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Autore: Roe Jaeger    03/08/2020    1 recensioni
Eren guardava il disastro che aveva combinato con la disperazione negli occhi. Levi sarebbe rientrato al massimo dieci minuti dopo e non sapeva con che coraggio, con che faccia, l’avrebbe affrontato.
D’altro canto, lui voleva solo rendersi utile, al fine di non far fare tutto a Levi, ma quel casino non era affatto contemplato nei suoi piani.

Scritta per un'iniziativa del gruppo fb "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart"
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Scritta tempo fa per un'iniziativa del gruppo fb "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart" sul prompt lavatrice. Spero vi piaccia :3
 
Distracted Recidivist
 
Eren guardava il disastro che aveva combinato con la disperazione negli occhi. Levi sarebbe rientrato al massimo dieci minuti dopo e non sapeva con che coraggio, con che faccia, l’avrebbe affrontato. 
D’altro canto, lui voleva solo rendersi utile, al fine di non far fare tutto a Levi, ma quel casino non era affatto contemplato nei suoi piani. 
Come era riuscito a rompere la lavatrice? E perché sentiva dolore alla mano, ora? 
Cercò di ricordare. Aveva cercato di salvare il salvabile, mentre quell’aggeggio emetteva strani rumori, si apriva e usciva l’acqua fuori; probabilmente si era ferito in quel momento. 
Faceva male, non troppo, ma solo leggermente, tuttavia sarebbe stato meglio medicarsi prima di tirar via i panni da quella lavatrice ormai inutilizzabile, per evitare di sporcarli di sangue. Buttò la mano sotto il getto dell’acqua calda del lavandino di fianco, e si rilassò al contatto con essa. 
I benefici durarono poco, perché, mentre tirava via tutto dalla lavatrice e appoggiava vestiti e altro, bagnati e insaponati, in una bacinella, Eren sentì le chiavi girare nella serratura e la porta aprirsi: Levi era tornato e il bagno di servizio era ridotto a un caos. 
«Eren, sono a casa!» sentì la sua voce dall’ingresso. 
«Ciao, amore!» rispose lui di rimando. «Non venire in bagno, per favore!» 
Inutile dire che con quella frase Eren ottenne l’effetto contrario, vero? Nel giro di cinque secondi Levi lo raggiunse e... «Che è successo qui?» chiese il più grande, inarcando un sopracciglio e storcendo il naso. 
«La lavatrice. A un tratto ha smesso di funzionare, la luce rossa era accesa e...» 
«Non dirmi che l’hai aperta.» disse Levi, anche se dal risultato ottenuto da Eren doveva per forza essere andata in quel modo. 
«Ed è uscita tutta l’acqua. È scoppiato un tubo e, per evitare un disastro peggiore, mi sono tagliato.» disse, mostrandogli la mano medicata alla meno peggio. 
«Fammi vedere.» impartì il più grande, prendendogli la mano tra le sue, neanche troppo delicatamente. Infatti, Eren trattenne a fatica un’esclamazione di dolore, assumendo però un’espressione contrita. 
«Scusa, amore.» pronunciò Levi con voce più dolce. «Andiamo in soggiorno, ti medico meglio.» 
Il più piccolo annuì e seguì l’altro verso il soggiorno, abbandonando il luogo del disastro. 
 
«Sono una frana, sono praticamente incapace di aiutarti.» pronunciò Eren mentre Levi gli medicava amorevolmente la mano. 
«Non dire stronzate.» fu la tanto secca, quanto inefficace, risposta del più grande. 
«Volevo solo sgravarti di un’incombenza e aiutarti con i compiti di casa.» sospirò. «Ma alla fine ho solo peggiorato le tue incombenze.» 
«Chi ti ha detto che non mi aiuterai a pulire, amore?» 
«Non intendevo questo, volevo dire che adesso sai per certo che non so usare la lavatrice.» 
«Sei solo distratto.» cercò di rassicurarlo, prendendogli il viso tra le mani. «Come quando hai dimenticato la caffettiera sul gas ed è scoppiata.» 
«Devi per forza rivangare quell’episodio?» Eren sbuffò, vergognandosene al solo ricordo. «Mi sembra di essermi scusato a sufficienza quella volta, e anche di aver comprato due macchinette del caffè in caso di probabile recidiva.» 
«Che non c’è stata.» Levi si sedette sul divano e si tirò Eren addosso. «Sei stato più attento. Un giorno di questi ti insegno a usare la lavatrice, così non ne dovremo comprare di nuove.» 
«Ultimamente porto solo spese in questa casa, scusa.» 
Levi, per confortarlo, gli iniziò a donare carezze sulla schiena. «Ho dato una rapida occhiata al disastro che hai combinato e non credo serva una lavatrice nuova. Ma ti farò un corso accelerato, per la serie è meglio prevenire che curare.» 
«Scusa.» 
Levi gli tolse la maglietta, iniziando a posargli umidi baci sul petto. 
«Con te non si può mai sapere, non mi ascolti mai. Per questo te l’ho detto, sei fin troppo testardo, ma ti amo proprio perché sei così.» 
Era insolito che Levi esprimesse il suo amore per Eren a parole, in genere preferiva dimostraglielo tra le lenzuola, quindi il più piccolo si stupì nell’udire quelle parole e lo baciò di slancio. 
Alcune ore dopo, il disastro della lavatrice non era ancora stato sistemato, ma dalla loro camera provenivano gemiti sconnessi e di piacere, cui faceva da testimone solo il tramonto che filtrava dalla persiana semi-aperta. 
   
 
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