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Autore: Sapphire_Raven    31/07/2020    1 recensioni
Il Cosmo di Pegasus si stava avvicinando sempre di più al tredicesimo Tempio. Saga sapeva che sarebbe stata solo questione di pochi minuti prima che facesse irruzione nella sala del trono: il momento era giunto. Aveva pianificato tutto nei minimi dettagli, ma nonostante questo il suo cuore batteva agitato nel petto.
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Seguito diretto di "Ghosts from the past", consiglio caldamente la lettura della precedente fanfic per comprendere alcuni riferimenti presenti.
Genere: Generale, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il Cosmo di Pegasus si stava avvicinando sempre di più al tredicesimo Tempio. Saga sapeva che sarebbe stata solo questione di pochi minuti prima che facesse irruzione nella sala del trono: il momento era giunto. Aveva pianificato tutto nei minimi dettagli, ma nonostante questo il suo cuore batteva agitato nel petto. Si alzò dal trono, togliendo la maschera e il copricapo che fino ad allora avevano celato la sua vera identità al resto del mondo, e si mise a passeggiare nervosamente su e giù per la sala.  La paura gli aveva forse fatto riconsiderare la sua decisione? No, un Cavaliere di Atena come lui non si sarebbe mai tirato indietro, sarebbe andato fino in fondo.

Si fermò. Nonostante l’agitazione che gli stringeva il cuore, avvertiva una presenza che, nascosta, lo stava ad osservare. Sentiva una leggera traccia del suo Cosmo fluttuare nell’aria fredda, scaldandola con il suo lieve tepore. “Lo so che sei qui, fatti avanti.”. La voce del Gran Sacerdote non era niente più di un sussurro, ma bastò perché l’altro lo sentisse e decidesse di mostrarsi ai suoi occhi.

Saga si voltò lentamente. Aiolos stava in un angolo, la schiena poggiata alla parete. Cercava di non darlo a vedere, ma un’ombra di preoccupazione attraversava il suo viso.

Non sei costretto a farlo, possiamo trovare un’altra soluzione.”.

 “Non c’è altro modo, Aiolos.”.

Il Sagittario gli si avvicinò. Il calore emanato dal suo Cosmo avvolse l’ex cavaliere di Gemini, che si lasciò stringere al corpo dell’amato. La sensazione delle braccia forti di Aiolos attorno a sé gli era divenuta familiare negli ultimi mesi, poiché, dopo quella notte, era tornato spesso a fargli visita.

La sua presenza non mancava mai di infondergli conforto e tranquillità, ma Saga ancora si chiedeva se tutto ciò fosse reale o solo frutto della fantasia di una mente malata, divisa in due, che ancora reclamava amore nonostante tutte le cose orribili che era stata capace di compiere. Spesso, come la prima volta, Aiolos si sdraiava accanto a lui nel letto e, accarezzandogli i capelli, lo cullava fino a farlo addormentare, ma al risveglio il lato del materasso alla destra di Saga era freddo e vuoto, come se nulla fosse mai accaduto.

Dal canto suo, Aiolos non sarebbe mai riuscito a lasciare solo il suo Saga, non dopo aver visto la sofferenza e il senso di colpa che doveva sopportare ogni giorno. Sperava di essere riuscito ad alleggerire almeno un po’ quel carico che pesava sulle spalle di Gemini, ma in cuor suo sapeva che ancora dubitava, non si fidava completamente di lui. Credeva che fosse un’allucinazione, e di certo non poteva fargliene una colpa. Gli tornò in mente ciò che era successo tre giorni prima, quando tutto era cambiato …

 

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Era raro che Saga lasciasse le stanze del Gran Sacerdote, ma quel giorno si era allontanato dal Santuario per un po’ e si era rifugiato su un promontorio dal quale si poteva ammirare l’immensa distesa azzurra del mare di Grecia e il sole al tramonto che, lentamente, sembrava posarsi sulla superficie dell’acqua. E Aiolos, ovviamente, l’aveva seguito.

Lo trovò sdraiato supino sull’erba ad ascoltare ad occhi chiusi il rumore delle onde che si infrangevano sulla costa. Sembrava che stesse dormendo, ma Aiolos poteva percepire come i pensieri continuassero ad affollarsi nella sua testa, creando una massa aggrovigliata e confusa . Non era un buon segno.

