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Autore: karter    20/06/2020    0 recensioni
[Storia partecipante alla challenge “ Fandom 100’s ” indetta da Ghostmaker sul forum di EFP]
[Questa storia partecipa alla "Infinity prompt challenge" organizzata da HarrietStrimell sul forum di EFP]
[The Avengers!AU]
Dimenticate il mondo degli shinobi che tanto amiamo.
Questa volta i nostri eroi saranno immersi nel mondo degli Avengers.
Ecco a voi...
La Vedova Nera
Dal testo:
"«Devi rientrare»
«Stai scherzando. Sto lavorando»
«Alta priorità»
«Sono nel bel mezzo di un interrogatorio. Questi imbecilli mi stanno dicendo tutto» spiegò osservando i tre uomini davanti a lei.
«Io non sto… Dicendo… Tutto»
Il capo rivolge uno sguardo confuso ai due uomini. Cosa era successo? Fino ad un attimo prima sembrava una ragazzina spaventata…
La donna sollevò un sopracciglio osservandoli con espressione scettica.
«Senti, non posso abbandonare proprio ade...»
«Sakura» la interruppe l'uomo dall'altro capo del telefono con un tono diverso.
O almeno, per lei che lo conosceva da così tanto tempo il tono era diverso, sembrava turbato. Cosa poteva essere mai successo per turbare una persona pacata e sempre ottimista come Asuma Sarutobi?"
Genere: Azione, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Asuma Sarutobi, Sakura Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La Vedova Nera

 


La notte era scesa da ormai diverso tempo. Nessun rumore, ad eccezione dello sferragliare di un treno in movimento sui binari, turbava la quiete di quella serata. A poca distanza dai binari, in quello che aveva tutta l'apparenza di essere un edificio abbandonato si stava svolgendo un interrogatorio, non troppo tradizionale. 

Una giovane donna, capelli rosati, enormi occhi di giada e vestito nero ed elegante con una scollatura profonda, era legata ad una sedia. Davanti a lei tre uomini. Due gregari e il capo. 

Uno dei due diede un violento manrovescio sul volto della donna, facendole girare il volto di lato per la botta. 

«Non volevo che la serata finisse così» disse in un russo perfetto il capo mangiando con lo sguardo la figura della donna davanti a lui. 

«So come volevi che finisse» gli rispose la donna nella stessa lingua «Credimi, meglio così» 

«Per chi lavori?» riprese l'uomo mentre uno dei suoi galoppini inclinava pericolosamente la sedia della donna. 

Dietro di lei vi era il vuoto. Sarebbe bastata una lieve spinta e sarebbe caduta per diversi piani sfracellsndosi al suolo. Una morte orribile. 

«Lermentov, vero? Crede che ci serva lui per spostare il nostro carico?» 

La donna lo osservò con espressione terrorizzata. 

«Pensavo che il generale Solohob fosse a capo delle esportazioni» 

L'uomo parve apprezzare quella risposta data con un filo di voce tanto che il suo galoppino rimise dritta la sedia e si allontanò dalla loro 'gradita' ospite. 

«Solohob. Un esattore, una facciata. Informazioni superate, ti sei tradita» le rivelò tronfio avvicinandosi «La famosa Vedova Nera che alla fine è soltanto un bel faccino» 

L'interrogata lo osservò con espressione innocente sbattendo le ciglia un paio di volte. 

«Davvero, mi trovi carina?»

Quello che aveva l'aria di essere il capo le diede le spalle mentre un ghigno gli dipingeva le labbra. A passo lento si avvicinò ad un baule sul quale erano posizionati diversi attrezzi da lavoro. Il suo gregario, invece, afferrò il volto della donna costringendola ad aprire la bocca. 

«Di a Lermentov che lui non ci serve per spostare i carroarmati. Digli che è fuori. Bè…» iniziò osservando attentamente ogni attrezzo davanti ai suoi occhi prima di essere conquistato dalle tenaglie «Forse dovrei scrivere» continuò in un inglese stentato, ma prima che potesse fare qualsiasi mossa la suoneria di un telefono si diffuse tutt'intorno. 

L'uomo rimasto in disparte fino a quel momento rispose sorpreso prima di sbarrare gli occhi. 

«È per la ragazza» disse in russo porgendo il telefono al suo capo. 

«Stammi bene a sentire…» 

«Sei al 114 di Sinesky Plaza, terzo piano. Abbiamo un F22 a otto miglia esatte. Passami la donna o farò saltare l'isolato prima che tu raggiunga l'ingresso» l'interruppe la voce al telefono. 

Aveva un tono pacato ma deciso. Uno di quelli che non parlava tanto per dar aria alla bocca e il russo se ne accorse. Infatti, con espressione allibita e preoccupata, porse il telefono alla giovane che se lo incastrò tra spalla e orecchio con espressione piuttosto infastidita. 

«Devi rientrare» 

«Stai scherzando. Sto lavorando» 

«Alta priorità» 

«Sono nel bel mezzo di un interrogatorio. Questi imbecilli mi stanno dicendo tutto» spiegò osservando i tre uomini davanti a lei. 

«Io non sto… Dicendo… Tutto» 

Il capo rivolge uno sguardo confuso ai due uomini. Cosa era successo? Fino ad un attimo prima sembrava una ragazzina spaventata… 

La donna sollevò un sopracciglio osservandoli con espressione scettica. 

