c’è.” dico sottovoce.
Xiaoyu entra, chiude la porta dietro di sé e mi segue dentro alla mia stanza. 
Mi siedo sul letto e torno a guardare un punto fisso in silenzio.
“Ho parlato anche con Asuka, mi ha spiegato un po’ meglio la situazione.” dice Xiao togliendosi la giacca.
“Ottimo, così non sarò costretto a dover descrivere quella terribile scena.” dico con una punta di disgusto.
Poi alzo lo sguardo su di lei, un po’ preoccupato.
“Ma sto bene.” asserisco “Molto meglio di quanto avrei pensato.”
“Immagino che per te debba essere una specie di shock.” dice venendo a sedersi sul letto a fianco a me.
“Presumo di sì.” mormoro guardando un punto nel vuoto.
“Io non andrò a quel dannato matrimonio!” aggiungo poi con un sibilo.
“Ma Jin, tua madre…”
“Non ci vado!!” rispondo con fermezza “Sarebbe troppo…”
Non termino la frase. Chiudo la bocca, deglutisco e riprendo poco dopo.
“Se solo le cose fossero andate diversamente, se solo mia madre avesse deciso di vivere lontana da Kazuya, magari io sarei cresciuto in maniera molto diversa, capisci?” 
Xiaoyu sospira e non ribatte.
“Magari avrei avuto un’infanzia normale, un’adolescenza normale, un’inizio di vita adulta normale! Sarei stato più in sintonia con le altre persone, avrei forse avuto un carattere un po’ meno di merda.” 
“Il tuo carattere non è così male, dai!” 
“La tua è un’opinione molto impopolare.” le ricordo immediatamente.
“Sì, ma chi se ne frega di cosa è popolare!”
“Sarei potuto essere un fidanzato decente.” aggiungo a denti stretti.
Lei apre la bocca per rispondere, ma esita e sembra riflettere su come controbattere. Io la guardo alzando un sopracciglio, questa è veramente difficile da contestare.
“Ma… dai.” dice infine.
“Forse mia nonna ha ragione.” riprendo io con un sospiro “Forse sono marchiato a vita e anche se fuggissi dall’altra parte del globo, non potrei mai fuggire dal destino di questa dannata famiglia. Potrò anche andare in capo al mondo, ma sentirò sempre parlare di Heihachi e di Kazuya Mishima. Mi ricorderò di come mi hanno rovinato la giovinezza e… dopo questo pomeriggio non potrò mai dimenticare… che mia madre ha deciso volutamente di legarsi per sempre a lui.” 
Xiaoyu ascolta seria, un po’ preoccupata. 
“Che poi non so neanche perché mi debba dare così fastidio!” riprendo dopo un po’ “Non ha senso! I miei genitori si sposano, dopo aver vissuto come una coppia sposata per più di vent’anni! È soltanto una firma su un foglio di carta, tornati a casa continueranno a vivere come hanno sempre fatto!”
“Beh no, lo capisco che ti dà fastidio.” osserva a quel punto Xiaoyu “Un matrimonio è pur sempre un evento ufficiale.”
Annuisco.
“Sì, lo è. E per quanto stupido possa sembrare, per tutti questi anni di follia familiare c’era sempre stato un piccolo spiraglio di luce, una piccola speranza.” continuo a bassa voce “Il fatto che mia madre non fosse sposata con Kazuya. Il nostro cognome Kazama era ciò che ci distingueva da loro. Ero un Mishima, ma ero anche figlio di Jun Kazama, porca miseria!”
“Ma questo vale ancora!” cerca di farmi notare Xiao.
“Non del tutto!” la correggo “Perché vedi, inizio a pensare che per tutto questo tempo io abbia semplicemente voluto credere che mia madre fosse così diversa da Kazuya!”
Mi guarda un po’ incerta.
“Ho sempre voluto credere che lei fosse una ragazza innocente capitata per caso con uno stronzo senza rendersi conto dell’irrazionalità della cosa.” continuo “Ti ricordi i miei discorsi sulla biologia dell’attrazione e quella roba lì?”
Xiaoyu mi guarda ed è come se avesse appena avuto una rivelazione su come funziona la mia psiche. 
“Ma forse nemmeno lei è poi così innocente!” arrivo al punto “Certo, mia madre non sarà mai paragonabile a Kazuya, non fraintendiamoci!” devo assolutamente precisare “Ma dico che forse è un po’ più complice e meno vittima di quello che pensavo. Lo vuole sposare, cazzo! Vuole unire il suo nome col suo davanti alla legge!”
Sospiro e scuoto la testa con triste rassegnazione.
“Per tutto questo tempo mi sono illuso che lei fosse diversa da loro, per poter credere di avere nei geni… qualcosa che mi distinguesse da loro.” 
“Jin, tu non sei un Mishima!” 
Alzo gli occhi al cielo.
“Oh andiamo, non ho bisogno di un test genetico per…”
“Sì, d’accordo… secondo il tuo DNA lo sei.” mi concede “Ma è da quando ti conosco che combatti con tutte le tue forze per dimostrare che non sei come il resto della tua famiglia!”
La guardo poco convinto, ma interessato a capire meglio cosa intende dire.
“Diamine, hai quasi passato la notte su un sudicio pavimento di garage per dimostrare di non essere come loro! A momenti ti ho dovuto trascinare via per i capelli!” riprende.
“Tu non hai neanche una così cattiva opinione degli altri Mishima.” contesto.
“È vero, tuo padre e tuo nonno sono sempre stati gentili con me, non avevo motivo di pensare male di loro.” non si fa problemi ad ammettere “Ma è innegabile che lo stare a contatto con la tua famiglia ti abbia incasinato completamente la vita e la testa!” sospira “Adesso ho anche capito come sia arrivato a quelle assurde tue convinzioni sulla biologia!”
Alzo gli occhi al soffitto e poi mi lascio cadere all’indietro sul letto, con lo sguardo fisso in alto.
“Ho paura di diventare proprio come loro.” ammetto “Quando mi vedo allo specchio, vedo soltanto il riflesso di un altro Mishima.”
“Sì, e quella è la ragione per cui hai passato gran parte della vita ad odiarti e a punirti.” dice sdraiandosi sui gomiti a fianco a me “E la ragione per cui hai cercato di tenermi lontana.”
Rispondo solo con uno sguardo, è ovvio che lo sia.
Si sdraia di schiena come me e restiamo a fissare il soffitto insieme.
“Non mi importa se vedi un Mishima quando ti guardi allo specchio.” borbotta poi “Io so bene che cosa vedo quando ti guardo… un ghiacciolone col broncio, ma non un Mishima!”
Si avvicina e appoggia affettuosamente la testa sulla mia spalla e mi stringe. Quasi come se si fosse offesa per come ho appena parlato male del suo ghiacciolo.
Chiudo gli occhi e mi lascio sfuggire un sorriso divertito, apprezzando quella vicinanza e il suo tentativo di farmi sentire sempre un po' meglio. Che sia trascinarmi via sotto ricatto da un garage antigenico o il tentativo di convincermi di non essere del tutto un Mishima di merda. 
“Probabilmente dovresti mettere gli occhiali.” dico poi smorzando un po' l'atmosfera.
“Sta’ zitto, fino a prova contraria sei tu il miope che non vuole usarli!” 
Non fa che rinfacciarmelo da quando per caso le ho per sbaglio rivelato questo mio piccolo segreto.
“Te l’ho detto. È una leggerissima miopia, praticamente inesistente. Non me ne sarei mai accorto se non fosse stato per una visita medica che ho fatto per caso!” ribatto "Non ho bisogno di usarli! Posso benissimo farne a meno."
"Mmm." fa lei per niente convinta.
Stiamo così in silenzio per un po', semplicemente sdraiati l'uno accanto all'altra a pensare e a guardare il soffitto. Mi perdo tra mille pensieri, chiedendomi se ci sia davvero speranza per me, se l’aver chiuso la porta dietro di me questo pomeriggio, una porta che non intendo riaprire, possa voler dire qualcosa. E in effetti un po’ mi sento meglio, decisamente meglio. 
“Mi dispiace se ogni tanto cerco di lasciarti.” confesso a bassa voce.
“Non è colpa tua.” dice comprensiva “So che sei un po’ complessato.”
