07/07/2020
2 recensioniSweet.
“Comunque è stata davvero una fortuna che sia stata aperta quella pasticceria dietro l’angolo” mormora John riferendosi più a Sherlock che a te. La tua attenzione è del tutto focalizzata sulla pavlova che, con la sua combinazione di crema e meringa, ti fa sciogliere le papille gustative. Ti prendi tutto il tempo necessario, incurante dello sguardo distratto ma pungente di Sherlock che resta impassibile.
Ha avuto bisogno di tantissimo tempo, gomitate e diverse notti insonni da parte di John per riuscire a limitare almeno in sua presenza i commenti acidi. Ricordi ancora la prima volta quando si è quasi morso la lingua mentre cercava di restare in silenzio ma ora è diventata una serena quotidianità. Straordinaria, per i tuoi nervi. Quindi puoi permetterti di restare qui, seduto tra voi quattro, a concederti di sperimentare questo tuo vizio in piccole dosi.
Affondi di nuovo la forchetta portandotela alle labbra e per un breve momento abbassi le palpebre in completa estasi. Con la massima eleganza che riesci a concederti, ti porti un fazzoletto davanti al viso e lecchi della crema rimasta all’angolo della bocca.
A un certo punto senti Gregory, di fronte a te, sfiorarti la caviglia con un piede.
Senti la punta della scarpa percorrere l’orlo dei pantaloni ma prima che tu riesca a dire qualcosa, la senti infilarsi al di sotto e sfiorarti la pelle.
Sobbalzi, sperando che nessuno stia notando nulla.
Sai esattamente dove sta andando a parare.
Alzi lo sguardo, trovando il suo che ti sta fissando le labbra. Si porta il pollice contro l’angolo della bocca, lo stesso che hai appena leccato, percorrendo tutto il labbro inferiore. Resti fermo, con la forchetta a mezz’aria, sperando che questa benedetta cena di cortesia finisca presto. “Sì, sono dei dolci davvero buonissimi. Venerdì se ho modo di passarci, mi fermerò per provare qualcosa”. Ti accorgi solo che in quel momento John ha inscenato un soliloquio per ben cinque minuti e ti volti verso lui con un sorriso di cortesia spezzato dalla cordialità di Gregory.
“Se trovi gli orari di chiusura, potresti inviarceli? Per la nostra-” tossisci, mentre il massaggio contro la tua caviglia si fa sempre più insistente. “- infinita gioia, con l’apprestarsi di queste ricorrenze, in molti hanno modificato le loro routine. I negozi non sono da meno”.
“Certo che posso! Nei prossimi giorni sicuramente ci ripasserò e vi farò sapere. Gregory, tu sei proprio sicuro che ti piaccia?” Fissa il suo piatto, praticamente intoccato. “Ne hai mangiata pochissima”
“Sì, tranquillo. È solo che ho mangiato anche tanto a pranzo e magari preferirei mangiarla a casa con più calma”. Si raddrizza meglio sulla sedia, inclinando il busto in avanti e incrociando le mani sotto il mento. La camicia delinea perfettamente i muscoli delle sue braccia. Forti, possenti, alle quali ti aggrappi quando fate l’amore. Gregory sogghigna, capendo esattamente che effetto sta avendo su di te. “ È stata solo una settimana molto incasinata, devo utilizzare il tempo libero per rilassarmi al meglio”.
“ Passa a letto quando più tempo possibile-” preghi che sia così “-e cerca di non sforzarti troppo, mi raccomando. Sherlock che dici se vieni di là a darmi una mano?”
Sherlock fissa John in una muta richiesta e dopo qualche secondo si alza per seguirlo in cucina.
Appena la porta alle tue spalle si richiude, Gregory si alza con un’intramontabile flemma e la sua voce è così bassa che sembra ringhiare.
Non riesci nemmeno a muovere un muscolo. Neanche se volessi, potresti resistergli.
Quindi a che serve fingere?
“Lo sai che cosa significa restare lì e osservarti tutto il tempo con gli occhi chiusi, le guance arrossate mentre sotto il tavolo apri le gambe per me sperando che i miei piedi arrivino molto più in alto?”. Sobbalzi mentre si siede sulle tue cosce e si struscia letteralmente contro di te. “Oh My, se tu pensi di essere l’unico stasera a sprofondare nei sensi, ti sbagli di grosso. Lo sai cosa ti farò appena torneremo a casa?”
Ti apre un bottone della camicia mentre resti lì, immobile, con la voce così stretta nella gola che puoi semplicemente negare con la testa. Lo sa quanto sei vocale, ti potrebbe sentire addirittura Mrs. Hudson al piano di sotto con la musica alla radio.
Si avvicina pericolosamente alle tue labbra ma appena senti il suo respiro scaldarti, ti tendi verso di lui e si allontana. “Ti spoglierò strato dopo strato, pezzo dopo pezzo finché non sarai completamente nudo di fronte a me. Ti voglio con la schiena contro il letto, le braccia sopra la testa”. Mentre te lo dice, ti alza davvero le mani sopra la testa mimando quello che accadrà tra poche ore.
Ispiri più forte, cercando di tenderti col torace nuovamente verso di lui. “Gregory, per favore…”
Non può negartelo.
Le sue mani ti stringono il viso mentre ti bacia.
Occhi, braccia, lingua. È così bello e intenso che deve essere lui a staccarsi da te con forza.
“E la pavlova sarà tutta sua di te. Non ci sarà nemmeno un centimetro che mi perderò”. Si alza, sistemandoti i capelli e sussurrando al tuo orecchio. “Preparati a non dormire stanotte”.
Un brivido ti percorre tutta la schiena mentre gli baci il collo.
Con le mani percorri la sua schiena, stringendotelo addosso.
Chissà quanto sarà felice quando scoprirà che hai ricomprato le manette.
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