26
Era
da alcuni istanti che si era persa a guardarle, lì in riva al mare, mentre la
loro paperotta, così la chiamavano, da quando avevano visto che fare il
bagnetto era la cosa che più la rilassava, stava mettendo i piedini nell’acqua.
Sorrise al modo in cui sua figlia, arricciava il nasino, le guance piene e le
codine immancabili, a raccogliere i capelli castani. I suoi occhietti tondi e
gioiosi, proprio come quelli della mamma, ma di un cervone intenso, erano
convinte avesse subìto la fusione dei loro occhi, in modo perfetto. E il
sorriso? Decisamente quello solare di sua moglie Lana, dio se le assomigliava,
le amava, come mai si sarebbe aspettata di fare in vita sua. Quanto era passato
da quando la latina si era imposta di salvarla e adesso avevano Sofia, una vera
forza della natura, una gioia e scoperta continua.
“Paperotta,
l’anguria di mom è buona sì?” – chiese la mora tenendola seduta sulle sue
ginocchia, mentre la piccola si porgeva verso l’altra sua mamma, mettendo la
mano paffutella nel contenitore che Jen aveva tra le mani – “Sembra anche che
la mamma sia su un altro pianeta” – rise all’espressione sognante della rossa.
La piccola nel frattempo si era portata il tocchetto di anguria alle labbra
sottili mangiucchiandola.
“Ehi
stai rubando?” – rise Jen solleticando il pancino di Sofia.
“Mom,
solletico” – sorrise guardandola con quel sorriso appena sdentato, aveva un
anno e mezzo ormai.
“Ti
piace l’acqua sì?” – le diede un bacione sulla guancia e poi un bacio a sua
moglie.
“Ciao”
– rise guardandola – “Stai bene?” – la guardò accarezzandole il viso.
“Sono
solo un po’ stanca, ma volevo ad ogni costo raggiungervi” – sorrise poggiando
la fronte alla sua – “Mi siete mancate”
“Anche
tu, la piccola non dorme se non ti vede” – ammise.
“Lo
so gli ultimi giorni sono stati assurdi. Dovevamo finire” – si scusò con uno
sguardo.
“Ci
riusciamo amore sta tranquilla” – sorrise, anche Lana aveva una mini-fiction da
girare, un suo vecchio amico le aveva proposto un ruolo e lei lo aveva
accettato, era una storia molto bella. Jen era subito corsa ai ripari, dicendo che
non sarebbe stata gelosa delle scene che sua moglie avrebbe dovuto filmare, ma
si era imposta di non far vedere mai a Sofia, film in cui le mamme erano in déshabillé.
“Tu
hai l’intervista vero?” – chiese dolcemente alla latina, mentre la paperotta
gironzolava intorno alle sdraio – “Sofia, vieni la mamma ti rimette la cremina”
– sorrise alla faccina entusiasta della piccola, che le si avvicinò – “Che
c’è?” – chiese perché la mora sembrava essersi incantata.
“Non
pensavo che ti saresti ricordata” – ammise.
“Si
parla di mia moglie, e sono entusiasta che tu riprenda a lavorare amore, questo
ruolo, quel tuo amico, sembra te lo abbia scritto addosso” – sorrise – “Per
quanto potrei sclerare male, sai per” – la guardò arrossendo, avevano letto
assieme il copione – “Voglio che tu sappia che tifo per te, come ho sempre
fatto chiaro?” – le rubò un bacio.
“A
me bacino” – si mise in mezzo la piccola. Ed entrambe le sue mamme la
riempirono di bacini, e rubandosene ancora uno.
“Stasera
sei mia però signora Parrilla” – le sussurrò
all’orecchio – “Sarà pure che non
sono gelosa, ma non può averti prima di me” – rise e
Lana la schiaffeggiò su un
braccio.
Quella
sera dopo aver messo a nanna, Sofia, che per loro fortuna aveva preso sonno
dopo la favoletta, si ritrovarono sul balcone, per prendere un po’ d’aria
fresca e bere un po’ per rilassarsi.
“Dorme
come un angioletto” – sorrise Jen sistemandosi sul dondolo accanto a sua moglie
mettendole una mano sulla coscia.
“Meno
male, ho davvero bisogno di rilassarmi con te” – poggiò la testa sulla sua
spalla.
“Eccomi
qui amore” – sorrise baciandola tra i capelli – “Modifiche al copione?” – ridacchiò.
“Gelosa”
– rise a sua volta.
“Non
mi sono mai lamentata” – ammise.
“Sei
gelosa comunque”
“Tenesse
bene le mani in vista, o vengo a fare l’appostamento sul set” – voleva
risultare seria, ma non ci riuscì. Lana allungò le mani verso il suo viso e iniziò
a baciarla.
“Solo
tu mi puoi toccare amore” – riprese il bacio ad occhi aperti, godendosi le
espressioni della rossa – Tipo anche adesso! -si portò una mano sul proprio
seno.
“Vogliosa?”
– sorrise sulle sue labbra.
“Cosa
dici tu amore?” – le catturò il labbro tra i denti – “Mi sei mancata in tutti i
sensi” – ammise.