«Senti, non posso abbandonare proprio ade...»

«Sakura» la interruppe l'uomo dall'altro capo del telefono con un tono diverso. 

O almeno, per lei che lo conosceva da così tanto tempo il tono era diverso, sembrava turbato. Cosa poteva essere mai successo per turbare una persona pacata e sempre ottimista come Asuma Sarutobi? 

«Sabuko no è stato compromesso» 

La rosa rimase qualche secondo in silenzio. Ad osservarla da fuori sarebbe sembrata tranquilla, come se stesse parlando del tempo. Dentro era in tempesta. Com'era potuto accadere? Non era uno sprovveduto, cos'era successo? Si diede mentalmente della stupida, non era quello il momento di pensarci. Doveva uscire da quella situazione e tornare alla base. 

«Resta un attimo in linea» disse osservando il capo che si avvicinò per riprendersi il telefono. 

Da quel momento successe tutto in un attimo. 

Un calcio ben assestato tra le gambe e una testata per concludere il lavoro, così aveva messo al tappeto quello che era il meno pericoloso dei tre uomini che la circondavano. 

I due gregari rimasero qualche secondo a bocca aperta prima di venir travolti dalla sua furia. Sakura, infatti, ancora legata corse verso uno dei due e lo buttò in terra con un calcio, per poi evitare un pugno del terzo e colpirlo con l'aiuto delle sedia cui era legata per le braccia. Si rotolò in terra e nel momento di rialzarsi vide il primo gregario che aveva steso cercare di prendere la pistola. Non glielo permise. Dandogli le spalle si sedette sulla sedia che posava una gamba sul piede dell'uomo che urlò, ma prima che potesse rimettersi in piedi, lo frustò con i capelli mettendosi dritta sulla sedia. Si risollevò e con un calcio ben piazzato mise a terra il secondo galoppino prima di tornare dal precedente mettendolo al tappeto con un calcio tra le gambe. 

 

Nel mentre, Asuma, ancora in linea ascoltava ogni singolo rumore di quello scontro. Non era preoccupato, sapeva già come sarebbe andata a finire. 

 

Sakura usa il primo come trampolino e dopo un mezzo salto mortale atterrò con la sedia sul secondo, rompendola e liberandosi finalmente le mani. Afferrò una delle gambe e si rimise in piedi venendo afferrata da dietro dal primo. La donna non si fece intimorire, con la mano libera torse due dita al suo aggressore strappando gli un urlò, prima di colpirlo al fianco due volte con la gamba della sedia. Non contenta con una mossa assurda gli diede un doppio calcio sul petto, casette in terra ma con l'ausilio delle braccia si diede la spinta necessaria a rimettersi in piedi. Rapido scatto, salto e gambe allacciate intorno al collo del suo avversario, buttandolo gambe all'aria. Compiaciuta si portò una ciocca rosata dietro l'orecchio prima di tornare in direzione del capo che si stava rialzando in quel momento. Prese una catena che penzolavano in quel vuoto con il quale l'avevano minacciata e, nel momento in cui l'uomo le corse incontro, con un abile movimento del braccio, gli legò la catena alla caviglia e lo spinse nel vuoto lasciandolo penzolare come un salame, senza curarsi delle sue urla di terrore. 

Liberatasi di tutti e tre gli uomini riprese il telefono caduto in terra, recuperò i tacchi che le avevano sfilato prima di 'imprigionarla' e si avviò verso l'uscita. 

«Dov'è Sabuko no, adesso?» 

«Non lo sappiamo» 

«Ma è vivo?» 

Asuma puntò lo sguardo sullo schermo che aveva davanti. I tecnici stavano osservando video delle missioni precedenti portate a termine con successo dallo Strike Team Delta, la punta di diamante della loro organizzazione. Uno compromesso e l'altra al telefono con lui. 

«Pensiamo di sì» rispose calando anche se di poco la tempesta che si agitava nel petto della giovane «L'aggiornerò su tutto quando tornerà. Ma prima deve parlare col gigante» 

«Sarutobi, lo sai che Nara non si fida di me neanche quando dormo» gli fece notare la donna e si poteva chiaramente percepire la nota di soddisfatto divertimento nel tono di voce. 

«Oh. A Nara ci penso io. Lei pensi al gigante» 

Sakura sbarrò gli occhi, una nota di preoccupazione le attraversò lo sguardo smeraldino mentre si voltava indietro. 

«Bozhe moi!» 








 

Questa storia partecipa alla "Infinity prompt challenge" organizzata da HarrietStrimell sul forum di EFP
Prompt: The Avengers!AU


Questa storia partecipa alla challenge “Fandom 100’s” indetta da Ghostmaker sul forum di EFP. 
Pacchetto Azione


Buonsalve e benvenuti in questo piccolo esperimento! ^^
Come avrete capito ci troviamo nel mondo degli Avengers e sappiate che i dialoghi, esclusi i nomi, sono ripresi pari passo dal film.
Che dire... ammetto che scegliere il modo in cui inserire far combaciare i personaggi mi ha divertito e che con alcuni non sono ancora del tutto convinta.
Quindi vi chiedo, vi piace la mia idea? Che personaggi avreste usato?

Bene, se siete arrivati fin qui vi faccio i miei complimenti, ve li meritate.
Grazie a tutti e a presto, spero ^^

karter

 
  
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