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Autore: Master Chopper    10/07/2020    1 recensioni
[Shūmatsu no Valkyrie]
[Shūmatsu no Valkyrie]Per decidere le sorti dell'umanità, gli dèi di ogni pantheon si riuniscono e, disgraziatamente, la loro decisione è unanime: distruggere il genere umano. Una voce però si leva in opposizione, ed è quella di un dio misterioso di cui nessuno sa niente, ma che sfida dieci dèi ad affrontare dieci umani prima di poter accettare quel destino crudele.
Dieci esseri umani provenienti da qualsiasi epoca affronteranno dieci dèi provenienti da qualsiasi cultura: questo è il Ragnarok.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 27: Unchained

“Il mio unico rimpianto è che il mio piano abbia fallito”

Questa era stata la frase che più aveva colpito Re James I, quando interrogò il cospiratore trovato nei sotterranei del Parlamento.

Aveva confessato tutto, come se sapesse che ormai non ci fosse più nulla da perdere, e che i suoi compagni fossero stati già tutti uccisi o arrestati. Addirittura, al momento della sua esecuzione, preferì lanciarsi giù dalla gogna col cappio al collo pur di chiudere in fretta la sua vita.

Tuttavia…!

 

“F-Fenrir…” La voce degli annunciatori focalizzò l’attenzione su di un dettaglio dell’avanguardia degli dèi, che in pochi avevano notato. In effetti si trattava di un piccolo particolare, appena percettibile in tutto il polverone sollevatosi dopo l’ultimo attacco, ciò nonostante bastò per ammutolire sul posto chiunque se ne accorse.

Erano frammenti che, come neve, si sgretolavano e cadevano al suolo da una barriera di catene che Fenrir aveva eretto a sua difesa, sopra la sua testa.

“Cosa è stato ad attaccare Fenrir?!” Sobbalzò Jormungandr, enunciando la domanda che tutti si stavano ponendo.

Solo Fenrir apparentemente sembrava conoscere la risposta, e per tanto il suo volto si era incupito. Aveva fissato il suo sguardo sul responsabile di tutto ciò, trovandolo al di sotto dell’enorme macigno al quale era stato incatenato, e che ora lo schiacciava a terra.

Lì sporgeva appena il volto di Guy Fawkes, ed era nient’altro che la sua maschera: un sorriso spettrale, attraversato da crepe e rivoli di sangue.

“Oh, ce l’hai con me?” Tra vari sussulti per il dolore, l’uomo scoppiò a ridere, noncurante di tutta l’ira che il Lupo del Ragnarok gli stava rivolgendo contro. Dopodiché sollevò un braccio, l’unico che potesse, mostrando così una handgun.

“Sei troppo… lento.”

Guy Fawkes aveva percepito in anticipo il precedente colpo dell’avversario, così, pur non potendo reagire, aveva preparato un’arma. Gli era bastato il semplice momento in cui Fenrir l’aveva sollevato in cielo, e pur incatenato, aveva avuto modo di sparargli da un’angolazione che era passata inosservata a tutti.

“Ma devo farti i complimenti. Se non avessi bloccato quel colpo, ora saresti morto.” Noncurante della propria salute, parlava della vita del suo nemico con tono beffardo, schernendolo.

Fenrir sapeva che si trattasse solo di provocazioni.

“Che c’è? Mi ignori? Mah… poco male!” Tuttavia, il suo nemico iniziò a fare qualcosa che stavolta non si sarebbe mai aspettato. Di colpo parve rimpicciolirsi, o meglio, restringersi.

“Guy Fawkes sta…” Urlarono St.Peter e Adramelech “…sta sparendo sotto il macigno!”

Tutti assistettero infatti alla sparizione del britannico, rintanatosi il più possibile sotto i detriti che lo avevano schiacciato.

 

Si attese un secondo. Poi due secondi.

Al terzo secondo un raggio di luce squarciò la lastra di pietra, dapprima dividendola in due, per poi frantumarla e sparpagliare i suoi frammenti nell’aria con una poderosa esplosione.

Boudicca e Charlotte Corday rimasero a bocca aperta per lo stupore, ma il più esterrefatto fu Masutatsu Oyama, mentre le fiamme divampanti e la luce terrificante si riflettevano a pieno nei suoi occhi.

Dopodiché, non ci fu modo per nessuna creatura di seguire il corso degli eventi.

Ciò che serve dire è che, da quel poderoso scoppio, un lampo nero era stato eiettato ad alta velocità in direzione di Fenrir. Si trattava di Guy Fawkes, ma la sua forma aveva perso qualsiasi tratto umano, deformata dall’aerodinamicità per diventare soltanto una forma allungata: una lancia.

