Fuochi d'artificio
Il calderone sul fuoco stava ribollendo già da qualche minuto, quando Igor entrò nel sotterraneo.
«Signorina, c'è una chiamata per lei.» disse l'uomo, avvicinandosi a lei zoppicante e tutto storto per via della gobba, porgendole un vassoio con sopra il telefono di casa.
«Quante volte ti ho detto che mentre preparo gli incantesimi non voglio essere disturbata?» sbuffò, continuando a rimestare la brodaglia nel calderone e aggiungendoci subito dopo un pugno di polvere bianca che si trovava in un sacchetto lì vicino.
«Ho cercato di dire che eravate impegnata, ma il ragazzo insiste...» commentò il domestico con voce roca.
«Ragazzo?» domandò allora lei, interessandosi un po' di più alla questione, l'uomo rispose con un cenno di testa e lei decise di prendere il cordless e portarselo all'orecchio «Sì...»
«Hai il punto migliore di tutta Tokyo per vedere i fuochi d'artificio d'estate e te ne stai rinchiusa in quel sotterraneo a fare incantesimi.» disse una voce dall'altra parte della cornetta.
«Come facevi a sapere che...»
«Hai tre minuti per venire sul tetto e goderti i fuochi assieme a me!» fu quasi un ordine, tanto che la fece stizzire.
«E perché dovrei accettare? Nemmeno mi piacciono i fuochi d'artificio.» mentì.
«Perché sicuramente l'incantesimo che stai facendo è uno dei tuoi soliti tentativi per conquistarmi, quindi lo reputo alquanto inutile se io sono qui sul tetto ad aspettarti.»
Non seppe mai con esattezza come accadde, ma dopo un'altro paio di minuti di battibecchi si ritrovò sul serio sul tetto del suo palazzo, vicino a lui, a vedere quel meraviglioso spettacolo pirotecnico. Si sentiva come se fosse stata lei quella sotto incantesimo, un incantesimo che aveva il nome di Kaito Kid.