“Mmm.” annuisco abbozzando un sorriso.
E come potrei contraddirla?
Mi volto e cerco il suo sguardo.
Comincia tutto come sempre con un bacio. Gentile, lento.
Dice che non vede un Mishima in me. In realtà faccio ancora molta fatica a capire che cosa veda esattamente in me e forse mai lo capirò. Quel che è certo è che sembra molto convinta della sua opinione, e anche molto decisa a voler stare al mio fianco, a costo di dovermi trascinare via per i capelli ogni volta che sono sul punto di fare una follia. E io da qualche tempo non capisco più se sia giusto o sbagliato, ma stare al suo fianco, una volta abbassate tutte le difese, è una sensazione maledettamente fantastica. 
Passano i minuti e quella carezza inebriante, prima gentile, diventa via via più decisa, avida, quasi elettrica. Cerchiamo il contatto pelle su pelle, presi da un calore quasi febbricitante che ti agita da dentro come un tornado bollente.
“Non sembri tanto infreddolita per essere così vicina a un ghiacciolo.” scherzo sussurrando contro la sua pelle.
“Id…iota.” sibila attraverso un sorriso “E tu sembri piuttosto disinvolto per un… com’è che ti piace definirti?” 
Sogghigno. 
“Razionalista? Nichilista?”
Non ha tutti i torti. Ormai ho perso il conto delle mie più insensate scuse filosofiche. 
Niente di tutto questo rinnega le mie teorie in realtà. Ho soltanto capito che nemmeno io sono poi così immune a certe debolezze come credevo. E quel primo momento, in cui le ho permesso di rubarmi un bacio nel giardino di casa dei miei genitori, è stato l'inizio di questo inevitabile cammino. Forse una condanna, forse una salvezza, ma in fondo va bene così, senza bisogno di dover per forza trovarne un'interpretazione. 
Neanche quando anche l'ultimo indumento finisce sul pavimento e procediamo a mappare, tastare e stimolare i nostri corpi più da vicino.
Dopo anni e anni di veleno, dopo una vita passata a tenermi a distanza da chiunque, mai avrei immaginato di potermi sentire così in connessione con un’altra persona. Così fuori dalle mie rigide imposizioni mentali, così allo scoperto e a mio agio allo stesso tempo. 
Perché il mio cuore sarà pure stato incatenato nella mia fredda razionalità per anni, ma questa nuova irrazionalità mi piace. 
I nostri occhi tornano ad incontrarsi, magneticamente. 
Siamo pronti.
I secondi cominciano presto a scorrere più velocemente, segnati da un ritmo pulsante.
Chiude gli occhi e inclina la testa all'indietro con un sorriso mosso da un brivido di piacere.
E mentre davanti a quella visione credo di poter morire, per ossimoro si riconferma in me un irrefrenabile desiderio di vita, di essere felice, di renderla felice e di poter continuare a perdermi in quegli occhi e in quel sorriso per sempre. 
Al diavolo la mia finta impassibilità.
Perché quest’emozione è più che reale. Un fortissimo, puro affetto a cui non sono abituato e che mi fa sentire indifeso in balia di un brivido irrazionale che non posso più contrastare. 
E la bacio perché vorrei dirlo a voce alta, come vorrei dire che non permetterò che possa soffrire per colpa mia o della follia che mio malgrado mi gravita attorno. 
Non lo permetterò perché… 
Le sue braccia premono forti contro la mia schiena.
… per via di questo sentimento, che ancora non mi azzardo a chiamare per nome, ma che mi dilania il petto e cresce sempre di più, assieme a quell'altra sensazione così stupefacente, così intensa, che quando arriva al culmine ti stordisce e ti offusca la vista per un attimo.
Mi bacia ancora, catturando le mie labbra tremanti.
Al diavolo la ragione, al diavolo qualsiasi cosa.



Speranza. È un'insolita sensazione per me, ma da quando me ne sono andato di casa per l'ultima volta questo pomeriggio, ogni tanto questo pensiero non fa che tornarmi in mente.
Alliscio ancora una volta il copriletto e infilo l'ultimo angolo sotto il materasso, ristabilendo l'ordine perfetto. Mi passo una mano tra i capelli ancora umidi dalla doccia e cammino verso la finestra di camera mia. Mi siedo sul davanzale interno, appoggiando con una spalla contro il vetro. Attraverso le porte aperte di camera mia e del bagno guardo Xiao che si asciuga i capelli davanti allo specchio sul lavandino.
Mi sento strano.
Non era nato per essere qualcosa di serio, l'avevamo messo in chiaro fin dall'inizio, ma non era neanche mai stato un gioco o un passatempo senza significato. 
Era sempre stato certamente qualcosa di fantastico, ma allo stesso tempo problematico. E ogni volta, non appena finito il sogno, arrivava puntuale la coscienza e quel peso sul cuore a ricordarmi di come quello fosse uno sbaglio pericoloso e di come le cose sarebbero potute andare molto male per colpa di questa mia distrazione. Un'ansia tormentosa che mi risvegliava da questo sogno in cui di tanto in tanto mi piaceva rifugiarmi, un sogno dal quale non riuscivo a staccarmi, ma pur sempre un sogno appunto. Qualcosa di fittizio, fasullo. Qualcosa che non potevo permettermi davvero.
Oggi però… oggi ho chiuso quel portone dietro di me per l’ultima volta.
E non avevo idea di come mi avrebbe fatto sentire finché non l'ho provato.
Speranza.
Per la prima volta mi sento più libero e comincio a pensare che le cose potrebbero anche non andare male. Che forse è possibile lasciarsi il passato alle spalle, è possibile tenere chiusi i demoni dietro a quel portone. Insomma, potrò anche non liberarmi mai totalmente dell’influenza mia famiglia, come ha detto la nonna, ma non è detto che le cose non possano in qualche modo… funzionare.
Xiaoyu spegne il phon e mi guarda con un sorrisetto finto innocente.
“Ehm… comunque non ti ho ancora detto una cosa riguardo a stasera.”
Mi sono lasciato convincere a partecipare ad un'uscita di gruppo dopo cena. Ha insistito un sacco, dice che è giusto che veda delle persone della nostra età ogni tanto, ora che non vado neanche più alle lezioni. Io le ho detto e ripetuto che non vale la pena preoccuparsi della mia vita sociale, dato che me la sono cavata per tutti questi anni senza praticamente averne una, ma come è presumibile quella risposta non è l’ha convinta.
“Almeno fai un tentativo! Se poi proprio ti annoi torni a casa.” è stato quello che mi ha detto.
E non appena ho provato a protestare mi ha rinfacciato di essermi perso anche l'uscita d'addio per Kamiya e che quindi non posso mancare pure oggi! 
“Cosa non mi hai detto?” chiedo con sospetto.
“Ci sarà anche Hwoarang.” dice come se niente fosse, tornando sistemarsi i capelli allo specchio.
“Perfetto, adesso ho la ragione perfetta per non venire.” borbotto “Perché l'hai detto anche a lui e soprattutto perché me lo stai dicendo solo ora?!”
“Perché è mio amico e vorrei che provaste ad andare d'accordo.”
Sospiro e mi volto verso la finestra a vedere la città che brilla sotto le luci del tramonto.
“Impossibile. E se lo conosci bene come dici, dovresti saperlo anche tu.”
“Gli ho fatto un discorsetto. Niente combattimenti durante le uscite con amici. Me l'ha promesso.”
La guardo poco convinto.
“No. Mangio qualcosa con te, poi me ne vado.” 
“Non pensarci neanche!” mi guarda accigliata, poi sorride di nuovo “Non ti ho neanche detto che programmi ci sono per dopo!”
“Cioè ci sono altre sorprese?!” alzo un sopracciglio.
Esce dal bagno e mi raggiunge nella stanza.
“Ho avuto la soffiata che il parco di Heihachi è quasi pronto.” dice fermandosi davanti a me tutta contenta.
La guardo stranito.
“Che cosa? Il parco che gli hai suggerito di aprire?”
Lei annuisce entusiasta.
“Me l'ha detto uno dei manager, l'ho incontrato al conbini vicino a casa!”
Che storia è questa? Il vecchiaccio ha davvero mantenuto la sua parola?
