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Autore: Ino_Nara    09/06/2020    0 recensioni
Ritrovarsi catapultati in un nuovo mondo, perdendo le proprie abitudini, la propria routine, i propri cari. Un mondo strano, magico, in guerra.
Come può una ragazza imparare a conviverci?
Ghirsh se ne trarrà fuori, supererà il turbinio di emozioni che la assalgono? Sarà sopraffatta da queste magiche creature, o si rivelerà essere come loro?
NB: Il lavoro è opera mia, ma per rendere il tutto più logico e realistico, in certi punti seguo lo scorrere delle vicende nel gioco
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erika, Ezarel, Nevra, Valkyon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alle quindici in punto mi presentai davanti alla grande porta, che era stata presa d'assalto da tutti i membri del Q.G.
Finalmente la porta venne aperta, e molti dei binomi uscirono in direzione della foresta.
Mi ritrovai sola nel cortile e le guardie sui bastioni mi guardavano incuriosite; avrei voluto urlare che non era colpa mia, che il mio binomio mi aveva abbandonato, che probabilmente non mi riteneva abbastanza per lui. Mi autoimposi una certa calma e respirai a fondo; mi stavo per dirigere da sola nella foresta quando mi sentii bloccata nei movimenti.
Ezarel aveva afferrato il mio martello.
“Non poteva capitarmi binomio peggiore, dannazione!”
“E smettila, so che mi adori piccoletta.” 
“Nei tuoi sogni Ezarel, e molla il mio martello!”
Lo lasciò andare all'improvviso, mentre ancora cercavo di portarmi avanti, facendomi cadere in avanti a terra.
“Ezarel, me la paghi!”
Senza una parola di più me ne andai verso la foresta e mi incamminai verso il cuore di essa. Ezarel mi camminava dietro, in silenzio, prendendo appunti sul suo taccuino.
“Quindi non mi parli?”
“Se non hai nulla di interessante da dirmi, no, non ti parlo.”
“Per niente?”
“Aiutami solo a cercare Cryllis, ho bisogno di parlare con lui.”
“Possibile che tu non sia in grado di trovarlo da solo con tutta l'aura che emana?”
“Non ho questi poteri, lo sai.”
“Per di là.”
Mi prese per un braccio e mi tirò fino a dove un tempo sorgeva l'albero di Yvoni; Cryllis era chinato a terra, stava piantando un nuovo albero.
Lo guardai, e nonostante non riuscissi a fare a meno di pensare che fosse un mostro e che avesse qualcosa che non andava, percepii la sua azione come qualcosa di estremamente nobile.
Mi inchinai di fianco a lui, posando una mano sulla sua enorme zampa.
Vedevo quel gesto come qualcosa di personale.
“Grazie…”
Cryllis si alzò, facendo imporre la sua figura sulla mia.
“Umana, che ci fai qui?”
“Quante volte devo dirti che sono mezza Faery? E poi chiamami Ghirsh dannazione! Sono venuta a chiederti qualcosa. Miiko ha un presentimento, ci ha mandato tutti in esplorazione, tu sai qualcosa?”
“Non a te, Ezarel seguimi.”
La sua voce cavernosa mi riportò ancora una volta alla realtà: nonostante fossi mezza Faery ero vista come una semplice umana, e per questo nessuno si sarebbe mai fidato di me, favoloso!
Ezarel seguì l'orso lontano dalla mia vista, dove non avrei potuto vederli ne tantomeno ascoltare ciò che avevano da dirsi.
Inizialmente mi sedetti a terra, ma più il tempo passava, più mi ripetevo che stavo perdendo tempo. Appoggiandomi al martello mi rialzai, per poi impugnarlo saldamente; presi a fendere l'aria così come Jamon mi aveva insegnato. 
Mi allenai per più di quanto avrei mai creduto, il sole cominciava a calare e di Ezarel ancora nessuna traccia. Cominciai a chiamarlo a gran voce, finché sentii una voce femminile pulsare all'interno della mia testa.