“Risolvo
subito, vieni qui” – se la portò cavalcioni e le accarezzò il sedere – “Quanto
lo adoro” – sorrise tenendolo tra i palmi.
“Si
l’avevo notato, fai altro invece di parlare?” – disse facendole scorrere un
dito sotto il mento.
“Mi
prendo quello che è mio” – passò le labbra sul tessuto della sua vestaglia indecente
in seta, catturò un capezzolo e la moglie inarcò la schiena, portando le mani
sulla sua nuca. Indistintamente sentì una mano passare tra i suoi glutei e
infrangersi sul davanti, toccandola lentamente, unendosi al movimento della sua
mano nell’intimità della donna sotto di lei.
“Ti
amo” – esclamarono all’unisono, venendo una tra le dita dell’altra – “Da
impazzire”
Il
giorno dell’intervista
“Mama”
– pronunciò la piccola Sofia, guardando in direzione della televisione dove
Lana stava facendo il suo ingresso nella trasmissione di Ellen.
“Si
paperotta, è la mamma” – sorrise sedendosi con lei sul grande tappetone di gomma.
“Bea”
– sorrise con quel suo modo adorabile di sollevare le guance piene.
“Si
è bellissima” – riusciva ancora a toglierle il respiro, e non n’era neanche
nella camera con loro. Rimasero a guardare la donna attraverso lo schermo, e
Jen scattò una foto che inviò.
“Lana
parlaci della trama della nuova fiction” – disse incuriosita la presentatrice.
“Abbiamo
iniziato a registrare da qualche settimana, parla di una storia d’amore, che
inizia in un locale, tra un detective e una giornalista, che sarei io” –
sorrise – “Non posso dire molto, ma sono molto felice”
“Qualcun
altro ti rende felice al momento giusto?” – disse mandando sullo schermo una foto.
Lana si voltò verso il grande schermo e le vide, era una foto recente,
riconosceva il vestitino fiorato di Sofia.
“Non
voglio piangere” – disse guardando la presentatrice.
“La
gioia porta alle lacrime no?” – ridacchiò e strappò un sorriso anche alla donna.
“Sono
la cosa più bella che potesse capitarmi, tutte e due” – sorrise guardando
ancora la foto, Jen aveva uno di quei sorrisi che rivolgeva solo a lei – “Le
amo così tanto”
“E
loro amano te” – sorrise leggendo la didascalia – “Io e Sofia, guardiamo la sua
mama in tv, sei bea! Ci manchi amore” - scriveva la rossa.
“Okay
adesso mi serve un fazzolettino” – disse asciugandosi con le dita gli angoli
degli occhi. E fu esaudita, con un tecnico che le porse una scatoletta.
“Tu
sei mama e Jen?” – chiese.
“Mom”
– sorrise – “Stiamo cercando di insegnarle entrambe le lingue, anche se per
adesso ha la mania della danza” – sorrise guardando le altre foto che la bionda
le stava mostrando – “Qui è appena nata, muoveva i piedini a ritmo di non so
cosa” – guardò la loro piccola in quel video.
“Come
gestite il tutto?” – chiese dolcemente.
“Lo
gestiamo bene, i registi per cui lavoriamo sia io sia Jennifer, sono molto
affabili nei nostri confronti, e siamo tranquille” – spiegò.
“Pensate
ad un altro?” – chiese di botto e Lana boccheggiò, non ne avevano mai parlato, non
sapeva cosa rispondere.
“Non
è capitato” – sperò che Jen non travisasse le sue parole, dietro la telecamera –
“Di parlarne”
“Cosa
ti senti di dire a Sofia per il futuro?” – sorrise e Lana si rivolse alla
telecamera.
“Amore
della mama, si sempre te stessa, e non farti arrestare da niente e da nessuno” –
sorrise – “Un giorno capirai”
“Chi
canta per lei o le racconta storie?” – chiese.
“Io
canto per lei e con lei” – ridacchiò – “Jen si inventa storie per lei ogni
giorno” – ammise – “Dorme solo con la sua storiella, e se Jen non c’è mi fa
passare la notte in bianco” – scoppiò a ridere.
“Da
chi ha preso?” – chiese ancora.
“Non
saprei, è l’esatta unione di noi due, incredibilmente” – sorrise emozionata – “Nonostante
il colore dei suoi occhi, io rivedo Jennifer in ogni dettaglio”
“Il
sorriso è il tuo però” – ammise Ellen.
“Sì,
quello sì, e si preannuncia anche una bella risata” – rise – “Jennifer mi
prende in giro”.
“Cosa
fate per il vostro anniversario?” – la guardò.
“Beh
staremo insieme, perché ultimamente lo siamo poco, ma nulla è cambiato, ci
amiamo più di prima” – ammise e si morse un labbro.
“Signore e signori, Lana Parrilla” – disse chiudendo l’intervista e abbracciandola calorosamente – “Salutami Jen”
Scrivere
questi capitoli fluff mi piace un sacco, anche se Sofia non esiste
davvero, potrei innamorarmi di questa paperotta! Spero che vi piaccia
questo nuovo capitolo! Sono sempre aperta a suggerimenti! Alla prossima
xoxo