“In realtà non ho idea di come sia stato realizzato, per questo stasera pensavo di andare a dare una sbirciatina.” continua radiosa “Con tutti voi. E ovviamente devi esserci anche tu. Non puoi assolutamente mancare!”
Irradia allegria ed entusiasmo da tutti i pori ed è così assurdamente carina quando è felice.
Come si fa a dirle di no?
“Perché mi guardi così ora? A che stai pensando?” 
Che ti amo e che devo proteggere quel sorriso a tutti i costi.
Mi irrigidisco rendendomi conto di cosa ho appena pensato.
“Niente.” bofonchio girandomi alla finestra “Va bene, vengo.”
Lei si avvicina, mi getta le braccia al collo e mi stampa un bacetto sulla guancia a mo' di ringraziamento.
“Ma ti avviso, se Hwoarang inizia a rompere, me ne vado.” 
“Non lo farà!” cantilena tornando in bagno “Me l’ha promesso!”
Guardando sempre fuori dalla finestra, quasi per caso individuo per un attimo un’inconfondibile decappottabile rossa che entra nel parcheggio sotto il palazzo. Aggrotto le sopracciglia, controllo l’orario e mi alzo.
“Ehm Xiao!” richiamo la sua attenzione “Anna sta tornando un po’ in anticipo oggi!”
“Ooops. Ok.” risponde “Tanto avevo più o meno finito.”
Torna dal bagno sistemandosi la frangetta.
“Hai… le codine a due altezze diverse.”
Lei fa una smorfia e se le disfa.
“D’accordo, capelli sciolti stasera.” borbotta mezzo spettinata.
Prende la giacca, lo zainetto a forma di panda e si prepara per uscire.
“Tu devi ancora finire di prepararti, ti aspetto qui giù…” 
Poi passa di nuovo di fronte ad uno specchio e ridacchia, notando i ciuffi in disordine.
“Dovrò finire di sistemarmi usando lo specchietto retrovisore di una macchina o qualcosa del genere.”
Sospiro. 
Abbiamo sempre fatto in modo di non dover incontrare Anna quando Xiao viene a trovarmi qui. Non che avrebbe niente da ridire nel scoprire che ho invitato un’amica a casa, anzi la sua reazione sarebbe probabilmente l’esatto opposto. Ci accoglierebbe con una pioggia di coriandoli e condom e… questo è esattamente ciò che ho sempre voluto evitare, anche se allo stesso tempo dover stare a questa rigida segretezza inizia veramente ad essere snervante.
“Anna non avrebbe niente da dire se anche ti trovasse qui.” mi ritrovo a suggerire a voce alta.
Mi guarda scettica recuperando la sua borsa e infilandosi la giacca.
“Andiamo, hai veramente voglia di affrontare la conversazione che ne seguirebbe, Jin-chan?”
E certo, fino a qualche tempo fa avrei risposto di no senza neanche pensarci, ma a questo punto inizio a credere che forse sarebbe meglio affrontare la cosa e basta e che forse mi sono sempre messo una marea di problemi inutili per niente.
“Inizio a pensare che potrebbe non essere poi così terribile.” dico seguendola verso l’ingresso “E so di potermi fidare di lei.”
“Ma non c’è problema!” continua lei con un sorriso infilandosi le scarpe “Cerca solo di non metterci troppo.”
“Beh, no devo solo asciugarmi un po’ i capelli…” dico, anche se ormai sembra essere ben decisa ad uscire. 
“Lo sappiamo bene entrambi che non è asciugarsi i capelli il problema, ma il mettere il gel.” mi guarda sottecchi.
Sospiro.
“D’accordo, farò in fretta. Se devi usare davvero lo specchietto di una macchina però, stavolta assicurati che non ci sia nessuno dentro!”
“Cercherò di ricordarlo.” si solleva in punta di piedi e mi bacia sulle labbra, poi apre la porta ed esce dall’appartamento. 
Corre veloce verso le scale.
“Fai attenzione sulle scale! Non c’è bisogno di correre!”
Non mi risponde neanche e sparisce giù per gli scalini.
Sospiro e chiudo. Cammino per il corridoio, la gatta Marilyn miagola come le passo a fianco per entrare in bagno. Mi fermo davanti allo specchio e inizio a sistemarmi i capelli ancora umidi dalla doccia. Anna rientra nell’appartamento in quel momento.
“Jin-chan, sei in casa?”
“Sì.” 
“Come è andato il tuo giorno libero?”
Domanda difficile. Ci sono stati picchi in direzioni molto opposte.
“Sono passato a prendere delle cose a casa e… ho visto la famiglia.” rispondo vago giusto per dire qualcosa.
“Oooh.” esclama Anna arrivando davanti alla porta aperta del bagno.
Mi guarda con apprensione. Vedere la famiglia è già un evento abbastanza traumatico di suo, se solo sapesse la notiziona!
“Povero cucciolo.”
“Anna, senti già che ci sono… mi hanno riattivato il conto. Ho di nuovo i miei risparmi.” le faccio sapere “Da domani inizio a cercarmi un posto dove stare, così presto potrò togliere il disturbo.”
Mi guarda sinceramente rattristata.
“Oh Jin-chan, te ne vai così presto?! Mi mancherai!” si mette una mano sopra il cuore.
“Non mancherò a Tanaka, questo è certo!”
Lei ridacchia e scuote la testa.
“Lo metti solo un po’ in soggezione perché sei il figlio del capo, ma sono certa che andreste d’accordo.” sorride.
“Già, il figlio del capo.” ripeto amaramente guardandomi allo specchio.
“Comunque anche io ho una notizia per te!” dice poi con un sorriso “Una cosa che ti riguarda!”
“Mmm?” chiedo stupito.
“Ho incontrato Lee per un caffè poco fa e indovina un po’? Abbiamo parlato di te!”
“Come avete parlato di me?! Non gli avrai detto che sono qui!! Anna?!” la guardo allarmato.
“Tranquillo, ovviamente non gli ho detto niente!” mette subito in chiaro “E comunque Lee è una persona affidabile, con lui potresti parlarne senza problemi!”
“Cosa avete detto di me?”
“È molto dispiaciuto per il fatto che non stai più seguendo le lezioni!” inizia appoggiandosi ad uno stipite della porta “Come tutti d’altronde, sei un ragazzo così intelligente! È un vero peccato che tu voglia smettere di studiare!”
Alzo gli occhi al soffitto, impaziente.
“Sì, d’accordo, abbiamo già parlato abbondantemente di questo.”
“Lee mi ha detto che sei stato selezionato per lo scambio in Australia.”
Per un attimo resto imbambolato.
“Cosa?!” rispondo poi non credendo alle mie orecchie “Ma se mi avevano chiaramente detto che…”
“Sì, Lee mi ha parlato anche di questo!” mi anticipa Anna “Ma nonostante la tua condotta disastrosa, la tua lettera di motivazione è risultata la migliore tra quelle inoltrate, in più hai una buonissima media e… diciamo che hanno voluto anche darti una sorta di risarcimento morale per aver punito solo te quella volta che sei stato sospeso. E insomma, questo è stato il verdetto della commissione.”
“Seriamente?!” 
“Ovviamente non gli ho detto che stai vivendo a casa mia, ma…” Anna inizia a frugare dentro alla sua borsa “... gli ho detto che non avresti rifiutato un caffè con la tua cara dolce ex-babysitter. E che avrei potuto consegnarti personalmente questa.”
Mi porge una busta da lettera.
Allungo le dita e prendo la busta come se fosse un oggetto magico.
“Ti lascio solo, così potrai leggerla con calma.” sorride e si incammina verso la sua stanza.
Neanche rispondo, tanto sono confuso. Apro la busta, estraggo il foglio al suo interno. Leggo e rileggo le prime righe come se di colpo non capissi più le parole. 
Non posso crederci. Ero convintissimo di aver perso tutte le possibilità di poter ancora ambire a questo posto e adesso invece, proprio quando meno me l’aspettavo, viene fuori che sono tra i vincitori del concorso. 
L’Australia, l’obiettivo per cui ho lavorato così tanto per mesi e mesi alla fine mi è caduto tra le mani quando meno me l’aspettavo. 
Dovrei dirlo a Xiaoyu, ma… è così entusiasta di vedere il parco stasera, una notizia come questa potrebbe guastarle l’umore per la serata. 