“Spear of Gungnir!”

E quella lancia, più veloce di qualsiasi proiettile fosse mai stato sparato da un essere umano, talmente tanto rapida da trasformare persino un corpo umano in un’arma, venne fermata da una singola mano divina.

Fenrir infatti aveva sollevato il suo braccio, artigliando la maschera di Guy Fawkes ed arrestando la sua carica. Lo bloccò all’istante, contrastando l’inerzia al punto da far sembrare che l’uomo non si fosse mai mosso.

L’inglese sentì la porcellana infrangersi sotto gli artigli di Fenrir, ormai appartenenti ad una zampa bestiale, ma a nulla servì contorcersi.

“Quella è…” Sussultò Odino, per poi guardare anche Loki e Thor, ricevendo conferma dai loro occhi.

“Quella è la vera forza di mio fratello… la stessa che gli è stata sigillata per tutto questo tempo.” Sibilò Jormungandr, sentendosi di colpo alla stregua di un serpentello. Lui, che era una bestia così forte da esser quasi stata scelta per il Torneo del Ragnarok.

Persino Hati e Skǫll iniziarono a tremare di fronte al loro stesso padre, come se non l’avessero mai visto prima di allora.

Ed in effetti del precedente Fenrir era rimasto ben poco. I suoi capelli argentei, ora fusi con il volto per formare del pelo che gli incorniciava due occhi da bestia, erano rizzi come spine. Inoltre i suoi muscoli ormai non potevano più venir contenuti da dei semplici vestiti, e per tanto, dopo aver squarciato il tessuto, si mostravano gonfi e calcati da fiumi di vene, assieme a numerose cicatrici che percorrevano il suo corpo per intero.

“È la sua forma senza più vincoli… Senza Catene.” Persino suo padre Loki era stupefatto, tuttavia palesava il suo stupore con un sorriso inebetito e due occhi colmi di lacrime commosse.

“Tu… sapevi che il Ragnarok l’avrebbe portato a questo livello di potenza?” Domandò Odino, fremendo per la rabbia, al punto da far mettere in guardia persino Thor. Ma il buffone non lo degnò nemmeno di uno sguardo, e continuando a guardare orgogliosamente il proprio figlio, semplicemente sibilò:

“No, non è stato un mio piano. Lo ammetto, mi sarebbe piaciuto… ma qui si tratta del lavoro di qualcun altro.”

 

Mentre il pantheon nordico era stato lanciato nel caos da quest’ultima dichiarazione, uno dei due combattenti aveva ripreso a muoversi.

Era stato Fenrir, o più precisamente, le sue catene. Stavolta si sollevarono tutte dal suo collo, lasciandolo scoperto: si unirono, mescolandosi e prendendo la forma di una gigantesca spada con la lama sollevata verso il cielo.

“…Angrboða…”

Tutti trattennero il respiro.

“Sai… per me sarebbe la cosa migliore arrendermi, adesso.”  

Ed in quel momento di quiete prima della tempesta, Guy Fawkes ruppe il silenzio. La sua voce era appena un sussurro, capace di farsi ascoltare solo e soltanto da Fenrir.

“Arrendendomi avrei salva la vita, e nulla mi tratterrebbe dal far saltare tutti voi dèi in aria con la mia Arma, mentre siete impegnati con il prossimo scontro. ”

Le crepe sulla sua maschera continuavano ad espandersi, facendo scricchiolare e soffrire la porcellana.

“Ma non è questo ciò che vorrei davvero!” Ed in quell’istante il pezzo inferiore si staccò, mostrando un sorriso spavaldo. “Questo perché, arrendendomi con le parole ma non con i fatti, non sarei per nulla coerente! Al contrario, io credo fermamente che un uomo deve fare ciò che dice: prendere un’iniziativa significa giurare di compiere un’azione a costo della nostra vita!”

Il Lupo del Ragnarok aveva gli occhi sbarrati, impossibilitato dall’agire.

“Ed io ho giurato di vincere questa battaglia costi quel che costi! Non posso proprio tirarmi indietro solo perché sei molto più forte e spaventoso di me!”

Quell’uomo sull’orlo della sconfitta, patetico ed in fin di vita, riusciva in qualche modo ad emettere un’aura di onore e coraggio in grado di oscurare del tutto la minaccia della divinità.

E proprio quell’aura aveva raggiunto gli spalti dell’umanità, riempiendo i cuori e gli occhi degli uomini di lacrime, senza nemmeno che loro sapessero il perché.

