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Autore: LaGeniaIncompresa    02/08/2020    0 recensioni
Tutti abbiamo affrontato un periodo di crisi legato alla quarantena.. cosa sarà successo nel nostro appartamento preferito?
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Spero di non urtare la sensibilità di qualcuno, conosco la gravità della pandemia e non voglio in alcun modo ledere qualcuno. Se credete che il tema sia troppo pesante per voi, vi assicuro che ci sono one shot stupende in questa sezione!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno, due, tre spari. “Strano” pensò John Watson. Un quarto sparo. Ora era tornato tutto alla normalità, sempre che di normalità si potesse parlare. Non si arrabbiava neanche più, come medico sapeva che la cistifellea e la pressione arteriosa ne avrebbero risentito a lungo andare in caso contrario.

C’erano tante cose che John Hamish Watson era in grado di fare: curare le persone, ferire le persone, trovare le persone che uccidono altre persone.. sapeva badare a sua figlia, sapeva essere un ottimo amico, sapeva abbinare i maglioni come nessun altro.

Ma gestire Sherlock Holmes durante una pandemia… non era esattamente una di quelle cose di cui era in grado.

Chiudere Sherlock in casa era come rinchiudere uno scoiattolo dell’ Hyde Park in una scatola da scarpe con i forellini sopra.

Probabilmente Mycroft aveva fatto pressioni sul Primo Ministro inglese pur di evitare una quarantena, sapeva che Sherlock l’avrebbe subito incolpato. Ovviamente fu così.  Quando anche il Primo Ministro si ammalò non si poté più evitare la quarantena del Paese.

In quanto medico John si assentava dall’appartamento anche dodici ore al giorno, rientrava a casa stremato. Più volte gli capitava di rincasare e trovare Rosie e Sherlock addormentati sul divano nel tentativo di aspettarlo. Più volte una foto di quei due vandali accoccolati veniva scattata dal telefono di John.

I primi tempi era davvero riluttante a lasciarli da soli- non che ne avesse scelta, certo. Fortunatamente Mrs. Hudson era sempre con loro: provvedeva ai pasti, alle pulizie di casa e, naturalmente, all’immancabile tea. Sapere che un vero adulto era sempre presente lo faceva decisamente restare tranquillo.

Inizialmente Sherlock riempiva le giornate con vari hobby da poter condividere anche con la bambina mentre John era in ospedale: suonavano, leggevano, guardavano TV spazzatura, ballavano..

-Tua figlia balla mille volte meglio di te, sai?-

Aveva anche provato a farle fare degli esperimenti, era rimasto piacevolmente colpito dall’intelligenza della bambina- la stessa che gli lanciava contro il sonaglino, l’avevano forse scambiata?

-Sherlock, se il muro crolla per tutti i colpi, ti scaravento fuori la finestra.- disse John  appoggiandosi allo stipite della porta della cucina. C’era solo Sherlock in salotto, fortunatamente Rosie aveva il sonno pesante.

-Credo che il termine giusto sia “defenestrare”.- rispose svogliato, maneggiava la pistola con tale naturalezza e noncuranza che poteva anche non sembrare un’arma.

-Bene, ti defenestro allora.-

-E mi abbandoneresti tra i germi, microbi e virus?- chiese fingendosi scandalizzato, alzandosi dal divano con fare teatrale.

-Non sei ipocondriaco.  E neanche germofobico.-

-Come fai a dirlo? Sono mesi, anni, decenni, che non esco di casa. Magari la mia percezione dell’esterno è cambiata.-

Santo cielo, quanto amava essere drammatico quell’uomo?

