Rainy Day
Si presenta una serata normale al 221B di Baker Street. Fuori piove forte e non c'è nessun crimine da risolvere.
John è uscito presto, Sherlock e Rosie invece sono adagiati mollemente sul divano con le mani giunte sotto il mento.
Rosie è sempre stata una bimba tranquilla ma, come lo stesso Sherlock dimostra, la noia gioca brutti scherzi.
-Papi?- si desta lei.
Il detective è nel suo Mind Palace e sembra impossibile smuoverlo. Ma non per un'agguerrita e piccola Watson: deve aver preso dal padre. Decide di salirgli a cavalluccio attirando la sua attenzione.
-Papi?!-
Lui spalanca gli occhi. -Hai detto qualcosa Rosie?-
-Mi annoio...tanto.- Sembra quasi lui, stesso tono e sguardo.
-Va bene, rimediamo subito Watson.- Sherlock si alza finalmente dal divano in cerca del suo Stradivari.
-Uh! Mi suoni la canzone di Shrek? Quella triste.-
Lui la guarda stranito e confuso. -La canzone di chi?- Poi capisce.
-Ah, l'Halleluja di Cohen. Ma non è un po' troppo triste tesoro?-
La piccola ci riflette su e poi si illumina.
-E invece quella della pioggia? Me la suoni sempre per farmi addormentare.-
Ora Sherlock ricorda: “Kiss The Rain”; quando quella splendida bambina aveva pochi mesi o anni, le suonava quella melodia terapeutica e lei gli si addormentava in braccio.
-Va bene, per te My Darling.-
Sherlock porta il violino sotto il mento e la melodia riecheggia nel salotto di casa, dolce ma potente e Sherlock mostra un tale trasporto per la piccola Watson...non lo avrebbe detto nessuno che sarebbe stato capace di amare un bambino, ma con John poteva tutto.
La canzone continua a condurlo nei propri ricordi: il suo John mentre gli mette tra le braccia quell'angelo biondo che gli sorride puro e gli tira i ricci corvini; e ancora, la vede camminare verso il papà per la prima volta.
Poco prima di finire l'esecuzione Rosie dorme già, ma Sherlock suona fino alla fine per continuare a contemplare quella meraviglia. La prende in braccio, la coccola e le sussurra dolci parole: -Ti proteggerò per sempre. A costo della vita.-
-Vedi di non mantenere troppo alla lettera certe promesse. Non so se te lo perdonerebbe e nemmeno io.-
John è tornato. Il suo John è alla porta e non l'ha sentito entrare. John si avvicina a Sherlock e lo bacia con Rosie in braccio.
-Bentornato John. Non svegliarla però.-
-Non potrei mai Sherl...- infatti il dottore abbraccia entrambi e rimane lì, insieme a loro, per quelli che a Sherlock sembrano anni, poi lo guarda dolcemente.
-Andiamo a dormire anche noi Sherlock...sarai stanco.-
-Fammi mettere a letto Rosie.-
John lo osserva intenerito: Sherlock riesce a fare il papà premuroso, quasi più di lui, ogni giorno lo sorprende e lo fa innamorare ancora di più.
Una volta lasciata la piccola si mettono a letto e John stringe il suo genio, osservando fuori dalla finestra. Ha finalmente smesso di piovere ed è spuntata la luna.
-Ti amo Sherlock Holmes...e ti proteggerò sempre, a costo della vita.-
The End
Angolo dell'autrice: Ma salve a tutte/i! Lo so è una vita che non pubblico nulla di niente, ma sono stata sommersa dalla laurea e tanto altro. Ringrazio tantissimo la pazientissima e gentilissima Francesca alias K_MiCeTTa_K che ha corretto i miei orrori di sintassi, derivati dalla fretta di una mente lenta quanto Anderson. Spero che questa ondata di fluff vi abbia allietato la serata e ci si rivede presto! (spero non fra 3 mesi).
Baci e abbracci,
Elena.