“È questo…” In particolar modo, il drammaturgo William Shakespeare aveva smesso di tremare come di rabbia, rivelando le sue vere emozioni in un pianto commosso.

“È questo che significa davvero combattere! Per tutta la mia vita non ho fatto altro che ripulire la mia immagine ingraziandomi nobili e potenti… mentre lui, un uomo come me… anziché piegarsi ha combattuto fino alla fine!”

Le sue parole bastarono ad ispirare tutti coloro che avesse attorno, dando vita ad un boato di incoraggiamento che incitava Guy Fawkes a mantener fede alla sua promessa. Nessuno più lo vedeva come uno sconfitto, bensì come qualcuno che, come Masutatsu Oyama, Vlad e Dante, avevano ribaltato la situazione anche nella loro ora più buia.

Ciò nonostante, una figura continuava ad osservare perplessa quello scenario: si trattava del maestro delle spie, Robert Cecil.

 

La storia narra che, quando Guy Fawkes venne arrestato, resistette agli interrogatori e alle torture in tutti i modi, lasciando come unica testimonianza al re James I una singola frase:

“Il mio unico rimpianto è che il mio piano abbia fallito!”

E dopo una strenua resistenza, avrebbe ceduto, rivelando i nomi degli altri cospiratori rimasti in vita.

Tuttavia… niente di tutto ciò era vero!

E proprio il maestro delle spie lo sapeva meglio di tutti. Dopotutto, era stato lui a ricevere un’ombra nella notte che lo aveva avvisato in anticipo della Congiura delle Polveri.

Ma non si trattava di una sua spia.

“Ti staresti costituendo, forse?” Chiese il lord alla figura ammantata, prima che essa si svelasse il capo.

Era proprio Guy Fawkes, con lo stesso volto che poi avrebbero raffigurato nella maschere.

“Per niente. Il piano verrà seguito da me in persona, come è stato programmato.”

Cecil non fece mistero dei suoi pensieri: “Sei forse pazzo? Un uomo con un piano del genere, portandolo a termine potrebbe rivoltare l’Inghilterra ed ottenere esattamente ciò che vuole. Fermeresti la piaga che affligge la tua gente, diverresti un eroe! Cosa ti impedisce di…?”

“Io non voglio fermare proprio nulla.” Gli aveva risposto quell’uomo, prima di sparire nel buio.

“Per questo mi arrenderò. Però, so in cuor mio che questo fallimento porterà a qualcosa di grandioso… ed un giorno, qualcun altro vincerà questa guerra per me. Come nel gioco d’azzardo, non c’è nulla di disonorevole nel ritirarsi, se ritieni che comunque il tuo avversario non l’avrà vinta.”

 

E nell’arena, anche Fenrir era stato forse impressionato da quella determinazione?

Affatto.

“Te ne sei accorto, eh?” Il sorriso di Guy divenne d’improvviso un ghigno affilato, beffardo, e per nulla onorevole.

Il Lupo iniziò a mormorare, dando voce ai suoi pensieri: “Hai appena detto che… potresti far saltare in aria gli dèi con la tua Arma. Non ti riferivi a quelle cose con cui mi hai ferito.”

-Cosa potrebbe essere?- Se davvero la morte non avrebbe fermato il piano di Guy, allora ucciderlo sarebbe stato inutile. La mente di Fenrir iniziò a processare informazioni ad una velocità superiore a quella di un cervello umano, in modo da individuare il pericolo che stavano correndo tutte le divinità.

Nonostante fosse lui a stringere la gola del suo nemico, sentiva la falce della Morte premere sul suo collo.

-Non posso sbagliarmi! Non posso fallire!-

Gli unici attacchi che Guy aveva mostrato erano stati tramite degli attrezzi misteriosi, i quali gli donavano capacità quasi pari a quelle di un’Arma, ad esempio la possibilità di rompere le sue catene e ferirlo.

L’unico particolare diverso da tutti era l’attacco appena scagliato: Spear of Gungnir.

-È stata una propulsione, causata da un’esplosione che ha infranto il mio Gjöll. Ma… perché non l’ha usata prima per liberarsi?! Ha preferito spararmi, seppur sapendo che avrei parato il suo proiettile. Che abbia aspettato… il giusto momento?-

“Tempo scaduto!”

E quando Guy accese il fiammifero che nessuno gli aveva visto estrarre, proprio in quel momento, nella mente del Lupo tutto si fece chiaro.