Per ora forse è meglio aspettare, gliene parlerò al momento giusto.
Prendendo di nuovo un briciolo di coscienza mi affaccio sul corridoio. 
“Anna… grazie.”

 

L’appuntamento è dopo cena in un campo dismesso all’uscita del quartiere. Un’area un po’ strana e poco invitante, e onestamente non avrei scelto questa zona per la costruzione di un parco dei divertimenti. Questo posto è conosciuto per essere un’ex-zona industriale, oggi trasformato in residenziale, ma semi-abbandonato e un po’ bel po’ decadente. Ci sarà un bel po' da fare nell'area circostante se si vorrà davvero attirare la gente qui.
Mi tengo per me queste perplessità e aspetto con Xiao l'arrivo del resto del gruppo. Il magico trio Lars, Alisa e Asuka è il primo ad arrivare. Riconosco l'auto di mia madre che si ferma a pochi passi da noi.
“Guarda chi si è deciso a fare un po’ di vita sociale!” esclama Asuka aprendo lo sportello e guardandomi con una smorfia.
Hwoarang e Asuka nello stesso gruppo, combinazione devastante. Era da tanto che non mi capitava di dover partecipare ad un’uscita dalle premesse così sfaticanti.
“Xiaoyu! Sono colpita! Sei riuscita a tirarlo fuori dalla sua caverna!” continua Asuka con uno strano sorriso “Hai davvero dei superpoteri!”
“Asuka, non hai ancora imparato che non è il caso di stuzzicarlo?!” sento Lars che le parla a denti stretti chiudendo la macchina.
Giusto Lars, diglielo. Convincila a starmi lontano o inizierò a sparare nuove cattiverie.
“Sì, d’accordo la smetto.” assicura Asuka, che poi però mi si avvicina comunque.
“Come va?” chiede mettendo da parte l'ironia “Ti sei ripreso?”
“Eravamo preoccupati per te, Jin-san.” mi raggiunge anche Alisa.
Improvvisamente mi viene da arretrare.
“Sto bene grazie!” rispondo automatico “Non è il caso di parlarne.”
Sto incredibilmente riuscendo a non lasciarmi coinvolgere troppo da questa nuova situazione, ma preferirei comunque evitare di parlarne.
“Beh, è comprensibile ti sia sentito un po’ strano!” commenta Asuka “È stato uno shock totale persino per noi! Ma poi… il modo in cui ce l’ha detto! Insomma, io pensavo che ci stesse per dire…”
“Non dirlo.” la blocco.
“... di essere incinta!”
Ecco fatto. Chiudo gli occhi e rabbrividisco all’idea dello scampato pericolo.
Vi immaginate? Un altro essere umano condannato a dover passare ciò da cui sto appena riuscendo a sfuggire io?
“Asuka-san… credo sia meglio cambiare argomento.” mormora Alisa che evidetemente ha notato la mia espressione.
“Hey!” ci raggiunge anche Miharu, grazie alla quale si può finalmente definitivamente cambiare argomento di discussione “Credevo di aver sbagliato stazione della metropolitana, ma siamo nel posto giusto?”
“Sì!” risponde Xiao “Dovrebbe essere esattamente qui dietro.” 
“Wow! Dovremmo addentrarci in mezzo a questi posti abbandonati?” commenta guardando l’amica con entusiasmo “Si preannuncia un sabato sera decisamente diverso del solito!”
“Un momento, addentrarci qui dietro? Che stiamo andando a fare esattamente?” si chiede Lars, che è evidentemente stato portato lì quasi per caso “Che posto è questo?”
“Xiao-san ha dato ad Heihachi-san un suggerimento per aprire un business.” spiega a quel punto Alisa “Stasera andiamo a dare un’occhiata per vedere che cosa hanno realizzato!”
“In realtà non so bene cosa aspettarmi!” commenta a quel punto Xiaoyu “Insomma, so che l’idea di base è stata un po’ modificata, ma… spero abbiano fatto una cosa carina!”
“Ragazziiii sono qui!” 
Una ragazza bionda che non conosco è appena uscita dal retro di una macchina scura.
“E quella chi è?” chiedo confuso raggiungendo Xiaoyu "Non pensavo ci sarebbero state anche facce nuove."
Asuka le si piazza davanti.
“Come al solito sei in ritardo!” dice alzando le sopracciglia e mettendosi a braccia conserte.
“Ma che vuoi? Stavo finendo di farmi le unghie!” risponde l’altra disinteressata ammirando la manicure.
“Quella è Lili, l'ultima arrivata del nostro gruppo. Lei e Asuka hanno un’amicizia un po’... speciale.” mi informa Xiaoyu.
“Speciale?” chiedo confuso “In che senso?”
Poi improvvisamente mi ricordo.
“Aspetta… non è la tipa che ha picchiato a scuola lo scorso autunno?!” chiedo.
Xiaoyu annuisce.
“Oh! È anche la stessa persona che vi ha aggredito con lo spray al peperoncino.” le viene in mente di dirmi a quel punto. 
“Che cosa?!”
“Sì, ma è stato un incidente, in realtà non aveva cattive intenzioni.” aggiunge come se fosse una cosa da niente.
Sgrano gli occhi e mi concentro di nuovo quella ragazza. È bionda, alta… occidentale.
“Mi prendi in giro?!” chiedo stupefatto “È stata veramente lei?!”
Quindi Nina Williams non c'entrava niente?! Quindi Heihachi non c’entrava niente?!
“Aspetta, cosa vuol dire che non aveva cattive intenzioni?!” riprendo poi “Ci stava seguendo! Perché ci stava seguendo?!”
“Shhh.”  Xiaoyu mi zittisce portandosi un indice davanti alla bocca e trascinandomi qualche passo indietro “Cerca di essere delicato. Se ne vergogna molto e non le va che se ne parli, ok? Non era niente di che, voleva… come dire… fare uno scherzo ad Asuka.
“Uno scherzo?!”
“Sì, una specie di scherzo diciamo, ma le dispiace un sacco. Si è scusata molto con lei.”
“Le dispiace un sacco?!” ripeto sconcertato “E cosa vuol dire che si è scusata con Asuka?! Con me non l’ha fatto! Ti devo ricordare che razza di reazione allergica mi ha provocato?!” mi lamento.
“Sì, beh… hai ragione e sono sicura che si scuserebbe anche con te, ma… non dirle niente, dai! La metteresti in imbarazzo davanti agli altri e sta solo cercando di fare amicizia, poverina.” cerca di convincermi "Ha detto che ti trova un po' spaventoso e… beh, devi capire che il più delle volte non hai esattamente uno sguardo molto amichevole."
“Spaventoso?!” 
Torno a guardare quella strana ragazza che battibecca con Asuka, più confuso che mai.
“Bah, a me non sembra tanto timida!” commento.
“Kazama!” un ringhio fin troppo familiare richiama la mia attenzione.
Alzo gli occhi al cielo. Eccoci qua, dunque. Il momento è arrivato.
“Hey Hwoarang!” lo saluta Xiaoyu agitando un braccio sorridente.
“Xiao-chan! Come stai?” passa improvvisamente ad un insolito tono affettuoso.
“Hwoarang?! Vi conoscete?” chiede Asuka sorpresa come me tempo addietro.
“Mi raccomando!” Xiaoyu mi guarda severa “Non fare l’idiota.”
“Non sono io l’idiota tra i due!” le ricordo mentre si sposta per andare a parlare con Asuka.
"Sì, con Hwoarang ci conosciamo da tempo." le racconta “A volte è piccolo il mondo, vero?”
"Ma dai!"
L’idiota dai capelli arancioni intanto spegne la moto. Mi guarda con aria indispettita e mi fa un cenno di avvicinarmi. Rispondo di no con la testa.
Lui ripete il gesto, ancora più brusco e più arrabbiato.
Sbuffo e mi avvicino di qualche passo per sentire che ha da dire.
“Che vuoi?!” sbotto acido.
“Xiaoyu ti avrà parlato della tregua che mi ha imposto di seguire.” comincia scendendo dalla moto, mi guarda con aria omicida “Te ne avrà parlato sicuramente, dato che voi due siete tanto amici, vero?”
“Ripeto, che diavolo vuoi?”