“Non è carino quello che stai facendo, anche noi hamadryadi abbiamo bisogno di riposare, taci!”
Non ne potevo davvero più di sentire queste voci, un giorno sarei scoppiata.
Cominciai a girovagare per la foresta nella direzione in cui Ezarel era andato via seguendo Cryllis. Al diavolo quelle stupide piante, lo avrei chiamato anche tutta la sera.
“EZAREL! EZAREL DANNAZIONE NON È UNO SCHERZO DIVERTENTE! SALTA FUORI! SUBITO!”
La foresta rimase silenziosa mentre la mia testa fu presa d'assalto da mille vocine petulanti che mi ripetevano di stare zitta.
“EZAREL!”
Un ultimo grido e fui colpita in pieno viso da un ramo.
“Dannata pianta, toccami un'altra volta…”
Mi portai una mano al volto, toccandomi dove l'hamadryade mi aveva colpito; di lì a poco avrei cominciato a sanguinare.
“EZAREL, SONO STUFA DEI TUOI GIOCHI, DOBBIAMO RIENTRARE!”
Venni colpita da un forte mal di testa, quelle stupide piante stavano urlando tutte in contemporanea nella mia mente.
“EZAREL, IL COPRIFUOCO!”
Un secondo dopo decine di rami mi furono addosso, fendevano l'aria per poi schioccare contro la mia pelle.
Ripresi controllo del martello e cominciai a muoverlo forte attorno al mio corpo, liberandomi da quel fastidioso legno che mi stava riempiendo di segni. Mi rialzai e corsi via, maledicendo Ezarel; raggiunse una radura isolata, senza piante e mi fermati a riprendere fiato, acasciata sulle ginocchia.
*Crick* 
Uno scricchiolio e di seguito un altro.
“Ezarel, sei tu?”
Nessuno rispose e mordendomi il labbro mi misi in posizione di difesa, il martello davanti a me.
Il secondo dopo un blackdog usciva dai cespugli e si scagliava contro di me.
Lo respinsi grazie alla lunga asta che sorreggeva la massa del martello, lanciandolo lontano da me; mi alzai velocemente, sbattendo poi l'arma a terra, come mi aveva insegnato Valkyon, per mettere paura alla bestia. Questa al contrario si si alzò e prese la carica per rivenirmi addosso. Corse nella mia direzione e io la aspettai pronta: all'ultimo momento chiusi gli occhi e colpii.
Tutto quello che percepii fu l'opposizione di forza che si infrangeva contro il mio martello e un guaito sofferente, poco dopo un tonfo, a peso morto.
Riaprii gli occhi guardando terrorizzata il blackdog che giaceva morto poco lontano dai miei piedi.
Presi a correre velocemente verso il Quartier Generale, passando tra gli alberi senza ritegno, calpestando tutto quello che era sulla mia strada: mi era stato spiegato che l'apparizione di quella bestia non lasciava presagire nulla di buono. Quando arrivai finalmente su per la collina, abbandonata alle mie spalle la foresta, la grande porta era chiusa.
Spaventata comincia a batterci i pugni contro e ad urlare. Finalmente una guardia si sporse dal torrione.
“Il coprifuoco è passato da un pezzo, cosa ci fate ancora in giro?”
“Io… oh cavolo! Ho bisogno di aiuto, aprite la porta! Devo parlare con Miiko!”
La guardia mi squadrò da capo a piedi, soffermandosi sulle mie ferite, poi scosse la testa.
“Il regolamento è uguale per tutti, il Q.G. è chiuso, attenderai domani.”
“No, no, NO! EZAREL È SCOMPARSO!”
La guardia non si segnò nemmeno di guardarmi e scese di corsa ad aprire il portone.
“Muoviti Ghish.”
“Grazie!”
Sorpassai la porta, per poi lasciare cadere pesantemente il martello, creando un segno sul terreno. Cominciai a correre più forte che potevo e in poco tempo, stremata e ricoperta di sangue, con il fiato corto, entrai nella camera di Miiko, senza nemmeno bussare.
  
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