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Autore: Ramalilith    10/07/2020    1 recensioni
Questa è una trasposizione a romanzo del videogioco "The Witcher 3 - Wild Hunt", completa di missioni secondarie, cacce al tesoro e contratti.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciri, Geralt di Rivia, Triss Merigold, Yennefer
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Violenza
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Intorno al vecchio vestito di grigio, la folla radunata taceva. Il silenzio era quasi spettrale, sotto quel cielo basso, gravido di poggia, e rotto solo dalle parole che uscivano dalle labbra del vecchio. Aveva una voce rauca, rasposa, che sembrava farsi strada a fatica dalla sua gola, graffiandogliela; e che feriva le orecchie dei presenti con la sua asprezza, prima ancora che con il contenuto. Eppure, non potevano fare a meno di ascoltarla, come ipnotizzati. Era la voce di un profeta – un profeta di sventura, forse. Un saggio maledetto.

“Vi vedo davanti a me… affamati… spaventati… che stringete al petto i vostri figli. Le legioni dell’Imperatore Emhyr hanno marciato sulle nostre terre, assediando ogni fortezza da qui alle Montagne Blu. La sua fame non si placa”.

Gli astanti lo fissavano, occhi vuoti e sgranati in ottuso terrore. C’erano soldati, invalidi, mercanti, contadini, tutti assiepati l’uno vicino all’altro, stracci contro stracci. Gli occhi del vecchio scintillavano dall’ombra del cappuccio.

“Uomini del Nord, siete sull’orlo di un baratro. I vostri re vi hanno abbandonati, e ora vi rivolgete agli dèi!”  La voce era sempre più gracchiante, e così colma di derisione e disprezzo che i più vicini si ritrassero, intimoriti.

“E ancora voi non vi prostrate, non vi cospargete il capo di cenere! No, voi vi lamentate! ‘Perché gli dèi ci hanno abbandonati?’ Dobbiamo pensare ai nostri fallimenti, alle prove che non abbiamo superato”.

Cominciò a piovere. Nella foga del discorso, il cappuccio del vecchio scivolò leggermente all’indietro, e quando la luce livida di un fulmine squarciò il cielo grigio, si vide che uno dei suoi occhi, attraversato da una cicatrice, era lattiginoso e cieco. Un bambino si strinse più forte al seno della madre, mentre il vecchio scuoteva il suo bastone rappezzato, ornato da mandibole di animali selvatici, e le sue parole implacabili continuavano a risuonare.

“Nel passato il nostro mondo si è scontrato con un altro, durante il cataclisma noto come Congiunzione delle Sfere. Gli dèi hanno permesso a forze ostili di venire qui a minacciarci. Da quel cataclisma ha avuto origine l’abominio che chiamiamo magia… e anziché bandire quel potere, l’abbiamo studiato e praticato per trarne profitto!”.

Nessuno, tra la folla, osò replicare. Tutti stavano pensando, chi al mago del paese che vendeva amuleti e incantesimi per il bel tempo, chi all'affascinante strega a cui avevano chiesto pozioni curative e filtri d’amore, chi alla volta in cui aveva tentato un maleficio ai danni di un rivale.

“…E i mostri che ci minacciano, gli immondi figli della Congiunzione… i troll… i necrofagi… i lupi mannari! Abbiamo levato le spade contro di loro? O abbiamo scaricato questo fardello su altri?” Il disprezzo nella voce del vecchio si accentuò. “I cosiddetti witcher… bambini strappati alle loro madri e sottoposti a stregonerie, con i corpi mutati da blasfemi rituali, spediti a caccia di mostri nonostante non abbiano alcuna cognizione del bene e del male. In loro ogni traccia di umanità si è estinta!”.

Questa volta il silenzio che accolse la predica del vecchio era dettato soprattutto dall'ignoranza. Ben pochi, fra quei contadini, mercanti, poveruomini, avevano mai visto un witcher (o uno strigo, come li chiamavano alcune leggende più antiche) nella vita reale. Alcuni fissarono il vecchio con curiosità, pensando che non parlasse sul serio, ma il profeta reagì con un ringhio di sfida.

“Sì, negli anni il loro numero si è ridotto, ma qualcuno si aggira ancora per il mondo, uccidendo mostri per denaro. La loro stessa esistenza è una vergogna!”. Batté il decrepito bastone a terra, facendo trasalire gli ascoltatori più vicini. La pioggia cadeva fitta ormai, e il suo rumore soffocava il monologo del vecchio. Il quale, però, non aveva alcuna intenzione di andarsene prima di aver finito la sua lugubre predica.

“Il Nord sanguina, flagellato dalle guerre. Le battaglie sono le fruste degli dèi, che ci puniscono per i nostri peccati! E non dimentichiamo il terrore che proviene da altri mondi: la Caccia Selvaggia che cavalca nel cielo quando c’è la luna piena!”

Alcuni presenti – gli stessi che non credevano nell'esistenza dei witcher – scossero il capo con compassione: il vecchio straparlava. Ma altri, colmi di timore superstizioso, pendevano ancora dalle sue labbra.

“I cavalieri oscuri rapiscono i nostri figli, e alcuni dicono che stiano annunciando una nuova Congiunzione!”

Senza preavviso, il vecchio si gettò a terra sulle ginocchia, affondando le mani nel fango, come in preda alla disperazione. La sua voce, più stridente che mai, si alzò in una grottesca implorazione.

“Possiamo ritrovare la via della luce? Avremo la forza di cacciare i maghi dai nostri regni? Ci uniremo nel calore del Fuoco Eterno?”

Un po’ discosto dal centro della folla, un cavaliere ascoltava con attenzione, gli occhi socchiusi, avvolto in un mantello logoro per mimetizzarsi fra i contadini. Sul suo petto brillava un medaglione a forma di testa di lupo.

“È il tempo della spada e dell’ascia!”

Il cavaliere strinse le labbra. La sua mano afferrò l’elsa di una delle due spade che portava.

“Nessuno combatterà al nostro posto! Questo è il tempo della follia e del disprezzo!”

Gli occhi del cavaliere si spalancarono. Erano gialli, e la pupilla in mezzo all’iride era sottile e verticale come quella di un serpente.

   
 
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