“Mi ha anche chiesto di non accennare al fatto che ti ho visto gironzolare mezzo nudo per casa sua.” continua con una smorfia “Perché a quanto pare sei un tipo riservato, come ti ha definito lei.”
“Te l’ho già spiegato! Mi stava solo prestando la doccia!” 
Lui mi blocca alzando una mano.
“Non voglio sentire altre cazzate uscire dalla tua bocca.” poi mi guarda ancora più minaccioso “Ma una cosa la vorrei proprio sapere... perché se avevi intenzione di sparire dalla sua vita non lo hai ancora fatto brutto stronzo?!”
Perché dovrei rendere conto a lui di queste cose?!
“Ti ho fatto una domanda, Kazama!”
“Le cose sono cambiate e siamo rimasti in contatto. Qualche problema?!” rispondo secco.
Lui annuisce guardandomi con rabbia.
“Qualche problema in effetti ce l’ho. Lei meriterebbe decisamente di meglio.” si fa serio “Ma se proprio hai deciso di restarle a fianco, farai bene a fare pace con i tuoi pensieri tormentati, a tirar fuori le palle e a prenderti le tue responsabilità. So bene che anche tu hai avuto la tua buona dose di merda dalla vita, Kazama, ed è l'unica ragione per cui non ti sto spezzando le gambe in questo momento… ma prova a farla soffrire e sarà la volta buona che ti ammazzo!”
Ma che cazzo, è diventato un mentalista negli ultimi tempi?!
Rimango stranito da questo che è, a suo modo, un insolito tentativo di incoraggiamento. 
“Comunque sia…” messa da parte la serietà torna al suo solito tono sfottente “Per ora ho intenzione di mantenere la parola data a Xiao-chan e rispetterò la tregua, Kazama. Niente pugni durante le uscite di gruppo. Ma sappi che io non dimentico, io e te…” 
“... abbiamo un conto in sospeso, lo so.” completo io la frase con un mezzo ghigno.
“Bene, ci siamo tutti!” esclama Xiaoyu da qualche metro di distanza “Vogliamo andare a dare un’occhiata? Come vi ho detto non ho la minima idea di come sia e che potrebbe essere un po’ diverso dall’idea originaria, dato che mi è stato detto che… è stata un po’ riadattata in base alle esigenze di mercato e…”
“Su, basta chiacchiere e andiamo a vedere!” esclama decisa la ragazza di nome Lili “E dopo proporrei una bella sfida di coraggio dentro ad uno di questi edifici abbandonati che hanno tanto l’aria di essere infestati.”
Guarda Asuka.
“Ci stai?” le chiede con aria di sfida “O hai paura?”
“Paura?” Asuka finge una risata “Io dico che si preannuncia una serata interessante!”
“Asuka, no! Non è il caso!” interviene a quel punto Lars facendo l’adulto responsabile della situazione “Non ho neanche capito dove dovremmo andare!”
“È proprio qua dietro!” gli spiega Xiaoyu “Dentro la recinzione di questa fabbrica abbandonata. Dovremmo scavalcare il muro per raggiungere il cantiere, ma tanto siamo tutti atletici no? Non è un problema giusto?”
“Certo che no Xiao-chan!” risponde Hwoarang, l’uomo più confidente nelle proprie capacità fisiche del mondo.
“Oh accidenti! Forse non avrei dovuto mettere i tacchi!” commenta di nuovo Lili.
“Beh, era piuttosto chiaro che non stessimo andando a ballare, non per dire!” le fa notare Asuka.
“Beh, ti assicuro che salterò quel muro con o senza tacchi!”
Mentre ci avviciniamo e cerco di filtrare quei discorsi idioti, osservo con sospetto quella fabbrica abbandonata, i muri anneriti, le finestre spaccate. 
Sono sempre più perplesso riguardo a questa zona e la cosa inizia a darmi uno strano sentore.
Xiaoyu inizia l’arrampicata.
Asuka e Hwoarang la seguono come se niente fosse, seguiti a ruota da Lili, nonostante le scarpe poco adatte, e Miharu.
Lars rimane incredulo a guardare.
“Ma che diavolo stiamo facendo?” si chiede a voce alta “Io mi aspettavo un’uscita tranquilla.”
Alisa sorride.
“Beh Lars, non è mica la prima volta che ci addentriamo di nascosto da qualche parte.”
Lars abbozza un sorrisetto ad Alisa, poi mi guarda tornando serio.
“Hai intenzione di entrare anche tu?” mi chiede.
Annuisco.
“Sì, anche se inizio ad avere un brutto presentimento.” 
Scavalchiamo il muro anche noi, persino Lars, e una volta che ci ritroviamo tutti dall’altra parte iniziamo a farci strada tra le erbacce incolte, guidati dal fascio di luce delle torce dei telefoni. 
“Non riesco a credere che lo stiamo facendo davvero!” ripete Lars, decisamente troppo adulto per queste ragazzate.
Sembra essere l’unico a non sentirsi proprio a suo agio. Gli altri sembrano più o meno tutti intrigati da quell’avventura. Hwoarang, da delinquente esperto, ci fa strada camminando davanti a tutti, atteggiandosi da capogruppo. Asuka cammina subito dietro a lui, seguita da Lili che resta un po’ indietro semplicemente per il problema dei tacchi. Miharu, poco abituata a queste stramberie, sembra vivere l’avventura dell’anno.
E poi ci sono io, che non riesco a darmi tregua.
Raggiungo Xiaoyu, le prendo un braccio e la prendo un attimo in disparte.
“Scusami se ti rovino l’entusiasmo, ma non pensi che questo posto sia un po’ strano?” 
Lei corruga la fronte.
“Cioè?”
“Intendo dire, sembra più il posto dove farei una discarica piuttosto che un’attrazione per famiglie!” esprimo le mie preoccupazioni.
Lei fa un’espressione un po’ strana ed è chiaro che in una certa misura l’ha pensato anche lei.
“Ok, la zona non fa impazzire neanche me.” ammette infatti “Ma quando sarà attivo con le luci e tutto il resto avrà sicuramente un altro aspetto.”
Non rispondo, ma lascio la stretta, per niente convinto. Lei sorride e riprende a camminare seguendo il gruppo. Riprendo a muovermi anche io, continuando di tanto in tanto a guardare gli scheletri degli edifici abbandonati intorno a noi.
“Ok.” sentiamo Hwoarang che sta per sbucare dall’altra parte della fabbrica “Dev’essere lì. Vedo degli edifici nuovi!”
Asuka e Lili accelerano il passo e lo seguono dietro all’edificio abbandonato.
“Ma dove sono le montagne russe?” sentiamo la voce Lili.
“Boh, saranno più indietro.” risponde Asuka.
“Ci servirebbe più luce!” dice Hwoarang “Da qui non possiamo capire molto!”
Sospiro e accelero il passo, sempre più preoccupato.
“C’è qualcosa che non va?” chiede Alisa iniziando ad avvertire la situazione un po’ tesa.
Anche Xiaoyu e Miharu spariscono dietro all’angolo della fabbrica.
Le raggiungo anche io e individuo le sagome delle costruzioni nuove a circa un centinaio di metri da noi, oltre tutta una serie di attrezzi e macchine da cantiere.
In effetti è strano. Non si vedono le classiche forme da parco dei divertimenti, con montagne russe, ruote panoramiche e quant’altro, ma solo una serie di edifici rettangolari, cartelloni e insegne.
“Ho trovato questo!” dice Hwoarang sbuffando dalla sigaretta che tiene a penzoloni tra le labbra. 
Cammina trascinando una specie di riflettore da cantiere in braccio, con la torcia sotto l’ascella. Lo appoggia per terra e lo studia con attenzione per capire come accenderlo.
Asuka si inchina a fianco per aiutarlo a capirci qualcosa.
“Ma è a batterie o serve collegarlo ad una presa?” si chiede.
“Non vedo cavi.” risponde Hwoarang.
“Proviamo a premere i pulsanti a caso?” propone Lili.
A Hwoarang sembra piacere l’idea e inizia a pigiare qua e là finché un fascio di luce pontentissimo si accende e ci abbaglia tutti.
Hwoarang inizia a ridacchiare soddisfatto e orienta la luce verso il presunto parco di divertimenti, facendoci scoprire… Hei-Land, l’ultima frontiera dell’intrattenimento. Un luogo per evadere dallo stress della vita metropolitana. Casinò, centro scommesse, pachinko, nightclub, stripclub.