Sedette accanto a lui in silenzio e si mise a guardare l’orizzonte che, pian piano, si tingeva di rosso. Passò qualche minuto, poi Saga aprì gli occhi e si voltò verso di lui. Aiolos colse subito la richiesta implicita dietro quello sguardo e gli si fece più vicino, accarezzandogli una guancia e scostandogli alcune ciocche di capelli ribelli che gli erano cadute sul viso.

Cosa ti turba, mio Saga?”.

Il Gran Sacerdote si lasciò sfuggire un sospiro al contatto con le dita del compagno.

“Atena tornerà presto al Santuario e io ho dato ordine di ucciderla.”.

Saga …”.

“Non dire niente, ti prego. So di aver sbagliato, ma c’è ancora una speranza.”.

E cosa pensi di fare?”.

“Con lei ci saranno anche dei Cavalieri di bronzo, di sicuro faranno di tutto per proteggere la vita della loro Dea e sono certo che ci riusciranno. Atena riporterà la giustizia al Grande Tempio e tutto si risolverà per il meglio, ma se qualcosa dovesse andare storto …”.

Seguì una lunga pausa. Era tipico di Saga pensare anche all’eventualità in cui ciò che prevedeva non fosse andato per il verso giusto, ma questa volta era diverso, Aiolos poteva capirlo dal modo in cui gli occhi di Saga evitassero il suo sguardo, rimanendo fissi su un punto imprecisato a terra. Lo esortò a continuare, sperando con tutto sé stesso di aver interpretato male il comportamento dell’altro. La risposta non tardò ad arrivare, ma non fu ciò che si sarebbe aspettato.

“Io non posso permettere che … lui, quell’essere … faccia del male altre persone innocenti.”.

Non vorrai forse …!”.

“Sì, è così.”.

Il Sagittario subito lo attirò a sé, affondando il viso tra i suoi capelli. Saga si stupì nel sentire come Aiolos stesse piangendo, le lacrime che scorrevano lungo le guance pallide e il corpo scosso da leggeri singhiozzi.

Perché, Saga? Perché vorresti fare una cosa del genere?”.

“È giusto così, Aiolos. Se si facesse vivo ancora non potrei più resistergli, devo eliminarlo … una volta per tutte.”.

Ora anche Saga stava piangendo e lasciò che il compagno lo stringesse e che gli ricoprisse la fronte di baci leggeri. Le labbra di Aiolos tremavano al contatto con la sua pelle. Il Sagittario era sicuro che avrebbero potuto trovare un altro modo per sistemare le cose, Atena avrebbe potuto fare qualcosa per lui, ma sapeva di non poterlo costringere a cambiare idea. Saga non sarebbe mai tornato sui propri passi, era fatto così. La sua non era semplice testardaggine, ma una ferma convinzione di star facendo la cosa giusta e Aiolos, nonostante tutto, si fidava di lui.

Passò un’ora, ma nessuno dei due era riuscito a lasciar andare l’altro. Fu Saga a prendere coraggio per primo e ad alzare lo sguardo verso Aiolos, che subito si sporse verso di lui per baciarlo, senza lasciargli neppure il tempo di parlare. Saga si accorse del sapore salato come le lacrime che le labbra dell’arciere avevano lasciato sulle sue, delle mani che tremavano mentre gli stringevano i fianchi, ma avvertì anche come il cuore dell’altro non battesse al di sotto della propria mano che aveva appoggiato sul lato sinistro del suo petto e sentì di non poter più ignorare quel problema.

“Aiolos …”.

Dimmi.”.

“Tu sei reale? O sei soltanto un’allucinazione?”.

Il Sagittario esitò, poi, abbassando il capo, sussurrò: “Se te lo dicessi non mi crederesti.”.

Saga si sforzò di trattenere le lacrime che minacciavano di sgorgare di nuovo dai suoi occhi, mentre un sorriso amaro si faceva strada sul suo viso. “Già, probabilmente no.”.

Con queste parole, il Gran Sacerdote si alzò e tornò verso il Santuario, voltando le spalle ad Aiolos, a cui non rimase altro da fare che svanire nell’aria.