-La prima sera che ci siamo incontrati hai rovistato in non so quanti cassonetti per trovare una valigia. Tu tocchi i cadaveri. Lo faresti anche ora se ne avessi l’occasione.-

-Nessuno ha casi.- si corresse poi, non appena vide lo sguardo di rimprovero di John -Parlo di investigazione, ovviamente.-

-Certo.- sospirò stanco -Ascolta, è difficile per tutti e per certi versi per te lo è anche di più, credimi, non sei il solo a volere che tutto questo finisca presto.-

-Mycroft dice che stanno lavorando ad un vaccino.-

Ci fu un momento di silenzio. Lo sguardo del medico saettarono dall’uomo davanti a sé alla propria cucina un paio di volte. Vivendo con Sherlock aveva imparato a fare le deduzioni più bizzarre, alcune lo portavano sull’orlo di una crisi di nervi, altre –come questa- sull’orlo dell’attacco cardiaco.

-Le fiale che ho visto nel frigo vicino al latte, quelle sono..?-

-Ammetto di star facendo un tentativo.-

-Tu non sei un medico.-

-Sono un chimico.-

-Sherlock, è pericoloso.-

-Ma tu ci stai tutto il giorno a contatto!-

-Basto io. Chiama tuo fratello e falle venire a prendere da qualcuno attrezzato. È stupido mettersi in pericolo in questo modo. Capisco ti manchino i casi, ma una pallottola si può operare, tu non hai idea del casino che c’è all’ospedale. Lascia questo a chi di dovere.- ed ecco la cistifellea che si stava già vendicando, così come la pressione alta e.. si sarebbe dovuto preoccupare dell’aritmia cardiaca improvvisa?

-Mi dispiace, John.- si scusò Sherlock. Sembrava un bambino mentre lo faceva. -Non credevo ti saresti arrabbiato tanto, cercavo solo di aiutare.-

E ciò era più che comprensibile: Sherlock voleva che finisse tutto il più in fretta possibile. Si chiedeva solo se John potesse arrivare a capire che non era la noia ad abbatterlo durante il giorno, tanto quanto il pensiero di saperlo in costante pericolo. Lui, che era sempre controllato, saltava ad ogni squillo del telefono, riattaccando il prima possibile per evitare che in caso chiamassero dall’ospedale risultasse occupato. Lo vedeva tornare stanco, con i segni della maschera sul viso e gli occhi gonfi, come poteva non fare nulla?

-Come fai ad essere così stupido quando sei così intelligente?- sospirò John posando la testa contro la sua spalla.

L’aritmia era nuovamente sotto controllo. O quasi.

Per un momento restarono entrambi in silenzio, entrambi potevano udire il proprio battito fino in gola. Si chiedevano se anche l’altro riuscisse a sentire qualcosa

-Comunque non posso chiamare Mycroft..puoi farlo tu?- ruppe il silenzio Sherlock. Era rossore quello sulle guance?

-Cos’hai combinato?-

-Potrei averlo fatto impazzire con tutte le teorie complottistiche verosimili.- sorrise furbo.

-Oh mio.. Sherlock!-

-Cosa c’è? Almeno so che non è un virus creato in laboratorio.-

-Certo.. credo dormirò un po’ prima del prossimo turno.-

-Mh.. è già quell’ora?-

Forse credeva che John fosse davvero stupido. O cieco.

Era palese che non volesse lasciarlo uscire. Era palese che era preoccupato per lui. Era palese che odiasse farlo andare via.

Forse poteva sembrare egoista, ma lui stava impazzendo. Restava sano di mente solo per i suoi Watson. Pensava di aver più bisogno lui di John rispetto agli altri, pensiero di cui si vergognava puntualmente ogni volta che sentiva quei terribili numeri crescere di giorno in giorno.

John salì nella propria camera, sua figlia già dormiva rannicchiata sul bordo del letto. Si mise sotto le coperte con lei, tenendola stretta a sé.

Aveva il sorriso sulle labbra quando poi, svegliandosi, trovò sia Rosie che Sherlock dormire abbracciati a lui.





Angolo Autrice
Spero vi sia piaciuta! So che dovrei continuare l'altra storia, ma avevo in mente questa one shot da un po'..
Come detto nell'intrduzione, voglio specificare che non è nei miei intenti offendere nessuno.
Alla prossima storia!
   
 
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