Heihachi stronzo di merda! Queste erano le modifiche che ha apportato per adeguarsi alle richieste di mercato?!
“Xiao…” dico mortificato.
“Oh mio dio!” esclama Miharu a voce alta.
“Ma… era questa la tua idea Xiaoyu?!” chiede Lili sconcertata.
“Ovviamente no, mostra un po’ di tatto!” la bacchetta subito Asuka.
“Quindi presumo tuo nonno si è distanziato un bel po’ dall’idea originaria!” continua Lili rivolta ad Asuka “Altro che esigenze di mercato, che gran porco!”
“Non è mio nonno! Non ha niente a che fare con me!” ci tiene subito a precisare l’altra. 
Giustamente. Beata lei che lo può fare.
“Xiao-san…” mormora anche Alisa.
“Come non è tuo nonno?! Non sei cugina di quello?” Lili fa un cenno della testa verso di me.
“Che significa questo?!” fa Lars sempre più disorientato.
“Sì, ma che c’entra? Siamo cugini, ma dall’altra parte. Io non ho niente a che fare con i Mishima!” spiega Asuka.
“A quanto pare il vecchio ha capito cosa fa veramente girare i soldi.” commenta Hwoarang storcendo il naso “Altro che montagne russe! Che gran pezzo di merda!”
Guardo preoccupato la reazione di Xiaoyu. È a bocca aperta, arrabbiata, pallida come un cencio, senza smettere di fissare quell’orrore. Sento una stretta al petto. Heihachi stronzo pezzo di merda.
“La pagherà.” le dico a voce bassa “Ti assicuro che quel vecchio stronzo di merda presto o tardi pagherà per tutto quel che ha fatto.”
“Sì, ma è comunque un tuo parente acquisito, Asuka!”
Xiaoyu mi restituisce lo sguardo per un attimo, poi torna a guardare quell’orrore.
“Sai, io di solito non sono per la violenza, specialmente contro i nonnetti, ma…” sibila con uno sguardo malvagio che non le ho mai visto prima "... in questo momento lo pesterei con una combo da dieci colpi!"
"Anche io."
Oh e quanto sarebbe bello poterlo fare davvero. Picchiare insieme quel bastardo, fargli sputare sangue e denti.
“Non è un parente acquisito Lili! Abbiamo parenti in comune! È una cosa diversa!”
Hwoarang si affianca a Xiao dall’altra parte. Inspira una lunga boccata di fumo e guarda fisso Hei-Land con l’inconfondibile sguardo di chi sta chiaramente chiaramente macchinando qualcosa.
“Xiao-chan io questo lo considero come un affronto imperdonabile. Chiedo il tuo permesso per poter avviare una sessione di vandalismo!”
Io e Xiaoyu lo guardiamo confusi, poi lei annuisce iniziando ad apprezzare l’idea.
“Hwoarang… fai quel che devi fare!” dice.
“Sul serio?” chiedo.
Lei annuisce con sguardo cattivo.
“Sul serio.”
E chi sono io per criticare la voglia di vendetta contro Heihachi?
“È un parente acquisito, Asuka, che ti piaccia o no!” continua Lili intanto.
Hwoarang sogghigna e non ha bisogno di sentire altro. Getta a terra quel che resta della sigaretta e la schiaccia sotto l’anfibio.
“Vado a prendere l’occorrente!” dice prima di voltarsi e tornare indietro, in direzione della strada.
“Ora capisco perché sei convinta di essere imparentata con i reali d’Inghilterra, non capisci niente di come funzionano i legami familiari, Lili!”
“Xiao-san, possiamo fare qualcosa per aiutarti?” si avvicina Alisa preoccupata, seguita da Miharu che guarda l’amica rattristata.
“Tranquilli, va tutto bene!” dice lei con un sorriso forzatissimo. 
Poi inizia ad indietreggiare.
“Ma credo che me ne starò un attimo qui dietro a… ehm riflettere sulla cosa.” continua tornando indietro “Voglio solo stare un po’ da sola… sapete... per smaltire la rabbia. Per favore, lasciatemi sola per un momento, tutti quanti.”
Sospiro con preoccupazione, Lars nel mentre si ferma a fianco a me.
“Incredibile, come fa quell’uomo ad essere così orribile?! A prendere in giro una ragazzina in quel modo?” commenta con un misto di rabbia e vergogna “Le ha fatto credere che avrebbe costruito un parco dei divertimenti e poi se ne esce con… questo?!”
E Lars, con il 99,99% di possibilità di essere figlio di quel pezzo di merda, che in biologia significa certezza matematica, credo sia veramente l’unico che possa capire il senso di schifo che provo in momenti come questi.
“Lo so.” dico a denti stretti tenendo d’occhio Xiaoyu “E di solito non tiferei mai per Kazuya, ma spero proprio che presto o tardi lo distrugga, qualsiasi cosa stia tramando.”
Xiaoyu sta scalando una specie di ponteggio in disuso a fianco alla fabbrica.
“Oddio, ma dove sta andando?! Può essere pericoloso!” commento, iniziando a camminare verso di lei.
“Eh sì, potrebbe essere arrugginito!” commenta anche Lars seguendomi.
“Xiaoyu, dove vai?!” esclama anche Miharu. 
Fa per unirsi alla compagnia anche lei, ma poi Asuka interviene, mettendo in pausa quella stupida discussione con Lili.
“Miharu, Lars, lasciamo che vada lui.” dice riferendosi a me.
“Sul… sul serio, Asuka?!” chiede Lars sconcertato.
“È bravo con le parole?” chiede Miharu.
“Oh, è pessimo con le parole! Ma… ha delle altre qualità, suppongo.”
“Eh?!”
“Asuka ma…”
“Lasciamo andare lui.”
Lancio un’occhiata di perplessità ad Asuka dopo aver sentito questo strano scambio di battute e lei mi fa una piccola strizzata d’occhio.
Ancora mi chiedo da dove abbia capito, ma per stavolta le sono grato.
Asuka mi sorride e torna a parlare con la bionda. 
“Lili, se fosse come dici tu saremmo tutti parenti nel mondo! Te ne rendi conto?!”
Riprendo a camminare verso il ponteggio.
“Xiao!” dico fermandomi sotto la costruzione di ferro “Vieni giù di lì! Potrebbe non essere stabile!”
“Non mi interessa.” è seduta dando le spalle a Hei-Land e nasconde la faccia contro le ginocchia.
“Dai, scendi e ne parliamo come persone normali, ok?”
“Lasciami in pace.”
“No, non ti lascio in pace!”
“Perché no?! Vuoi che ti dica che avevi ragione?! Che me l’avevi detto?! Beh, avevi ragione!” inizia ad asciugarsi le lacrime “Chiaramente ho sbagliato a fidarmi di quello che per anni ho creduto il mio angelo custode! Sono una stupida!”
Dio quanto vorrei prendere a calci qeul vecchio di merda in questo momento.
“Xiao, non essere ridicola! Non me ne frega niente di avere la ragione.” dico “Non ti lascio in pace perché… guardati intorno! Ora sei tu ad essere seduta su un sudicio ponteggio in disuso! E pure potenzialmente instabile! Sei tu ad avere bisogno del mio aiuto adesso!”
Ebbene sì, per una volta le parti sono invertite. Solleva la testa e mi guarda con occhi arrossati.
“E non sei una stupida!” continuo parlando con sincerità “Hai solo deciso di credere in un sogno. Heihachi è così, è un viscido doppiogiochista senza alcun rispetto per gli altri. Con te si è sempre presentato come il perfetto benefattore e tu hai voluto vedere del bene in lui. Quello stronzo adora fare buona impressione sugli altri, ti ha ingannato, manipolato, ma non puoi fartene una colpa solo perché tendi ad avere fiducia nel genere umano!”
Ascolta con attenzione, poi abbassa gli occhi tristemente.
“No, è colpa mia invece.” ripete “Vivo di troppi sogni e sono troppo ingenua. Mi faccio sempre delle aspettative troppo grandi su tutto e la mia vita è una continua serie di illusioni!” 
“Ti prego smettila con questi discorsi pessimisti e autocommiserativi, sembri me!” commento con orrore.