 

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Anche questa volta fu Saga a sciogliere l’abbraccio per primo, il viso tanto pallido da sembrare privo di ogni colore. Sentiva un forte dolore alla testa e il cuore gli batteva all’impazzata, ma non si sarebbe tirato indietro, non sarebbe fuggito. Sapeva che questa era la cosa giusta da fare.

Aiolos intrecciò le dita con le sue in un tentativo di infondergli coraggio per superare quest’ultima prova. Prendendo un respiro profondo, Saga si diresse verso il trono, senza però lasciar andare il compagno. Una volta seduto, alzò lo sguardo sulle loro mani che ancora si stingevano, la pelle calda e dorata del Sagittario che risaltava contro il biancore pallido della sua.

Aiolos si inginocchiò al suo fianco, guardandolo negli occhi e sfiorandogli la guancia con le dita della mano libera. Saga si sentì improvvisamente piccolo: nonostante fosse fermamente convinto della sua decisione, ciò che lo aspettava lo spaventava. Avrebbe voluto cercare di nuovo rifugio tra le braccia dell’amato, poco importava che fosse tutto un’allucinazione, ma non poteva farlo. Il tempo stava per scadere.

“Se solo tu fossi veramente qui, Aiolos …”.

Il Sagittario gli sorrise dolcemente, per confortarlo, sussurrando: “Non ti lascio solo.”.

Riuscì a rubargli un ultimo bacio prima che Saga indossasse di nuovo la maschera di Gran Sacerdote. In quel momento, la porta della sala si spalancò di scatto.

 

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Si sarebbe aspettato di provare dolore, di vedere il proprio sangue macchiare il terreno mentre la vita scivolava lentamente via dalle sue membra. Qualunque cosa si sarebbe aspettato, tranne un così grande senso di pace.

Come si era immaginato, qualcosa era andato storto nel suo piano: Pegasus era riuscito a raggiungere il tredicesimo Tempio e stava per proseguire verso la statua della Dea, ma all’improvviso Saga l’aveva attaccato. Aveva cercato di resistere a quello che la sua parte malvagia gli ordinava di fare, ci aveva provato con tutte le sue forze, ma aveva fallito di nuovo. Da quel momento in poi, tutti i suoi ricordi erano confusi, come se venissero osservati attraverso un vetro appannato. Quell’essere spregevole aveva preso completo controllo del suo corpo e della sua mente e Saga pensava che ormai fosse tutto finito, fino a che non aveva visto lei. Atena, la sua Dea, era ancora viva. In un primo momento ne fu sollevato, ma la furia dell’assassino non si era ancora placata. Saga, tentando il tutto per tutto, era riuscito a fermarlo prima che attaccasse anche lei, ma aveva pagato con la sua stessa vita.

Attorno a lui, il Santuario di Grecia svaniva pian piano, inghiottito da una fitta nebbia, lasciando spazio a una forte luce bianca. I rumori giungevano ovattati alle sue orecchie, fino a quando non riuscì a sentire più nulla e si ritrovò immerso nel silenzio.

Allora avvertì un insolito calore, delle dita che sfioravano la cicatrice lasciata dallo scettro di Atena sul suo petto. Un paio di ali dorate lo avvolsero come in un abbraccio, offrendogli protezione da quella luce accecante.

Andiamo?”.

Gli prese delicatamente la mano tra le sue e allora Saga capì che lui era sempre stato lì, ad aspettarlo. Per la prima volta dopo tredici anni, le labbra sottili di Saga formarono un sincero sorriso.

“Andiamo.”.

˜˜˜˜˜˜˜˜˜

Visto che qualcuno di voi me l'ha chiesto, ecco il seguito della mia prima fanfic "Ghosts from the past".

Poveri Saga e Aiolos, con me finiscono sempre in mezzo a storie tristi, ma alla fine hanno avuto il loro happy ending...più o meno. La prossima volta cercherò di impegnarmi a scrivere qualcosa di più allegro. Perchè ci sarà una prossima volta (non so se è una minaccia o cosa XD), li adoro troppo per scrivere così poco su di loro!

Grazie per essere arrivati fin qui, le recensioni sono sempre gradite. 

Alla prossima!

 

 

   
 
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