Era una calda giornata d'estate la prima volta che ci siamo visti,
avevi occhi che con me sembravano essere più che altruisti.
Ti guardavo sul terrazzo mentre aiutavi tua madre a stendere i panni,
la tua età sembrava non passare mai davanti allo scorrere degli anni.
Ti guardavo come una statua su un piedistallo immobile,
mentre lavavi la tua automobile.
Vivevi in una ristretta casa di periferia,
sentivi l'odore dei binari della vicina ferrovia.
Non credevo che dietro tanta bellezza
potesse nascondersi una tale saggezza.
Ricordo quando ahimè tutto è finito,
avvenne sotto il caldo Sole di piazza Plebiscito.
I vecchi suonavano lo scacciapensieri,
quel suono faceva tremare i bianchi lini dei velieri.
Agli occhi dei nostri genitori sembravamo ridicoli
quando noi poveracci correvamo insieme per quegli oscuri vicoli.
Leggevamo seduti nei giardini di villa Bellini le poesie,
ci scambiavamo qualche coccola affascinati da quelle armoniche sinfonie,
mentre i tavernieri cacciavano i mendicanti ubriachi davanti alle osterie
e i fedeli dimenticavano uscendo dal duomo tutte le sciocchezze di quelle omelie.