“Illusioni che poi fanno male.” conclude nascondendo la faccia tra le braccia e le ginocchia “E sai anche a cosa mi riferisco.”
Resto a riflettere su quelle parole per qualche secondo.
“Stai per caso parlando di me?” chiedo poi con quel terribile sospetto.
Solleva un po’ la testa.
“A casa di Anna mi hai chiesto scusa perché ogni tanto cerchi di lasciarmi.” riprende “In realtà inizio a pensare che non sia tu a doverti scusare. Il rapporto con la tua famiglia ti tormenta tantissimo, ormai l’ho capito, e hai detto in tutti i modi che non volevi altre complicazioni… ma io mi sono illusa e ho creduto di poter vivere la favola perfetta con te noncurante del terribile stress e di tutte le preoccupazioni che questa situazione ti mette addosso!”
“Che cosa?!”
Ascolto sbigottito quella marea di assurdità.
“Non essere ridicola, non è mica colpa tua! Ogni tanto cerco di lasciarti perché la mia testa è un casino e non riesco mai decidermi tra cosa ritengo giusto e quel che voglio. Ma tu di certo non mi hai fatto nessun torto!”
“Forse dovrei lasciarti andare e iniziare a vivere nella realtà.” continua tirando su col naso.
Apro la bocca incerto.
“Aspetta… quindi ora sei tu che stai provando a lasciare me?” chiedo serio.
Alza le spalle.
“Non lo so.” dice “Ma vedo come sei terribilmente stressato, in più tutta questa storia della segretezza, il fatto che hai paura che Heihachi possa togliermi la borsa e ti sentiresti in colpa… e insomma, per me andrebbe anche la pena rischiare, ma tu sei uno che quando si stressa sputa sangue e finisce in ospedale! Io non voglio mica ucciderti, dannazione!” scoppia a piangere più forte.
Chiudo gli occhi e sospiro.
“Xiao, smetti di dire queste idiozie e vieni giù da lì!” 
“No.” risponde secca.
“È vero, questa situazione con te all’inizio mi stressava parecchio.” ammetto “Avevo paura che Heihachi potesse toglierti la borsa, l’alloggio e che tu fossi costretta a rinunciare alla tua istruzione. Ed era la ragione per cui volevo tenere tutto segreto, ma…” sospiro “Le cose sono un po’ cambiate ora.”
Mi guarda spaesata per qualche secondo.
“In che senso? Cosa è cambiato?” tira su col naso.
“Nel senso che…” abbasso lo sguardo e lo dico come se fosse la peggiore vergogna del mondo “Da questo pomeriggio avrei i soldi per sostenere la tua istruzione per intero… così come quella di tutte le persone qui presenti messe insieme.”
Apre la bocca sorpresa.
“Che cos…?” mormora.
“Mia madre mi ha riaperto il conto. Ho di nuovo i miei risparmi.” spiego brevemente a voce bassa “E… ha aggiunto anche un piccolo extra. Piccolo si fa per dire ovviamente.”
Tira su di nuovo col naso, guardandomi incerta.
“Ora, io non ho intenzione di usare quei soldi, non li ritengo miei.” riprendo la spiegazione “Voglio cavarmela da solo, andare avanti per conto mio e un giorno restituire tutta la cifra per intero. Però… date le particolari circostanze, penso anche che non ci sia niente di male a tenerli a portata di mano nel caso abbia bisogno di difendermi da un possibile incidente di famiglia, no?”
Aggrotta le sopracciglia, insicura di aver afferrato bene il senso del mio discorso.
“Quindi…?”
“Quindi saranno una sorta di assicurazione.” spiego meglio “Se Heihachi per dispetto ti rifiutasse la borsa, o se ne uscisse con qualche altro scherzo, io potrei teoricamente rimediare al problema.”
Spalanca la bocca sbalordita.
“Aspetta però. C’è un’altra cosa che devi sapere.” aggiungo prima che possa rispondere qualcosa “Non te l’avevo ancora detto perché non volevo rovinarti la serata, anche se poi c’è riuscito qualcun altro…” guardo Hei-Land con disgusto “Comunque… stasera ho scoperto di essere stato accettato all’università di Brisbane in Australia.”
“Sul serio?!” esclama.
Annuisco.
“Sono sorpreso anche io. Pensavo di non aver più nessuna speranza.” dico “Ma Anna mi ha dato la lettera prima di uscire. Ti ricorderai che lei e Chaolan sono molto amici.” 
Lei si asciuga le lacrime con i polsi, si alza e finalmente scende giù dal ponteggio con un salto. Mi guarda con un sorriso pieno di gioia.
“È fantastico!” dice “Congratulazioni!”
Annuisco un po’ disorientato da quella reazione felice.
“Sarebbe l’opzione migliore per cambiare aria e nel mentre non rinunciare agli studi.” ammetto “È che… è così strano.”
Mi guarda confusa, ancora con naso e guance arrossate per il pianto.
“Cosa c’è di strano? Non sei felice?"
Esito nel rispondere, guardo altrove.
“Non lo so.” rispondo “L’ho desiderato talmente tanto e così a lungo, ma poi mi sono rassegnato all’idea che non avrei più avuto la possibilità di farlo e ora… ora non so più come mi faccia sentire. Ultimamente non capisco più niente di come mi sento.”
Xiaoyu mi guarda confusa, poi scuote la testa.
“Jin, probabilmente hai solo bisogno di un po’ di tempo per abituarti all’idea. Perché Jin… questa è una cosa fantastica! È ciò che volevi! Ciò per cui hai lavorato per tantissimo tempo!” mi dice con un piccolo sorriso “E non rischierai di finire a dormire in un garage sporco chissà dove nel mondo.”
“Presumo di sì.” 
“Avevi comunque voglia di fuggire da qui prima o poi, no? E dopo aver visto che effetto ti provoca la vicinanza con la tua famiglia, penso anche io che ti farebbe bene cambiare aria per un po’.” dice seria “Lo penso davvero.” 
Annuisco serio.
“Quindi ora sappiamo quando succederà.” dico poi a bassa voce “L’anno accademico comincia a settembre.”
Xiaoyu forza un sorriso e guarda altrove.
“Già.” risponde con occhi di nuovo lucidi “Ora sappiamo quando è che te ne andrai.”
“Xiao, adesso ascoltami bene.” dico serio appoggiando le mani sulle sue spalle. 
Mi guarda triste e confusa.
“Io sono riuscito a farmi ammettere a quel corso, quando ormai pensavo fosse qualcosa di impossibile. Tu dovrai fare lo stesso.” 
“Eh?”
“Dovrai lavorare anche tu sui tuoi obiettivi e realizzare il tuo sogno. E non hai bisogno di quel vecchio stronzo per riuscirci.” chiudo gli occhi “Sei riuscita ad infilarti nella mia vita, dannazione! Se sei riuscita a fare questo hai la forza e la determinazione per riuscire ad ottenere tutto quello che vuoi!”
Torno ad aprire gli occhi. 
Xiaoyu mi guarda con occhi lucidi e mi si butta addosso senza preavviso in un fortissimo abbraccio che mi fa barcollare.
“Mi mancherai tantissimo.” dice contro la mia spalla, stringendo la stoffa della felpa sulla mia schiena.
Ricambio l’abbraccio. Anche lei mi mancherà. Terribilmente.
“C’è ancora un sacco di tempo da qui a settembre.” la rassicuro “Sono sempre certo che alla fine finalmente ti stancherai di me e sarai felice di vedermi andare.”
“Sei un idiota! Lo sai che è impossibile!” mi bacchetta. 
“Ci sentiremo per telefono, vero?” chiede dopo una piccola pausa “E ci vedremo durante le pause accademiche, vero?”
“Farò del mio meglio. Sempre che tu non proceda a lasciarmi in questo momento.”
Scioglie l’abbraccio e mi guarda stranita.
“Lo stavi per fare poco fa.” le ricordo con un mezzo sorriso “A te la scelta. Puoi lasciarmi adesso, oppure…” 
“Oppure?”
Chiudo gli occhi e prendo finalmente coraggio.
“Oppure posso essere il tuo stupido ragazzo e può saperlo chi vuole.”
Sorride stupita, poi ci voltiamo entrambi in direzione del resto del gruppo davanti a quell’orribile parco del vizio.