 

Ricordò di quando aveva letto il fascicolo sul suo avversario, venendo a conoscenza per la prima volta di cosa fosse la polvere da sparo. Era rimasto sorpreso, in seguito, dallo scoprire quanti modi di infiammare le cose esistessero.

Un oggetto poteva prendere fuoco. Un liquido poteva prendere fuoco. Ed anche l’aria, se saturata da particelle di un materiale infiammabile, poteva esplodere.

Quando poco prima Guy aveva fatto esplodere Gjöll, aveva scelto di rintanarsi al di sotto del masso: lì sotto l’aria infiammabile era così poca da non destare alcun sospetto, così gli era bastato accendere un fiammifero senza che nessuno lo potesse notare.

-Ma allora quando l’aria è stata saturata?- Si era chiesto Fenrir, mentre anche tutto il mondo al di fuori dei suoi pensieri si faceva luminoso, e soprattutto incandescente.

La risposta gli era giunta troppo tardi: quando Guy era entrato sul campo di battaglia, era avvolto da un grande fumo che tuttavia aveva fatto presto a dissolversi nell’aria.

L’Arena del Valhalla era incapsulata da un campo di forza che rendeva impossibile qualsiasi contatto tra l’esterno e l’interno. In questo modo, un possibile gas non avrebbe avuto modo di dissolversi del tutto, ed anzi era rimasto concentrato sul campo di battaglia. Così, ora che Guy aveva finalmente deciso di mostrare tutte le sue carte, gli era bastato accendere un fiammifero per incendiare l’atmosfera circostante. 

 

Tutto divenne brillante. Una simile esplosione non poté venir contenuta neppure dal campo magico che proteggeva gli spalti, ed infatti riuscì a scuotere l’intero colosseo.

Dèi ed umani tremarono, in balia di una potenza mai registrata prima.

St.Peter ed Adramelech vennero scagliati all’indietro, assieme ai loro microfoni, urlando: “Ladies and gentlen, please, tenetevi forteee!”

Quando il boato smise di riecheggiare nelle orecchie di tutti, per qualche secondo non si sentì altro che un fischio lontano. Infine, gli occhi si riabituarono alla luce normale, e chiunque fu impaziente di vedere cosa ne fosse rimasto del campo di battaglia.

Sorprendentemente però, al di sotto dei loro sguardi c’era solo una cupola nera. Il fumo denso lasciava a stento intravedere vampate di fiamme, che guizzavano in un inferno nascosto.

Quando gli annunciatori recuperarono la loro postazione, per poco non ricaddero al suolo dallo spavento:

“La temperatura raggiunta all’interno della cupola è impossibile da sopportare per qualsiasi creatura vivente! Dobbiamo assolutamente intervenire!”

 

Ciò che stava accadendo era senza dubbio l’evento più incredibile che si fosse mai visto dall’inizio del torneo. Eppure, ciò che in realtà non sarebbe mai stato esposto al pubblico, era un affare molto più importante, che andava a toccare le fragili corde delle vite umane e divine.

Sarebbe avvenuto alla fine del settimo scontro:

Gli occhi di Madre Terra osservavano l’arena, ma non palesavano alcuna emozione. Tutto di lei era annegato in un fango denso e scuro, persino ogni sua bontà o paura.

“Hai una bella faccia tosta per rivolgerti così a me…” Solo allora si voltò, infiammando di colpo quegli stessi occhi con un inquietante bagliore.

“E anche tutti voi… ne pagherete le conseguenze!”

Ma il titano a cui aveva parlato, ovvero Prometheus, non batté ciglio neppure di fronte ad un’aura di pericolosità così intensa. Al suo fianco, tutte le divinità radunate si strinsero per farsi forza, e così resistettero: c’era suo fratello Epimetheus, Fobetore, Nyx, Erebo e Zeus, come lui del pantheon greco, assieme al Grande Padre Odino con il suo figlio più forte Thor, ed Ammit accompagnato da Ptah.

Ben dieci divinità, contando una delle dee organizzatrici ed in carica nel Concilio degli Dèi, erano pronte ad affrontare l’ira di Gaia.

Prometheus strinse i pugni: “Sarai tu a pagare, maledetta doppiogiochista!”

“Non osate fare un altro passo!” Due figure balzarono in difesa del titano.

 

 

Angolo Autore:

Welcome back!

Scusate il ritardo, ma non appena questo scontro sarà completato spero di scrivere molti più capitoli di fila! Comunque sia, fatemi sapere cosa ne pensate anche di quell’evento misterioso nel finale.

Alla prossima!

P.S: Se a qualcuno potesse interessare, ho iniziato una storia sul fandom di Danganronpa: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3920792&i=1

   
 
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