“Sei sicuro?” chiede Xiaoyu con un misto di stupore e entusiasmo “Vuoi che lo dica davvero?”
Annuisco.
“Sarà strano dopo tutto questo tempo di segretezza.” osserva.
“Sì, e per i primi minuti sarà insopportabile, avranno tante domande.” 
Mi guarda seria.
“Jin, guarda che io lo dico davvero.”
Annuisco ancora, con decisione.
“Segreti come questi sono uno stress terribile!” mi lamento in un soffio “Dillo a chi vuoi e facciamola finita!”

 

“Hwoarang! Spero tu abbia portato tutto quello che ci serve!” esclama Xiaoyu avanzando minacciosa.
Hwoarang raggiunge il resto del gruppo trasportando uno scatolone di cartone pieno. Anche io e Xiaoyu raggiungiamo gli altri in quel momento.
“Xiao!” esclama Miharu preoccupata “Tutto ok?”
“Xiao-san, tutto bene?” chiede nello stesso momento anche Alisa.
“Oh sì, ma ho una gran voglia di fare la teppista stasera!” dice preparandosi alla guerra.
Lars spalanca la bocca esterrefatto, guarda prima lo scatolone e poi Xiaoyu.
“Vi prego non scherziamo, non vorrete veramente vandalizzare quel muro!” esclama.
“Assolutamente sì.” risponde Xiaoyu come se niente fosse.
“Ma è un reato!”
Hwoarang guarda Lars come se avesse appena sentito l'opinione più impopolare dell'anno poi si volta da me che osservo il contenuto di quella scatola a pochi passi da lui.
“Ma questo è amico tuo questo? È persino più cagacazzo di te con le regole!” si lamenta a bassa voce “Se non fosse biondo penserei che foste imparentati!”
Sorrido. A quanto pare Hwoarang è capace di avere degli inconsci colpi di genio che mi fanno dubitare della sua totale stupidità.
“Xiao-san, sicura che questo sia il modo migliore di vendicarti?” chiede Alisa incerta.
“Assolutamente sì!” ringhia.
“Grande Xiao!” esclama Asuka divertita “Scommetto che la prossima volta che opterò per fargli una ceretta ai baffi non romperai più le scatole, vero?”
“Ci puoi giurare!”
“Hai veramente fatto la ceretta ai baffi di quel vecchietto?” chiede Lili impressionata.
“Oh sì. Ti sorprenderà, ma anche io so essere piuttosto creativa con i dispetti!” risponde Asuka orgogliosa “Vero Jin?”
Lili sembra visibilmente colpita.
“Comunque ovviamente voglio partecipare anche io!” riprende Asuka.
“Non pensarci neanche!” risponde in automatico Lars.
“E anche io!” si unisce alla squadra anche Lili.
“No, ma sul serio!” si rinserisce Lars “E se vi beccassero?! Ci sono delle videocamere di sorveglianza, dio santo!”
“Rilassati biondino, mi hai preso per un dilettante?!” lo bacchetta Hwoarang a tono. 
“Biondino?” mormora Lars sconcertato.
“Ho già individuato un punto cieco dal quale potremmo arrivare a colpire senza problemi… quello!” sogghigna Hwoarang indicando il grande tabellone pubblicitario davanti all'ingresso del parco.
Lars mi guarda disperato in cerca di aiuto.
“Rilassati Lars." gli dico anche io “Hwoarang sarà pure un idiota, ma è un teppista da quando aveva tredici anni e non si è ancora fatto un giorno di prigione.”
Hwoarang distribuisce alle ragazze cappellini e protezioni per la bocca.
“Allora, io capisco che la ragazza sia triste e ci sia rimasta male, ma questo veramente non è la giusta reazione. Non ne vale la pena.” Lars comincia con un’altra paternale.
“Triste?” ripete Xiaoyu poco convinta mentre si sistema il cappellino sulla fronte “No, non sono triste. Certo, appena l’ho visto mi sono sentita triste, ma…”
Mi sorride.
“Le cose sono decisamente migliorate dopo una chiacchierata col mio ragazzo.” conclude prima di infilarsi la maschera di protezione per la bocca.
E manteniamo il contatto visivo per qualche secondo, mentre sto a processare la scena in maniera molto zen. Sento fisicamente tutti gli occhi presenti in quel cantiere che si appoggiano su di me, ma va tutto bene. Lasciamogli pure digerire lo scoop, poi potremo finalmente gustarci questa liberazione.
“Come l’hai appena definito?!” Miharu spalanca la bocca.
Alisa non dice niente, ma guarda Xiao con la stessa aria sorpresa.
“Oh finalmente lo dici a voce alta! Era ora!” esclama Asuka “Io l’avevo capito da un sacco!”
Sì, a quanto pare anche Asuka è meno idiota di come pensavo.
“Perché sembrano tutti così sorpresi?” le chiede Lili confusa.
“Oh beh Lili, tu non conosci Jin!”
“Andiamo, Hwoarang!” dice Xiaoyu trascinandolo per la manica “Siamo pronti?”
Lui fa un passo indietro, mi rivolge un’appena visibile smorfia d’orgoglio. Si sarà convinto di avermi dato chissà quale consiglio di vita con i suoi suggerimenti. Va bene, lasciamoglielo pure credere per questa volta. Rispondo con un appena accennato sorriso. Hwoarang fa un cenno col capo, si copre la bocca e si volta, accompagnando la mia ragazza a delinqueggiare.
“Mi fa piacere che l’idiota si sia finalmente deciso, ma questo ovviamente non cambia le cose tra me e lui, Xiao-chan.” gli sento dire “Io lo devo picchiare comunque, questo lo sai vero?”
“Beh che ti posso dire, è un asociale spigoloso che si comporta come se odiasse tutti e tutto.” Asuka spiega i fondamenti della mia personalità a Lili, mentre si camminano dietro Hwoarang e Xiaoyu.
E devo dire che quella definizione non si discosta poi così tanto dalla realtà. Fino a qualche mese fa, per lo meno, ero un ragazzo solo, arrabbiato e con una famiglia di merda. 
“Un momento…” Lars si riprende in quel momento dal suo shock e mi guarda sconcertato.
Ora mi ritrovo qui, di sabato sera circondato da persone che conosco più o meno bene, dopo aver lasciato le chiavi di casa sul mobiletto davanti all’ingresso, dopo essere stato ammesso ad un prestigioso corso universitario, dopo aver ufficializzato la mia relazione dopo mesi di confusione, ansia e clandestinità e… mi sento incredibilmente libero.
“Ha detto che ha parlato con il suo…”
“Qualcosa non ti è chiaro Lars?” lo interrogo.
Lui continua a guardarmi esterrefatto.
“Ma seriamente? Tu?! Con quella ragazza così delicata e adorabile?!”
Sogghigno.
“Sta andando a vandalizzare un tabellone pubblicitario, Lars.” gli ricordo “E non hai mai visto quanto ci va pesante quando combatte!”
Sono stati dei mesi molto strani e pieni di follia, ma ora sono un ragazzo un po’ meno solo, un po’ meno arrabbiato e… sempre con una famiglia di merda, ok, ma con la quale non vivo più. E forse è finalmente ora di chiudere con i demoni del passato e di provare a vivere il presente e quello che verrà. Perché la vita forse non ha senso, ma già che ci siamo forse vale la pena provare a godersela un po’.
“Questa davvero non me l’aspettavo.” mormora ancora Lars.
Comprensibilissimo. Ma tutti abbiamo dei lati di noi che teniamo nascosti sotto le apparenze.
Quel poveretto ha sempre visto la versione peggiore possibile di me. Ma ora che ho chiuso quella porta alle mie spalle potrei anche decidere di comportarmi un po' meglio con lui e Alisa.
Gli sorrido pensando che se le cose possono cambiare così tanto per un caso disperato come me, allora forse c’è davvero speranza per tutti in questo mondo.






 

NOTE:
Capitolo stralungo, scusatemi! Ho anche pensato di spezzarlo, ma è stato concepito per essere un unico pezzo, con un certo sviluppo di pensiero e ho pensato che troncarlo avrebbe portato a snaturare il discorso. Per il resto, eccoci arrivati al capitolo finale di Jin. Spero vi sia piaciuto, ci si vede presto per l'epilogo!



 

  
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